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Poesie di mastro

Se credete, potete condividerle.


Il Patto

L’amore non è un aneddoto astratto,
É un solido patto, come un contratto.
É scritto e siffatto nel cuore redatto.
Voluto giaciuto, leale saluto.

Un fiore di loto, che va detenuto.
Diletto, protetto, tenuto ben stretto,
Profondo nel petto. Un dolce velluto,
Un suono di liuto, lanciato, è un acuto.

E’ questo il concetto, non altro va detto.

Il patto

L'Amore

L’amore è una bocca nel cuore mai sazia di te.



Signore

Stringimi forte, fammi impazzire.
Sei il mio padrone, fammi gioire.
Volevi volare, così s' ha da fare.

T'arrendi  fremendo, pur'anche guaendo
Così io ti prendo, tirando e battendo.
Gridando a gran voce il tuo nome feroce.

Il fremito urlato, il tuo corpo inarcato,
Il gemito acuto, l' orgasmo è voluto,
Cercato, inalato e anche salato.

E' il tuo sapore, sei schiava d'amore.
"Che gioia Signore,  son piena d'ardore,
Ti prego, non mi lasciare, ti voglio ingoiare.

Ti porto con me, ovunque sia te,
Che sei la mia gioia e niente m'annoia."
Godiglia selvaggia, lercia, m'abbraccia. 

M'inganna, mi danna, bisbiglia condanna.
Son uomo sincero e credo nel vero.
Tu parli d'amore che porti nel cuore,

Per poi rivelare un sudicio andare.
Un gesto spietato, malato, sfrontato.
Che uccide la mente, il sogno impotente.  

Nel mondo corrente è cosa da niente,
Ridurre la gente in roba scadente.
Così in un momento, è solo tormento.

Ti senti sbiadito, usato, sfinito.
Non c'è prospettiva ma questa è la vita.
È solo un dolore che alberga nel cuore.



Il Viaggio

T'aspetto, m'aspetti siamo quasi interdetti.
Il fremito addosso, ti voglio, son quasi commosso.
Ti vedo arrivare non riesco a parlare.
Ti stringo, ti voglio, fanculo all'orgoglio.

E t'afferro in un gesto, mai troppo lesto.
Un bacio rapito, sognato, condito.
Del tuo sapore, del petto l'odore.
Un attimo eterno, il tempo è soffermo.

Non posso parlare, solo ammirare,
Chi nel frattempo, potevo solo bramare.
Gli occhi, i tuoi occhi, son timidi tocchi,
Che mi fanno vedere oltre al piacere.

Ti avvinghio e cadi sul ciglio del nudo giaciglio.
L'odore selvaggio, l'intimo abbraccio,
E gemi vibrando, colando, venendo.
E' come sognare, e poi galleggiare,

Nell'anima lieve, e nessuno ci vede.
E' come un segreto, taciuto, temuto
Bagnato, sognato, mai troppo vissuto.
E cerchi la soglia di ogni sua voglia.

Il gioco sottile, la corda, il vinile.
Cos'è quest'aggeggio violetto nel letto?
Non è una sorpresa, ti manca la presa,
E vienimi ancora, fremente, già allora.

La tua voce ribelle, con te son le stelle.
Un solo tutt'uno ove uno più uno, fa solo uno.
Invana gabbana, che è questa dama,
Di ogni parola, non v'è proprio gloria.

Se tu credi ancora, ed alla buon'ora,
Che tale siffatto, sia solo un misfatto,
Che chi hai davanti, sian genti aberranti,
Che sia il venire, e non mai "sentire",

Che sia solo un gioco e dopo sia poco,
Che una promessa sia solo malmessa,
Che ogni momento trascorso nel letto,
Sia solo piacere e non rimanere.

Allora fai bene a non darti pene.
Finito il giocatolo, un'altro barattolo.
Magari vicino, così per cammino,
E che non sia penoso, il giusto percorso.

Ti iscrivi alla lista, due foto e sei in pista.
Per ricominciare di nuovo a scopare.
Di corsa nel letto, dell' "uomo perfetto",
O rimanere, a casa a sedere.

E fingere sempre di quel che si perde.
Perché quella gabbia fa rima con rabbia,
E' la tua vita, che sia definita.
Chi uccide l'amore, non ha niente nel cuore.
Il viaggio


Il Volo

Pelle brunita, dove sei gita.
La tua voce è sparita, insieme alla vita.
La luce del giorno è un vuoto contorno.
Volere dormire, sognare e ancor riposare.

Il tempo venduto, il sogno è caduto.
Nel mesto avanzare, del di' familiare.
Non lasciano scampo e sento quel crampo.
Piango sincero, davanti a quel vero.

Che ci ha fatto volare, oltre ogni aere,
E muore costante, sempre, distante.
Dal cuore ferito, ormai indefinito.
Eppure il legame non è malaffare.

E' il sentimento più alto, è scritto in risalto,
Che provoca stima e che anima imprima.
Perché senza amore, non vale colore,
Che sia ben inciso, nel cuore e nel viso.

Ti prendo per mano e ti porto lontano,
Su in alto nei cieli, con te, senza veli.
Null'hai da temere puoi solo godere,
La paura è smarrita, la gioia infinita.

Un abbraccio fremito, il tempo è fuggito.
Respiri affannata, la pelle dorata,
E sei tutta bagnata, sfinita, stremata.
Ammiro il sorriso, sei il mio paradiso.

E noi siamo uno, il resto, nessuno.
A volte pensare convien soppesare,
Che quanto tenuto, non valga il perduto.
La vita è la stessa ma la gioia non resta.

Una colpa selvaggia, oscura, s'affaccia,
A vivere spenti, senza porre commenti.
Lo devo accettare, non posso strillare.
L'immenso dolore che tengo nel cuore.

Ma posso rimare, nel sogno il ritorno.
Di un tempo potente che prende la mente,
Che mi fa soggiacere al dolce piacere,
Di stringerti forte, fin'oltre la morte.

Il Volo


Il fiore reciso

Sei così bella che sembri una stella,
Ma dietro al colore riveli il dolore,
Che porti sapiente a te chi si arrende.

L'immagine in viso del tuo falso sorriso,
Brutto, contorto, sì falso e distorto,
Dalle promesse del tuo falso interesse.

In ogni pensiero che credevo sincero,
C'è invece il nonnulla, gran donna fasulla.
Dici e trascrivi i mendaci obiettivi,

Le immonde parole che dentro mi duole,
Il folle squallore del tuo disonore.
Amare e gioire, con te è morire.

Nei fiori incolori che porgi ai signori
C'è solo uno, il resto, nessuno.
Di Narciso le chiome, e porta il tuo nome.
Tu odi al tuo ego, un bieco diniego,
Quasi un violino al conte Ugolino,
Che morse sì forte, i figli alla morte.

Un osceno retaggio, d'un uomo selvaggio.
Che poi non importa se per noi sei contorta.
Quello che conta è il suon della porta.

Sul cuore perduto di chi t'ha creduto.
Per secoli amore ha portato l'ardore,
Degli uomini arditi e spesso decisi.

A far trionfare l'amore solare.
Ma con te mestamente,
L'amore leale è roba bestiale.

Ed il tradimento, il gioco, il tormento,
Prendono il posto di quando sì posto,
La tua onestà è solo viltà.

Ti vedi regina e sei solo ferina.
Unà disumana che per la sua brama,
Riflette lo specchio di sporche marchette.

Sogghigni, sgrafigni le cose a te tese,
Dritto vassallo al tuo un cuor di metallo.
E spolpi l'essenza con tal prepotenza.

Un immondo vampiro, un mero respiro,
Succhiando vilmente vita alla gente,
Che tu sei la vuota, sei il niente.

Il fiore reciso


L'Idea

Baciare, sognare. Sentire, come lenire,
Il lieve dolore, talvolta nel cuore.
Un tremulo fuoco che non è un gioco.
che infiamma e n'inganna chi tiene la fiamma.

Ti entra nel petto, potente, diretto.
L'amore accudito non va mai tradito,
Ma invece abbellito come un bacio infinito.
Un intimo abbraccio che da forza e coraggio.

La vita tradisce, d'un tratto svanisce.
E' uno schiocco di dita, d'un tratto è finita.
Perché tormentare  invece d'amare?
Una sola carezza, abbracciami, fessa.

Appartenenza non è fantascienza,
È una specie di danza di forza,
Sostanza, dolcezza e costanza.
E' un un intenso bolero, solo che è vero.

Le corde son tese e non sono pretese,
Stringon la mente, assai fortemente
Si chiama legame e non è un ciarpame,
Ma il luogo preciso per il paradiso.

Lo schiaffo fremente s'abbatte potente,
Il corpo s'arrende, la voce gemente.
L'azione più cruda, decisa, voluta
Non viene a casaccio ma d'ingegno messaggio.

Ti senti protetta, tu stringimi in fretta.
Non voglio cadere, mi devi tenere.
È vero, dovuto e niente è perduto.
Ma il master è 'l tuo amico e non il tuo fico.

È strano pensare che nel dominare,
Ci sia una via che nella sostanza, non mai è distanza.
Ti sottomette ma sei tra le elette,
Che pur senza gonna, sei vera e sei donna.

Una specie felina, dolcezza divina.
Se metti apparenza, ricevi l'assenza.
Se metti l'amore, ricevi il colore,
Che una storia reale ti faccia volare

L'idea




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