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venerdì 4 maggio 2012

I tuoi baci

I baci, i tuoi baci.
Me li mandi per telefono dentro ai tuo messaggi,
me li mandi per posta in ogni tua mail.
I baci, i tuoi baci.
Nuda e gemente, mentre lingua e dita ti fanno fremere ed urlare.
I baci, i tuoi baci.
Mentre mi dici che ti piace urlando il mio nome,
mentre godi e cerco di darti ancora di più.
I baci, i tuoi baci.
Dove sono i tuoi baci adesso che sei qui con me?
I baci, i tuoi baci.
Fermi ed immobili nel deserto dell'anima è li che sono i tuoi baci?
I baci, i tuoi baci.
E mi mandi ancora baci, di nuovo baci ma era meglio uno solo,
vero, autentico e reale che centinaia di baci senza una bocca da baciare.


Una volta scrissi sull'amore: "l'amore è una bocca nel cuore mai sazia di te". Ecco, la tua bocca non ha cuore, i tuoi baci non sono baci ed alla fine credo anche che tu sia come loro, non sia mai esistita. D'altra parte sarebbe quasi un'offesa all'idea stessa dell'amore, della passione e della bellezza. Ho sperato di sbagliarmi. ho tentato di credere che non fosse così. Ho aspettato stamane per svegliarmi dall'incubo ma i tuoi baci sono sempre dei non baci e tu non ci sei. Che schifo di baci, che brutta sensazione.

Black Velvet la petunia nera

Petunia "Black Velvet"
Ci sono delle persone che anche se strillano, e incitano e mugolano, alla fine della frittata vorresti solo non averla spogliata ed essere andato al cinema o semplicemente in casa a fare i balocchi con i tuoi gatti che non capiscono un cazzo ma hanno più empatia, più sentimento di "persone" così.
Ci sono delle persone che scrivono un sacco di belle parole ma nessuna di loro alla fine ti lascia qualcosa dentro.
Ci sono delle persone che quei pochi gesti che fanno sono così distanti anche se sono nudi e stanno godendo con te.
Ci sono delle persone che ti danno 100000 baci, che te li mandano in ogni modo ma nessuno di loro riesce a toccarti né labbra né anima.
Ci sono delle persone così ed ogni tanto ne incontri una. Anzi, troppo spesso ne incontri una e quel che rimane è solo il nero vuoto che si portano dentro.

giovedì 3 maggio 2012

I fiori di ciliegio...


Alle volte hanno una strana luce ingannatrice ed il loro petali ti ammaliano ma se ti avvicini ti accorgi che sono senza profumo. Respiri e ne cerchi il gusto ma più respiri e più ti manca il fiato. Alle volte questa sensazione è di quelle belle che quando succede  per la felicità, sei in paradiso. Beh alle volte questa mancanza d'aria ti uccide e ti soffoca e non ti fa vedere quasi la possibilità di farne un altro di quei respiri. Cerchi, annaspi e poi affoghi e l'unica cosa che è davvero la tua "colpa" è quella di aver creduto a quel fiore di ciliegio. Siamo quel che siamo e se non lo vediamo vuol dire che siamo ciechi, la nostra anima è cieca. Così i fiori di ciliegio alla fine non esistono. Sono solo degli animali carnivori divoratori di sogni, di buoni propositi, di anime, di fiducia e di costruzioni. D'altra parte questa è la vita. E' spesso così. E' più facile ricevere un morso che una carezza ed il piacere che dai alla fine muore in una bolla d'egoismo.

sabato 28 aprile 2012

Zen-pensieri

Non c'è fuoco come la passione,
non c'è malattia come l'odio,
non c'è dolore come nella separazione, 
non c'è gioia come la pace.
e nessuna gioia come quella della libertà.
Buddha

martedì 24 aprile 2012

Prospettive, la vita, il giorno ed il domani.

C'era scritto anche nei venti aforismi zen quel famoso aforisma di Marcel Proust che così recità: "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi." Avevo cercato di spiegarlo attraverso le spettacolari immagini dei telescopi spaziali in un vecchio post che per qualche ragione è rimasto piantato nel vecchio blog. C'è pure una vecchia storiella zen in cui due pesci che si vedono gettare il pane come cibo da un vecchio pensionato, credono che Dio sia proprio quel signore e che tutti i giorni, alla stessa ora e sulla stessa panchina si siede sbriciolando il pane del giorno prima.

La vista stessa è il viaggio, e siamo noi che decidiamo di rimanere pesce o di crescere. E' anche vero che la vita è spesso fatta di tristezze e di ricordi ma è anche vero che se questi non fossero importanti non sarebbero ricordi. Verrebbero semplicemente gettati in quel dimenticatoio che è la memoria inutile. Se si ricordano è perché hanno una qualche importanza nel bene e nel male e che segna la nostra vita. 
Hirokazu Kanazawa Sensei
E' come la visione del maestro (sensei o shi), nel Giappone data splendidamente da Hirokazu Kanazawa Sensei: " “Shi” (sensei,maestro), è un qualcosa che non posso dire di me. Io non posso dire: “io sono uno Shi”. Shi è qualcosa che gli altri possono dire di te. Lo rispetto il mio maestro, lo amo ed ecco che lui è il mio “Shi”. E’ qualcosa di diverso per tante persone. Qualsiasi cosa un maestro faccia, buona o non buona, lui è il mio spirito, il mio “Shi”, il mio maestro." Ecco, la vita è così, è il tuo maestro. Non importa che sia bella o brutta, ti insegna qualcosa. Puoi decidere di cambiarla, di affrontare la stessa cosa con diversi occhi e di cercare l'armonia con il tutto piuttosto che di guardare i piedi ed ogni singolo passo o di pensare a quanto durerà il viaggio e di renderlo stanco, svogliato ed interminabile. Oggi è un buon giorno per vivere. Accettare l'oggi, credere che oggi potrà succedere qualcosa di buono.
Alle volte mi chiedo del perché sia così strano anche il non parlare. Il non volere esprimere se stessi nascondendosi dietro il velo della paura. La paura è un sentimento e si può dominare. La paura ci frena, di pietrifica e ci fa inevitabilmente distruggere anche le cose belle. La paura porta alla non comunicazione, alla distruzione di ogni rapporto prima ancora che questo nasca. Farsi vincere dalla paura è come condannare a morte ogni bella cosa prima ancora che questa nasca. E' una vita a breve termine in cui si conosce quasi la data dell'ultimo respiro. Così la paura di esprimere i propri sentimenti non deve lasciarsi frenare da un inadeguato risultato. I sentimenti sfuggono alla ragione per loro stessa natura e sono difficilmente descrivibili oppure sono generati da una ingannevole illusione che ci ha fatto credere che quel che provavamo fosse ricambiato o che la persona a cui erano destinati, fosse davvero quella che pensavamo fosse. C'è un'altro aforisma che mi piace molto al quale spesso mi riferisco per cercare di capire quello che provo: "E' uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non avrai mai" (A. Baricco). Ecco, l'illusione di credere che la persona a cui il tuo sentimento non sia così fuorviante da non farmi dire domani: "cazzo, ma di chi mi sono innamorato"? Così è sufficiente conoscere, aprirsi un pezzettino alla volta nella speranza che prima o poi quella persona giusta arriverà perché arriverà. Di questo ne sono certo. Magari è dietro l'angolo, magari non te ne accorgi ma è li e l'unico modo in cui puoi ignorare anche l'unica persona giusta che la vita ti abbia messo davanti è quello di ignorarla o di negarti per paura di quello che potrebbe fare dei tuoi sentimenti. E' vero, se è quella sbagliata poi ci si rimane male ma la scelta è sempre la stessa: vivere, nel senso più alto e profondo del termine o morire prima ancora di essere sepolti.
Aggiungerò solo questi tre "insegnamenti" che spero faranno riflettere (di Myamoto Musashi Sensei):


  • Sia nella lotta e nella vita quotidiana dovrete  essere determinati e calmi. Affrontate la situazione senza tensioni ma non incautamente, il vostro spirito risoluto ed imparziale. Anche quando il vostro spirito è calmo non lasciate che il corpo si  rilassi, e quando il corpo è rilassato non lasciate che il vostro spirito lo segua.  Uno spirito elevato è debole e uno spirito basso è debole.
  • Si possono conoscere diecimila cose a partire dalla conoscenza profonda di una sola cosa.
  • Una conoscenza superficiale è più dannosa dell'ignoranza.


Dove uno spirito elevato è debole e uno spirito basso è debole. Nessuna contraddizione, la differenza è nella sostanza. L'apertura del proprio spirito a fondersi con gli altri, con la natura e l'essenza di tutte le cose ma pronti alla reazione in caso di pericolo, di minaccia o di "tradimento". Lo spirito basso sarà debole semplicemente perché si chiude in se come un bruco nel bozzolo senza mai poterne uscire.


venerdì 20 aprile 2012

Il nawashi ed il master

Due figure diverse che spesso sono messe sullo stesso piano ma che sullo stesso piano non sono. Partono da due punti di vista diversi e che sono legati dalla natura diversa e caratteriale dell'individuo.
Il nawashi lega spesso per bellezza. Lo fa per se. La sua valorizzazione è il suo lavoro delle corte ed ha bisogno di una bella modella. E' inutile presentare un piatto raffinato in una scodella di casa. La modella, l'ambiente, la perfezione del lavoro, sono tutti componenti che servono per appagare l'occhio non il contatto. Appendi qualcuna e probabilmente ce la potrai tenere non più di una mezz'ora. Vero, in quel lasso di tempo si fanno tante cose ma per cambiare posizione e non tagliare le corde ci vuole tempo. Questo è quindi in relazione alla complicatezza del lavoro che si è svolto. Slegare una manetta non è slegare un appendimento. Slegare un disegno di corde sul corpo, non è slegare un hishi fatto per la costrizione della gabbia toracica e per la simultanea stimolazione clitoridea. Non ci giriamo su. Il tempo non è ancora comprimibile. Il tempo scorre in una sola direzione, il tempo non ci consente di tornare indietro. Tanto più ci mettiamo a passare da una situazione all'altra, tanta più eccitazione perderemo in quel lasso di tempo. Questa non è un'opinione, è semplicemente un dato di fatto. Le legature semplici e veloci, sono pertanto importanti ad evitare perdite di tempo che un master e non un nawashi tiene sempre in considerazione.
Qualcuno giustamente dirà che il nawashi conosce bene l'uso delle corde e userà, nel caso, legature più semplici. Si, ribatto io, ma per imparare, per mostrare al mondo quello che sai fare, tu nawashi, sai quanti maroni hai spakkato alla povera pulzella che è li per sue sole ragioni possibili: o per mettersi in mostra alla fine delle legature o per darti un contentino. Nel mezzo ci sono dei vuoti che poco, se non niente, hanno a che vedere con una sequenza di eventi particolari che pongono due differenti soggetti al centro dell'attenzione durante un rapporto o un incontro: le corde e la loro bellezza o il piacere della tua compagna.

Personalmente, sapete come la penso. Metto al centro la seconda ma mi guardo volentieri chi fa questi bei lavori con altrettanto piacere di come fate voi. Poi chiaro, ci può essere il momento o la giornata in cui le foto sono gradite ed allora si può passare a qualcosa di particolare ma le due cose, per chiarezza, rimangono distinte.

domenica 15 aprile 2012

Haiku moderni, passione.


"Il vino inebriante delle tue labbra 
spumeggia al mio contatto
e la mia fantasia si desta a questo fuoco."

B.Bruno