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domenica 7 aprile 2019

La fine di un tempo, l'inizio di un'altro



C'era una volta...
In una terra lontana situata tra quella de "I figli di Odino" e la "Terra dei Tritoni", giù al sud c'è una grande foresta millenaria nascosta su "Le montagne del fuoco".
In questa terra di mezzo vivevano i draghi.

Pochi ci erano mai arrivati. I draghi si sa, hanno un brutto carattere e sono creature schive non molto avvezze alla socializzazione. Hanno però una capacità certa oltre a quelle che molti conoscono ed apprezzano o disprezzano a seconda della loro cultura. Possono donare un pezzo del loro cuore a chi è degno o chi merita di essere salvato alle volte anche solo da se stessi o semplicemente alle persone che amano e da cui sono amate.

Così quel giorno, in cui la ragazza incontrò il drago, un pezzo di quel cuore batteva nel suo petto. A qualsiasi distanza fossero rimanevano uniti in un legame inseparabile, indissolubile, semplicemente inalterabile.

Un giorno di questi il drago cominciò a sentire un'inquietudine da prima come semplici sprazzi di uno stato d'ansia nascosto e oscurato da una marea di altri problemi legati ad una non pacifica convivenza tra le terre del nord e quelle del sud. Scaramucce di ogni tipo e morti ammazzati in ogni modo e misura tra cui qualche amico ed una inevitabile situazione in cui la terra dei draghi si trovava senza discussioni nel mezzo anche di questo. Non è piacevole trovarsi in un qualcosa più grande di te, tirato a forza per le scaglie. In tutto questo casino, qualche amico e parente ci aveva pure rimesso le bucce, finendo come parte integrante di armature e decorazioni varie delle due diverse fazioni come segno di forza e di coraggio.


Con il passare del tempo quell'inquietudine si trasformò in malessere. Qualcosa non andava e non capiva cosa. Il drago sentiva silenzio. Un silenzio dentro del tutto innaturale ed una voce lontana farsi strada nelle sue orecchie, appena pronunciata e quasi impercettibile seppur nitida e presente. Giorno dopo giorno la voce si tramutò in una figura eterea che assomigliava a quella ragazza ma non sembrava del tutto lei. Qualcosa non andava. Le sue parole da un tenue sussurro, divennero sempre più distinte ma continuavano ad essere prive di significato. Il drago le si avvicinò e le chiese:



"Ma sei tu. sei proprio tu? Che lingua è? Non è vichingo e non capisco."

Ma ogni volta che lei appariva con le stesse modalità, le stesse parole indistinte ed il drago chiedeva che lingua fosse, lei spariva improvvisamente così decise di indagare in merito.


Una notte senza luna per non essere notato, decise di farsi un volo verso l'abitazione della ragazza. Stranamente non sentì nessun rumore. Sembrava che in quella casa non ci fosse nessuno e solo delle flebili luci di candela, rivelavano la presenza di qualcuno all'interno. Nessun riso, nessun rumore di piatti, di famiglia, di gioia.
Si affacciò ad una finestra e vide solo persone silenziose. Si muovevano per la casa come fantasmi. Teste basse, movimenti automatici e facce che rivelavano una indicibile tristezza.



"Cosa mai sarà successo?" si chiese il drago ma non ci mise molto a capire. La ragazza non c'era! Si guardò intorno e sotto alla vecchia quercia secolare, notò una pietra grande che prima non c'era. Piano, piano si avvicinò trovandoci sopra scolpito il nome della ragazza che aveva volato con lui e capì. In fondo tutto era chiaro, palese, inequivocabile. Nessun fraintendimento possibile. I suoi occhi divennero gonfi di lacrime in un attimo e dalla dalla sua bocca uscì un suono gutturale, disperato,  inconsolabile ed orribile.

La disperazione si trasformò in rabbia e la rabbia in furia.

Il drago decise che la guerra doveva finire, che questo mondo era troppo piccolo per riempirlo di cattiverie, di odi, di incomprensioni, soprusi ed abusi e si scagliò con tutta la sua forza contro le armate dei due regni. Era così stupido riempire il mondo di uno stupido odio che già è così di suo e di arrivare a giustificarlo con motivi così stupidi e superficiali.



Ogni notte la ragazza tornava a trovarlo. Non riuscivano più a toccarsi né a comprendere le loro parole ma i due cuori pulsavano all'unisono quasi fossero il tramite tra due mondi e dimensioni. Si dice che la pioggia ed il tuono non siano altro che l'eco del ruggito e delle lacrime del drago che piange la sua bella e che al termine di ogni scroscio, ci sia un roseto che sbocci simultaneamente a ricordare al mondo che il vero amore non conosce né limiti di razza, né di bellezza esteriore, né di tempo.

Il drago - は桜木人は竜


sabato 2 aprile 2016

Non mi interessa

PREMERE PLAY PRIMA DI LEGGERE GRAZIE :)



"Gli anziani saggi raccontano che alla nascita del Sole e di sua sorella Luna la loro madre morì, allora il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò la vita, dal petto di lei tirò fuori le Stelle e le lanciò nel cielo notturno per ricordarsi della sua anima. Così tutto ebbe inizio, ma in alcune occasioni quando la Luna e il Sole si uniscono nel cielo per pochissimi minuti, la loro madre rivive portando speranza e vita sul nostro mondo terreno."

Non mi interessa
Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri
e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore. 
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare
di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo. 
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato
il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita
o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro. 
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo;
se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino 
alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, 
o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera. 
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, 
se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima. 
Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia. 
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni. 
Se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio e continuare a gridare
all'argento di una luna piena: SI! 
Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,
mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,
e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, 
voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, 
voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, 
e se veramente ti piace la compagnia che hai ....nei momenti vuoti. 
Scritto da un'indiana della tribù degli Oriah - 1890

venerdì 4 marzo 2011

Com'è cominciata....


Oddio non era una topolona così ma mi piaceva :) Ci sono uscito due o tre volte e poi quest'ulima sera m'invita in casa, ci mettiamo a chiacchierare e dopo un po tra un bacio ed un altro cominciarono a volare i vestiti. Eravamo su un divano quasi come quello. La presi calma, lei più grande di me di 10 anni, non volevo "sfigurare". Insomma volevo che non fosse una serata con un "moccioso".
l'accarezzai e la baciai parecchio. Lingua e dita scaldarono bene la signora che ad un certo punto divaricò le gambe. Senza fretta risalii le sue cosce calde ma quando arrivai alla figa le si disegnò uno sguardo sornione.
"No" disse, "non la devi toccare".
Li per li pensai ad uno scherzo ma al mio sguardo allibito lei ripetè":
"Non la devi toccare. Fruga tutto intorno e dove vuoi ma li no".
"Ma sei un lago" gli dissi.
Effettivamente era davvero un lago e non capivo come cacchio facesse a resistere. Morale della favola, che favola non era, mi ritrovai su quel divano mentre "quella" si divertiva con un dito e lingua in ogni dove meno che tra le mie gambe.
"O stai fermo o ti lego" affermò con un tono che poco aveva di contestabile. Rimasi fermo tre ore in quelle condizioni. Mi fece uscire gli occhi dalle orbite. Strusciò la sua bagnatissima fica in ogni dove e la tenne pure a distanza di meno di un mm dalla mia lingua.
Ecco... quella sera fu il mio "inizio" e da li non ho più smesso ;)
 

giovedì 10 febbraio 2011

Ricordi

L'ho trovato sulla rete: "You may not know it, but you fucked me when I got home yesterday. You fucked me until I was soaked with my own honey, dripping down my legs, my body trembling as every muscle contracted, my throat raw from screaming out in pleasure. You fucked me until I had to rest, let my limbs relax, my cunt spasming wave after wave of euphoric electric shocks through my veins. You fucked me, with my own imagination."

"Tu forse non lo sai, ma tu mi hai scopato quando sono rientrata a casa ieri. Mi hai scopato fino a quando non ero inzuppata del mio stesso miele, colava lungo le mie gambe, il mio corpo tremante come ogni muscolo contratto, la mia gola secca per quanto ho urlato il mio piacere. Mi hai scopata fino a quando ho dovuto arrendermi, lascia le mie membra riposino, la mia fica spasmi onda dopo onda di euforiche scosse elettriche attraverso le mie vene. Tu mi hai scopato, con la mia immaginazione."




...e m'ha fatto pensare.


No, non ti ho scopata, ti ho solo usata ma il tuo corpo fremeva senza controllo, il tuo sorriso stupito ed esausto disegnava immagini di  appagamento, mentre il tuo miele era ovunque, il tuo odore ovunque find dentro la mia anima.

Il tuo sguardo perso ma soddisfatto che cercava il mio.

Solo una parola t'è uscita di bocca: 

"stronzo".

incorniciata da un flebile, delicato sorriso.  

Ineguagliabile.

lunedì 7 febbraio 2011

La bella e la bestia Il sacro ed il profano o la dualità dell'animo umano.

« "Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui."(IV, 33) »



Da "Amore e Psiche", la fiaba forse originale da dove si dice sia nata la fiaba de "La bella e la bestia".
Il drago c'è eccome ed è così che uno dei più bravi disegnatori degli ultimi tempi, Luis Royo vede quest'amore. In un unico disegno, la fanciulla di pura bellezza si concede in un magico amplesso al drago. Negli altri quattro, parte di una seguenza più lunga, ad un vero e proprio mostro in cui la bella si lascia andare a sequenze di sesso perverso.
Il bacio, l'urina, la fellatio e la penetrazione in cui lei si offre nella posizione più animale che sesso conceda.



Inutile mettersi qui ad elencare quali siano tutti i possibili significati che il racconto della storia insegna. Di sicuro e tra i tanti, ce n'è uno che li abbraccia tutti: i due aspetti dell'animo umano. La bella e la bestia risiedono nello stesso corpo e nella stessa mente. Dopo l'avvento della scienza moderna e l'affermarsi delle teorie evoluzionistiche di Darwin, è facilmente individuabile il percorso che il cervello umano ha avuto nel corso dei millenni. Siamo passati da un cervello privo o quasi di materia grigia e azioni reattive ad una presenza di materia grigia corticale dove avvengono le azioni ed i pensieri cognitivi. Vero, le ultime scoperte ci dicono che il cervello dell'uomo e della donna, oltre che avere contenuti diversi (..."gli uomini hanno sei volte e mezzo la materia grigia delle donne, che è collegata all'intelligenza generale, mentre le donne hanno dieci volte la materia bianca dell'uomo, che ha la funzione di relazionare le aree cerebrali." ), hanno anche metodi di elaborazione diametralmente opposti. Potrebbe pertanto essere vera tutta quest'articolo per me ed essere completamente il contrario per molte lettrici.
Sta di fatto che le aree primitive del cervello dell'uomo in generale non sono scomparse, si sono diciamo evolute ed intorno ad esse si è formata altra materia bianca e materia grigia. I nostri istinti o per lo meno una buona parte di questi è ancora presente. Quante volte davanti ad un pericolo ci viene l'istinto immediato di fuggire? Solo dopo un attimo aver riflettuto siamo in grado di razionalizzare ed affrontarlo con la ragione. Per alcuni di noi, l'istinto supera ancora la ragione per lo meno in alcuni casi. La paura, non è altro che la reazione atavica verso qualcosa di sconosciuto e solo il ragionamento può dominarla.
Adesso vi chiederete: ma cosa serve tutto questo? Per spiegare cosa sia davvero la bella e la bestia. In essa c'è la mutualità. Se è vero che alla bestia, la bella insegna le buone maniere ed il fare gentile, è anche vero che la bestia insegna a lei a recuperare la sua naturalità o animalità. Il sesso con la bestia, l'amore con la bestia non sarà mai del tutto umano, educato ed idealizzato come insegnatoci nelle società moderne ma sarà  anche naturale, atavico, alla ricerca di profumi, aromi e sensazioni che solo attraverso il lasciar libero il proprio istinto, si può fare.

La bestia sicuramente eviterà di graffiarla, di farle danni o di abusare della sua concessione, la bella amerà la bestia nel modo più animale e selvaggio possibile.

Come nelle teorie Junghiane sulla dualità dell'uomo, come ancora in quelle evoluzionistiche Darwiniane, nell'uomo probabilmente sono presenti entrambi e sono tutt'ora alla ricerca di un equilibrio interiore. Senza animalità, senza istinto, il piacere non sarebbe piacere. Tutt'oggi quando conosciamo una compagna, spesso ci vediamo in territorio neutro (es. un bar), poi decidiamo di andare magari al cinema che già obbliga ad una situazione di vicinanza e fiducia. Ad una maggiore presenza e compagnia. Infine decidiamo per la cena. Dividiamo il cibo. Mettiamo in comune la nostra sopravvivenza. Solo dopo questo il più delle volte si passa "al letto". Annullare la propria animalità ed il proprio istinto significa dominarsi ma nell'eccedere uccidiamo letteralmente una parte di noi cancellando dalla nostra vita alcuni piaceri atavici. Perché se non fa male? perché vogliamo assolutamente fare in modo di assomigliare di più a macchine pensanti piuttosto che ad animali consenzienti? Così da un quesito, da una novella si creano domande su domande che probabilmente non troveranno risposte o forse anche per il momento non mi conviene manco affrontarle per non uscire fuori tema.


 
 







Però forse adesso avete capito cosa sia il bdsm: null'altro che "la bella e la bestia". 




venerdì 21 gennaio 2011

La ragazza ed il drago


Un giorno la ragazza camminando nella foresta distrattamente in cerca di bacche selvatiche da cui preparare un ottimo rosolio, si trovò tutt’ad un tratto in uno spiazzo ben riparato nel cui centro c’era una bestia orrenda di dimensioni spropositate. Era completamente coperto di scaglie disposte a formare una corazza impenetrabile.

La testa era decorata di corni appuntiti atti sia alla difesa che all’attacco che si snodavano fin giù lungo la schiena e ancora su per la coda cambiando forma e dimensioni. Quattro zampe potenti finivano in altrettante zampe con 4 dita anch’esse artigliate. Per ogni zampa uno sperone ed una nodosa coda, finiva con un rostro all’apparenza osseo che sembrava in grado di tagliare in due con un colpo solo la più grossa querce che vi fosse nel bosco. 

Sui fianchi due potenti ali ripiegate completavano l’imponente evoluzione naturale. La sua bocca irta di denti acuminati avrebbe sicuramente potuto fare di lei uno spuntino pomeridiano senza quasi accorgersene. 

Il mostro se ne stava li a riposare e si accorse dell’arrivo della ragazza quasi all’ultimo momento. Aprì gli enormi occhi da rettile squadrandola per capire le sue intenzioni e quasi simultaneamente emise un Ruggito gutturale ed orrendo da metter paura come se tutto il resto non fosse stato sufficiente a farlo. La ragazza si trovo di fronte ad una situazione complicata. La fuga avrebbe sicuramente dato segno di debolezza e quel coso che sicuramente era un drago, se l’avrebbe pappata senza troppe difficoltà. Fare finta di niente? Oramai non era più certamente possibile. Decise quindi di avvicinarsi lentamente per valutarne le intenzioni e sperò in un Dio benevolo e commiserevole.

La bestia continuò ancora a ruggire ma sempre più pacatamente pur senza mai perderla di vista. La ragazza allungò la mano e quasi come se tutta la paura sparisse d’un colpo, si trovò ad accarezzargli il muso ammirando estasiata e stupita quella immensa montagna di muscoli protetti da migliaia di scaglie iridescenti. Il drago scosse la testa girandosi all’indietro e con dei colpetti del muso accuratamente calcolati e senza nessuna pretesa d’offesa, la invitò chiaramente ma decisamente a salirgli in groppa. 

Non fu difficile.

Il drago si alzò sulle zampe cercando di sentire la posizione dell’amazzone e spiegò le immense ali iniziando a correre sempre più veloce.. un colpo, due tre e su.. su.. su … fino a sfiorare la cima degli alberi in volo radente ma indirizzato ad un decollo deciso. Flooop, Floop e ancora Flooop e ad ogni colpo d’ala sempre più su.

La ragazza strinse le gambe per la paura e la bellezza della posizione e accadde qualcosa di ancora più inaspettato.. Le sue cosce si fusero con la pelle del drago… e giù fino ai piedi divenne parte della bestia. Senti il sangue caldo mescolarsi con il suo, la sua vista si annebbiò insieme ai sui pensieri per poi divenire nuovamente lucidissima ma con una sensibilità diversa. Poteva afferrare il battito d’ali d’una libellula o di un colibrì. Poteva sentirne il suono e ammirarne ogni singolo movimento. La sua stessa aria gli veniva fornita dall’animale. Il fuoco era oramai dentro di lei ed il drago saliva e saliva e saliva.

La portò lassù dove il cielo finisce e s’incontra con le stelle rimanendo statico per un attimo. Sotto di loro la terra era un’immensa perla blu.
...
Un attimo quasi a toccare un sogno e poi giù sempre più veloce. Giù sopra le nuvole quasi a sfiorarle, poi sotto di esse sopra le montagne innevate e attraverso le valli disegnando piroette acrobatiche. La ragazza avrebbe voluto urlare di gioia per quel senso di assoluta libertà ma non le usci altro che dalla bocca che un ruggito simile a quello della bestia. Il drago non si fermò, trovò la cima di un vulcano in eruzione e con un giro della morte vi si gettò dentro. 

Nessun attimo di terrore. La ragazza era sicura, sentiva la sua forza scorrere nelle sue vene. Il drago sentiva la sua umanità dentro di se.

Giùùùùùùùùùù! Dentro il fiume di lava quasi una navigazione attraverso decine di cunicoli sotterranei. La lava non bruciava era calore, era forza, era potenza così come la sua cavalcatura. I repentini cambi di direzione erano come mille otto volanti, il drago era a suo agio, la ragazza altrettanto ed in un attimo sfociarono nelle profondità degli oceani e la bestia nuotò.

La portò negli abissi Laurenziani, videro la vita delle profondità ed i meravigliosi picchi sottomarini. Videro i calamari giganti inseguiti dai capodogli, videro i pesci e le creature luminescenti che vivono nella notte e risalirono su verso le barriere coralline incontrando ogni forma di vita di mille colori e forme fino a nuovamente risalire l’aria e ricominciare il volo su per i cieli.

Lentamente il drago riporto la ragazza al luogo dove l’aveva trovata con un atterraggio sicuro ma deciso. La ragazza ebbe un sobbalzo e rapidamente riprese la sua forma completamente umana. Accarezzò l’animale sdraiandosi sulla sua schiena ed ascoltandone ancora il respiro di fuoco che fino a pochi secondi fa alitava anche dentro di lei. Poi scese. Il drago la guardò e si capirono. Oramai erano tutt’uno. Il drago sarebbe ritornato all’appuntamento nel bosco per riportarla di nuovo con se.

Lei si riassettò confusa ed estasiata. Come avrebbe potuto raccontare una cosa del genere? Come avrebbe spiegato la sua assenza che in fondo era solo di poche ore? Come avrebbe potuto riordinare dentro di se tutte quelle sensazioni che aveva provato? Mentre s’incamminava verso casa cercava di recuperare razionalità e ordine mentale ma allo stesso tempo di godersi ancora quella meravigliosa avventura. Quando finalmente rientrò si rese conto che non erano passate poche ore ma diversi mesi. Tutti l’avevano data per dispersa e la protessero da ulteriori uscite da sola. Il drago e la ragazza non s’incontrarono più ma dentro di se quelle sensazioni erano ancora vive e reali. Quella fusione non le aveva dato solo sensazioni ma in effetti erano stati una cosa sola. Quando si separarono parte del drago era rimasta dentro di lei e parte di lei dentro il drago. Languore, stupore, nostalgia e desiderio attanagliarono il drago fino alla notte dei tempi in cui in un'altra vita, si sarebbero incontrati nuovamente per essere per sempre uno. 

Io ho cavalcato il drago un giorno.
Io sono il drago.

mercoledì 19 gennaio 2011

L'Attimo S-Fuggente

Andiamo a bere una birra. è estate, lei porta un vestitino bianco di cotone e solo un paio di mutandine. Sento ancora il suo profumo nel naso delle ore passate a letto assieme ma ho voglia di metterla in difficoltà.
L'occasione arriva inaspettata. Ci sediamo ad un tavolo dove c'è una coppiettina australiana con lei molto bella e solare. di lui ricordo poco onestamente e non me la lascio scappare.
vado a prendere da bere e quando torno ci troviamo con l'aussie, lei ed io tutti seduti da una parte. una mano scivola tra le sue cosce, furtiva, decisa ed inaspettata. Il vestito sale le capisce e chiude le gambe. un leggero sguardo poi spingo con la mano una, due volte e cede. scosto le mutandine azzurre, cerco e trovo quel che voglio. Comincio lentamente a farle un ditalino cercando però di nascondere il tutto all'aussie che non voglio che sia una cosa ostentata, brutta e pacchiana.

Sento le mie dita sempre più umide e lei che è sempre più in difficoltà a dissimulare. accelero il movimento e lei non sa più che fare. vorrebbe urlare, ansimare, godere in libertà e non più ma l'aussie si accorge. vede, annusa, sente. mi avvicino all'orecchio e le sussurro: "falla guardare". Lei leggermente recalcitrante ubbidisce rivelando la mano, le mutandine oramai su un lato e le dita che seguitano a frugare la sua fica oramai un lago.
non riesce a staccare gli occhi di li ed io concludo. Lui? non si accorge di niente. Poverello. non si accorge nemmeno della richiesta di lei di partecipare al gioco. non si accorge che mentre lei va al bagno la mia mano è sempre li, tra le cosce calde di una donna ma che non è la stessa. il locale è pieno e siamo al secondo orgasmo.
Usciamo salutando, adesso voglio la mia soddisfazione che non sarà in auto ma piuttosto accanto, che non sarà in una camera di hotel ma piuttosto prima di arrivarci, magari un corridoio, magari uno sgabuzzino. L'aussie ci viene dietro. già, l'eccitazione è a 1000, non è contenta e lo capisco. sarà pronta lei a farlo in tre e con una donna? ... 
... ma questa è un'altra storia in fondo prima dobbiamo seminare lui :)

martedì 18 gennaio 2011

La paura e l'eccitazione. un momento particolare che + anche non esistere.

C'è di mezzo un altro bar, un agriturismo e un'altra slave. Per chi vuole leggere avverto: è una nota con dettagli espliciti.

Con paola ci vediamo sotto casa sua in un giorno di mezza settimana. sa bene che voglio vestiti pratici. Non voglio vincoli, voglio spogliarla ed usarla dove e come mi pare o per meglio dire, quando occasione opportuna possa essere colta.
Quella sera decide per un maglione nero ed un paio di fusò. Scarpe altrettanto nere con il tacco. Andiamo verso il centro della città e mentre guidiamo mi viene in mente un posto dove si + bere qualcosa e si + anche tentare qualcosa di piccante. Ovviamente mi sono preparato la serata. ho fissato un appartamento, so quanti ospiti ci sono a dormire e dove dormono. So dove + tardi la porterò ma voglio scaldare la serata.
Quindi il locale: sotto vi sono tavoli, il banco in un unica stanza. Sulla sinistra c'è una scala a chiocciola di ghisa che conduce in un corridoio dove ci sono 3 piccoli tavoli da due e poi in fondo a sinistra, in una piccola saletta quadrata con altri 4 tavolini. Sui due lati della stanza, due ampie finestre fanno si che si possa sporgendosi, vedere chi c'è sotto.

Dopo un po' arriva la cameriera. ne sentiamo distintamente il rumore sulla scala. ordiniamo e dopo una decina di minuti arrivano i drinks. Pago. rimaniamo soli. qualche chiacchiera poi le mie mani raggiungono il suo seno. cerco i suoi capezzoli, li uso e non ci mette molto a gemere. Passo la mano sotto al maglione c'è il reggiseno. lo alzo sopra il seno e continuo. so che le piace molto quando gioco con il suo seno ed insisto. alzo il maglione praticamente fino al collo, afferro il reggiseno, lo slaccio da dietro e le dico: toglilo. senza sfilarsi il maglione dal collo, lasciando sempre il seno scoperto, sfila una manica, poi l'altra ed il reggiseno se ne va. Ovviamente reinfila le braccia dentro alle maniche, potrebbe dover ricoprirsi velocemente.
Le accarezzo le cosce risalendo fino alla fica e la massaggio cercando di tirare il tutto il + a lungo possibile. Ansima e farnetica frasi con molto senso. "ci vedranno" dice, ed io rispondo "vedranno che sei una zoccola" e continuo a chiamarla per come si merita sapendo che le parole faranno il suo effetto nel contesto.
Infine le dico: "alzati". Esegue mentre le afferro fusò e mutandine che porto direttamente alle caviglie. seguito a stare seduto davanti a lei mentre uno, due dita le penetrano dentro cercando ancora di + eccitazione e la trovano. Insisto mentre lei mugola. La faccio sedere sul bordo della sedia. Abbiamo una buona intesa. si fida anche se sa che mai le dirò prima cosa ho preparato per lei. le allargo le cosce, voglio che le tenga bene aperte mentre con una mano comincio un deciso ditalino misto a penetrazione e con l'altra le tormento i capezzoli.
Gode, si morde le labbra cercando di non farsi sentire ma gode sempre di + ed è difficile mantenere il controllo e via via che cresce, mi faccio sempre + deciso. Non ricordo il tempo ma credo siano passati buoni 45 min dall'inizio. ovviamente non voglio che venga e mi fermo sempre un attimo prima, cambio ritmo o passo dal dito ai colpi sulla mano sul clito. Non so + quante urla le sono rimaste in gola e già da tempo mi offende chiamandomi bastardo, stronzo ed altri epiteti del genere.
Sentiamo le scale di nuovo, qualcuno in arrivo. Si riveste in fretta ma è tutta sgarruffata. sulla mie mani il suo odore ed i suoi umori tengono alta l'eccitazione.
andiamo le dico. Raggiungiamo l'auto. le faccio di nuovo calare i fusò e alzare il maglione. guido con una mano sola mentre l'altra continua a tormentarla. Mi prega + volte di fermarmi e di sbatterla ed ovviamente non obbedisco. Le sue mani cercano il cazzo e lo trovano ma le impedisco di slacciarmi i pantaloni. Oramai non gode +.. semplicemente soffre godendo.
Arriviamo al luogo. é tranquillo notte fonda. Qualche auto posteggiata. Ho le chiavi in tasca ovviamente. Fa l'atto di rivestirsi ma le dico: "no, leva tutto". Si toglie le scarpe, mi consegna maglione, mutandine viola e fusò. le riconsegno le scarpe che sul ghiaino non è il caso di camminare. esco. apro la porta, controllo che non vi sia nessuno poi la invito a seguirmi.
Cerca di correre ma la stoppo: "vai piano" le dico. "se qualcuno ti vede  non devi nasconderti. chiunque sia o siano, tu dovrai accontentarli perché io ti offrirò". sulla sua pelle che accarezzo i brividi. Sono traquillo perché chi c'è è oramai a letto da un pezzo e non si sogna di uscire. Probabilmente è impegnato come noi. Entriamo. Chiudo la porta mentre lei mi rimane a fianco. Mi chino e di nuovo le ravano la fica furiosamente.. gode, cola come una fontana. Saliamo la prima rampa di scale fino al pianerottolo. lei davanti. La rifermo. Mi chino di nuovo e stavolta la bocca si unisce alle dita e nessun buco viene risparmiato. Dilato l'ano. lecco profondamente mentre non smetto di toccarla. letteralmente implora. Saliamo la seconda rampa... stavolta la faccio chinare a pecorina e lecco deciso.. a quel punto credo non sapesse manco + dov'era. Paura di essere vista, la situazione di tutta la serata e la durata sono state micidiali, l'adrenalina è a mille, gli ormoni pure. a dire il vero non ne posso + manco io e la conduco in stanza. mi spiglia, s'inchina e succhia sussurrando tra l'uno e l'altro una serie di "dammelo".
Certo che glielo do, dico tra me e me. ma non come ti aspetti e lo spingo in gola. Si fida, si lascia fare, vince gli urti di vomito e spingo. Esce un sacco di saliva e scopo quella dolce indimenticabile bocca. La faccio stendere e ricomincio a scoparla nel "buco" sbagliato mentre di nuovo lecco e tocco fintanto che non mi esplode in faccia. Mi giro. non parla +.. mugola e basta ed adesso sono dentro di lei fintanto che non perde il conto.. poi esplodo anche io.