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lunedì 17 marzo 2014

Essere o non essere, questo è il dilemma

Come la mettereste se domattina qualcuno vi legasse ad un tavolo, vi facesse il popò completamente rosso a forza di sculaccioni e nel frattempo vi tratta quasi come un oggetto da usare, per poi scoparvi come più gli piace?
Ok, detta così sembra una specie di violenza o di abuso bello e buono. No, voi siete consenzienti, vi ci siete infilati da sole, avete fatto tutto quanto il possibile per esserci, avete pure concordato i limiti della cosa, avete valutato insieme a lui quali fossero i possibili rischi di quello che andate a fare ed avete preso tutte le vostre precauzioni possibili. Potete interrompere la cosa quando vi pare, potete mandare a fanculo il vostro partner, rivestirvi e sparire perché sta cosa proprio non vi piace.

Insomma, non solo è l'assoluta libertà ma anche un profondo desiderio di esserci e di viverlo senza farsi male.
Eppure potreste anche piangere. Magari il dolore alle chiappe è talmente forte che lo farete. Magari afferrandovi per i capelli e tirando mentre vi appella con gli aggettivi o nomi più degradanti possibili potreste piangere sia per il dolore che per l'umiliazione che in quel momento state subendo.
Perché non scappate?
In genere la cosa che più facilmente mi è successa è quella di avere alla fine di sentirmi appellare pariteticamente a come avevo fatto prima. Cose del tipo: sei un bastardo, sei uno stronzo etc ect ect ect. Il conseguente lancio di oggetti, è incluso nel trattamento: scarpe, vestiario vario, oggetti ed attrezzi presenti nella stanza e che sono serviti per vivere la session.

Ok, questa cosa l'avevo già affrontata ma adesso è in una chiave leggermente diversa. Non ho dubbi del perché si faccia bdsm per lo meno io che in qualche modo una risposta logica, umanamente e socialmente accettabile devo darmela. Non sarei capace di compiere un abuso, non in modo cosciente per lo meno.
Certo che se uno non si pone domande, vuol dire che non ha bisogno di risposte. Insomma fa tutto quello che gli piace semplicemente perché è così. Rimarrebbe però fuori l'empatia e senza questa, beh, ragazzi, siamo oggetti e manco animali che pur a diversi livelli non ne sono privi manco loro.

Sappiamo pure per certo che una donna che stia per subire una vera violenza sessuale, ha delle reazioni "simpatiche" e quindi non controllate, per cui si bagna lo stesso. Questa è una reazione del cervello che cosciente di quello che sta succedendo, cerca di "prevenire" abrasioni e danni peggiori.
Non è eccitazione. E' una vera e propria difesa.
Nel primo caso, la pulzella e dopo l'esperienza spesso ci pensa e dopo qualche giorno non solo ritorna, ma di queste situazioni ne cerca altre altrettanto "pazzesche" se così posso dire. Nel secondo caso si porterà dietro l'esperienza come un trauma da cui solo con molta fatica potrà uscirne.
E' un po' chiaro a tutti che non parliamo delle stessa cosa, che sono situazioni diametralmente opposte, che nel bdsm cerchiamo dei complici per soddisfare le proprie fantasie ed alle volte parliamo pure di simulare una violenza. La testa sa che pur essendo una scena realistica, si tratta di una finzione. Soggetti consenzienti che devono trovare piacere in accordo ed in sintonia.

Quello che seriamente mi domando è se sia possibile plagiare o influenzare una persona a vivere situazioni del genere credendo di essere libera di uscirne. Ok, non parlo di psicologia, di sistemi per manipolare la volontà attuati e messi in pratica in modo consapevole ma se questi stessi meccanismi entrino comunque in atto quando facciamo queste cose.

Quante ragazze e donne che sono state picchiate ed abusate da compagni abusatori e delinquenti troviamo in giro? Troppe e negli ultimi tempi sembra pure ancora di più ed il solo pensiero mi fa girare le budella. Bleah.

Anche se in questo caso parliamo di cose diverse eppure spesso un'abusata giustifica il comportamento del compagno anzi, è spesso talmente "plagiata" che si sente lei in colpa per non essersi comportata bene ed avere meritato quella punizione. Una sindrome di Stoccolma appunto.

Quello che mi chiedo e che ancora dopo trenta anni non ha avuto una risposta nella mia testa è proprio questa. Ci sono delle similitudini? E' possibile che l'idea di poter ola scena, sia la chiave per indorare la pillola ma che alla fine si tratti anche in modo inconsapevole per entrambi di una medesima situazione?

Questa cosa non è uscita a caso perché è altrettanto vero che difficilmente un/a sub, qualsiasi cosa subisca (pur rimanendo nell'ambito degli accordi presi), difficilmente pronuncerà la parola di sicurezza. Magari aspetta a fine sessione e ti dice: "cazzo mi hai fatto male" e poi ci si passa su che alla fine è piaciuto comunque ad entrambi e quel male, non definitivo.

Non so se mi sono ben spiegato perché l'argomento non è dei più semplici ma è il quanto. Concludo però con un pensiero che mi piace e che in qualche modo sublima questi dubbi.


sabato 15 marzo 2014

Padrone

"....e ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico, ma che abbiamo combattuto contro noi stessi, e il nemico era dentro di noi.
Per me adesso la guerra è finita, ma sino alla fine dei miei giorni resterà sempre con me, come sono sicuro che ci sarà Elias, che si è battuto contro Raa per quello che ha chiamato "il possesso della mia anima".
Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri.
Ma sia quel che sia: quelli che tra noi l'hanno scampata hanno l'obbligo di ricominciare a costruire; insegnare agli altri ciò che sappiamo, e tentare con quel che rimane delle nostre vite di cercare la bontà: è un significato in questa esistenza."


La frase finale del film "Platoon" di O. Stone. Bellissimo per i miei gusti nonostante le fucilate e i morti ammazzati.
Oggi un post complesso che parla di appartenenza e di possesso. Ne avevo già fatti altri ma qua ci sono le spiegazioni del mio personale ragionamento e conclusione. Il possesso alla fine  l'estremizzazione del desiderio. La mia prof di italiano diceva sempre che era importante prima di scrivere o pronunciare qualche cosa di conoscere il significato della parola e della sua etimologia e come al solito, dopo che ho sentito pronunciare troppe volte la parola "padrone", mi sono dato una rinfrescatina.
Non parlo di adesso ma da quando il bdsm è diventato di moda.
Cerco in Treccani, http://www.treccani.it/vocabolario/padrone/ e padrone è una cosa che con il bdsm non c'entra niente. Nessuno può disporre di qualcun altro in modo assoluto. Vero, che in una session qualsiasi desiderio dovrebbe essere soddisfatto ma anche questo è un inganno. Chi è sotto farà tutto quello che chi controlla ordina, sempre che gli dia piacere, che sia nei limiti, che non crei danni a se stesso/a o a chi è intorno. Questo è buon senso e senza di questo il bdsm non esiste. Padrone nasce come protettore dei liberti e un protettore non può essere un assoluto. Padrone può essere si chi dispone di se stesso ma non prima di aver riflettuto anche proprio su quella frase. "Abbiamo combattuto contro noi stessi.." ed è questo quello che dobbiamo continuare a fare. Combattere contro ogni desiderio di rivalsa, di violenza, di assolutismo, di distorsione della realtà.

Togliendo quelle affermazioni dal contesto di guerra, possono facilmente essere riportate nella vita di tutti i giorni e sopratutto qui, dove abuso e distorsione sono appena, appena oltre al limite di quello che si fa.
Forse è per questo che mi sforzo tanto di promuovere i miei concetti. Non esiste altro ragionamento possibile per me e non perché non vi siano altre possibilità. Anzi, ve ne sono di infinite solo che hanno un valore intrinseco minore di questa.
Mi sento padrone quando gioco? Si. Ma mi sforzo di rimanere uomo e non padrone. Accetto quel dono che mi viene fatto in quei momenti, lo considero un privilegio e qualcosa di cui devo farne buon uso. Posso far sentire lei un'oggetto? Si, ma con uno scopo. Quello di farle apprezzare di più ciò che sto facendo, il piacere che sto dandole sempre che ci riesca.
Fallibile, come tutti.
Questo è il quanto. 

Vi metto due video. Uno è quello di "Platoon", l'altro è l'adagio sulla quarta corda e completo, di Samuel Barber. Buona visione e buon ascolto.



mercoledì 12 marzo 2014

A volte se ne vanno

Oggi se n’è andato un altro micetto,
quello di un amico.
Oggi è li ad aspettarlo al ponte dell’arcobaleno
Come i miei, come i vostri.

Oggi qualcuno è triste e ha gli occhi pieni di lacrime.
In casa c’è un vuoto incolmabile.
Oggi manca quell’andatura dondolante,
il pelo arruffato, quegli occhi sinceri, quell’amore assoluto.

Oggi daresti tutti i giorni della tua vita
Pur di stringerlo un solo minuto ancora tra le braccia.
Oggi quella soffice zampetta non accarezza la tua pelle
Non la senti più sul tuo viso insieme al suo musetto umido.

Oggi ti giri cercandolo ovunque e non lo trovi
Rimane solo il suo dolcissimo ricordo impresso nella tua anima.
E stanotte guardando le stelle in cielo non puoi che pensare
Che questa vita riservi un posto speciale per loro

Che un giorno possiamo di nuovo stringerci e giocare assieme
Che quei momenti possano ritornare fino alla fine dei tempi.
Perché stanotte abbiamo bisogno di credere che il bene,
la dolcezza, l’amore e la sincerità, superino i confini della nostra vita.

Buon viaggio cuccioletto, un giorno saremo di nuovo assieme.

sabato 8 marzo 2014

Il decalogo di un bischero parte II

M'hanno appena fatto notare che il "furbo" ha anche scritto un decalogo della schiava...
Se c'è qualche altro bischero che scrive sfondoni del genere e qualcuno seguita a pigiare mi piace, magari segnalatemelo che così ci facciamo 4 risate con una buona dose di compassionevole rammarico per il leggerla on line.






IL DECALOGO DELLA SCHIAVA

1- Scegli il tuo Padrone: la schiava decide il suo Padrone e non l’inverso. E’ la schiava che innanzitutto deve essere sicura della persona cui decide di affidarsi e donarsi, La sottomissione e l’obbedienza non devono andare e non possono andare al primo che capita, ne va della tua sicurezza e della corretta evoluzione del tuo spirito di schiava.
2- Non desiderare altro Padrone: accorgersi di desiderare di appartenere a un altro Padrone è un errore capitale. Non deve accadere, ma se accade il legame che hai con il tuo Padrone è spezzato. Abbi il coraggio di ammetterlo a te stessa e a Lui, e di trarre le necessarie conseguenze. Ignorare la situazione sarebbe insultarlo silenziosamente mentre tu langui nell’insoddisfazione.
3- Il piacere del Padrone è il tuo piacere: nulla deve darti più piacere della sensazione di aver completamente soddisfatto il tuo Padrone. Egli è il tuo piacere.
4- Abbi fiducia totale nel tuo Padrone: ogni Suo desiderio è legge. Se ti sei sottomessa a Lui ha intuito che era il Maestro adatto a te. Pertanto non puoi mettere in dubbio alcun Suo ordine. Qualsiasi sia il suo volere è la tua missione, la tua crescita, il tuo piacere ma sopra ogni cosa, la Sua soddisfazione.
5- I tuoi limiti non siano limitanti: non pensare mai di avere dei limiti perchè appartenere significa anche sapere andare oltre pur di soddisfarLo. 
6- Non cercare di imporre al Padrone ciò che desideri: è il Suo volere che desideri compiacere, è la Sua soddisfazione che ti rende felice. Lui saprà ricompensarti.
7- L’umiliazione non esiste: un vero Padrone non ti umilia, ma ti valorizza e ti insegna cose nuove su di te.
8- Il Padrone non ti appartiene: non puoi pretendere nulla da lui, a parte il rispetto. Ogni gesto, emozione o cosa che deciderà di donarti, sarà un regalo prezioso da accogliere con la gioia che merita.
9- Cura il tuo corpo meglio che puoi: il tuo corpo appartiene al tuo Padrone, trattare superficialmente una Sua proprietà sarebbe un atto irrispettoso.
10- Apprendi dal tuo Padrone in ogni istante: sii ricettiva e assorbi come una spugna tutto ciò che puoi dal tuo Padrone, interpreta i suoi comportamenti, studia i suoi voleri, ripassa i suoi insegnamenti. Ricorda che Egli è il tuo Maestro anche quando non ti istruisce espressamente.

Il decalogo di un bischero

Mi hanno segnalato questo pattume on line trovata su una pagina di fb.
Ve lo propongo visto che si incastrava sull'argomento di riflessione. I soliti noti appongono un mi piace.
Buon divertimento nella lettura e mi raccomando, cercatela e metteteci un "mi piace".





IL DECALOGO DEL PADRONE

1- La schiava è una tua proprietà, ma non è un oggetto: lei deve darti tutto il suo rispetto, ma anche il Tuo non deve mai mancare. La schiava è il Tuo gioiello, dalle lustro sempre.
2- Conserva la tua frusta dove la schiava può vederla: imponi sempre una certa disciplina perchè una schiava educata in modo poco rigoroso, non esprime il suo massimo. Dare tutto deve sempre essere la massima aspirazione della schiava e il Tuo traguardo nella dominazione.
3- Pretendi dalla tua schiava tutto e tutto il meglio che può offrire: per una schiava darsi completamente deve essere il fine e il piacere, non devi negarglielo e non puoi negartelo.
4- Valorizza la tua schiava: hai in mano un enorme capitale, una ricchezza da mettere a frutto, valorizzala sotto ogni aspetto. Non permettere mai che una schiava langua ai tuoi piedi mentre la consideri priva di attrattiva. Piuttosto liberala.
5- Istruisci attentamente la tua schiava: disseta la sua sete di conoscenza, non lasciare nulla al caso, insegnale a servirti in modo perfetto perchè lei non aspetta altro. Maggiore sarà la cura che metterai nell’educazione della Tua schiava e maggiori saranno i vantaggi che ne ricaverai.
6- Non farti dominare dalla sottomissione della tua schiava: è naturale che la schiava desideri da Te qualcosa, ma non far guidare la tua dominazione dai suoi desideri. Lei deve seguire i Tuoi, non l’inverso. Ciò che lei desidera avere dovrà essere un premio.
7- Sii indulgente, se è giusto esserlo: gli errori commessi dalla schiava da eccessivo entusiasmo nel volerti servire, devono essere considerati veniali. Incanala in modo corretto l’ansia di servirti e soddisfarti della schiava.
8- Sii inflessibile, quando è richiesto: la presunzione, la supponenza, la superficialità sono difetti che vanno corretti in maniera rigorosa. Una vera schiava mantiene questi difetti lontani da sé.
9- Imponi il tuo volere in modo sensato: è tuo diritto imporre qualsiasi ordine, ma se una schiava capirà la vera ragione dietro l’ordine che ha soddisfatto, proverà più gusto a obbedire e ciò gioverà anche alla sua crescita. La schiava adora obbedire e compiacere, ma si pone comunque delle domande, se sente di essere dominata da un Padrone che non ha una linea di educazione chiara e coerente. 
10- E’ la schiava che ti sceglie. Pretendilo: la schiava deve essere certa che tu puoi davvero essere la sua guida. Non insistere, non assillare una schiava per farla sottomettere a Te, è lei che saprà quando è pronta e se è pronta per Te. In altro modo, correrai il serio rischio di avere per le mani una schiava insoddisfatta e insoddisfacente.

venerdì 7 marzo 2014

Giorni di riflessione

Bon, visto che in questi giorni sto parlando con diverse persone e chiaramente pure a diversi livelli. C'è un filo conduttore in tutto questo ma prima di scrivere un post "serio" ho semplicemente deciso di cambiare i sondaggi visto che i precedenti erano scaduti.
Sono due domandine semplici, semplici. Mi dispiace che non si possono fare sondaggi complessi. Sarebbe stato interessante sapere chi risponde all'uno o all'altro in modo da capire il suo punto di vista ma è il quanto. I nuovi sondaggi sono on line. Dateci qualche click per cortesia :).


Buon fine settimana a tutti :)

lunedì 3 marzo 2014

La quadratura del cerchio

Mi riprendo il post di un'amica in cui si parla di amici e di compleanni e che tra tortellini e regalucci di sexy shop con tanto di acquisto olandese è trascorsa e finita a quanto pare in una piacevolissima serata di compagnia e di fuoco.
Oddio, non lo scrivo giuro per dire che sono più bravo di tutti o cose così, insomma avete capito ma serve per farvi riflettere.
Per far divertire di brutto la suddetta pulzella, Bianca, per l'appunto ci sono volute semplicemente due calze.
Due fottutissime, semplici, banali, ovvie e stupide calze. Della serie come far urlare qualcuna che in genere non urla e non di dolore.
Non importa cosa cazzo compri, quanti sexy shop giri, usa la testa ed usa quel che hai. La via dei sexy shop a Copenaghen era Istedgade. Uscivi dalla stazione dei treni prendendo la porta sinistra e sempre dritto attraversando la strada. Ci trovavi di tutto quando qua c'era solo in vendita un "massaggiatore" con una forma fallica e che quello era, su riviste fumettistiche e solo on line.
Ci passavo per forza di li e non aggiungo altro altrimenti manca solo che ci metto il nr di telefono ed buon giorno ai suonatori. Bon, mi sono fatto delle spese pazze ogni volta
che andavo li e ci andavo spesso. Mi compri, mi prendi e all'aeroporto dovevo giustificare una serie di uccelloni artificiali che spuntavano dalla valigia ai raggi x.
A che cazzo servono? Quasi a niente. Oddio, adesso tutti i venditori di oggettistica s'incazzeranno ma anche questa è la dimostrazione che molto di quello che c'è in casa funziona meglio, basta sapere come usarlo.
Inutile cercare la quadratura del cerchio. Non funziona. Ci sono situazioni per cui è impossibile ottenere qualcosa perché la fisicità non è per tutti uguale. Non c'è niente da fare.
E' un pezzo che dico che è inutile approcciarsi a questo mondo per curiosità per la stessa ragione. Finirete per fare solo giochi di ruolo perché si tratta di gusti. Puoi scopare una in gola e fare in modo che questo le piaccia? Alle volte si ma c'è il trucco e resta comunque nella sfera dei gusti personali. Puoi fargli scoprire quello che non pensava le piacesse ma non puoi forzare nessuno a fargli piacere qualcosa se non è nei suoi gusti. Spero sia chiaro il concetto. Questo è un mondo all'incontrario, è come guidare in Gran Bretagna o in Australia. Si fa tutto allo specchio ma si arriva nello stesso posto. Se nessuno ti spiega come funziona questo mondo, se non riuscite a vuotare la testa e reimpare tutto da capo come se foste nati oggi, non c'è modo. Insomma la vostra predisposizione a mollare le paure, a cambiare testa e modi di vedere, a rimettere in discussione tutto quanto e anche a rimanere stupiti pur'anche di vuoi stessi, non ci riuscirete.
Non importa a quanti fetish pride siete iti, non importa in quanti locali a tema, quante vergate, quante cose avete fatto o vissuto. Non  è servito ad una mazza. C'è solo l'illusione di aver ottenuto qualcosa. E' solo sesso strano o qualcosa di anticonformista. Niente altro.

Detto questo si ritorna alla conoscenza. Senza conoscere il partner, l'amico o l'amica, non si rimediano manco gli oggetti giusti. Senza sapere come usarli, non si ottiene nessun effetto. Parlavo per mail con C. e non si offenderà credo se cito qualche passo della corrispondenza, visto che poi serve a tutti quelli che leggono, che è facilissimo per un "presunto" master ordinare qualcosa a qualcuno. Fai questo o quest'altro. Ubbidisci. Questo non è bdsm è abuso e pure una sana dose di imbecillità da parte di chi si affibbia questa etichetta. Il master deve saper condurti. Deve capire chi sei, come reagisci e spingerti non solo ad obbedire ma fare in modo che il non obbedire sia la rinuncia ad un piacere intenso e sicuro. Invece, dietro ad un semplice ordine c'è solo il comando e nessuno scopo se non questo. Dominare.
Di nuovo è fortemente sbagliato pensare che visto che D nel bdsm sta anche per dominazione, che questo basti a che sia effettivamente bdsm. E' acqua fresca.

Adesso magari vi chiederete che cazzo è successo con quelle calze. Beh, domandatelo a xxx se vi risponde, sempre che conosciate xxx. ;)