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mercoledì 13 giugno 2012

Conoscere il Giappone i 47 rōnin 四十七士 Shi-ju Shichi-shi

Bon, vi siete letti Shōgun? :)
Ecco, subito dopo passate ad una storia vera quella dei 47 rōnin e che poi rōnin non erano ma lo diventarono.
Innanzi tutto chi sono i rōnin? Letteralmente r ō nin (浪人), significa "uomini che imparano a diventare samurai" o più comunemente "uomini alla deriva". State molto attenti alle definizioni linguistiche perché un uomo alla deriva è un "uomo senza padrone" in italiano.
La storia comincia così. Due uomini molto diversi vennero incaricati dallo Shōgun Tokugawa Tsunayoshi di un compito. Il primo Kira Kozukenosuke Yoshinaka, maestro di protocollo e uomo avido e privo di senso del dovere, avrebbe dovuto insegnare al Daimyo Asano Takumi Naganori il "bon ton" per poi essere inviato presso la corte Imperiale dello Shōgun stesso.
Assalto al castello di Kira
Mentre Asano faceva questo per dovere, l'altro pretendeva denaro e ricompense ed in breve tempo tra i due sorsero dei profondi attriti che degenerarono in vere e proprie offese. Asano un giorno scoppiò, sfoderò la spada e ferì Kira. A seguito dell'inchiesta Asano, dichiarò che avrebbe preferito ucciderlo e in virtù della legge che vietava a tutti l'uso delle armi nel palazzo. Così gli venne imposto di fare "seppuku", di suicidarsi insomma e prontamente Asano obbedì. Alla notizia i suoi samurai decisero di non ingaggiare battaglia e difendere il castello e nemmeno di seguire il loro padrone nell'aldilà. Quarantasette di loro presero la decisione di una astuta vendetta che pianificarono nel giro di un anno. Nascosero le loro armi e le loro armature in un luogo segreto. Uno di loro si mise a fare strumenti di legno in un negozio davanti al castello per poterne controllare ingressi, turni di guardia, difese e quant'altro gli servisse. Oishi, l'ideatore del piano. si diede al bere frequentando locali malfamati,. Insomma le studiarono di tutte per far capire di non essere un pericolo, che erano uomini persi e che non avrebbero MAI meditato "vendetta" (giustizia).
La notte nevosa del 14 dicembre 1702 diedero il via all'azione. I 61 samurai che difendevano il castello di Kira vennero travolti dai 46 rōnin. No, non ho sbagliato numero. In effetti uno di loro per non entrare in conflitto di "interessi" si suicidò ed era con i suoi compagni solamente di spirito. Tutt'oggi è conteggiato tra gli assaltatori.

Il 14 febbraio successivo e a seguito della relativa inchiesta, venne ordinato anche a loro di uccidersi e Oishi ed i suoi, obbedirono immediatamente. I loro corpi cremati e seppelliti assieme, sono nel Sengaku-ji (泉岳寺) a Tokio, il tempio dei guerrieri e le loro tombe ancora molto rispettate.
Alcune delle tombe dei ronin
La storia ci insegna molte cose. Dall'ingiustizia può nascere un risentimento che spinge qualcuno a ripristinare la giustizia che è mancata. Che il costo dell'azione ha un prezzo e può arrivare fino a quello più estremo, quello della vita. Che nonostante tutto sono queste le azioni che in qualche modo cambiano il mondo in meglio e fanno riflettere tutte le generazioni future sul senso del dovere, dell'onore e della giustizia.
La storia fu disegnata e tramandata da Kuniyoshi Utagawa con delle bellissime stampe del mondo fluttuante. Grazie all'attenzione di alcuni cultori, possono essere visionate qui o leggere la storia in modo più completo, qui e qui.


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