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lunedì 29 agosto 2011

Piccole puzzole inconcludenti

Stamattina ho fatto fuori i soliti tre o 4 profili di fb. E' lo stesso circolo vizioso. Ne ero uscito,  m'hanno sfrantecato letteralmente i coglioni perché tornassi poi la storia si ripete, nello stesso modo.
C'è tizia che ti cerca e che rompe fino all'estremo perché tu le dia relazione. Parliamo, del + e del -. Chi sei, chi sono, dove si va. Si parla di tutto poi arriviamo alla data di vedersi.
"Il tot giorno sono da te."
"il prossimo mese ci vediamo".

Arriva il giorno. Silenzio. Sparita. Arriva il mese, silenzio, sparita. Poi una fila di pretesti. C'è questo, quest'altro, quest'altro ancora. Allora un altro giorno, un altro mese. Chiacchiere, le solite chiacchiere. Poi risparisce. Di nuovo silenzio, di nuovo pretesti.
I casi sono due. O sei cretina o pigli per il culo. In entrambi c'è solo una strada: quella d'andartene direttamente a fanculo e senza tornare indietro.
C'è pure qualcuna che spedisce foto nude sue. Ecco, sono così. Tanto per fare vedere che è vera decisa ma poi l'atteggiamento è lo stesso.
La cosa drammatica è che pretendono attenzioni. Tipico italiano. Attenzioni di tutti i tipi: nel chiacchierare, nei dettagli della quotidianità senza che mai prima ci si fosse incontrati. Illogico, presuntuoso e fuorviante comportamento. Non dedico attenzioni a chi non conosco. Dedico proporzionalmente attenzioni se il rapporto cresce e se vale e se ti conosco. Non le pretendo nemmeno ma pretendo coerenza tra quello che dici e quello che fai.
C'è pure chi ti chiede l'amicizia e poi non ti rivolge parola. C'è qualcuno che ti tagga in una foto presa in rete mentre c'è una tipa che scopa o che si tocca mentre si espone. Poi silenzio. A che scopo? Ti pizzica la passera? Grattatela. Non mi interessano passere, mi interessano teste, cuori ed anime. Persone!
C'è chi ti da l'appuntamento e ti dice: ho mezza serata libera, chiacchieriamo? Arrivi: "ciao come stai?". Dieci frasi in tutto. Poi deve guardare un documento. Dice che c'è + tardi, torni. Non c'è. Una volta, due, tre quattro. Poi fanculo anche a queste. Se è sfiancante il conoscersi figuriamoci il resto.
Infine ci sono quelle che ti chiedono l'amicizia e che poi non ti rivolgono parola. Guardi sul profilo e l'ultimo post è di due mesi prima o nel frattempo hanno pubblicato solo musica, video e testi culturali.
Questo non è un corteggiamento tradizionale dove il master deve conquistare la slave. E' qui che cadete nell'errore piccole puzzole inconcludenti.
Se e quando un rapporto si sviluppa poi vi troverete nelle mani di qualcuno di cui avete solo sentito la parte attraente. Insomma per come quello si presenta. Io, mi aspetto un terzo ed un quarto grado invece perché poi non ci sarà scelta. Poi deciderà il top e voi se non l'avete rigirato come un calzino, vi troverete nelle mani di quello sbagliato. Se vi interessa quello che traspare  al primo tiro, siete VOI che dovete muovervi e non aspettarvi la solita mossa o il solito corteggiamento.
Se mi chiedete un'amicizia, andate in fondo altrimenti beh, una mattina vi trovate cancellate e per la cronaca: non torno indietro. Si sbaglia tutti, io per primo ma se l'errore è nel modus operandi, se l'errore è nel carattere allora non c'è modo che possa intervenire. Posso segnalarvelo ma l'unica cosa che posso ragionevolmente fare è solo aspettare che ci mettiate una pezza VOI da sole. Nessuno può cambiare qualcun altro: in nessun caso, in nessun modo. Così come m'aspetto che se faccio io una cazzata me lo diciate perché se è vero che sono un master, sono prima di tutto un uomo e gli uomini sbagliano.
Non avete ancora capito? Pace ;)!
Mds

domenica 21 agosto 2011

Group sex, orgie e voyerismo.

La prima scopata in quattro in italia avvenne quando avevo meno di 18 anni. Una domenica nel chiacchierare venne fuori questa proposta con l'intento di guardare l'un l'altra scopare la propria compagna/o senza effettivamente praticare del sesso di gruppo. Passati i primi momenti di spogliamento, baci, leccate abbastanza appariscenti il risultato pratico con profonda delusione collettiva fu esattamente questo:


due persone che si muovono l'uno sull'altra senza che ragionevolmente si possa apprezzare gli altrui sessi che si incontrano. In altre parole, si sa bene cosa si fa, ma non si vede cosa si fa. Molto diverso dal porno o delle scene esplicite che si vedevano nei film all'epoca in super 8 o in riviste tipo "Le ore". Sulle prime fu una discreta delusione. Il risultato era scontato, non si vedeva una mazza per il semplice fatto che la maggior parte dei mortali non dispone di un Super Phallus e che quindi ognuno dei due cerca di stare quando più appiccicato possibile all'altro. In altre parole non puoi tenergli dentro 10 cm di cazzo ed il resto ben esposto, in modo che si possa ammirarne la penetrazione ed il movimento. All'epoca per far    rasare la topa a qualcuna ci volevano parecchie insistenze spesso seguite da furiosi no ed anche una lingua finiva spesso per perdersi semplicemente nel pelo. 

In altre parole, scene così non erano nemmeno proponibili. Certo vedevi un un bel culo ma la lingua altrui era semplicemente pesa in un tappeto scuro. In altre parole, l'unico "atto" papabile si rivelò quasi esclusivamente il pompino. Oddio sui primis fu perfino abbastanza eccitante in cui l'un l'altra si mettevano con la testa ed il cazzo dalla parte giusta in modo che gli altri due potessero ammirare la maestria con cui usavano bocca, mani e lingua ovviamente accompagnate dalle frasi eccitanti del turpiloquio. Ad ogni "troia, succhiacazzi", "puttana, pompinara, fagli vedere quando sei brava"  ogni "pompata" sembrava quasi aumentare d'intensità e nel giro di qualche minuto ogni freno a non fare, divenne stimolo di dimostrare all'altra che ognuna era più brava e più troia della compagna.
Dal guardare l'un l'altra all'unire le due bocche su un solo cazzo il passo fu breve. L'eventuale timore di non essere accettate o di essere troppo spudorate si esaurì rapidamente alla frase: "succhiatelo assieme" e le lingue passarono al reciprocamente incontrarsi e succhiarsi al cazzo preso di mira con immenso piacere del sottoposto al trattamento. Con il darsi cambio all'uopo e l'assaporare ognuna della saliva dell'altra al bacio reciproco con tanto di lingua in bocca fu altrettanto breve, ma ovviamente uno dei due era oggettivamente costretto a guardare. Alla quasi stupida affermazione detta a voce alta dell'unico coglione rimasto a bocca asciutta del tipo: "ed io che faccio?", la risposta fu silenziosa ma esplicita. "E" che stava a pecorina allargò le gambe inarcando il culo, e "D" che invece stava a pancia in su, roteò il bacino allargando le cosce. Credo che a quel punto quasi ogni freno se ne andò completamente e ci alternammo in ogni modo. Dove non c'era penetrazione c'erano mani, dita e lingue che si alternavano in ogni anfratto. Rapidi cambi di posizione in modo da offrire sesso e piacere non si contarono in effetti ma la cosa più fuori contesto visto che tutti erano dichiaratamente etero, si verificò quando "E" tentò di vedere quello che non non riusciva a vedere su se stessa. Il cazzo di "G" che penetrava dentro "D". Ci mise il viso mentre la scopava a missionario. Si girò quasi per dirmi. Non vedo niente ma senza pronunciar parola. Le dissi di mettere gli occhi a non più di un centimetro dal tutto e se gradiva anche le mani che senza esitare cominciarono ad accarezzargli le palle. Il resto fu quasi una conseguenza. Il cazzo passò dalla fica di "D" dentro la bocca di "E" e la bocca di "E" passò sulla fica di di "D". Dopo qualche minuto "G" si spostò facendo vedere chi stesse leccando così magistralmente la sua topa e non vi furono rifiuti. Anzi, le sue mani si posero sulla sua testa invitandola a fare meglio e più profondamente. Chiaro che se la situazione si evolve, allora o si cavalca la situazione o si fa festa. Lo scambio fino a quel momento inesistente era diventato un rapporto saffico. Mancava solo che il rapporto inizialmente nato come un semplice facciamolo nello stesso letto, diventasse un vero group-sex e lo divenne in quel momento. "G" si portò dietro il culo di "E", ben messa a pecorina e la prese mentre il mio cazzo s'infilò profondamente bella bocca di "D" cominciando a scoparla.

Non voglio sicuramente descrivere le posizioni non mi interessa. Mi è interessato e ancora lo fa il modo in cui si è evoluto questo mio primo incontro a 4. ce ne sono stati altri, sempre con gli stessi, durati qualche anno. Ve ne sono stati altri anche con un numero di persone più ampio, in luoghi diversi ed in modi diversi ma l'evoluzione ha spesso lo stesso medesimo filo conduttore. Dove non c'era. Bocche che hanno condiviso lo stesso cazzo e lo stesso sperma. Bocche e lingue che si sono conosciute in luoghi dove mai prima avrebbero pensato di poter andare e che poi hanno fatto la differenza. C'è un filo conduttore che il mio modesto ragionamento ha trovato e che è frutto di analisi e di valutazioni non di semplici momenti vissuti.
Il primo è che se una situazione è piacevole, sono piacevoli i compagni, sono piacevoli le cose che si fanno e si vivono allora il piacere genera piacere e si perdono i freni perché ci si fida di chi si ben conosce.
Il secondo è che noi non controlliamo le persone controlliamo il loro piacere. Monsieur Plaisir è l'unico che controlla la scena. Che "tu" venga da me per la tua prima dilatazione anale, per fare incontri di gruppo particolari, per ricevere dolore, umiliazioni o qualsiasi altra cosa ti crei piacere, questo ci deve sempre essere. Puoi piangere, urlare di dolore o goduria, puoi ridere, mugolare o semplicemente stare in silenzio ma da quello che ti viene chiesto di fare devi trarne immenso piacere.
Terzo ed è consequenziale. Nessuno ti obbliga nonostante le apparenze. Se quello che ti viene chiesto o a cui ti sottopongono è spesso insoddisfacente è il partner che è sbagliato non sei tu. Tu non sei li per ubbidire a lui ma SOLO al piacere che attraverso lui ed il suo controllo prende forma.
Quarto ed ultimo. Accettati. Se ti trovi  a scoprire che un rapporto saffico ti piace e non poco, sei semplicemente bi. Magari ti accorgi che non è sufficiente, che l'eventuale strap on messo in mezzo non ti da lo stesso piacere di un cazzo vivo e pulsante dentro di te, non importa! sei bi. Prendi semplicemente il massimo dai due sessi in funzione di quello che ti piace. Non cercare compromessi con te stessa cercando di giustificare una stato che gran parte di una società comune considera come fuori dalle righe. Prima ti accetti, prima prendi coscienza di te, prima godi. Magari la prima volta ti sentirai sporca, un oggetto, quasi come se fossi stata usata nel peggior modo. Poi rifletti e vedi che se l'avventura è stata piacevole anche nella compagnia, tanto più ti senti sporca tanto più significa che hai fatto cose che superano i tuoi limiti e che in questo c'è piacere non abuso e vorrai sentirti ancora più sporca. E' magari la stessa cosa della prima sborrata in bocca che hai sputato presa dallo schifo. Poi l'hai presa sul seno, magari in faccia e ti sei rapidamente pulita con il primo straccio o fazzolettino che avevi. Poi l'hai tenuta addosso frutto del piacere che hai dato e ricevuto dal tuo partner. Poi l'hai bevuta cosciente che quando arriva l'orgasmo la tua bocca e tutto l'insieme di te, è il piacere sublime, è l'apoteosi del rapporto e l'hai portato dove solo tu sei disposta a fare. Con lui, reciprocamente, con te. Col tempo te la sei spalmata sulla pelle così che quando esci e ti rivesti puoi ancora odorare il suo profumo. L'hai portata dentro di te magari al lavoro così che le situazioni della vita non ci separino mai completamente. Magari lui è andato allo stesso lavoro con i succhi della tua fica spalmati sul viso ed avidamente bevuti con il residuo odoroso di te perennemente nel naso. Alla fine e sempre se vi sono i partner giusti farai magari a gara dal leccare via lo sperma del compagno dell'incontro magari dal seno o dalla bocca della sua/tua compagna. Ognuno ha il suo modo per arrivarci. Ognuno trae il suo piacere da un frustino o da una molletta in migliaia di modi diversi ed è intrinseco nella natura umana. Siamo tutti diversi anche se una base di tecnica ha valore assoluto. Per questo sono contrario ai saputelli ed agli insegnanti. La vera esperienza sta nel provare coscienti dei rischi a cui ci si sottopone. Non c'è nessuna possibilità di fare SM in modo SSC. Magari consensuale, ma non c'è niente di sano nè di sicuro in una dilatazione estrema. Il rischio permane. Sempre. Quindi SSC significa prima di tutto essere coscienti dei rischi. Direi che bisogna coniare un nuovo acronimo: CC, cosciente, consensuale e che per divulgare non bisogna farsi pagare. Ci si abbassa ad una prostituzione che non ha niente a che vedere con quello che si fa. Infine, vorrei anche aggiungere che vi sono molte forme di piacere ma scientificamente provato che in ordine le cose che eccitano sono di più:
  1. L'odore
  2. La vista
  3. Il contatto vero e proprio
  4. Tutto il resto 

Quindi se ti piace essere guardata, se ti piace farlo in posti strani magari sotto gli occhi di un'altra coppia o di partner nello stesso letto fallo con intelligenza. Non prendere immagini che magari anche inavvertitamente potrebbero rovinare la tua carriera lavorativa, potrebbero distruggere la tua morale che questa società bigotta protegge. Fatti guardare in ogni modo, fatti fare di tutto ma non ti far mai catturare in situazioni simili.

Buon divertimento.
MDS

PS con calma lo rileggo e lo correggo :) abbiate pazienza di eventuali errori grammaticali, grazie.

giovedì 11 agosto 2011

Il potere della sottomisione?

N'ho sentiti tanti di sfondoni in merito e tutti fuori luogo scritti dagli ultimi coglioni arrivati qui a cui va parecchio del mio disprezzo.
Il potere della sottomissione sta nella capacità di costruire in mutua intesa un rapporto consensuale in cui uno dei due si fida abbastanza da affidare il proprio piacere all'altro/a.
Come? dipende dalla profondità e dalla sensibilità della vostra anima e quando vi pizzica la topa o da quanta voglia avete di inzuppare il biscotto. Insomma "Dio li fa e poi li accoppia".

Fine della frittata

lunedì 4 luglio 2011

Di che vi stupite?

Mi si dice oggi che ho dei lati "oscuri", cose che non sono rivelate  ma mi pare quasi scontato.
Perché dovrei mettere in piazza tutto quello che sono?
Ho imparato che ci sono diversi "tipi" di persone, classificati secondo la propria sensibilità. Sbagliato forse ma anche qui si vede il mio modo di pensare logico e un po' "scienziatesco", passatemi il termine.

  • I tipo. Quelli che pensano come le formiche e sono i più. Hanno una relazione diretta tra quello che toccano e quello che sentono. Meccanismi mentali semplici, più vicini a sistemi nervosi non evuluti piuttosto che a persone che pur avendo una massa cerebrale come quella degli altri, hanno sprecato le loro possibilità in video game, in culi, in linigerie, in belle tope o bei fighi. Nella bellezza del corpo, in borse, in auto, in scarpe, in calze e collant, in moto, in barche e via così. Scopano, non amano. Alle volte per fare i fighi dicono facciamo all'amore perché pensano che scopare sia una cosa bassa ma in effetti, nonostante le illusioni, scopano e basta. Questi li scarto subito. Non ve la prendete. Non mi capiscono. E' un dato assoluto e non contestabile. 
  • II tipo. Quelli che hanno vissuto un po' sempre come quelli del primo tipo ma che intravedono qualcosa d'oltre ed ogni tanto qualcuno se ne esce. Sono curiosi ma la curiosità non è supportata da una buona dose d'empatia. Entrano nalla tua vita, fanno un sacco di buoni discorsi che in genere sono pure accompagnati da buoni propositi ma poi è come dare in mano un cristallo di Boemia ad un bambino di 5 anni. dopo una decina di minuti, forse meno, è tutto sparpagliato a pezzi per le terre. Amano in meccanismi semplici. Alle volte riescono a vedere le stelle ma non ci arriveranno mai completamente.

  • III tipo. Quelli che non ascoltano ma sentono, quelli che non vedono ma percepiscono, quelli che riescono a vedere oltre tutto quello che la semplice materialità offre. sono rari, rarissimi ed è difficile incontrarli che si nascondo. sanno che se dentro la loro vita entra qualcuno del primo o del secondo tipo saranno guai. spesso "cedono" a qualche advance se proprio non significa abbassarsi del tutto. Alle volte, con quelli del II tipo, vengono pure ingannati che se ne trovano uno "bravo" e si maschera bene, si fa passare per quello che non è.

Ecco,  quindi di che vi stupite se tengo un sacco di cose per me? Per quale cazzo di ragione dovrei aprirmi al mondo se il mondo ha un solo scopo: farmi a pezzi per semplice curiosità?
E' meglio lasciare perdere se non vi sono segnali giusti e da quel che vedo ultimente già quelli del II tipo cominciano ad essere "merce" rara. Quelli del terzo sono praticamente estinti e quinti la relazione complicata me la vivo da me.

domenica 3 luglio 2011

I sassi nel cuore


I sassi nel cuore mi parlan di te,
Di un sogno rapito nel mare infinito.
Ogni cosa lontana, perduta ed inane.
Eppure sei qui, come un raggio di sole diretto nel cuore.

Lacrime rade traboccano sane,
Un pianto, un lamento, l'astruso tormento.
D'una mano ferita non del tutto guarita,
E anima grida di cupo pallore, profondo, immenso dolore.

Che fare per farlo cessare?
Il tempo non torna, il sole tramonta e rimango a pensare,
Qual scelta più saggia possa frenar la mia rabbia.
Del drago feroce, s'abbruna la voce.

Le ali piegate in segno di resa.
Rimembro il coraggio dei giorni gloriosi.
In scontri rissosi in faccia a tabù d'ogni sorta e virtù,
Ma così è la vita, e la cosa più vana e creder or'ora,

Che pregiudizio è parte del vizio.
Che uomo sapiente, a ragione s'arrende.
C' amore potente, prevale su gente.
Che barriere e confini, son piccoli crini.

L'uomo "divino", è gretto è piccino,
Non sente ragioni, e spacca a mattoni,
Ogni bel sentimento che da godimento.
Nulla da fare, è un avaro totale.

Di buona memoria ricorda la storia,
Dei due innamorati da Dante incontrati.
Che un giorno sereno, trovaron veleno,
E dettero pegno al diavolo regno.

MDS


E questa è  la musica giusta da "SENTIRE", non ascoltare.

giovedì 30 giugno 2011

L'empatia, la comprensione, il legame giusto e quello sbagliato parte II

Ho trovato questa domanda sulle chiavi di ricerca del blog: "come spiegare in parole semplici l'empatia". Avevo già fatto un post in merito all'empatia ma rileggendolo forse necessita di un approfondimento.


Prendo pari, pari quest'articolo abbastanza chiaro da questo link.

Empatia
Intuizione del mondo interiore
L’empatia è la focalizzazione sul mondo interiore dell’interlocutore, è la capacità di intuire cosa si agiti in lui, come si senta in una situazione e cosa realmente provi al di là di quello che esprime verbalmente. L’empatia è la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato.


Per questo si dice anche "mettersi nei panni altrui" e di sentirne addosso le conseguenze. Questo è un meccanismo emotivo, sentimentale e non meccanico. Senza un adeguato "sviluppo" della propria sfera emotiva ogni gesto, ogni attimo di un rapporto è affine a se stesso. Scopo, godo, non mi frega d'altro purché IO stia bene. Con l'empatia il discorso si ribalta: cosa prova la mia compagna mentre le faccio questo? Faccio bene? Faccio male, posso fare meglio?

E' chiaro che in un rapporto chi è privo d'empatia difficilmente troverà ragioni e/o motivazioni di crescita interiore prima ed assieme al partner dopo. Si tratta di un rapporto basato su quello che è "Egoismo puro". Non mi frega niente di te, mi frega solo di me. All'altro capo invece c'è una spiccata dose di altruismo. Vero, ogni sentimento, ogni pregio al suo estremo diventa comunque un difetto e non bisogna scordarlo mai.


Comprensione empatica e intellettuale
Differenze
La comprensione intellettuale si concentra sui fatti, indaga come stiano realmente le cose e ricostruisce l’esatta dinamica dell’accaduto. La comprensione empatica è più sottile e complessa di quella intellettuale e richiede una sensibilità molto fine e rara per essere attuata.



Esempio pratico: prende fuoco un capannone attrezzato a magazzino. Ci sarà un indagine tecnica che magari attribuisce ad un piromane che ha volontariamente dato fuoco al tutto e ne stabilirà come e con cosa ha appiccato il fuoco e magari anche le modalità d'espansione. La comprensione empatica ne stabilisce invece le ragioni emotive senza per altro immedesimarsi in lui. 


Componenti dell'empatia
Trasparenza, comprensione empatica e accettazione incondizionata
La trasparenza è l’accordo tra i sentimenti manifestati e quelli realmente provati. Se l’interlocutore percepisce trasparenza, si apre con fiducia, altrimenti si chiude difensivamente.  Trasparenza non significa rivelare impulsivamente tutti i sentimenti, ma implica il non simulare un sentimento quando in realtà se ne prova un altro, perché l’interlocutore capterebbe la dissonanza (dissonanza, incongruenza, differenza).

In altre parole non dire ti amo senza che gli atti pratici non siano "coerenti" con questo sentimento. Quanti di noi non si sono sentiti dire sta parola senza che poi si sia scoperto che dietro c'era solo un interesse pratico, che ne so, portarvi a letto?

L’accettazione incondizionata consiste nell' astensione da valutazioni, da approvazioni o disapprovazioni e da correzioni. La comprensione empatica implica la sospensione dei giudizi morali suoi sentimenti riferiti dall'interlocutore: l’ascoltatore non ne misura la conformità alle norme, né indica il modo giusto di comportarsi, né illustra la situazione oggettivamente per indurre l’altro a rendersi conto di non averla affrontata con la dovuta maturità. L’ascolto empatico non impone una direttiva, ma pone l’altro nella condizione di esplorarsi per trovare la sua verità.

Questa parte è decisamente più tecnica. Se volessi sentire le ragioni del piromane di cui sopra, dovrei per forza astenermi da giudizi preconcetti altrimenti più che ascoltarlo gli tirerei uno sganassone. E' chiaro che se mi pongo davanti a te come "studioso", quest'atteggiamento è d'obbligo ma se invece mi pongo a te come amico, alla fine dell'ascolto cercherò di farti ragionare su quello che esponi, sui tuoi metri di valutazione e di "farti approcciare la cosa con la dovuta maturità". In altre parole, l'esatto contrario dell'accettazione incondizionata.

Devo per altro aggiungere un paio di cosette che altrimenti il mio comportamento con alcuni potrebbe risultare incomprensibile.
Divento una "belva" più di quanto non sono se mi si dice che ti amo e poi che non valgo un caffè assieme. Questo dimostra non solo che chi riferisce queste parole è completamente privo di empatia ma non sa manco cosa prova e cerca disperatamente di nascondere dietro a parole i suoi "poveri" sentimenti o sentimenti che in effetti non ci sono.
Divento una "belva" se vedo persone che fanno a gara a dimostrare chi è più master o slave riunendosi in gruppi di amicizie semplicemente per interessi e si limita a dare descrizioni superficiali di se semplicemente per appartenere a quel gruppo di persone. Tutto questo dimostra solo l'assenza di empatia ma la necessità interiore di appartenere ad un gruppo, di volere stare in compagnia e  purtroppo, pure anche un malcelato ed estremo bisogno di non provare una solitudine che traspare inequivocabilmente da tutti i pori. E' l'approccio sbagliato ci cerca comprensione dove in effetti non c'è. C'è solo apparenza.
Divento pure una "belva" quando qualcuno si erge a maestro di pratiche astratte che invece dovrebbero essere centrate e mirate al/la propria compagna o compagno proprio perché ogni cosa che si fa deve prima superare l'accettazione e l'apprezzamento sentimentale del nostro partner che è unico ed irriproducibile su scala universale.
Per tutto il resto c'è il dialogo ed il piacere di stare assieme anche perché in altro modo, c'è rispetto, sincerità ed appunto empatia reciproca. Le scatoline vuote vanno direttamente nel cestino della spazzatura.

lunedì 27 giugno 2011

Ryu 流 - il Drago. Leggende e mitologia Giapponese.


Il Drago (Ryu )
Il drago celeste,
disegno giapponese
I Quattro Re Dragoni
Presente sia nella mitologia giapponese che in quella cinese.
4 draghi che governano i 4 mari.
Il Dragone celeste, il Dragone Spirituale, il Dragone della Terra e il Dragone dei tesori nascosti.

I Quattro Guardiani Celesti
Ssu Ling (China) o Shitenno (Japan)
Secondo la mitologia cinese, i quattro punti cardinali sono protetti da uno dei quattro Ssu Ling (simile allo Shitenno giapponese). Il Dragone conosciuto come il guardiano dell'Est è identificato con la stagione della primavera, il colore Blu, l'elemento Acqua e l'energia maschile Yang. Il guardiano del Sud, Ho-oo (Fenice), è nemico del dragone, e si dice che mangi i draghi. In effetti la Fenice è nemico di tutti i Naga (termine che copre tutti i tipi di creature serpentiforma) inclusi serpenti e draghi. Sia il Dragone dell'Est che l'Ho-oo (Sud) rappresentano lo YANG, ma sono spesso rappresentati come nemici, poiché il Drago rappresenta l'acqua mentre la Fenice il Fuoco. A volte sono anche rappresentati come compagni. Il Drago è il Maschio controparte della Fenice Femmina ed insieme simbolizzano i conflitti e le meraviglie matrimoniali.
Tipologie di dragoni
Nella mitologia giapponese vi sono quattro tipologie di dragoni. I dragoni celesti fanno la guardia alle dimore degli dei; i dragoni spirituali sono responsabili di portare la pioggia e le nuvole, causando alluvioni; i dragoni della terra ripuliscono i fiumi e scavano i fondali degli oceani; i dragoni guardiani di tesori, la quarta categoria, proteggono gli oggetti preziosi. I dragoni giapponesi, diversamente da quelli di altre regioni asiatiche, sono rappresentati con tre artigli. Nella mitologia Giapponese, più un drago viaggia lontano dal Giappone più artigli ottiene



Un'altra leggenda…
Nell'antico Giappone, una perla pegno d'amore fu smarrita in un tratto di mare controllato da un drago; il responsabile della sua perdita si rifugiò in un paese isolato, dove una giovane pescatrice strappò a costo della vita, la perla dal regno del drago per dimostrargli il suo amore.

E ancora un'altra...
Sempre in Giappone, una fanciulla, Tokoyo, sfidò l'usanza di dare in pasto le giovani ad un drago del mare ed, insieme ad un samurai, lo sconfisse. Un adattamento nipponico della leggenda di san Giorgio e il drago

Da dove ha origine il nome giapponese del Drago? (Ryu)
Il Palazzo dei Re dei Draghi (Ryugu) si dice che sia situato in fondo al mare, vicino alle Isole Ryukyu (Okinawa). Esso è abitato da Ryujin (il nome giapponese del Re Dragone). Il Palazzo è anche conosciuto come "La terra sempreverde" nel libro del Professor Chamberlain, egli fa riferimento ad una poesia del Man-yo-shu in cui si legge che le arance vennero portate in Giappone dalla "Terra sempreverde" che si trova a Sud.Nel palazzo sono custodite le Gemme della marea (quella dell’Alta Marea e quella della Bassa Marea). Sul lato settentrionale del palazzo si trova la Sala dell’Inverno, dove cade incessantemente la neve. Sul lato orientale c’è la Sala della Primavera, in cui le farfalle si posano su fiori di ciliegio, mentre cinguettano gli usignoli. Sul lato meridionale del palazzo si trova la Sala dell’Estate, in cui cantano i grilli durante la sera calda. Infine, sul lato occidentale c’è la Sala dell’Autunno, dove gli aceri avvampano di vivaci colori.
Ci sono tante storie che riguardano questo mitico palazzo, costruito in corallo rosso e bianco, guardato da draghi e pieno di tesori. I Pesci e le altre creature marine servono Ryujin come vassalli e le tartarughe marine sono utilizzate come messaggeri. Per un essere umano un giorno in questo palazzo equivale a 100 anni sulla terra.

Meglio ricordare la storia di Urashima Tarou.
Urashima era un pescatore che un giorno catturò una grande tartaruga nella sua rete. Questa tartaruga parlava e disse lui che aveva migliaia di anni. A questo punto Urashima liberò la tartaruga che in effetti era Otohime la figlia del re dragone. La principessa invitò il giovane uomo alla corte del padre dove si trasformò in una bellissima ragazza che lo sposò. Dopo tre giorni Urashima sentì un forte desiderio di rivedere i suoi genitori. Ma quando tornò sulla terra scopri che erano passati 300 anni. A questo punto Urashima cercò di tornare dalla moglie ma, non conosceva il modo per ritornare al palazzo. La moglie, come pegno d'amore gli aveva dato una scatola magica (Tamate Bako) ma gli aveva detto anche di non aprirla mai. Tuttavia pensando che all'interno della scatola avesse trovato il modo di tornare al palazzo del Dragone la apri ed immediatamente perse la sua gioventù crollando a terra morto. Urashima è venerato ancora oggi.

Ci sono tantissime leggende che parlano dei Draghi giapponesi, fra queste:

La storia dei gioielli e dell'imperatrice Jingo
Molti secoli fa l’imperatrice Jingo pianificò l’invasione della Corea. Pregò Ryujin presso il tempio a lui dedicato e qui ricevette i “magici gioielli delle maree”.
Ora era tutto pronto: la flotta giapponese partì alla volta della Corea. Avvistate in lontananza le vele giapponesi, dalla Corea salparono tutte le navi per difendere il proprio territorio. Quando i coreani furono abbastanza vicini, Jingo buttò in mare il “gioiello della bassa marea” così che tutte le navi coreane si insabbiarono e i coreani saltarono su quello che era il fondo del mare per un assalto via terra, ma in quel momento l’imperatrice gettò il “gioiello dell’alta marea” che prontamente arrivò e spazzò via tutto l’esercito nemico. Come se non bastasse l’onda di alta marea trasportò l’intera flotta verso il porto coreano e quindi verso la vittoria. Si narra che molti anni più tardi Ryujin presentasse personalmente i “gioielli delle maree”, posti su una bellissima conchiglia rosa, al figlio dell’imperatrice, Ojin.

La storia del Drago Ryujiin.



I dragoni e la famiglia imperiale
Secondo un mito la famiglia imperiale giapponese discende da un dragone. Il “Racconto di Hori” narra la storia del primo imperatore giapponese. Il cacciatore Hori sposò Toyotama, la figlia del re dragone. Essi vissero insieme sul fondo del mare per tre anni, finchè la nostalgia di Hori per il “mondo superiore” lo portò a lasciare la moglie. Toyotama partorì un maschio ed egli ebbe poi a sua volta quattro figli. Il minore dei nipoti di Hori, Jinmu Tenno, divenne il primo imperatore umano del Giappone. L’imperatore Hirohito sosteneva di discendere da Toyotama.



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Il drago d'oro - Bellezza, gentilezza, salute.

Il Drago giallo - Il centro della terra

Il Drago rosso: il temporale, il sud, l'estate,
 la terra, il fuoco, la buona fortuna

Black Dragon -  Il temporale del nord, l'inverno,
 la vendetta, ansietà.

Il Drago bianco - Lutto, fallimento, morte.

Il drago verde e blu - Primavera, 
buona fortuna, buona salute.


Curiosità
I pompieri giapponesi del periodo Edo si tatuavano disegni di draghi per ottenere una doppia protezione: per esorcizzare il pericolo del fuoco e il dolore cui si sottoponevano rappresentava un sacrificio offerto agli spiriti malevoli del fuoco per accattivarsi la loro benevolenza. Questa convinzione appare chiaramente nelle loro cerimonie: dopo aver appiccato il fuoco ad una corda, la agitano in aria verso il cielo allo scopo di "provocare" l'acqua - elemento opposto al fuoco - e in questo modo di attirarla. Poichè tutte le divinità nella mitologia giapponese hanno una componente benevola e una malevola - che non sono in cottraposizione, ma che operano separatamente ognuna per la sua strada - e la parte benevola è quella più forte, l'uomo deve agire in modo che essa sia libera di manifestarsi, neutralizzando quella malevola. Dati questi presupposti, il "drago delle nuvole" Unryu, che si tatuano i pompieri, risponde all'esigenza di ottenere la protezione del drago (l'acqua) e della sua forza positiva da contrapporre a quella negativa del fuoco (forza distruttiva) sommata ala potere degli dei dei campi e delle montagne (rappresentati dalle nuvole) attirando le loro forze positive che portano la pioggia (buona) alle coltivazioni e il fuoco (buono) che le purifica dagli insetti infestanti. 

Poteri
In base al mito, i dragoni giapponesi hanno il potere di assumere forma umana, potendo così interagire con gli esseri mortali. Alcuni imperatori giapponesi affermavano di avere dragoni tra i loro antenati. Pur essendo saggi e benevoli, i dragoni spesso restano indifferenti alle questioni umane, ma si dedicano alle grandi questioni dell’Universo. Nondimeno, essi sono in grado di portare buona fortuna agli umani che li soddisfano, in particolare i pescatori, a cui assicurano bel tempo e una ricca pesca. I dragoni hanno anche il potere di portare la pioggia, aiutare i contadini e assicurare un buon raccolto.

NB: anche questo è un "bricolage". Non si trovano molte storie di cultura e mitologia giapponese in italiano e neppure in inglese purtroppo.