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giovedì 28 giugno 2012

芸者, Geisha ampliato


芸者

Geisha, artista.


Lo ribloggo (leggasi lo riposto), ampliando anche questo perché seguito a leggere le solite mattonate ignoranti tipiche italiane sul personaggio. Qualcuna seguita a definirsi Geisha o di definire qualche piacevole pulzella come tale nel mondo bdsm.  Pertanto come definisce il nome vi dico subito cosa non siano le Geishe (ps: l'accento va sulla e finale!).

  1. Le geishe non servono. Non sono sguattere. Se lo fanno è perché Giappone è prima di tutto cortesia e gentilezza in ogni cosa. In Giappone servirsi il pasto o da bere è considerato maledettamente ineducato ed ognuno lo serve all'altro. Chiunque voi avreste accanto, sarebbe lui o lei a servirvi da bere o del cibo.
  2. Le geishe non sono puttane. L'errore è nato probabilmente dal fatto che 芸者, in cinese si traduce yì jì (艺妓), dove jì (妓), significa appunto prostituta.
  3. Le geishe non ricevono ordini, sarebbe una scortesia immane solo pensarlo.
  4. Le geishe fanno sesso come tutte le donne normali, scopano solo con chi gli piace e se lo fanno, è in segreto.
  5. Le geishe sono molto rispettate. Le uniche che non lo sono ed anzi sono viste molto male, sono le Onsen geisha (温泉, onsen, terme). Sono quelle che lavorano negli stabilimenti termali, per i grandi alberghi o che danno spettacolo per il grande pubblico. In questo caso sono considerate alla stregua delle prostitute nche se non compiono nessun atto sessuale. E' semplicemente una modo di vedere così come il sesso e l'amore, l'arte è una cosa privata e metterla in piazza equivale a sminuirla, offenderla e degradarla. (vedi post su shogun).
  6. Lo scopo dell'esistenza di una geisha è quello di incarnare l'iki e che è composto da tre elementi: la seduzione, l'energia spirituale e la rinuncia. In altre parole, l'iki è la quinta essenza della seduzione nella filosofia e nel gusto Giapponese. Note storiche: iki è la pronuncia dell'ideogramma cinese "sui" e nel periodo Genroku (1603–1867), venne usato per la prima volta per indicare "persone assai esperte nelle arti dell'amore e profonde conoscitrici delle emozioni umane". Nel periodo Bunka-Bunsei (1804-1829), fu usato anche per definire luoghi dove si esercitava la prostituzione molto simili a dove vivevano le geisha e certi comportamenti in comune che stanno ovviamente nella seduzione.
In ambiente bdsm il termine geisha non ha pertanto nessun valore. Forse qualcuno se mai ci fosse arrivato da solo è la seduzione o qualcuna che è abile proprio in questo ma è come paragonare un cinghiale ad un vaso Ming. I due concetti di seduzione sono così diversi da renderli pure incompatibili.

Due vere Geisha, Asakusa, Giappone.
Sapevate che:
  • Le Geisha originariamente erano uomini?
  • Si deve a loro il ballo, il canto tradizionale, l'evoluzione raffinata del vestire i kimono,  la cerimonia del tè, l'esercizio della calligrafia kanji, l'arte della conversazione?
  • Che tutte quelle con i kimono colorati a fiori sono "solo" delle Maiko, delle studenti e non ancora delle vere Geisha?
  • Che le Geisha, indossano invece kimono a colori tenui, monocolore o a gradazioni dello stesso colore ed in sintonia con le stagioni?

Da wikipedia

Provate un po' ad indovinare quale delle due nella foto a sx è la Maiko e quale la Geisha. :)

Inoltre:
I quartieri a loro riservati, venivano chiamati  hanamachi (花街 "città dei fiori", in modo che non potessero confondersi con i bordelli e che vi potessero sorgere delle case da tè.

La geisha è stata per lungo tempo, la vera e l'unica donna istruita di tutto il Giappone, rappresenta l'arte, la cultura ed il bello. La caducità della carne e la forza dello spirito.

Vi sono delle bellissime parole che la descrivono: "quando lavora controlla tutto il suo essere, in ogni gesto, parvenza, emozione; perfino la modulazione del respiro, ora leggero, lieve, ora vivo, affannoso, seppure impercettibile. 

La sua figura deve essere snella e slanciata, così come il suo volto deve apparire pallido. La sua voce deve avere un tono particolarissimo e raffinato, adattato perfettamente ad ogni scopo e circostanza. 

I suoi capelli, di color corvino, sono sempre raccolti, come a forma di nido. E ai piedi solo dellecalze di seta, chiamate “tabi”, deve indossarle sempre, anche d'inverno, per esprimere la sensualità di un corpo che si nasconde interamente sotto il kimono" (fonte).


“...Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto.” ("Memorie di una geisha", 2005)

Altre due splendide immagini di Geisha su cui di una si può apprezzare la colorazione del collo e lo scollo del kimono che in lavoro sarà ancora più ampio. Il scollo posteriore rappresenta in Giappone quello che per noi è quello anteriore.










Altre fonti dove conoscere meglio questo "personaggio"
Sesso in giappone tra porno e pudore:

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