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martedì 29 maggio 2012

Shōgun qualcosa da leggere per capirci di più



Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.


Toshiro Mifune e Richard Chamberlain
Yôko Shimada

Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno.

Perciò credete in Dio e nel paradiso.
La morte non dovrebbe spaventarvi.
Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pietà. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morirà, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenità e dalle sue parole.
Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
 Contemplò il sole finché esso scomparve.
"Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
"Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
E anche lei, e appartiene a un altro.
E bellissima, sì, e molto saggia.
Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.


Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.

"Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
"Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quando lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
"qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
"Quali muri?"
 "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabu di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
"Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
"No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara, al vostro centro, per ricordarvi la transitorieta della vita, e aiutarvi a conquistare il wa, l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualita piu ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
aveva riso.
"Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
 Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
 "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spiegherà quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.


Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.

Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere.
Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
"Cos'e un kami, Mariko-san?"
"Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
"E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
"Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."


Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
"Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
Mariko senti la propria ira svanire e rise.
"Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
"Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
"Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
"Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
"Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

lunedì 28 maggio 2012

Taiko 太鼓 i grandi tamburi giapponesi: il battito del cuore

Taiko in giapponese significa grande tamburo. Questi anticamente erano posti fuori dai templi e venivano suonati per richiamare l'attenzione degli dei. Ancora prima venivano suonati durante le feste militari e durante le feste.
Dagli anni '50 del secolo scorso, questa musica è diventata spettacolo e attrazione. Intorno nel '71 alcuni gruppi si riunirono nell'isola si Sado (Giappone), per preservare la loro cultura e la loro musica diffondendola attraverso i tamburi.

I taiko si dividono per forma e dimensione:
l'o-daiko, appunto il grande tamburo,
i miyadaikos, quelli di media grandezza,
lo shime-daiko, quello piccolo e infine,
il gojinjo-daiko che viene appeso alla cintola.

E possono essere conici o a forma di botte. Sono tamburi esclusivamente fatti ad ascia con molta, solita pazienza ed il risultato è spettacolare. La pazienza, la determinazione, il volere raggiungere la "perfezione", porta spesso a risultati eccelsi come questo.

Kodō 鼓童

significa infatti "il battito del cuore". Il suono di questi tamburi ricorda molto quello del nostro organo con tutte le sue variazioni. Il suono del Kodo non è altro che questo, il suono dell'anima.
Attualmente vi sono gruppi che fanno diversi tipi di musica. Dal riarrangiamento di quella tradizionale a brani ex novo vanno dal classicismo scenico tradizionale, a rappresentazioni guerriere anche attraverso l'integrazione di più strumenti che non si limitano ai tamburi ed ai flauti.


Il brano seguente è dedicato alla madre terra eseguito dal gruppo Kodo (Isola di Sado) e che ha fatto un grazi successo a livello mondiale per via della sua emozionante musica.



Di seguito vi propongo due pezzi del gruppo TAO (non a caso è!), di Kuju Oita (Giappone). ll primo è un video di presentazione molto spettacolare, il secondo più lungo di un concerto live 2011, l'arte marziale del suonare i tamburi.





Taiko è "come vuole la cultura giapponese, il corpo e il suono sono due cose intimamente connesse come la terra e il cielo." Il posto più bello dove vivere i nostri sentimenti.

fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Taiko
http://www.lifegate.it/it/eco/people/viaggi/viaggiare/kodo_l_antica_arte_nipponica_di_suonare_il_tamburo.html
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/06/news/kod_il_cuore_grande_della_musica_dei_tamburi-31058016/
http://www.kodo.or.jp/news/index_en.html

domenica 27 maggio 2012

Pubblicazioni così per fare spettacolo

Stamattina mentre riordinavo il blog e le tags, controllavo qualche galleria fotografica che è andata a farsi friggere e rimesso su le foto, sono imbattuto sull'ennesimo post in un ennesimo blog di un altrettanto ennesimo master di cui si parla principalmente di cultura bdsm, libri, film, scritti e cose del genere. Ovviamente il blog è protetto dal copyright su cui si dichiara che non bisogna scopiazzare ma l'autore da quel poco che ho letto scopiazza di brutto e non cita fonti.
Oddio, da quel che scrivo alle volte sembra che stia qua a criticare il mondo e che le cose buone le faccia solo io. Naaaaaaaaaaaaaa. La prima cazzata è quando mi sveglio la mattina, la seconda è quando mi guardo allo specchio e la terza è quando decido di scrivere qui sopra e la quarta è quando sopravvivo alla giornata.

Il vero mio problema se così lo posso dire è che mi guardo intorno è vedo così tanta superficialità e leggerezza e vedo gente che tenta di approfondire argomenti che tanti esperti hanno durato fatica ad approfondire in una vita di studio serio.
Intanto il bdsm che facciamo noi deriva da una cultura giapponese, lontana nel tempo e la cultura non è solo scritti o immagini o dipinti o oggetti o architettura. La cultura nasce dal valore dei piccoli gesti della quotidianità ricoperti di una gran massa di più o meno grandi contraddizioni anche in serio conflitto tra di loro.
Per chi vuole approfondire la nascita dello western bondage, suggerisco di nuovo il sito ti Tokyo bound
dove è assolutamente necessario conoscere l'inglese.
Pur avendo approfondito la cultura giapponese per anni anche per me è stato difficile capire alcune cose, sentirle dentro e viverle forse nel modo in cui davvero esse stesse si esprimono per loro natura. Alle volte è come leggere più volte lo stesso libro ed ogni volta riuscire ad afferrare qualcosa di nuovo, di vedere mutare quello che si pensava prima ed raggiungere ogni volta il suo cuore profondo. Insomma non si finisce mai di imparare ed imparando si sbaglia.

D'altra parte n'è mica solo opera sua. L'altro giorno mi arriva una bella segnalazione di un "taccuino"  su cui una sedicente misstress "Cruddy" di soli vent'anni, aveva spudoratamente scopiazzato cosa sia il bdsm da questo blog, senza citarne la fonte ma semplicemente attribuendosene l'affinità intellettuale. M'importa un corno alla fine, lo senti vicino? Mi sta più che bene ma rispetta chi scrive di sana pianta, chi non cita il libro e la frase ad effetto ma secondo le sue esperienze, per quello che ha letto ha scritto qualcosa di unico, bello o brutto che sia.
A che mi serve di parlare sul blog della recensione del libro x se non per invitare qualcuno a comprarlo e leggerlo e poi discuterne? Ti pagano? O.o. Oppure uno lo fa solo per attrarre persone e scambiare opinioni su questo o quell'altro che alla fine di sostanza non c'è nulla.
Capire il bdsm significa capire il Giappone, il Giappone è evoluzione del buddismo tradizionale che è diventato shintoista ma che alle volte è un miscuglio del tutto e nessuno su questa terra è in grado si spiegartelo.




"Il vuoto nella cultura orientale - 1
Il taoismo, per il quale il vuoto è costitutivo dell’universo quanto il pieno (l’esempio classico è quello del vaso, che non si può pensare se non come cavità vuota circondata da materia utile a trattenere l’acqua), e lo zen, che esperisce il vuoto tramite “pratiche” rituali, mettono in evidenza ciò che è assente ma presiede a quel carattere, quell'essenza, universale che va sotto il nome di “impermanenza”. Il vuoto orientale è reale, concreto; ma in Occidente mancano le parole per configurare il suo operare, la sua luminosa in-essenza produttiva, di cui è possibile avere un’esperienza positiva attraverso le forme d’arte orientali che, invece di “rappresentare” un oggetto, “presentano” il vuoto tra le cose, ciò che le individua e distingue." http://www.meditare.net/vuoto

Potrei dire che entro quello spazio vuoto ci sta la nostra anima ma sarebbe comunque riduttivo. Potrei dire più spazio e quindi più possibilità di espansione della nostra anima in quello stesso spazio ma sarebbe di nuovo riduttivo. Dove sta l'armonia, e l'essenza di ogni cosa e di ogni vita che la crea e la sensibilità per afferrarla? Non c'è. 

"Vuoto e meditazione
Il vuoto non è un'entità negativa, quindi da non confondere con l'inesistenza. Si tratta solo di una semplice assenza, di uno spazio autonomo, affrancato, apparentemente incoerente. E' come una cavità ricolma di nulla, ma pronta e disponibile ad accogliere come ad elargire, a ricevere quanto a donare. Quando i pensieri si diradano o il loro flusso rallenta sopraggiunge una pausa, una discontinuità e un'ordine a cui non siamo abituati e che viene interpretato come vuoto. Possiamo dirlo silenzio? Sarebbe meglio indicarlo come distanza dal consueto frastuono che permette di percepire ... l'armonia dell'inaudibile. Basta predisporsi, essere più attenti, pazientare, ascoltare ... 

Invece di imparare a vuotarvi la testa, in genere ve la riempite di libri, di commenti, di idee vostre, di opinioni consolidate dove ragione sta spesso dalla vostra parte. Giusto. Ma se si parla di zen, no! Mollate i libri, mollate i preconcetti, mollate le vostre sicurezze, mollate le giuste incertezze piene di dubbi o nessuno riuscirà mai davvero a riempire una tazza già colma. E' più semplice così come fate voi? Di sicuro lo è ma non è zen, non è cultura giapponese e alla fine sono solo corde e sesso sciatto. Invece di sedervi, di pazientare di crescere di imparare perché fuggite se state bene? Non funziona manco nella visione occidentale il tutto ed il subito: "l'erba voglio non esiste manco nel giardino del Re".
Altra cosa è voglio una sensazione forte, subito emotiva e quel che succede succede. L'ho appena scritto su fb: salite su un aereo, buttate fuori prima il paracadute poi vi lanciate voi. se riuscite ad afferrarlo, indossarlo e ad aprirlo in tempo avrete il vostro rush emotivo. L'effetto sui sentimenti e sulle relazioni è lo stesso, se ti va bene è una volta, per il resto sono solo SPLAT!

E' la classica domanda da 10.000.000 di euri. Che cercate nella vita, la pura bellezza estasiante in grado di colpirvi immediatamente e stimolare subito le sensazioni o l'essere insignificante e brutto che riesca a farvi star bene a letto e fuori dal letto?

Ad ogni giusta e personale aspirazione, il suo ovvio percorso. Nella prima ci sono gli orari, sei impegnato o meno,  il peso, il colore dei capelli, quante volte ti radi, che profumo metti, che abbigliamento indossi e via così. Nella seconda c'è solo l' "io e te" senza falsità. Guarda caso il sesso, il bdsm è l'unica cosa che non si può fare nella vita fingendo se non poche rare volte.

Buona domenica.

venerdì 25 maggio 2012

Vivere intensamente o protezione e rinuncia?

In merito al post di ieri.

Intanto che vorrei sottolineare che ognuno è libero di fare le scelte che più ritiene giuste nella propria vita. Ogni scelta è rispettabilissima fintanto che non coinvolge qualcun altro senza che questo lo voglia. vale in generale e per ogni sana regola democratica e di rispetto reciproco, non solo in amore.

Visto che per sono stato praticamente tutta la giornata a parlare di questo è meglio che lo metta nero su bianco così che anche chi non c'era, possa trarre una sua conclusione.

Intanto in una storia ci sono dei punti fermi.
1) Nessuno sa mai alla fine chi incontra e cosa quell'incontro gli restituisce.
2) Quel fiore perfetto, nessuno sa dove sia. potrebbe essere dietro l'angolo oppure a km da casa.
3) La qualità di un rapporto non dipende dallo status sociale degli interlocutori, ma dalla qualità dei medesimi e per come si rapportano.
4) L'eventuale fallimento, lo stare male durante un rapporto, il finale che di sicuro è inaspettato non dipende di nuovo dallo status sociale ma ancora una volta dalla qualità dei due interlocutori.

Allora il punto è proprio questo, scegliere di non impegnarsi o di non conoscere qualcuno/a che ha delle difficoltà di vita o delle limitazioni di libertà (sposato/a, militare in missione, lavori ed impegni che mantengono una persona lontano dall'altra), significa prima di tutto non affrontare dei sentimenti che alla fine si potrebbero rivelare. Mi spiego: parliamo, m'innamoro, lei è sposata, non la posso vedere quando voglio e ci sto male. Ho voglia di lui è a lavorare ad una diga in Islanda, tornerà a casa tra tre mesi e poi riparte e sono cazzi da cagare. Quindi non li incontro, evito di innamorarmi, preferisco che il rischio dell'innamoramento sia relativo ad una persona vicina e libera che altrimenti riuscirei male a gestire. Insomma il succo delle cose è questo: perdere occasioni per paura che queste vadano male. Non è protezione è rinuncia e non c'è sito di bsdm che possa farvi trovare il compagno o la compagna adatta. Saranno sempre "scarti".

Signori e signore il primo scopo del bdsm non è legare, fustigare, schiavizzare qualcuna è fargli affrontare le sue paure e vincerle e questo la dice tutta. In secondo luogo se quella storia andata male in precedenza fosse stata una storia superficiale probabilmente non avreste nulla di che temere da un rapporto limitante e probabilmente non sarebbe valsa la pena di averla vissuta. Però a un po tutti sono capitate ste cose e se uno ci riflette bene è che ce la ricordiamo perché in qualche modo hanno lasciato segno. Quel segno che è il sale della vita. Rinunciare ad una bella storia ovunque essa sia significa prima di tutto rinunciare a vivere.

C'è un vecchio detto popolare francese che recita così: "una notte d'amore può riempire una vita". Rinchiudersi in un bozzolo per evitare di poter provare sensazioni intense è prima di tutto accontentarsi di quello che passa il convento purché sia accettabilmente sopportabile. Di nuovo un'altra negazione di quello che è il bdsm in cui giornalmente ci si incontra per superare i propri limiti assieme. Inoltre la saggezza popolare deriva spesso da esperienze di generazioni che si sono sommate l'un l'altra piuttosto che una singola esperienza personale che per quando valida, rimane oggettivamente limitata.

Allora mi chiedo, se cercate un uomo o una donna, senza davvero nessuna vena polemica, perché rifiutate di vivere il bello che ogni singola esperienza può dare? Magari buttate a mare una possibilità in cui si cela una persona, il vostro compagno e dietro a lui pure voi stessi. I rapporti sono fatti di singolarità non di puttanate passate e generalizzare è un errore grossolano. E' come dire che ne so, che i siculi sono tutti delinquenti. Sarebbe razzista, stupido, limitato e pure davvero ma davvero degradante.

Potreste innamorarvi di un assassino, sarebbe un peccato? No, il "peccato", il reato, non lo commettete voi ma colui che lo fa. L'amore è un sentimento puro, è come si usa che fa la differenza. Amare fa male se amare è distorto ed è di nuovo quel raggio della ruota troppo lungo o troppo corto. Ogni buon pregio, lo ridico di nuovo, all'estremo diventa un difetto. Troppo amore è gelosia, troppa parsimonia diventa avarizia, troppa bontà diventa stupidità, troppa sicurezza o protezione di se stessi diventa ottusità. Piuttosto queste sono le occasioni per imparare a gestire noi stessi e le occasioni che si presentano. Imparare dai proprio errori in precedenza non rifiutandoli ma piuttosto affrontarli per vivere una vita con chi desideriamo davvero viverla.

Di nuovo, buona riflessione e mi auguro che vogliate apporre qualche vostro commento o pensiero in merito.