Cerca nel sito per parole chiave: inserisci argomento e cerca

sabato 17 ottobre 2015

Le prime esperienze e quelle dopo

Quando sei ancora un ragazzo e approcci alle prime esperienze amorose, cominci a renderti conto come funzionano le cose. Le persone spesso si innamorano dell'ideale che si sono fatte dell'altra persona non di quella che è. Insomma, si piacciono per alcuni gesti, per alcune parole dette, per come si vestono, per la moto che hanno, per l'atteggiamento che tengono e per lo sport che fanno. Non c'è niente, e dico niente che faccia pensare che si piacciano per come sono davvero. Ci sono persone così brave a fingere che manco dopo anni ti accorgerai mai di come sono veramente.
Tu pensi all'inizio che queste cose siano legate all'inesperienza, alla leggerezza legata all'età così piena di voglia di vivere e attenzioni alle superficialità e alle apparenze che ti viene da credere ovviamente che cresceranno perché questa è una strada che porta inequivocabilmente al comodo del momento un po' come dire: fino a che dura.
Crescono e continuano così invece. E' la strada più semplice, comoda. Ti permette di inseguire il sogno, il "tuo" sogno di prendere ed ottenere quello che desideri. Crescendo anzi le persone diventano più ciniche perché non giocano più. Sono subissate dal lavoro, dalla famiglia, dallo studio, dalle bollette e non hanno tempo da perdere ed il loro diventa prezioso come nessun altro. Non hanno persone davanti ma solo situazioni e non si fermano a pensare che chi hanno davanti è esattamente la persona che vedono nello specchio quando si truccano o si fanno la barba. Semplicemente hanno obiettivi diversi perché di gusti diversi ma il modo, lo scopo ed il fine, è esattamente lo stesso. Alle volte lo scoprono e questo gli fa ink pure a bestia perché si sentono degli oggetti in mano a chi hanno davanti o addirittura accanto.
Si leggono degli annunci ovunque. Sono così, sono un master (ehhhhhhhhh come no!!!), che cerca una tipa alta, magra, troia e bionda con cui divertirsi. Sono una slave, vorrei un master (dov'è?), che soddisfi le mie esigenze. Nessuno, dico nessuno o molto ma molto raramente si chiede che cosa abbia bisogno la persona con cui stanno chattando e se è in grado di darglielo. Così G., E., M., C., B., etc. ect., cercano per se stesse così, fino a che non gli fai più comodo o trovano qualcuno ancora di più interessante o nuovo e via. Che cazzo ti frega? Non è una questione se la storia si sia esaurita perché capita, è solo che scelgono ancora il comodo, non il giusto.
E' ancora più facile oggi. Trovare e buttare via è così semplice che è quasi incredibile. E' come una guerra. Chi è su un mezzo (un caccia, un bombardiere, un tank, una nave, un sommergibile), non vede se non raramente il nemico. Si trova davanti un altro aereo, un'altro tank e vede solo quello. Alle volte è solo un puntino marcato come obiettivo su una mappa digitale. Imposti le coordinate e boom. Un razzo, una bomba, una cannonata e sparisce. Colpito. Chi è dentro alle volte non si accorge manco di niente. Passa dalla vita alla morte in modo così rapido e veloce che è quasi umano se così si può dire. Poi ci sono i fanti, quelli che camminano su ogni metro di terra e che vedono saltare braccia, mani, teste. Corpi dilaniati, gente che urla e che muore alle volte male o se torna a casa, gli manca qualche pezzo. Ecco, la tecnologia è questo. E' il bottone che si accende per il comodo e che si spenge per lo stesso motivo. C'è distanza, menefreghismo totale. Nessuno si ricorda o considera chi c'è di la. Non va più. Alle volte manco con un ciao o con una giustificazione, semplicemente pufff e diventa la negazione stessa di quello che cercate. Il "male" siete voi che vi comportate così perché lo trasmetterete ai vostri figli, alle vostre mogli, partners. Lo farete con gli animali lasciando due capre a crepare per non portarle a casa per dargli del latte. I cani e i gatti abbandonati, gli ex sfigurati con l'acido o bruciati, ammazzati come se non fossero niente. Non ti posso avere? Bene, nessuno può, come se foste degli oggetti e dei soprammobili. E qui dentro ci sono pure le tecniche, quelle belle in cui una/o slave si mette a fare la mobilia per divertimento senza manco rendersi conto che quello che fa in quel momento è quel che è e che spesso lo era già prima e lo sarà anche dopo.


C'è un mare, un intero universo così qui dentro e li fuori. Il meglio della razza umana che si da daffare cercando d'arraffare quanto più può.

Brutta cosa, davvero perché non vi sono soluzioni. Non importa quanto tu predichi, quanto diffondi. E' un mare di nulla che ammazza chiunque gli si frapponga e che non porta a niente. Davvero. Sono solo pugni di mosche ben vestiti che lasciano in mano un olezzo di cacca di cui si sono nutrite.
Buon week end.

3 commenti:

  1. Mi piglio un caffè e ti rispondo con calma. Nel frattempo apprezzo moltissimo il commento. Non conoscevo manco la citazione di P.P.P.. Bella effettivamente. Molto.

    RispondiElimina
  2. Allora B&N, una parte della risposta ce l'hai sul coso viola. :) E' un messaggio in codice, chiaro.
    La risposta pubblica è questa invece.
    Si hai, ragione. Io sono quella persona a cui piace partire dalle piccole cose. Dalle attenzioni spicce. Il buon giorno la mattina, la buona notte alla sera. Credo che per le grandi ci si possa sedere ad un tavolo, anche in pizzeria e discuterne. Le piccole cose sono parte della sensibilità delle persone, quelle che mettono attenzione in quello che fanno e in chi hanno davanti.
    Le piccole cose sono come le gocce d'acqua o come le foglie o come le frecce. Si perché è chiaro a tutti che tante gocce formano il mare, le foglie una foresta ma le frecce che c'entrano? Beh fu la madre di Gengis Khan che prese una freccia e la spezzò davanti ai propri figli. Poi ne prese alcune e provò a spezzarle tutte assieme e non ci riuscì. Gengis non dimenticò mai la lezione e divenne il grande conquistatore. Un'esempio pratico per fare capire cose ovvie. Le unioni sono così. Dovrebbero esserlo e non questione di spezzarsi ma nello scopo. Il mare come le foreste danno la vita, le frecce uccidono e danno nutrimento. Ecco, uniti su un viaggio comune in cui ognuno tragga il suo giovamento, non uno che fa i propri comodi e l'altro che smadonna per far capire cosa non va e non fare mai un passo avanti o non crescere o non vivere o non semplicemente essere.
    Noi siamo qua per evoluzione. Ogni scelta che facciamo è evolutiva. Il cambiamento è la chiave. I pesci sono cambiati per diventare anfibi, gli anfibi, rettili, mammiferi, scimmie, uomini. Il cambiamento (in meglio), è la sopravvienza, la scelta di coscienza, il miglioramento e che non è apparenza. Magari tu sei una bellissima donna ma tra qualche anno?
    Quello che attrae veramente è cosa si ha dentro, cosa si è in grado di dare. Perché si può calmare la fica o il cazzo ma per l'anima ci vuole altro.
    Quindi meno bottoni, meno switch. Accettare che si possa e si debba cambiare anche a costo di soffrire che i cambiamenti non sono spesso facili. Dipende però cosa si sceglie se quelli per comodo, o quelli giusti. Spesso sono solo quelli per comodo.
    Ecco. :)

    RispondiElimina
  3. Riconcordo in pieno ma c'è un ma. Hai presente il detto che non si può mettere la cravatta ad un somaro? Ecco! Non perché il somaro è un ignorante ma perché non ne capisce il senso. Si, è giusto dare una, tre, dieci possibilità anche solo per onestà intellettuale. Orca. Insomma, non dirlo a me che nonostante le apparenze e le sfiammate di pazienza ne ho qnche troppa. Poi però arriva il momento ei capire se il somaro ci arriva!
    Dall'alto sel mio ego il bull whop non so come si usa. Mi frusterei da solo. Gli aghi? Quelli delle api. Il fisting? Semmai lo zamping ma boh! Cazz'è? Seguito?
    Ecco. Non so fare tutto. Alcune cose si, altre no. Altre così, così. Sono egoso pure da imbranato??? :)
    Non combattere contro i mulini a vento. Capisci dove il somaro arriva. Se dove arriva fa per te. Non d3vi eseere tu a pigiare, deve essere lui/lei a chiedere! Io non posso essere dom e switch allo stesso tempo. Posso essere dom, la mia natura e alle volte pure sub. Dipende da come mi sveglio. Da dom ho un compito, non un ruolo (!), da sub, un altro.
    Ah, nemmeno le rape fanno sangue manco se TU gli fai una trasfusione. A me è girato le palle della gatta lo scorso anno ma non era una slave. È un splendida troia da monta, come prevedevo, cosa che io non potevo dargli. Semplice. Se capisco dove arrivo, sono in grado di dirti se posso fare qualcosa per te opoure no. Ripeto, mi sono girati i coglioni ma inutile spiegare qualcosa oltre le tue 10 volte va. Meno sarebbe meglio. Non è nel suo carattere, non è la sua natura, non sono io che posso farla cambiare. Non è giusto pretenderlo!!!
    Io non posso tirare "te" come non posso spingere. Ti ricordi il video e quello che ti ho detto? Ecco. Devi essere tu a volerlo, io "ti" tiro dopo. Allora "tu" cambi e cresci perché lo vuoi. Se tu non accetti forzature, se quelle forzature alla fine non portano a niente, allora perchè le fai? ;)
    Da dom ti dico che non forzo nessuno nemmeno quando afferro per i capelli e trascino nel, cesso per..,. Sei tu che vuoi essere li e fino a che non ho questa certezza, col cazzo che lo faccio.
    Ci sarà, dico una stracazzo di ragione per cui in genere riesco? In genere!!!
    Pensi che sia TUTTA opera mia? Tze!!!
    Ecco. ;)

    RispondiElimina

Non offendete, usate un nick riconoscibile o sarete bannati. :)