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martedì 24 aprile 2012

Prospettive, la vita, il giorno ed il domani.

C'era scritto anche nei venti aforismi zen quel famoso aforisma di Marcel Proust che così recità: "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi." Avevo cercato di spiegarlo attraverso le spettacolari immagini dei telescopi spaziali in un vecchio post che per qualche ragione è rimasto piantato nel vecchio blog. C'è pure una vecchia storiella zen in cui due pesci che si vedono gettare il pane come cibo da un vecchio pensionato, credono che Dio sia proprio quel signore e che tutti i giorni, alla stessa ora e sulla stessa panchina si siede sbriciolando il pane del giorno prima.

La vista stessa è il viaggio, e siamo noi che decidiamo di rimanere pesce o di crescere. E' anche vero che la vita è spesso fatta di tristezze e di ricordi ma è anche vero che se questi non fossero importanti non sarebbero ricordi. Verrebbero semplicemente gettati in quel dimenticatoio che è la memoria inutile. Se si ricordano è perché hanno una qualche importanza nel bene e nel male e che segna la nostra vita. 
Hirokazu Kanazawa Sensei
E' come la visione del maestro (sensei o shi), nel Giappone data splendidamente da Hirokazu Kanazawa Sensei: " “Shi” (sensei,maestro), è un qualcosa che non posso dire di me. Io non posso dire: “io sono uno Shi”. Shi è qualcosa che gli altri possono dire di te. Lo rispetto il mio maestro, lo amo ed ecco che lui è il mio “Shi”. E’ qualcosa di diverso per tante persone. Qualsiasi cosa un maestro faccia, buona o non buona, lui è il mio spirito, il mio “Shi”, il mio maestro." Ecco, la vita è così, è il tuo maestro. Non importa che sia bella o brutta, ti insegna qualcosa. Puoi decidere di cambiarla, di affrontare la stessa cosa con diversi occhi e di cercare l'armonia con il tutto piuttosto che di guardare i piedi ed ogni singolo passo o di pensare a quanto durerà il viaggio e di renderlo stanco, svogliato ed interminabile. Oggi è un buon giorno per vivere. Accettare l'oggi, credere che oggi potrà succedere qualcosa di buono.
Alle volte mi chiedo del perché sia così strano anche il non parlare. Il non volere esprimere se stessi nascondendosi dietro il velo della paura. La paura è un sentimento e si può dominare. La paura ci frena, di pietrifica e ci fa inevitabilmente distruggere anche le cose belle. La paura porta alla non comunicazione, alla distruzione di ogni rapporto prima ancora che questo nasca. Farsi vincere dalla paura è come condannare a morte ogni bella cosa prima ancora che questa nasca. E' una vita a breve termine in cui si conosce quasi la data dell'ultimo respiro. Così la paura di esprimere i propri sentimenti non deve lasciarsi frenare da un inadeguato risultato. I sentimenti sfuggono alla ragione per loro stessa natura e sono difficilmente descrivibili oppure sono generati da una ingannevole illusione che ci ha fatto credere che quel che provavamo fosse ricambiato o che la persona a cui erano destinati, fosse davvero quella che pensavamo fosse. C'è un'altro aforisma che mi piace molto al quale spesso mi riferisco per cercare di capire quello che provo: "E' uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non avrai mai" (A. Baricco). Ecco, l'illusione di credere che la persona a cui il tuo sentimento non sia così fuorviante da non farmi dire domani: "cazzo, ma di chi mi sono innamorato"? Così è sufficiente conoscere, aprirsi un pezzettino alla volta nella speranza che prima o poi quella persona giusta arriverà perché arriverà. Di questo ne sono certo. Magari è dietro l'angolo, magari non te ne accorgi ma è li e l'unico modo in cui puoi ignorare anche l'unica persona giusta che la vita ti abbia messo davanti è quello di ignorarla o di negarti per paura di quello che potrebbe fare dei tuoi sentimenti. E' vero, se è quella sbagliata poi ci si rimane male ma la scelta è sempre la stessa: vivere, nel senso più alto e profondo del termine o morire prima ancora di essere sepolti.
Aggiungerò solo questi tre "insegnamenti" che spero faranno riflettere (di Myamoto Musashi Sensei):


  • Sia nella lotta e nella vita quotidiana dovrete  essere determinati e calmi. Affrontate la situazione senza tensioni ma non incautamente, il vostro spirito risoluto ed imparziale. Anche quando il vostro spirito è calmo non lasciate che il corpo si  rilassi, e quando il corpo è rilassato non lasciate che il vostro spirito lo segua.  Uno spirito elevato è debole e uno spirito basso è debole.
  • Si possono conoscere diecimila cose a partire dalla conoscenza profonda di una sola cosa.
  • Una conoscenza superficiale è più dannosa dell'ignoranza.


Dove uno spirito elevato è debole e uno spirito basso è debole. Nessuna contraddizione, la differenza è nella sostanza. L'apertura del proprio spirito a fondersi con gli altri, con la natura e l'essenza di tutte le cose ma pronti alla reazione in caso di pericolo, di minaccia o di "tradimento". Lo spirito basso sarà debole semplicemente perché si chiude in se come un bruco nel bozzolo senza mai poterne uscire.


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