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martedì 24 maggio 2011

Sea Shepherd conservation society


Paul Watson
La lotta per la difesa dei cetacei e dell'ambiente marino antartico. Della serie quando il Giappone fa "cagare". Stacatosi da Greenpeace reputata troppo "morbida" nella conservazione dell'ambiente marino, Paul Watson, fondò la "Sea Shepherd conservation society" per la lotta attiva contro la difesa delle balene in ambiente sud polare dove convenzioni internazionali avrebbero dovuto garantire zona franca di ripopolamento. 


Carne di Balena
Un santuario attivo dove avrebbero potuto vivere in pace dopo tanti anni di caccia indiscriminata.
Il Giappone si era sempre "fregato" di questi accordi sostenendo che si trattava di abbattimenti per "scopo di studio scientifico" ma che invece finivano sulle tavole come gustosi manicaretti. 

Spiedini di balena


Nel 2010, Sea Shepherd aveva in mare la flotta più potente in grado di disturbare la pesca giapponese e di rendere non commercialmente valida la spesa di spedizione e così è stato. La flotta giapponese in genere composta da una nave fattoria e da 3-4 arpionatrici, ha dovuto alzare bandiera bianca visto che il pescato si era ridotto a quasi la metà: circa 500 esemplari.

Di seguito lo speronamento della frapposizione della nave velocissima  Ady Gyl. E' inutile ricordare che nel caso qualcuno finisca in acqua debba essere ripescato entro pochissimi secondi che le acque fredde del polo sud porterebbero altrimenti i naufraghi ad una rapida morte. Devo per per forza sottolineare l'incommensurabile, emozionante coraggio di questi ragazzi che volontariamente mettono a rischio le proprie vite per difendere il nostro pianeta.




Arpionamento


"La Sea Shepherd ha usato “bombe” di burro rancido, ultrapuzzolenti ma innocue. Anche una fune, pare (confermo, ha provato più volte), per tentare di fermare l’elica di una nave baleniera.

Dal canto loro i giapponesi hanno distrutto il catamarano Ady Gil e speronato la nave Bob Barker. Si è salvata solo l’ammiraglia della Sea Shepherd, la nave Steve Irwin. E’detenuto in Giappone il capitano dell’Ady Gil, che nottetempo si era arrampicato di nascosto su una nave baleniera per un’operazione un tantino velleitaria: notificare il conto dei danni.

Sta di fatto che la Sea Shepherd ha bloccato per 31 giorni la caccia giapponese. Secondo i calcoli dell’associazione, il valore commerciale medio di una balena è di 250.000 dollari, e la flotta baleniera, per non andare in rosso con le spese, deve catturarne almeno 700. Dunque le operazioni di quest’anno sarebbero un fiasco totale dal punto di vista economico.

Ma Il Giappone ha già preparato la contromossa. Chiede apertamente di riaprire la caccia nelle sue acque territoriali, dove ben difficilmente la Sea Shepherd potrebbe condurre operazioni di contrasto. Del resto, pare che esista un accordo segreto per porre fine alla moratoria del 1986. Forse la vera battaglia per salvare le balene deve ancora cominciare."

Il sito ufficiale di seasheperd http://www.seashepherd.it.

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