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domenica 4 settembre 2016

Tra il dire ed il fare

撮鳥見鳥 fotolife
[野鳥][花&メジロ]
サクラの花粉にまみれたメジ
Più di 20 anni fa, riportai la pulzella a casa dopo qualche ora di "guerra". Erano le quattro e venti, e tre ore dopo pioveva talmente tanto da non vedere ad un metro. Le fogne cominciarono a saltare, Luca corse, le apri tutte, provò ad aprire anche le porte ma oramai era tardi. L'acqua arrivo e cominciò a sfondarle, a portar via roba e a distruggere tutto. Chi urlava, chi piangeva mentre tutto veniva portato via da un metro e quaranta di acqua melmosa. Il tutto grazie ai lavori intelligenti del nostro stato che aveva costruito le fogne a cazzo di cane. Poi nemmeno degnati di venire a vedere cosa fosse successo, nemmeno messo un cassonetto vicino a casa. Si, lo stato, le tasse. Alle volte penso di aver sbagliato nemico ma questa è un'altra storia.
La mattina dopo qualcuno si presentò qua, nonostante il lavoro, nonostante la fifa e lo sporco e non si stava in piedi e la fatica immane. Da due stanze, due sole stanze, portammo via più di quaranta carriole piene di melma. Qualcun altro si affacciò e disse: "Vi sono nel cuore" ma girò i tacchi e se tornò per la sua strada. Non chiese nemmeno se avessimo bisogno di un caffè, magari solo preparato. Se ne andò così e qualcun altro ancora, non si fece nemmeno vedere. 
Frasi di circostanza. Quel giorno mi fece capire il valore dell'amicizia, quella vera. Quella che non si ferma solo alle parole e alle buone intenzioni ma chi si da da fare senza che sia richiesto. All'amic* non si chiede, si fa a meno che ci sia qualcosa di interiore e non visibile che necessita di un dialogo per capire e aiutare. Eppure a tutti loro avevo sempre dato una mano. La macchina in panne, la porta che non si apre che ogni volta che qualcosa succede in paese e pure in rete quando si sa che Luca sa fare e allora non importa chiedere no? Basta dire: ho questo problema sapendo che Luca si rimboccherà le maniche perché l* considera amic*. Prima Luca, poi i pompieri, i cc e pure lo webmaster a seconda di quello che si necessita. Per l'amic* ci si sporca anche nella melma, anche per solo un abbraccio e chi rimane in piedi a guardare, non è un amic*, non è manco un'amante che prima deve essere amic*, poi il resto, forse.
Ecco, quando poi faccio pulizia il succo è questo qui. Chi amico dice di essere e chi non dice un cazzo ma dimostra con tutta la forza, di essere tale.
Fate come vi pare ma la fatica e il tempo non sono ripagabili da un amic* se non con la riconoscenza ed il sorriso e se qualcun* fa il furbo, e beh, a suo "rischio e pericolo". Nell'articolo di Andrea Scanzi dal "Il fatto quotidiano" si legge: "Se mi sputi sul divano di casa, io ti caccio...." ma ti caccio se sputi su di me, sui miei affetti, sulla mia famiglia, sul mio lavoro e sopratutto se sputi sulla mia dignità e limitrofi.
Ti caccio se ti metti a guardare la mia fatica ed il mio dolore e non fai un cazzo perché hai paura di sporcare le mani linde e profumate perché sarò rognoso, difficile, strano e tutto quello che volete ma su questa roba per la miseria ho più crediti che debiti nonostante che sbagli e di brutto alle volte.
Ti caccio senza tanti complimenti e te lo dico una volta, due e pure tre: "Se ti è rimasto inavvertitamente qualcosa attaccato alle mani, posalo, è meglio", poi non chiacchiero più. Faccio come adesso, sto zitto. Censura ma fuori dai coglioni per Dio e se non capite e beh, si vede che anche io ho dei lettori "webeti". Così non vi fate le solite seghe mentali, ci sono i post vecchi che spiegano e sono buddista ed uccido solo mosche e zanzare che per quello che mi riguarda ogni forma di vita è sacra, anche le più idiote. Non è un post mirato ma siccome qua pare far comune il ripetersi del solito atteggiamento, meglio mettere due puntine sulle i. Namastè.



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