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martedì 24 aprile 2018

Il maglione


Son giorni strani questi qua. Una strana malinconia alle volte pervade e non riesco a scrivere. Rischio di dire  cose che non voglio  dire o di essere  frainteso.
Quando eravamo  ragazzi c'era una storia che girava e parlava di un tale che trovò una pulzella per strada sotto la pioggia, così  si fermò e si offrì per darle un passaggio.

Lei gli disse il suo nome, dove abitava e cosi in pochi  minuti deviando dal percorso, furono a casa della ragazza.

Erano altri tempi i miei tempi. Non era difficile  trovare qualcuno  che andava a piedi. Una donna, comunque  creatura da rispettare ed il fascino sempre vivo della cavalleria. Ogni pulzella una principessa anche se magari di facili  costumi. Il rispetto prima di tutto. Una donna narciso? Manco a parlarne. Fuori di ogni concezione. L'uomo poteva  diventare il bruto, una donna mai. Eravamo stupidi di sicuro ma la morale era chiara, limpida. Nessuno  avrebbe mai detto ti amo con facilità  senza pesare le parole.

Oddio, qualcuno c'era come ho già  scritto  ma erano non solo dei casi sporadici ma a anche persone sole, isolate. Anche il tipo di cui ho raccontato  oramai anzianotto, è rimasto ovviamente  solo come un cane. Probabilmente manco un peloso a quattro zampe vorrebbe averlo come padrone o compagno.

Ebbene, tornando alla ragazza, lui si fermò sul lato destro della strada, ringraziò, scese e se ne andò.
Lui partì ritornando per la sua strada. Arrivato a casa, mise l'auto in garage e si accorse che un maglione era rimasto sul sedile posteriore. Cosi il giorno dopo decise di portare il maglione a casa della ragazza.

Tornò all'indirizzo del giorno prima, posteggiò, scese afferrando il maglione e suonò il campanello.
Aprì una signora attempata che gli chiese chi fosse e lui rispose che il giorno prima aveva dato un passaggio a sua figlia e che inavvertitamente il suo maglione  era rimasto nella sua auto e che l'aveva riportato.

La signora lo guardò in modo strano e rispose: "Suvvia giovanotto, mia figlia è morta dieci anni fa e non è possibile  che lei le abbia mai dato un passaggio."

"Veramente", proseguì il giovane, "non mi permetterei mai di prenderla in giro, questa ragazza si chiamava "Lisa"" e la descrisse con i suoi lunghi capelli castani, il vestito e tutti i dettagli. Cosi la signora a bocca aperta lo fece entrare e rimasero a parlare di questo strano incontro.

Ebbene, l'unica prova che il tutto fosse davvero avvenuto era quel maglione con ancora il profumo che Lisa amava. Va a sapere chi mai l'aveva creata la storia o raccontata la prima volta. Magari letta su qualche giornaletto dell'epoca con un articolo fatto per creare lettori. Chi lo sa.

Qualcosa di simile è successo. Non non parlo di persone morte realmente no ma mi è rimasto il segno di un passaggio di una persona che non capisco cosa ancora voglia da me. Ricordo i suoi occhi azzurri  come l'acquamarina. Ricordo i suoi sorrisi e tanti bei momenti assieme. Sono andato a vedere i suoi occhi di nuovo ma non sorridono più.  Eppure la storia è per certi lati molto simile. Non ci siamo mai incontrati, non ci siamo mai vissuti e nemmeno visti.  Praticamente nessuno è mai realmente esistito. È qualcosa che fa parte di un sogno e spesso pure di un incubo ma in fondo ci si sveglia e li tutto finisce se non fosse per il maglione che è rimasto e che testimonia una reale presenza.

Si, forse non ci capirete una mazza manco del perché di quella canzone che non nel nel titolo ma in fondo va bene così. Vuole solo testimoniare e fissare la sensazione. 

4 commenti:

  1. Dici? Bah, speriamo ci entrino senza fare troppo casino soprattutto perché per entrare li, quell'anima bisogna averla. :)
    Grazie del commento :)

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  2. Se fanno casino è perché devono mettere apposto qualcosa...grazie a te , buona vita

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  3. Qualcosa? whuahahaha
    Beh si va, diciamo così. Qualcosa che forse è pure meglio :)

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