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venerdì 1 luglio 2016

bushi - do / shotokan / sensei e spiritualità.

La via del guerriero. principi fondamentali di miglioramento interiore.

義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
誠, Makoto o 信, Shin: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi: Dovere e Lealtà


Shotokan karate-do

la via della lotta a mani nude. nata nell'isola di okinawa quando ancora non era giapponese modificando ed ampliando tecniche di monaci shaolin da cui nacque prima il te-do.
Te mani
Do: via, percorso, strada, prima spirituale.
Kara: vuoto.
Nota: il senso del vuoto ha un enorme significato nei principi zen e nella via del karate-do. Un grande maestro diceva: un vaso è un vaso ma il senso del vaso è il vuoto all'interno del vaso. una ruota è tale per il vuoto al centro della ruota ed una casa è tale perché all'interno delle mura c'è un vuoto da riempire. Il senso spirituale traspare. Per raggiungere se stessi bisogna prima riuscire a fare il vuoto dentro di noi. Il vuoto non è l'assenza del tutto anzi è l'opportunità perché venga riempito con qualcosa di nobile, con la giusta spiritualità ed armonia. questa è via, questo è do. questo è quello che un sensei deve ispirare a costruire.

Principipi fondamentali dello shotokan

Niju kun
Il Karate comincia e finisce con il saluto. (一、空手は礼に初まり礼に終ることを忘るな 。)
Il Karate è mai attaccare per primi (Karate ni sente nashi), (二、空手に先手無し。).
Il Karate è rettitudine, riconoscenza, perseguire la via della giustizia (三、空手は義の補け。).
Il Karate è prima di tutto capire se stessi e poi gli altri (四、先づ自己を知れ而して他を知れ。).
Nel Karate lo spirito viene prima; la tecnica è il fine ultimo (五、技術より心術。).
Il Karate è lealtà e spontaneità; sii sempre pronto a liberare la tua mente (六、心は放たん事を要す。).
Il Karate insegna che le avversità ci colpiscono quando si rinuncia (七、禍は懈怠に生ず。).
Il Karate non si vive solo nel dojo (八、道場のみの空手と思うな。).
Il Karate è per la vita (九、空手の修行は一生である。).
Lo spirito del Karate deve ispirare tutte le nostre azioni (十、凡ゆるものを空手化せ其処に妙味あり。).
Il Karate va tenuto vivo col fuoco dell'anima; è come l’acqua calda, necessita di calore costante o tornerà acqua fredda (十一、空手は湯の如く絶えず熱を与えざれば元の水に返る。).
Il Karate non è vincere, ma è l'idea di non perdere (十二、勝つ考えは持つな、負けぬ考えは必要。).
La vittoria giace nella tua abilità di saper distinguere i punti vulnerabili da quelli invulnerabili (十三、敵に因って転化せよ。).
Concentrazione e rilassamento devono trovare posto al momento giusto; muoviti e asseconda il tuo avversario (十四、戦は虚実の操縦如何にあり。).
Mani e piedi come spade (十五、人の手足を劔と思え。).
Pensare che tutto il mondo può esserti avversario (十六、男子門を出づれば百万の敵あり。).
La guardia ai principianti, la posizione naturale agli esperti (十七、構えは初心者に、あとは自然体。).
Il kata è perfezione dello stile, la sua applicazione è altra cosa (十八、型は正しく、実戦は別もの。).
Come l'arco, il praticante deve usare contrazione, espansione, velocità ed analogamente in armonia, rilassamento, concentrazione, lentezza (十九、力の強弱、体の伸縮、技の緩急を忘るな。).
Fai tendere lo spirito al livello più alto (二十、常に思念工夫せよ。).
Dojo kun
Hitotsu, Jinkaku Kansei ni Tsutomuru Koto - Prima di tutto, cerca di perfezionare il carattere
Hitotsu, Makoto no Michi o Mamoru Koto - Prima di tutto, percorri la via della sincerità
Hitotsu, Doryoku no Seishin o Yashinau Koto - Prima di tutto, rafforza instancabilmente lo spirito
Hitotsu, Reigi o Omonnzuru Koto - Prima di tutto, osserva un comportamento impeccabile
Hitotsu, Kekki no Yu o Imashimuru Koto - Prima di tutto, astieniti dalla violenza e acquisisci l'autocontrollo

Note aggiuntive su jutzu (arte, tecnica pura) e Do (via).

il kendo non si chiamava così anticamente  ma kenjutzu, così il ju (dolce) - jitzu, è diventato il ju-do e l'ai-ki-do. non è possibile affrontare un avversario (il pericolo) solo con la tecnica pura. senza spiritualità, senza la non mente, senza il vuoto ricostruito, senza rettitudine e disciplina siamo inevitabilmente destinati a perdere prima di tutto se stessi, poi il combattimento. Non mi sento francamente di scrivere qui un trattato sulla spiritualità, la tecnica, la disciplina, in altre parole la via ma solo indicarla nella speranza che ogni "allievo" trovi la sua per se stesso ed il giusto sensei.g

Bdsm e simboli. Alcune verità a confronto dal mio punto di vista.


Non voglio scrivere un trattato quindi cercherò di condensare il tutto nel minor spazio possibile. 
Comincio con i simboli
Yin-Yang
Cina: Yin-Yang: rappresenta la dualità dell'uomo, gli aspetti contrapposti presenti in ogni essere viventi. Il bene ed il male, la dualità della vita sessuale, l'energia cosmica.
Tomoe

"Il Tomoe è il simbolo della triplicità dell'energia cosmica nella religione shintoista del Giappone: derivato chiaramente dallo Yin e Yang, mostra un terzo segno spiraliforme che rappresenta l'universo, inteso come tutte le manifestazioni che scaturiscono dai due principi polari primordiali. Compongono questa triplicità i principi In e Yo, corrispondenti ai taoisti Yin e Yang, e una terza componente "energetico-materiale", chiamata in giapponese Musubi in cinese Yuan. ... segue".


Il trischele del bdsm
"ll trischele del BDSM. Ideato nel 1994 da un americano nel tentativo di dare a tutta la comunità un simbolo univoco (e non legato ad un particolare gruppo all'interno della comunità BDSM) sotto cui riconoscersi." segue. Qualcuno dirà: è un simbolo celtico millenario: capisco, solo che con il bdsm ci sta come la bistecca con la panna montata e che il triskel celtico è di altra forma e di altro significato. Tornando in epoche più antiche si passa poi direttamente alla spirale ma questa è un'altra storia.

Il triskele PROPRIO del BDSM racchiude: i colori di sfondo giallo, grigio o azzurro-metallo. Rappresentano comunque il metallo. Le braccia girano in senso orario. I Buchi, decisi e grandi, non pallini.

Io invece sottlineo: preso di sana pianta dallo shintoismo ed adattato nel tentativo di darsi una "certa rilevanza". D'altra parte sarebbe pure giusto affibbiarlo ai cinesi buddisti ma o ci si allaccia ad una cultura e si fa "western bondage", shibari o kinbaku, oppure si fa un bel frullatore e chi s'è visto s'è visto. Anche perché:

Triskele celtico.
Altra variante colorata

Stemma di una nobile
famiglia di Okinawa. Diventato
simbolo della scuola di
arti marziali
Suonatori di tamburo giapponesi
Variante incorretta

Triskele celtico.
BDSM
ma specificatamente GAY
Ministero dei trasporti USA



Variante di BDSM
SSC
Antico stemma italiano
Taegeuk, simbolo taoista

Possibile variante inglese
 Non essendoci nessun simbolo depositato si può in effetti cercare di fare un po' meno confusione. Magari cercando di non andare a meeting e raduni o feste con il simbolo sbagliato sulla maglietta, giacca o bandiera. Già che di bondager è pieno :P

Nell'ambito del sado maso poi, ci sono delle persone che vivono la loro "sessualità" ispirandosi ai romanzi di uno scrittore, tal Norman John che non vedendo abbastanza dominazione nel sado maso, inventa un mondo in cui per dirla breve l'uomo è un dio padrone e la donna la schiava sottomessa. Un pazzo da legare, ancora più pazzi chi seguono sto stile di vita tutto fantascientifico, assurdo ed estremo. Chi ne vuol sapere di più... 
su cooletto e su wikipedia  1 e 2, dove si trova pure la definizione di "Kajira", con un misto di ideogrammi cinesi, pronuncia giapponese e plurale latino.
... credo che il prossimo passo sarà quello di mettere frusta e manette in mano all'ape maia.

Ora se devo scegliere tra un opportunista americano che non trova di meglio che scopiazzare il tomoe, tra un altro pazzo americano che ha una visione personale del bdsm così estrema e folle che ci costruisce su una serie di romanzi e una cultura che mi arricchisce e che eleva me e chi "mi accompagna", non ho dubbi, passo allo zen. Ma non è mica finita qui. Suggerisco di leggere a tutti il romanzo: "Shogun" di cui fu fatto anche un serial a puntate, ma nel quale vennero "tagliate" tutte le situazioni di sesso e di rapporti descritti nel romanzo in modo storico e preciso.

Ci sono diversi modi per capire lo zen ed il ruolo della donna in giappone. Uno dei modi più semplici e farsi una cultura è quello di leggere qualche "haiku" (poesia breve), qui, sapere che la cultura e l'arte erano di dominio esclusivo delle Geisha, che vi erano donne guerriere come le kunnoichi, o di particolare mestiere come le Ama, o le donne samurai ("hana wa sakuragi, hito wa bushi" - tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero), ed infine che la discendenza in Giappone è data dal nome femminile non quello maschile.

Quindi qual'è il mio bdsm, quale sia il mio scopo, quale sia il mio/nostro viaggio ed il mio ruolo? Le risposte ci sono già. Un maestro zen forse direbbe, non ti resta altro che vederle ma visto che siamo in una civiltà occidentale dove si dura fatica a vedere e sentire quello che abbiamo sotto al naso, ecco la risposta.

Il mio bdsm è ricerca di armonia, di equilibrio interiore, equilibrio tra i ruoli, equilibrio nella dominazione. Il mio top sarebbe un rapporto alla pari in cui finalmente i ruoli si confondono ma non si separano. Il mio percorso è quello di cercare di essere migliore, di fornirti vie per esserlo altrettanto ma di lasciare a te la libertà di quello che vuoi diventare. Il mio bdsm è vita in ogni respiro, è un'ora di immenso, due ore di tutto dove 1+1=1.
C'è altro?, si c'è molto altro ma non è questo il posto in cui parlarne.



Si, questo è bushi-do, questo è zen, questo è bere "cha" da una tazza vuota, questo è sentire le rocce che crescono.

Fonti:
ricerche varie sugli dei e la cultura giapponese

giovedì 20 settembre 2012

L'uccello riconoscente


L'uccello riconoscente


C'era una volta un povero uomo chi visse in una piccola capanna. Era all'inverno e nevicava. Un giorno, rientrandosi a casa, sentì un rumore strano. Abbastanza sorpreso, egli andò al campo per trovarne la ragione. E lì c'era una gru ferita che piangeva a calde lacrime. L'ala della gru era trafitta con una freccia. Avendone pietà, egli s'avvicinò e cavò la freccia. Una volta liberata, la gru se ne volò via a perdita d'occhio.

Verso la sera egli si rientrò a casa. Nessuno veniva a trovare questo uomo povero e egli visse in solitudine. Quella sera, invece qualcuno bussò alla sua porta. Sorpreso che qualcuno potesse arrivare in quella nottataccia, aprì la porta e lì vide una fanciulla che si era perduta e lo pregava di darle sua ospitalità. La sera successiva lei richiese di nuovo di restare per un altra notte. All'indomani, questa fanciulla ripeteva la stessa preghiera. All'uomo, questa bella figliola piacque tanto e finalmente le chiese di sposarlo e lei gli rispose "Sì".
Erano felici, benché fossero poveri. Inoltre, tutti i vicini gli volevano bene. L'inverno era così lungo e freddo, che essi non avevano soldi neanche per pane. Un giorno, la sposa decise di tessere per guadagnare un po' di soldi. Essa chiese suo marito di portare un telaio alla camera. Prima di mettersi a lavorare, avvertì suo marito: ”Qualsiasi cosa accada, tu non devi né entrare né guardare nella camera prima che la stoffa fosse pronta.”
Egli le lo giurò. Allora, la sposa si chiuse nella camera e cominciò a tessere. Essa lavorò tre giorni e tre notte senza fermarsi. Verso la sera del terzo giorno, il tessuto era già pronto. La sposa era stanca, ma la stoffa era meravigliosa che il prezzo che ne avevano ricavato poterono vivere per un certo tempo. L'inverno, pero era sempre tanto lungo che sembrava che non finisse mai, quindi la sposa decise di tessere un altro pezzo. Anche questa volta non mancò di ricordare a marito che non dovesse né entrare né guardare nella camera prima che la stoffa fosse pronta. Al quarto giorno essa tesse una stoffa ancora più bella di quella prima. Il marito andò alla città e ne ricavò un buon prezzo. Tutti attorno ammirarono la sua sposa ed il suo lavoro e lei tesseva e tesseva senza comprare un singolo filo.
Anche il marito non riusciva a capire come la sua moglie facesse a tessere le stoffe tanto squisite. Egli aveva bisogno di più soldi e chiese a sua moglie di preparare un'altra stoffa. Lei disse di si ma gli ricordò anche la sua promessa: “Mentre sto lavorando tu non devi né entrare né guardare nella camera.”
Entrò nella camera e si mise così di nuovo a tessere. Il marito era molto impaziente di avere il nuovo tessuto. Egli s'avvicinò alla porta in punta di piedi e guardò dentro attentamente. Ma lì la sua moglie non c'era. Invece, vi stette la gru che tesseva una magnifica stoffa, togliendosi le proprie piume. Ora il marito capì come mai il tessuto fosse tanto apprezzato. Appena che la gru se ne accorse della sua presenza si trasformò di nuovo in sua moglie. Gli raccontò che lei era quella gru da lui liberata. Per riconoscenza, lei  era venuta a casa sua ed era diventata sua moglie. Per tessere le sue bellissime stoffe, si doveva strappare le sue piume. Poiché il marito non aveva mantenuto la sua parola lei avrebbe dovuto lasciarlo.

Il marito si arrabbiò molto con se stesso, ma tutto  fu inutile. La sposa si ritrasformò in grù, distese le ali e volò via.

giovedì 28 giugno 2012

芸者, Geisha ampliato


芸者

Geisha, artista.


Lo ribloggo (leggasi lo riposto), ampliando anche questo perché seguito a leggere le solite mattonate ignoranti tipiche italiane sul personaggio. Qualcuna seguita a definirsi Geisha o di definire qualche piacevole pulzella come tale nel mondo bdsm.  Pertanto come definisce il nome vi dico subito cosa non siano le Geishe (ps: l'accento va sulla e finale!).

  1. Le geishe non servono. Non sono sguattere. Se lo fanno è perché Giappone è prima di tutto cortesia e gentilezza in ogni cosa. In Giappone servirsi il pasto o da bere è considerato maledettamente ineducato ed ognuno lo serve all'altro. Chiunque voi avreste accanto, sarebbe lui o lei a servirvi da bere o del cibo.
  2. Le geishe non sono puttane. L'errore è nato probabilmente dal fatto che 芸者, in cinese si traduce yì jì (艺妓), dove jì (妓), significa appunto prostituta.
  3. Le geishe non ricevono ordini, sarebbe una scortesia immane solo pensarlo.
  4. Le geishe fanno sesso come tutte le donne normali, scopano solo con chi gli piace e se lo fanno, è in segreto.
  5. Le geishe sono molto rispettate. Le uniche che non lo sono ed anzi sono viste molto male, sono le Onsen geisha (温泉, onsen, terme). Sono quelle che lavorano negli stabilimenti termali, per i grandi alberghi o che danno spettacolo per il grande pubblico. In questo caso sono considerate alla stregua delle prostitute nche se non compiono nessun atto sessuale. E' semplicemente una modo di vedere così come il sesso e l'amore, l'arte è una cosa privata e metterla in piazza equivale a sminuirla, offenderla e degradarla. (vedi post su shogun).
  6. Lo scopo dell'esistenza di una geisha è quello di incarnare l'iki e che è composto da tre elementi: la seduzione, l'energia spirituale e la rinuncia. In altre parole, l'iki è la quinta essenza della seduzione nella filosofia e nel gusto Giapponese. Note storiche: iki è la pronuncia dell'ideogramma cinese "sui" e nel periodo Genroku (1603–1867), venne usato per la prima volta per indicare "persone assai esperte nelle arti dell'amore e profonde conoscitrici delle emozioni umane". Nel periodo Bunka-Bunsei (1804-1829), fu usato anche per definire luoghi dove si esercitava la prostituzione molto simili a dove vivevano le geisha e certi comportamenti in comune che stanno ovviamente nella seduzione.
In ambiente bdsm il termine geisha non ha pertanto nessun valore. Forse qualcuno se mai ci fosse arrivato da solo è la seduzione o qualcuna che è abile proprio in questo ma è come paragonare un cinghiale ad un vaso Ming. I due concetti di seduzione sono così diversi da renderli pure incompatibili.

Due vere Geisha, Asakusa, Giappone.
Sapevate che:
  • Le Geisha originariamente erano uomini?
  • Si deve a loro il ballo, il canto tradizionale, l'evoluzione raffinata del vestire i kimono,  la cerimonia del tè, l'esercizio della calligrafia kanji, l'arte della conversazione?
  • Che tutte quelle con i kimono colorati a fiori sono "solo" delle Maiko, delle studenti e non ancora delle vere Geisha?
  • Che le Geisha, indossano invece kimono a colori tenui, monocolore o a gradazioni dello stesso colore ed in sintonia con le stagioni?

Da wikipedia

Provate un po' ad indovinare quale delle due nella foto a sx è la Maiko e quale la Geisha. :)

Inoltre:
I quartieri a loro riservati, venivano chiamati  hanamachi (花街 "città dei fiori", in modo che non potessero confondersi con i bordelli e che vi potessero sorgere delle case da tè.

La geisha è stata per lungo tempo, la vera e l'unica donna istruita di tutto il Giappone, rappresenta l'arte, la cultura ed il bello. La caducità della carne e la forza dello spirito.

Vi sono delle bellissime parole che la descrivono: "quando lavora controlla tutto il suo essere, in ogni gesto, parvenza, emozione; perfino la modulazione del respiro, ora leggero, lieve, ora vivo, affannoso, seppure impercettibile. 

La sua figura deve essere snella e slanciata, così come il suo volto deve apparire pallido. La sua voce deve avere un tono particolarissimo e raffinato, adattato perfettamente ad ogni scopo e circostanza. 

I suoi capelli, di color corvino, sono sempre raccolti, come a forma di nido. E ai piedi solo dellecalze di seta, chiamate “tabi”, deve indossarle sempre, anche d'inverno, per esprimere la sensualità di un corpo che si nasconde interamente sotto il kimono" (fonte).


“...Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto.” ("Memorie di una geisha", 2005)

Altre due splendide immagini di Geisha su cui di una si può apprezzare la colorazione del collo e lo scollo del kimono che in lavoro sarà ancora più ampio. Il scollo posteriore rappresenta in Giappone quello che per noi è quello anteriore.










Altre fonti dove conoscere meglio questo "personaggio"
Sesso in giappone tra porno e pudore:

mercoledì 13 giugno 2012

Conoscere il Giappone i 47 rōnin 四十七士 Shi-ju Shichi-shi

Bon, vi siete letti Shōgun? :)
Ecco, subito dopo passate ad una storia vera quella dei 47 rōnin e che poi rōnin non erano ma lo diventarono.
Innanzi tutto chi sono i rōnin? Letteralmente r ō nin (浪人), significa "uomini che imparano a diventare samurai" o più comunemente "uomini alla deriva". State molto attenti alle definizioni linguistiche perché un uomo alla deriva è un "uomo senza padrone" in italiano.
La storia comincia così. Due uomini molto diversi vennero incaricati dallo Shōgun Tokugawa Tsunayoshi di un compito. Il primo Kira Kozukenosuke Yoshinaka, maestro di protocollo e uomo avido e privo di senso del dovere, avrebbe dovuto insegnare al Daimyo Asano Takumi Naganori il "bon ton" per poi essere inviato presso la corte Imperiale dello Shōgun stesso.
Assalto al castello di Kira
Mentre Asano faceva questo per dovere, l'altro pretendeva denaro e ricompense ed in breve tempo tra i due sorsero dei profondi attriti che degenerarono in vere e proprie offese. Asano un giorno scoppiò, sfoderò la spada e ferì Kira. A seguito dell'inchiesta Asano, dichiarò che avrebbe preferito ucciderlo e in virtù della legge che vietava a tutti l'uso delle armi nel palazzo. Così gli venne imposto di fare "seppuku", di suicidarsi insomma e prontamente Asano obbedì. Alla notizia i suoi samurai decisero di non ingaggiare battaglia e difendere il castello e nemmeno di seguire il loro padrone nell'aldilà. Quarantasette di loro presero la decisione di una astuta vendetta che pianificarono nel giro di un anno. Nascosero le loro armi e le loro armature in un luogo segreto. Uno di loro si mise a fare strumenti di legno in un negozio davanti al castello per poterne controllare ingressi, turni di guardia, difese e quant'altro gli servisse. Oishi, l'ideatore del piano. si diede al bere frequentando locali malfamati,. Insomma le studiarono di tutte per far capire di non essere un pericolo, che erano uomini persi e che non avrebbero MAI meditato "vendetta" (giustizia).
La notte nevosa del 14 dicembre 1702 diedero il via all'azione. I 61 samurai che difendevano il castello di Kira vennero travolti dai 46 rōnin. No, non ho sbagliato numero. In effetti uno di loro per non entrare in conflitto di "interessi" si suicidò ed era con i suoi compagni solamente di spirito. Tutt'oggi è conteggiato tra gli assaltatori.

Il 14 febbraio successivo e a seguito della relativa inchiesta, venne ordinato anche a loro di uccidersi e Oishi ed i suoi, obbedirono immediatamente. I loro corpi cremati e seppelliti assieme, sono nel Sengaku-ji (泉岳寺) a Tokio, il tempio dei guerrieri e le loro tombe ancora molto rispettate.
Alcune delle tombe dei ronin
La storia ci insegna molte cose. Dall'ingiustizia può nascere un risentimento che spinge qualcuno a ripristinare la giustizia che è mancata. Che il costo dell'azione ha un prezzo e può arrivare fino a quello più estremo, quello della vita. Che nonostante tutto sono queste le azioni che in qualche modo cambiano il mondo in meglio e fanno riflettere tutte le generazioni future sul senso del dovere, dell'onore e della giustizia.
La storia fu disegnata e tramandata da Kuniyoshi Utagawa con delle bellissime stampe del mondo fluttuante. Grazie all'attenzione di alcuni cultori, possono essere visionate qui o leggere la storia in modo più completo, qui e qui.


martedì 29 maggio 2012

Shōgun qualcosa da leggere per capirci di più



Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.


Toshiro Mifune e Richard Chamberlain
Yôko Shimada

Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno.

Perciò credete in Dio e nel paradiso.
La morte non dovrebbe spaventarvi.
Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pietà. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morirà, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenità e dalle sue parole.
Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
 Contemplò il sole finché esso scomparve.
"Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
"Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
E anche lei, e appartiene a un altro.
E bellissima, sì, e molto saggia.
Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.


Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.

"Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
"Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quando lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
"qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
"Quali muri?"
 "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabu di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
"Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
"No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara, al vostro centro, per ricordarvi la transitorieta della vita, e aiutarvi a conquistare il wa, l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualita piu ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
aveva riso.
"Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
 Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
 "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spiegherà quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.


Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.

Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere.
Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
"Cos'e un kami, Mariko-san?"
"Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
"E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
"Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."


Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
"Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
Mariko senti la propria ira svanire e rise.
"Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
"Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
"Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
"Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
"Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

lunedì 28 maggio 2012

Taiko 太鼓 i grandi tamburi giapponesi: il battito del cuore

Taiko in giapponese significa grande tamburo. Questi anticamente erano posti fuori dai templi e venivano suonati per richiamare l'attenzione degli dei. Ancora prima venivano suonati durante le feste militari e durante le feste.
Dagli anni '50 del secolo scorso, questa musica è diventata spettacolo e attrazione. Intorno nel '71 alcuni gruppi si riunirono nell'isola si Sado (Giappone), per preservare la loro cultura e la loro musica diffondendola attraverso i tamburi.

I taiko si dividono per forma e dimensione:
l'o-daiko, appunto il grande tamburo,
i miyadaikos, quelli di media grandezza,
lo shime-daiko, quello piccolo e infine,
il gojinjo-daiko che viene appeso alla cintola.

E possono essere conici o a forma di botte. Sono tamburi esclusivamente fatti ad ascia con molta, solita pazienza ed il risultato è spettacolare. La pazienza, la determinazione, il volere raggiungere la "perfezione", porta spesso a risultati eccelsi come questo.

Kodō 鼓童

significa infatti "il battito del cuore". Il suono di questi tamburi ricorda molto quello del nostro organo con tutte le sue variazioni. Il suono del Kodo non è altro che questo, il suono dell'anima.
Attualmente vi sono gruppi che fanno diversi tipi di musica. Dal riarrangiamento di quella tradizionale a brani ex novo vanno dal classicismo scenico tradizionale, a rappresentazioni guerriere anche attraverso l'integrazione di più strumenti che non si limitano ai tamburi ed ai flauti.


Il brano seguente è dedicato alla madre terra eseguito dal gruppo Kodo (Isola di Sado) e che ha fatto un grazi successo a livello mondiale per via della sua emozionante musica.



Di seguito vi propongo due pezzi del gruppo TAO (non a caso è!), di Kuju Oita (Giappone). ll primo è un video di presentazione molto spettacolare, il secondo più lungo di un concerto live 2011, l'arte marziale del suonare i tamburi.





Taiko è "come vuole la cultura giapponese, il corpo e il suono sono due cose intimamente connesse come la terra e il cielo." Il posto più bello dove vivere i nostri sentimenti.

fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Taiko
http://www.lifegate.it/it/eco/people/viaggi/viaggiare/kodo_l_antica_arte_nipponica_di_suonare_il_tamburo.html
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/06/news/kod_il_cuore_grande_della_musica_dei_tamburi-31058016/
http://www.kodo.or.jp/news/index_en.html

domenica 27 maggio 2012

Pubblicazioni così per fare spettacolo

Stamattina mentre riordinavo il blog e le tags, controllavo qualche galleria fotografica che è andata a farsi friggere e rimesso su le foto, sono imbattuto sull'ennesimo post in un ennesimo blog di un altrettanto ennesimo master di cui si parla principalmente di cultura bdsm, libri, film, scritti e cose del genere. Ovviamente il blog è protetto dal copyright su cui si dichiara che non bisogna scopiazzare ma l'autore da quel poco che ho letto scopiazza di brutto e non cita fonti.
Oddio, da quel che scrivo alle volte sembra che stia qua a criticare il mondo e che le cose buone le faccia solo io. Naaaaaaaaaaaaaa. La prima cazzata è quando mi sveglio la mattina, la seconda è quando mi guardo allo specchio e la terza è quando decido di scrivere qui sopra e la quarta è quando sopravvivo alla giornata.

Il vero mio problema se così lo posso dire è che mi guardo intorno è vedo così tanta superficialità e leggerezza e vedo gente che tenta di approfondire argomenti che tanti esperti hanno durato fatica ad approfondire in una vita di studio serio.
Intanto il bdsm che facciamo noi deriva da una cultura giapponese, lontana nel tempo e la cultura non è solo scritti o immagini o dipinti o oggetti o architettura. La cultura nasce dal valore dei piccoli gesti della quotidianità ricoperti di una gran massa di più o meno grandi contraddizioni anche in serio conflitto tra di loro.
Per chi vuole approfondire la nascita dello western bondage, suggerisco di nuovo il sito ti Tokyo bound
dove è assolutamente necessario conoscere l'inglese.
Pur avendo approfondito la cultura giapponese per anni anche per me è stato difficile capire alcune cose, sentirle dentro e viverle forse nel modo in cui davvero esse stesse si esprimono per loro natura. Alle volte è come leggere più volte lo stesso libro ed ogni volta riuscire ad afferrare qualcosa di nuovo, di vedere mutare quello che si pensava prima ed raggiungere ogni volta il suo cuore profondo. Insomma non si finisce mai di imparare ed imparando si sbaglia.

D'altra parte n'è mica solo opera sua. L'altro giorno mi arriva una bella segnalazione di un "taccuino"  su cui una sedicente misstress "Cruddy" di soli vent'anni, aveva spudoratamente scopiazzato cosa sia il bdsm da questo blog, senza citarne la fonte ma semplicemente attribuendosene l'affinità intellettuale. M'importa un corno alla fine, lo senti vicino? Mi sta più che bene ma rispetta chi scrive di sana pianta, chi non cita il libro e la frase ad effetto ma secondo le sue esperienze, per quello che ha letto ha scritto qualcosa di unico, bello o brutto che sia.
A che mi serve di parlare sul blog della recensione del libro x se non per invitare qualcuno a comprarlo e leggerlo e poi discuterne? Ti pagano? O.o. Oppure uno lo fa solo per attrarre persone e scambiare opinioni su questo o quell'altro che alla fine di sostanza non c'è nulla.
Capire il bdsm significa capire il Giappone, il Giappone è evoluzione del buddismo tradizionale che è diventato shintoista ma che alle volte è un miscuglio del tutto e nessuno su questa terra è in grado si spiegartelo.




"Il vuoto nella cultura orientale - 1
Il taoismo, per il quale il vuoto è costitutivo dell’universo quanto il pieno (l’esempio classico è quello del vaso, che non si può pensare se non come cavità vuota circondata da materia utile a trattenere l’acqua), e lo zen, che esperisce il vuoto tramite “pratiche” rituali, mettono in evidenza ciò che è assente ma presiede a quel carattere, quell'essenza, universale che va sotto il nome di “impermanenza”. Il vuoto orientale è reale, concreto; ma in Occidente mancano le parole per configurare il suo operare, la sua luminosa in-essenza produttiva, di cui è possibile avere un’esperienza positiva attraverso le forme d’arte orientali che, invece di “rappresentare” un oggetto, “presentano” il vuoto tra le cose, ciò che le individua e distingue." http://www.meditare.net/vuoto

Potrei dire che entro quello spazio vuoto ci sta la nostra anima ma sarebbe comunque riduttivo. Potrei dire più spazio e quindi più possibilità di espansione della nostra anima in quello stesso spazio ma sarebbe di nuovo riduttivo. Dove sta l'armonia, e l'essenza di ogni cosa e di ogni vita che la crea e la sensibilità per afferrarla? Non c'è. 

"Vuoto e meditazione
Il vuoto non è un'entità negativa, quindi da non confondere con l'inesistenza. Si tratta solo di una semplice assenza, di uno spazio autonomo, affrancato, apparentemente incoerente. E' come una cavità ricolma di nulla, ma pronta e disponibile ad accogliere come ad elargire, a ricevere quanto a donare. Quando i pensieri si diradano o il loro flusso rallenta sopraggiunge una pausa, una discontinuità e un'ordine a cui non siamo abituati e che viene interpretato come vuoto. Possiamo dirlo silenzio? Sarebbe meglio indicarlo come distanza dal consueto frastuono che permette di percepire ... l'armonia dell'inaudibile. Basta predisporsi, essere più attenti, pazientare, ascoltare ... 

Invece di imparare a vuotarvi la testa, in genere ve la riempite di libri, di commenti, di idee vostre, di opinioni consolidate dove ragione sta spesso dalla vostra parte. Giusto. Ma se si parla di zen, no! Mollate i libri, mollate i preconcetti, mollate le vostre sicurezze, mollate le giuste incertezze piene di dubbi o nessuno riuscirà mai davvero a riempire una tazza già colma. E' più semplice così come fate voi? Di sicuro lo è ma non è zen, non è cultura giapponese e alla fine sono solo corde e sesso sciatto. Invece di sedervi, di pazientare di crescere di imparare perché fuggite se state bene? Non funziona manco nella visione occidentale il tutto ed il subito: "l'erba voglio non esiste manco nel giardino del Re".
Altra cosa è voglio una sensazione forte, subito emotiva e quel che succede succede. L'ho appena scritto su fb: salite su un aereo, buttate fuori prima il paracadute poi vi lanciate voi. se riuscite ad afferrarlo, indossarlo e ad aprirlo in tempo avrete il vostro rush emotivo. L'effetto sui sentimenti e sulle relazioni è lo stesso, se ti va bene è una volta, per il resto sono solo SPLAT!

E' la classica domanda da 10.000.000 di euri. Che cercate nella vita, la pura bellezza estasiante in grado di colpirvi immediatamente e stimolare subito le sensazioni o l'essere insignificante e brutto che riesca a farvi star bene a letto e fuori dal letto?

Ad ogni giusta e personale aspirazione, il suo ovvio percorso. Nella prima ci sono gli orari, sei impegnato o meno,  il peso, il colore dei capelli, quante volte ti radi, che profumo metti, che abbigliamento indossi e via così. Nella seconda c'è solo l' "io e te" senza falsità. Guarda caso il sesso, il bdsm è l'unica cosa che non si può fare nella vita fingendo se non poche rare volte.

Buona domenica.

domenica 4 marzo 2012

Gli amanti


"Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare.
Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo."

Anonimo Giapponese

martedì 21 febbraio 2012

Yamazakura - La storia del ciliegio da fiore del Giappone

Yoshino (Nara), Giappone. Un piccolo paesino appollaiato su una collina. Qualcuno l'ha definito il più bel posto del mondo dove concepire un bambino. Quanta storia in questo piccolo posto. Da qui provengono praticamente tutti i ciliegi da fiore del Giappone. Si dice che vennero piantati qui dal sacerdote En-no-Ozumo nel VII secolo d.C. e che avesse maledetto chiunque avesse provato ad abbatterli. Il loro nome è "yamazakura".
La quarantaduesima imperatrice del Giappone (645 – 703 d.C.), 持統天皇 Jito Tenno,  veniva qui ad goderne la bellezza durante la fioritura.

Yoshino
Una strada per Yoshino
Ciliegi intorno a Yoshino
Il luogo ad Hoc per ammirare la fioritura dei ciliegi però non è qui, bensì ad Hirosaki (prefettura di Aomori), nel nord est del Giappone. Oggi del castello originario rimangono solo le mura ed un imponente fossato. Una Ridotta costruzione ne testimonia la magnificenza. Intorno al castello ci sono 2600 piante di ciliegio (su Wiki, si parla di ben 5000 piante), e da tutto il Giappone arrivano ad ammirare la bellezza della fioritura. L'inzio è in genere il  22 aprile e periodo migliore tra il 28 aprile e il 6 maggio.

Il Castello di Hirosaki
Veduta del mare
Meravigliosa fioritura intorno al fossato del castello

Ho trovato per caso un bel pezzo in rete sui fiori di ciliegio e ve lo riporto in modo integrale con un'aggiunta odierna che è molto bello. 
"L'unica storia che si conosce è quella del "Tai Haku" giapponese, il "Prunus serrulato" con fiori bianco puro, molto grandi. Questa specie che si vedeva solo nei dipinti, sembrava perduta fino alla riscoperta nel 1923 da parte del capitano Collingwood Ingram che la reintrodusse nel suo paese d'origine.
Questo Haiku giapponese (brevi composizioni poetiche) non è che una delle infinite composizioni poetiche che i giapponesi hanno dedicato a quest’albero che è uno dei simboli del Giappone. Pensate che, su una montagna abbastanza vicina a Tokyo, sono stati piantati oltre centomila ciliegi selvatici (Prunus serrulata), che quando fioriscono creano uno spettacolo che ha dell’irreale: lo sguardo si perde fra queste nuvole di fiori dai colori che vanno da un rosa delicato ad un rosa intenso, e l’animo si acquieta, tutto è calmo, la vita è come sospesa, non si sentono rumori, i passi sono attutiti dal tappeto di fiori su cui si cammina ed anche il senso effimero della vita che è simboleggiato dalla fugacità di questi fiori non riesce a procurare alcun senso di malinconia. Sempre in Giappone, il ciliegio è il simbolo della Modestia, della Grazia e particolarmente dell’Integrità morale tanto è vero che il rosso della ciliegia è il simbolo del Samurai che è pronto morire in battaglia per il suo onore. Si narra che il colore dei fiori del ciliegio in origine fosse candido ma che, a seguito dell'ordine di un imperatore di far seppellire i samurai caduti in battaglia sotto gli alberi di ciliegio, i petali divennero rosa per aver succhiato il sangue di quei nobili guerrieri. Anche quelli che, tra i samurai secondo il loro codice d'onore, decidevano di suicidarsi, sembra fossero solito farlo proprio sotto gli albri di ciliegio."