Cerca nel sito per parole chiave: inserisci argomento e cerca

lunedì 25 luglio 2016

Incontri e reincontri pazzi

Stavo ripensando preso dal caldo agli ultimi post sul mio secondo mondo e sugli incontri e reincontri.
Due volte mi son capitati strani e folli.
Puttgarden da wiki e i traghettoni.
Il primo.
Andiamo al ma(i)re e becchiamo due Finniche. Ops, Suomi. Castane ma carine. Si chiacchiera un po', si passa la giornata assieme e poi ciao, ognuno per la sua strada. Quindici giorni dopo partiamo per la Danimarca in treno. Arrivati a Puttgarden in Germania, il treno viene traghettato fino a Rødby per arrivare sull'isola di Sjaelland dove sorge København. Saliamo in coperta a prendere un po' di aria di mare e ci passiamo quasi l'oretta che ci vuole tra imbarco, traghettata ed sbarco.
Per scendere al ponte treno, ci sono due porticine di legno a mo di boccaporto, una per ogni lato del traghetto che è una "bella bestia". Arriviamo alla porta di tribordo (sx), e... toh! Le due finniche.
Rødbyhavn da flickr
O voi che ci fate qui? Ecco. A darsi un appuntamento non c'era modo.

Il secondo:
Altro viaggio, sempre li ma sto giro arriviamo a København e lasciamo il treno per salire in metropolitana. Quelle Danesi non hanno (per lo meno fino a pochi anni fa), intercomunicabilità tra i vagoni. Entriamo dentro e.. ritonfa!
Chi c'è? La ex del mio amico che lo guarda e gli dice: "Ehm.. che caso"!
Oooookkkk non mi dite che la Danimarca è il paese delle favole e che li tutto può succedere. Non ci credo anche se ogni bravo danese che coltiva un campo, lascia un pezzettino di bosco incolto per non disturbare gli gnomi. ;)
da lamiastellina.altervista.org
Già... e visto che oggi è una giornata "simpatica" dopo tanto tempo anche se aspetto ancora notizie di chi è in spedale in attesa che tutto si risolva per il meglio, mi sono tornati alla mente questi due episodi particolari capitati a oltre 1600 km da casa in Italia.


Ecco. Sono solo due ma ce ne son tanti. In genere non reincontri mai le "non-persone" e se lo fai è perché magari un amic* ti dice: "Ti ricordi di tizi*? Ecco, sapessi che gli è successo..."


Ghghghg ... e per dirla in musica: Leonardo Pieraccioni in:



Oh, è in versione maschile, per quella femminile bisogna aspettare, dice! :D

L'Italia è un paese malato di mente...

maial* italian*

L'ha appena postato l'amica Stregatta. 
Così, tanto perché come al solito son grullo e siccome mi son fatto abbastanza sane risate oggi e davvero mi ci voleva, ci associo un'altra foto che alla vista sul TG4 oggi m'ha fatto letteralmente sbellicare. Potrei "aggiornarvelo" con chiari riferimenti al bdsm e le sue non-relazioni ma siccome non ho lauree e rischio veramente che vi riconosciate in questi esempi, ve lo lascio così com'è.


Il professor Vittorino Andreoli: "L'Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti"

Da Huffingtonpost. Di Andrea Purgatori, L'Huffington Post (l'articolo ha il pulsante di condivisione ed il copia ed incolla è l'unico modo per farlo qua).


“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?
“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.
“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.
“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.
“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.
“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.

Cattivo.
“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?
“La recita”.

La recita?
“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto. Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?
“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.
“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale. Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.
“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.
“Proprio così. Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?
“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?
“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?
“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?
“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.
“Prego”.



psss... io invece cerco di andarmene visto che viaggiare e spostare casa per me è assolutamente normale. Casa è dove il cuore risiede ma sopratutto dove si sta bene. Cerco un un posto dove rompermi le @@ è praticamente impossibile e ce ne sono. :)
Vedremo anche questa come va a finire. Ai posters l'ardua scemenza, tanto per far capire il tono. :)

domenica 24 luglio 2016

Qualcuna mi ha fatto un ritratto, senza conoscermi.

"Sensitive people are the most genuine and honest people you will ever meet. There is nothing they won’t tell you about themselves if they trust your kindness. However, the moment you betray them, reject them or devalue them, they become the worse type of person. Unfortunately, they end up hurting themselves in the long run. They don’t want to hurt other people. It is against their very nature. They want to make amends and undo the wrong they did. Their life is a wave of highs and lows. They live with guilt and constant pain over unresolved situations and misunderstandings. They are tortured souls that are not able to live with hatred or being hated. This type of person needs the most love anyone can give them because their soul has been constantly bruised by others. However, despite the tragedy of what they have to go through in life, they remain the most compassionate people worth knowing, and the ones that often become activists for the broken hearted, forgotten and the misunderstood. They are angels with broken wings that only fly when loved". Shannon L. Alder 


Le persone sensibili sono le persone più genuine e oneste che abbia mai incontrato. Non c'è niente che non vi diranno di se stessi se hanno fiducia la vostra gentilezza. Tuttavia, nel momento in cui li tradisci, li rifiuti o gli svalutarli, diventano il tipo peggiore di persona. Purtroppo, finiscono per farsi male nel lungo periodo. Non vogliono fare del male ad altre persone. E 'contro la loro stessa natura. Vogliono fare ammenda e cancellare il male che hanno fatto. La loro vita è un'onda di alti e bassi. Vivono con il senso di colpa e il dolore costante delle situazioni irrisolte e incomprensioni. Sono anime torturate che non sono in grado di vivere con odio o essere odiati. Questo tipo di persona ha bisogno di quanto più amore chiunque possa dar loro, perché la loro anima è stata costantemente ferita dagli altri. Tuttavia, nonostante la tragedia di ciò che devono passare attraverso la vita, rimangono le persone più compassionevoli che vale la pena conoscere e quelli che spesso diventano attivisti per il cuore spezzato, dimenticati incompresi. Sono angeli con le ali spezzate che volano solo quando sono amati.

Come potrebbe esistere un angelo se nessuno gli credesse e senza un briciolo di amore? Mah.

Fetlife quasi quasi chiude ed altre cose.

Dice che adesso si entra solo con invito e per l'invito bisogna essere sostenitori di fetlife.
Il risultato è che chi ha interesse a rimanerci può invitare chi gli pare. Se chiude meglio. Meno porcai in giro. L'intento pare giusto. Evitare che vari disumanizzati, gente che non vale nulla manco se gioca a monopoli si affacci a fare il "Kinkster".
L'altro giorno c'era una tipa che faceva la sub con il suo "daddy". E mi ha fatto questo e quest'altro. Pare che nemmeno le recchie si fossero salvate. Ad un certo punto la "relazione" sparisce e la kitten è diventata mistress. Mica poco è. Fino a che è solo divertimento, passi ma sta roba non si chiama bdsm. Non so come definirla ma è il quanto. Così ci metto sopra una bella canzone di Lucio Dalla.


L'articolo è qua: 
https://fetlife.com/groups/311/group_posts/9479298. Ah già, non ho invitato nessuno quindi se non avete un account già attivo, non lo leggete.

Psss. non dirò più nulla, la domenica è cancellata, si sa a me i calendari corti piacciono parecchio assai. Finiti gli avvertimenti pubblici, niente know how e come difendervi. Niente riferimenti sulla privacy. Niente inutili cambi di provider internet/telefonici per fare chissà cosa. Niente proclami, niente di niente né riferito a persone specifiche né a discorsi generalisti. Semplicemente vi attaccate al cazzo o per più cortesemente dire: "A i' lilli di' Lallo". Di foto e materiale sensibile, ne riparlerò quando ne ho voglia. Adesso no.


Vi farò una bella domanda però:
abbiamo due contenitori di peso, materiale e capacità identica fino al miliardesimo di unità.
Nel primo contenitore c'è una cellula e notoriamente queste si duplicano ogni 20 minuti. Perché il contenitore sia pieno di cellule fino a non poterne contenere più una, occorrono 24h.
Nel secondo contenitore ci sono due cellule. Quanto tempo occorrerà a che questo sia colmo come il primo?

Buona riflessione.

"Se vuoi avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla." Napoleone Bonaparte. Oggi funziona così a quanto pare.

venerdì 22 luglio 2016

Sì parla del diavolo è. ...spuntano le corna

Oh che bello.
Ho scritto due post sui miei due mondi e ieri sera a sopra si presenta Tina con un'allegra compagnia vikinga in visita. Si, si, non vi preoccupate, non sono le solite. Come ho già scritto, i nomi li sono spesso gli stessi.  Raramente ho conosciuto una Helle, un Vipse, una Gitte o Brigitte.... beh dai no, tanto sono poche le variazioni sul tema.
Sorpresone e si che sorpresone!!!
Tipico, ineguagliabile. Ti bussano all'uscio e tu rimani di sasso con un "Come stai?" :)
Semplicemente adorabile.  Mi manca casa. Il maiale al forno con le patate dolci, un Hot dog con le cipolle fritte, la senape dolce e i cetriolini e una Tuborg guld ma di quella fatta li che non ha niente a che vedere con quella prodotta su licenza. M'andrebbe bene pure il pesce col burro sul pane nero. Ecco, il pane nero è qualcosa di tipico e che si trova solo li. A me non è mai piaciuto ma adesso capisco tante cose. Il profumo del legno, le candele accese, un bel tazzone di the o di caffè e a chiacchiera su un comodo divano senza scarpe e perché no, fare sesso dove capita e chi se ne fotte se ti guardano dal palazzo di fronte e anzi, meglio alla finestra così si divertono anche dall'altra parte.
"Torni"? Mi ha chiesto.
Vorrei, tanto. Tanto, tanto, tanto. Chissà. È un po come il 13mo guerriero. Anche se sei di una terra lontana, sei a casa. Hjem og no huse. Come l'inglese.  Home, not house.
Adesso per qualche GG mi rimarranno di nuovo vivi i suoi occhi. Non hanno mai tradito, non loro ed è tanto.

mercoledì 20 luglio 2016

Italiensk

Il seguito.

Quando fai amicizia con qualcuno da ragazzetto, in genere rimane. Fu così. Solo che erano amici "vikinghi" di ogni natura e genere. Si perché i ragazzi erano incazzati con gli "spaghetti" che gli fregavano le pulzelle più belle ammaliate com'erano dall' "amante" latino.
Diverso, di pelle scura, passionale, sincero, vero e che non crede che ubriacarsi sia segno di virilità. Il venerdì sera a Copenhagen c'era un casino della madonna con delle scazzottate a all'ultimo sangue. Poi è come per tutto. Superi la diversità e ti diverti come un pazzo a fare cazzate di tutti i tipi. Gli amici e le amiche venivano qua e noi andavamo la.

Bevevamo? Si, come spugne ma con la testa tanto per stare allegri e scherzare. Ci siamo letteralmente ammazzati dalle risate a fare il gioco dei mimi alle 3 del mattino, fradici come spugne. :)
Però ti capita di andare a fare la spesa al Bilka o alla Spar o a prendere qualcosa in drogheria o andare in giro mentre magari la tua bella che ne so, va a trovare i suoi ed in genere non vuole nessuno tra le scatole.

Così cammini per la città e passa una vikingona che è una toppa della madonna e tu la guardi per forza anche se tu sei quello serio. Se vuoi fare una cosa a tre glielo dici e ci divertiamo assieme e non è un tradimento di fiducia. Solo la toppa ha già incontrato un italiano, la solita testa di cazzo a cui non credere perché ti riempie con un mare di bugie solo per trombare. Così lei ti guarda schifata e ti chiede: "Italiensk?".
"Jo"! Rispondi

E lei seguita perché tu capisca in inglese: "Untrustworthy jokers - Inaffidabili buffoni". Così ci rimani di merda e non poco perché tu stai a qualcosa-gade o qualcosa-vej e sei un bravo ragazzo a cui non frega a nessuno appunto, se sei rotondotto, alto, basso, con i capelli lisci o ricci ma se sei "serio" e se lo sei, hai un bel codazzo di donne che ti fanno il filo soprattutto se sei libero.
C'entra niente ma gade significa "palazzi alti", quindi che ne so: Andersen-gade è strada di Andersen con i palazzi alti mentre se invece fosse Andersen-vej e si tratta di casette ad un piano. :)
Luca è e rimane un aggeggione che sa fare un sacco di cose, così: "Vieni a casa mia che si è rotta la cucina"? Si la cucina era rotta ma la pulzella voleva qualche giorno di fuoco e la speranza di non lasciarti andare.
Resta il fatto che lo senti addosso "il fare" comune. Quello che ha fatto danni e che un'altra cultura semplicemente non capisce. Una vikinga era in grado di divertirsi e di scopare in gruppo senza difficoltà. Prometti e non mantenere e quella ti apre con la famosa ascia da guerra senza batter ciglio. Vi ricorda qualcosa? Paese che vai, usanza che trovi. Le cose oggi cambiano in modo molto veloce ed inaspettato.

Non importa che ci sia scritto il nome ed il cognome. Notoriamente la Danimarca aveva un totale di abitanti di cinque milioni. Suppergiù quanto Milano o la Lombardia intera francamente non ricordo. Alla mia epoca così combaciava. Le voci girano con una velocità impressionante e se sei stronz*, un* inaffidabile maial*, sta tranquillo che si sa. A Firenze chi fu il giocatore che disse che gli avevano rubato l'auto? Ecco, dopo tre o quattro giorni, scoprirono che era stata persa dal medesimo al gioco.
E' brutto comportarsi da teste di cazzo ma questa è la mia esperienza e delle decine di persone che sono venute con me. Ecco, io rimasi, gli altri tornarono tutti ma non prima di aver sbavato davanti ad un vibratore con la richiesta di comprargliene uno per giocare a casa. Sembravano lupi affamati con la bava. "Sta zitto, non lo dire a nessuno". Seeee, ed io passo tutte le volte la dogana con attrezzi da porcellate per il maiale con annessa maiala che gli sembrava chissà che.

Ecco, il SM è lo stesso. Da la stessa sensazione solo che è fatto di persone e non di oggetti ma è la stessa cosa, come un flashback di qualcosa già vissuto sulla pelle. Una sera per non stare sempre a My...-gade ed andiamo a bere qualcosa in un pub. Siamo io e lei al tavolo ma ci sono due ragazze. Lei mi dice che lo sa che sarebbe semplice per me andare li ed imbroccarle. Io? Ma se in Italia mi "cacavano" manco di striscio. Il mondo all'incontrario per qualcuno o per molti. Come questo. Guardate che non è questione di quanta topa hai ma come ti senti dentro. Vedere, sentire le persone che apprezzano chi sei e non come sei ti fa sentire ricco dentro. Ti fa sentire persona che ha da dare e apprezzata fino in fondo. Chi mai avrebbe sognato nel corso degli anni di aver avuto il culo (con annessa l'intera persona ovviamente), della LEVI'S nel tuo letto e pure con la sorella del medesimo senza niente addosso dove quello che spesso qua chiamavate perversione era una semplice normalità. A letto si fa quel che ci piace, senza compromessi. Non è il letto osceno, perverso o basso o alto, sono le persone che lo rendono diverso. E' chi sono e in base a questo, rendono le cose, le azioni speciali o povere. 
Ci metto una bella nota di letto. Non erano molto "prese" dal sesso anale e francamente c'era una gran soddisfazione nel farglielo provare e vederle e sentirle non smettere più. La cosa che però rimane dentro è che se anche fosse stata una botta e via la differenza fondamentale che ancora spesso sento dentro è quello che mi manca è la disarmante sincerità e il rispetto che qui è raro, parecchio. Perché alla fine la vera chiave è proprio questa. Se sei sincer* l'altr* può scegliere se starci e a quali condizioni. Raramente ho visto e sentito falsità, cambi repentini di opinione, di considerazione, di atteggiamenti come qua. In poche parti del mondo se non in quello "censura". Alla fine delle storie valuti le cose anche in base alla qualità dei ricordi che ti lasciano dentro. Ecco, ho un solo ricordo "folle" della ragazza di un amico a cui piaceva un po' troppo scopare e saltava con molta facilità da un letto all'altro. Qui mi fermo perché è un altro discorso.

"La differenza tra un individuo sano ed uno tossico è principalmente il fatto che al primo non dovrete spiegare concetti semplici e basilari per una sana vita di coppia come "empatia" o "gentilezza". "Se solo mi capisse probabilmente smetterebbe di comportarsi così !" penserete. E vi ostinerete a farlo 'ragionare'. Ed ecco l'errore: voler far capire a chi non vuole capire. Se fosse una persona sana, non vi avrebbe causato dolore fin dall'inizio." Leonardo Capocchia

lunedì 18 luglio 2016

Du er smuk (indvendig)

Non avevo ancora sedici anni e mi portarono in vikingonia. Quelli che c'erano già stati o che ci andavano di già e chè erano contornati dalle ragazze, erano tutti morì con i riccioli. Bei ragazzi atletici. Chi giocava a pallone anche in squadre importanti, vestiti con abiti firmati alla moda. Gli occhiali da sole ultimo modello e via così.  Chi avrebbe mai guardato un ragazzo un po' cicciottello con la pelle chiara e con i riccioli ma castano? Nessuno. E infatti andò così per un gran numero di giorni. Poi successe qualcosa. Eravamo a ballare ad una festa ed una ragazza che era lì  chiesi: "Would you like to dance?" E lei annuì.
Era una pulzella a cui aveva messo gli occhi su, un tipo a cui non si poteva dire niente. Spesso le ragazze le avevano già conosciute qua per ragioni e motivi che non dirò ma visto che nessuno dei fighi aveva mai avuto il tempo di imparare l'inglese, avevo scritto ad ognuna di loro delle belle lettere innamorate. Ovviamente pensandomi al posto loro così come avrei fatto io se avessi avuto mezza chance. Se!
Ero talmente organizzato che avevo una cartellina con la carta da lettere diversa per ognuna, compratami è portatami dai singoli. Ebbene, quella sera mi trovai leggermente impacciato vista la situazione ma i lenti arrivarono nonostante tutto e lei non si tirò indietro.


La accarezzai dolcemente le dissi poche parole di apprezzamento e tutt'ad un tratto mi trovai con la lingua in bocca. "Cazzo, ho quindici ami e questa ne ha più di diciannove. Che ci faccio io qui? Ha un tipo di ventuno che le fa la corte, che gli dico e che mi inventò!!!???"
Puro panico abilmente mascherato.
Passammo la serata assieme e a tarda notte o mattina presto che dir si voglia, riaccompagnai a casa spingendo la bici. La fermai prima di arrivare e le riassettai i vestiti scomposti e lei mi disse: "Domani torno per te".
"Gulp!" Bocca secca e impossibilità di deglutire.
Quella stessa notte ebbi la mia punizione per aver messo le mani e qualcos'altro sopra una ragazza a cui non si sarebbe dovuto rivolgere parola.

Il giorno dopo arrivò portata da papà in auto. Tutte cose per noi italiani erano semplicemente "fuori di testa". Per farla breve stavamo poi tutti assieme a chiacchiera seduti sulle scale e la "V" tra le mie gambe sullo scalino di sotto. Non mi ricordo i nomi di tutti ma mi ricordo di una che poi ho reincontrato e rivisto in modo molto intimo e dolce. Non ricordo nemmeno come andò il discorso ma ricordo il suo sguardo. Tina si avvicinò a me e mi disse in un orecchio: "Devo parlarti, subito".
"Che succede?" risposi.
Mi afferrò per un polso trascinandomi in un lato della stanza e a voce alta davanti a tutte le altre ragazze proseguì: "Sei... sei tu che scrivi."
"Sì, " cercando di stopparla, "sono io, lo sanno tutti."
"Non Luca, tu scrivi quello che tu senti e pensi, non è farina del loro sacco".
Cercai di svincolare,  di riaffermare che ero solo un traduttore ma mi tirò via e  continuò: "È il tuo modo di parlare che ti tradisce, sei tu"  e non potei più negare.
Quella sera successe "il miracolo nell'ottava strada". Avevo tutti gli occhi addosso e ognuna cercava di parlare con me. Fu come se i "fighi" fossero semplicemente scomparsi. In un attimo il fisico atletico, ipantaloni di Fiorucci e la cintura di Armani non erano più niente. Pufff!
Quei giorni furono bellissimi e strani. Vedere tante belle ragazze inteezzate alle persone e non all'apparenza fu la prima inaspettata, impagabile sorpresa. Capisco che è difficile da far passare ma si sente forte sulla pelle quando praticamente nessuno ti filava e poi c'era una specie di gara a conoscerti. Non tanto fuori che quello e beh, si vede ma le domande e come tu rispondi e gli sguardi che cercano di entrarti dentro per capire chi sei, eccome se li senti. Sono stoccate a cui è difficile resistere.

L'ultima sera che ci vedemmo con V e la portai alla fermata del bus 22:27, precisi come un orologio, si levò l'anello d'argento dal dito, mi sgancio la catenina dal collo e li lo mise. Mi guardò negli occhi e mi disse: "Qualsiasi cosa succeda, non dimenticarmi mai" e ci baciammo.  L'ultimo,  dolce infinito sotto un cielo nero pieno di stelle.
Non l'ho mai più rivista ma ho rivisto Tina, dolcissima, perversa, meravigliosa donna. In vikingonia si chiamano tutte o quasi con gli stessi nomi: Tina, Anne, Anne-lise, Lise-Lotte, Mette, Pie, Lise. Ogni tanto esce qualche nome strano come Luna ed era bella come il nostro satellite.

Ve la ricordate la filastrocca "Caramba"?
...
"Ma non può dimenticare il brigante la sua bella,
Gli occhi suoi color del mare, la sua bocca tanto bella".
Ecco. Tina li aveva di quel colore, azzurro acquamarina mentre V., marroni come i miei.

Così ogni volta che tornavo a casa qui dovevo confrontarmi con le modaiole,  quelle che seguono i "miti" o gli stereotipi e non le persone. Quelle che se gli fa comodo ti dicono ti amo e non  è vero o hanno bisogno della "firma". Se vanno di moda i mastri,  il top. Se vanno di moda i daddy,  il top. Semplicemente perché fa figo. Io devo dimenticare quindi ho cancellato la domenica da quello che leggete e vedete ma sul mio blog ci sono ancora i cuori, le belle parole, le promesse, i giuramenti, tutto quando fa inganno e ipocrisia di quelle tre o quattro che andrebbero incoronate come le regine della falsità e della superficialità.

Andare in vikingonia era come vivere due vite parallele e diametralmente diverse. Li le file ordinate,  qui il caos. Li i servizi che funzionano, qui non funzionava un cazzo. Ogni mondo ha i sui problemi ed il paradiso non esiste ma porca miseria c'è una differenza totale tra essere valutato e seguito per chi appari e per quello che sei. Psss. Non è solo la vikingonia, gli Usa, il Canada,  la Germania etc., etc..
Così rileggetevi  "la ragazza ed il drago". Era un'altra Tina ma se voleva il fisico e la notorietà, probabilmente avrebbe seguito ad uscire con il primo ballerino dell'opera reale, piuttosto che impegnarsi con un "coglione" come me che stava a 1750 km di distanza. Eppure, "Nessun amore più grande". VERO per Dio, non come queste "cose" che hanno bazzicato qui. No, non basta essere troia, curiosa, sbocca,  disposta a tutto o quasi. Bisogna essere donna ed avere la coscienza che esci con un uomo e devi portargli lo stesso rispetto che chiedi per te. Non c'è ne frega se sei single, sposat*, fidanzat*, divorziat*, vedov* o liber* uccellin*. 
È un semplice discorso di principi e su quelli non si discute. Perché qua invece è pieno di gente che seguita a credere che se te la da, abbia il diritto di fare come cazzo gli pare o se invece è un uomo, di poter passare da una pulzella all'altra come se fossero birilli.
Il resto, tra qualche giorno. :)