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giovedì 14 giugno 2012

Lo Shibari la storia e l'evoluzione post ampliato

Originale foto di tre veri samurai
Provate ad immaginarvi in un paese costantemente in guerra dove i soldati, i samurai, facevano il bello ed il cattivo tempo. Il samurai è il guerriero perfetto. Non solo il meglio addestrato ma anche dotato delle armi più micidiali che uomo abbia mai costruito. Tra le tante, la più famosa è la "katana", la spada dotata di una lama in grado di tagliare praticamente qualsiasi cosa. Prove recenti hanno dimostrato di poter tagliare in un colpo solo tre arti inferiori di un uomo in poco meno di 2,32 secondi. Tempo insufficiente per abbozzare una qualsiasi reazione. Questi soldati semplicemente non conoscevano la parola resa. Di fronte a questa possibilità, l'unica soluzione era quella di uccidersi piuttosto che affrontare il disonore della sconfitta o i successivi interrogatori o torture applicate anche per il semplice gusto di farlo. Arrendersi significava anche sopportare il disprezzo di tutti gli altri anche dimostrato con la tortura.
Prendere dei prigionieri era pertanto difficile, bisognava prima di tutto bloccargli le braccia e le mani ed impedire loro di poterle usare. Subito dopo, le gambe ed i piedi che l'arte marziale del jujitsu (柔術), aveva trasformato in armi improprie. In primo luogo venne usato l'obi (帶), la cintura di stoffa che portavano in vita. Vi sono tanti, bloccaggi, leve, strangolamenti venerei e respiratori nel jujitsu prima e nel judo poi da effettuare con questo indumento.
La prima ragione pratica dell'uso della corda era pertanto molto semplice: non levarsi la cintura e rimanere in mutande sul campo di battaglia o venire ucciso mentre una mano si sorreggeva gli abiti! Stupido ma tremendamente reale.
I samurai pertanto cominciarono a portare una corda singola con generalmente un cappio scorsoio a portata di mano ed infilata nell'obi. Con questo afferravano un polso, e avvolgendo, bloccavano il prigioniero.



Nel video, alcune tecniche di hojo-jutsu. Si noti l'uso dalla corda singola piuttosto che la doppia dello "shibari scenico".

La data ufficiale a cui si fa riferimento è quella della battaglia di  Onin (1467), e attraverso il periodi Sengoku ed Edo fino al Meiji, la tortura prese largo campo ed i modi di legare furono utilizzati anche per infliggere dolore o per tenere fermi i prigionieri durante delle pure sessioni di terrore.

Di nuovo pensate al guerriero, ogni cosa che aveva addosso era un'arma. Ogni cosa che rimediava in giro si trasformava in un'arma, da un pezzo di bambù, ad una corda al ventaglio. Non volendo però scrivere un trattato sull'arte della guerra, vi metto un link e magari in altri post successivi, delle recensioni su come approfondire l'argomento. Per forza anche il modo di legare venne studiato e ritualizzato diventando una vera e propria arte marziale da tenere segreta anche ai clan rivali.
I "torimoro" erano gli ufficiali addetti proprio al trasporto dei prigionieri. In genere accompagnati da altri 3 o 4 persone. Al momento della legatura circondavano in prigioniero in modo da garantirsi sicurezza e di non far vedere a nessuno come questo veniva legato. Se consegnavano un prigioniero ad un altro clan, questo veniva slegato in segreto, consegnato e rilegato altrettanto in segreto da chi lo prendeva in consegna. Il Giappone era un paese complesso, pieno di regole e rituali. Solo persone di un certo rango potevano portare le armi ed erano i samurai. L'unico modo per diventarlo era per nascita e l'unico modo per uscirne era morire. Pertanto vi erano degli uomini preposti alle legature di rango inferiore a cui era consentito portare corde ma non armi preposti alla bisogna. Anche nelle legature vi era un codice che rispettava il rango del legato e quattro regole fondamentali valide in assoluto:

1.Non permettere che il prigioniero fugga dai suoi legami.
2.Non causare danno fisico né mentale.
3.Non permettere che gli altri vedano le tecniche.
4.Che i risultati siano di aspetto gradevole.

Addirittura si era arrivati a legare secondo le stagioni. Tutte queste regole vennero racchiuse nell'arte dell' "hojo jutsu", l'arte di legare appunto. Specificatamente Ho (捕), "afferrare, arrestare" + jo (縄), "una corda" = "arrestare con una corda". Tuttavia il termine è recente, quello antico e più corrispondente è "torinawa-jutsu". Ok, non voglio farvi impazzire ma se non trovate i kanji giusti "捕" e "縄", e contestualmente provate a cercare il kanji per "Ho" e "Jo", vi usciranno 30 diversi significati meno che quelli che effettivamente cercate. Capito il problema?

Preso di sana pianta dall'accademia di arti marziali (2019 pagina rimossa) visto che davvero non necessita di riscritture, queste sono le caratteristiche generali delle corde:

  • Shinobi nawa (忍び縄 - corda segreta): sono i cordoni o funi utilizzati dai ninja: variano di dimensioni a seconda della necessità e delle preferenze del guerriero. In alcuni casi si impiegano i sageo. Nelle tecniche di nage nawa si aggiungeva un anello di metallo ad ogni estremo della corda per rinforzare, tirare con forza, e così stringere la presa e anche per bilanciare la corda, proiettarla e avvolgere l’avversario. 
  • Honnawa 本 縄: corda principale 
  • Torinawa 捕り縄: corda tipica del hojo jutsu o per legare i criminali . In alcuni casi venivano trasportate all'interno della giacca e perfino dentro le maniche. Si era soliti fare un piccolo cappio ad un’estremità chiamato jakuguchi. 
  • Torihimo : corda a forma di 8, da 1,80 a 2,70 m unita da una cucitura o nodo. In questo modo rimanevano due lacci che in alcuni casi includevano un gancio (kagi) metallico ad uno di essi. 
  • Hayanawa 早縄: fune veloce - fune corta per iniziare il controllo. 
  • Konawa 小縄:  fune corta, di circa 14 pollici. Era utilizzata per legare i pollici e anche gli alluci."
  • Legare è andato pertanto di pari passo con guerra e tortura per molto tempo ed il periodo Sengoku fu classificato come un vero inferno sulla terra. I prigionieri venivano bolliti vivi, buttati in acqua appesantiti da blocchi di pietra, trascinati per le vie dietro ai cavalli, squartati, decapitati, spellati e chi più ne ha, più ne metta. Tutto questo allo scopo di fare vedere a tutti cosa sarebbero andati incontro nel caso di reati più o meno gravi. A tale scopo, piccole amputazioni tipo nasi, dita o parti di arti erano decisamente perfetti.
Nel 1742 il governo di Togugawa (shogunato), descrisse sei tipi di punizione: morte, esilio, schiavitù, lavori forzati e così via (Masahima Haita), 
e quattro tipi di tortura: fustigazione (mutchiuchi), pietre schiaccianti (ishidaki), piegato con le corde (ebizeme) ed appeso con le corde  (tsurizeme).
Dallo stesso periodo quando si parla di "joshu", ci si riferisce a prigionieri legati di sesso femminile. Il sadismo è stato così per tanto tempo diffuso che fino all'ante II guerra vi sono stati episodi anacronistici. 
Un ufficiale che lega una ragazza semplicemente perché l'aveva guardato in modo ammiccante o un'altro che si era allegramente messo a giocare con oggettucci (vibro), con una studente che aveva rapinato un negozio (furto di oggetti).
Per capire meglio la cultura sado masochistica spinta del popolo del sol levante, vi rimando alla visione delle illustrazioni: 28 famosi omicidi con poema a cui si raccomandava agli illustratori (Tsukioka Yoshitoshi / Ochiai Yoshiiku), che il colore del sangue fosse il più reale possibile QUI. (link rimossi del 2012 qui e qui). Sul secondo link troverete pure una più profonda storiografia delle illustrazioni (in inglese).

In ambito domestico è invece un'altra storia e la domanda fondamentale è: com'è finita un'arte marziale a letto?
Intanto il contadino giapponese avrebbe potuto legare la propria moglie ad una trave di casa semplicemente per dirle: "adesso discutiamo". Le donne, sempre impegnate, contavano poco nella società giapponese. Lavoravano e praticamente l'unico ruolo importante era l'economia domestica, il bilancio familiare. Per il resto, sesso poco, alzarsi, lavorare, obbedire, lavorare, dormire e via così. Quindi in una legatura c'era anche un: "Alt, fermati. Prestami attenzione."
Da li alle legature del sesso femminile, alla stimolazione clitoridea del sukaranbo o dell'hishi, il passo è stato breve. Ora, fino a che voi vi divertite a legare i polsi e le caviglie alla vostra compagna per un gioco particolare, poco male. Resta però una pratica pericolosa che una manetta troppo stretta o legata male rende il  tutto molto pericoloso. Insomma state portando un'arte marziale a letto. In un post precedente avevo fatto riferimento al sito tokio bound e le differenze tra lo shibari più tradizionale e lo western bondage e vedo che nel corso del tempo si cerca di dare un ordine più preciso al vero e proprio "bordello" che c'era in precedenza. Anche questo post nella sua prima edizione era mirato a regolamentare lo shibari attraverso gli shibari-kata. In effetti questo e quello dell'amico Shinken Hayanawa, sono effettivamente i primi usciti in Italia con questo scopo e fu davvero un lavoraccio. Io scelsi di rappresentare gli shibari-kata attraverso i disegni di Ozuma Yoko, così da poter anche rappresentare l'arte figurativa giapponese e quella dei tatoo. Ovviamente i disegni non li hanno coperti tutti e nemmeno posso dire che sia completo. Dietro l'incidente di Roma, evitammo accuratamente di postare ogni possibile kata per non invogliare nessuno a provarci ed evitare ulteriori danni alle persone.

Ecco comunque il set pubblicato ed in sintesi lo eastern shibari o shibari o kinbaku ortodosso è una forma d'arte visiva incentrata sulla bellezza e sull'esaltazione del corpo (tradizionalmente), femminile mentre lo western bondage è quello praticato nelle più intimi rapporti sado maso o sessuali dove "non importa come ti lego", purché sia efficace e sia utile a quello che stiamo facendo: godere. Sottolineo: godere, non farsi male!!!

Quello che segue è il primo shibarido-kata che sia mai stato scritto con la supervisione di Shinken Hayanawa Sensei. Gli splendidi disegni sono di Ozuma Kaname (小妻要, 1939 - 2011).

  • Ebi (海老), o Kuri (繰), o legatura a gamberetto (海老責め), mani detro la schiena, gambe incrociate o in posizione fetale. Al centro: Ebi tsuri shibari: sospensione a gamberetto e Agura, più morbido a dx. Il primo disegno è di una vera e propria tortura, il terzo è un gambero dolce sdraiato su un lato
Ebi (海老), o Kuri (繰)
海老責め
Ebi (海老), o Kuri (繰)
胡座 縛り
Ebi (海老), o Kuri (繰)
海老責め吊り

  • Sakasa ebi shibari: gamberetto rovesciato.
Sakasa ebi shibari
逆さ海老縛り
  • 1 Kataashi age tsuri shibari: Un piede alzato in sospensione parziale. 
1 Kataashi age tsuri shibari
片足上げ吊り縛り
  • Agura shibari: legata nella classica posizione Yoga con le gambe incrociate.
Agura shibari 胡座 縛り
胡座 縛り
  • Chokuritsu fudou ippon shibari: legata, vincolata in piedi.
Chokuritsu fudou ippon shibari  直立不動一本縛り
直立不動一本縛り
  • Gyaku ebi tsuri shibari: Appesa a gamberetto rovesciato. Varianti.
Gyaku ebi tsuri shibari  逆海老吊り縛り
逆海老吊り縛り


Gyaku ebi tsuri shibari  逆海老吊り縛り
逆海老吊り縛り

  • Katate kubi shibari: singolo polso legato. Oddio, questo polso ha una solo  giro quindi più vicino allo shibari da guerra ma il concetto è chiaro.


Nodo prusik mastrodesade
  • Kikkou shibari: legatura del corpo che termina con un disegno a dorso di tartaruga.
Kikkou shibari 亀甲縛り
亀甲縛り
    • Koutou ushiro te shibari: mani legate dietro la testa.
    Koutou ushiro te shibari 後頭後ろ手縛り
    後頭後ろ手縛り
      • Hashira ushirodaki: shibari al bamboo.
      Hashira ushirodaki 竹縛り
      縛り
      • Hishi ( hishi nawa shibari): quello che noi chiamiamo karada. Disegno a diamanti.
      Hishi 菱縄縛り
      菱縄縛り
      Immagine disponibile gratuitamente
      per condivisione ed uso da
      http://kboukn.blog.fc2.com
        • M ji kaikyaku tsuri shibari : Appesa a lettera M in sospensione. In questo caso laterale.
        M ji kaikyaku tsuri shibari M字開脚吊り縛り
        M字開脚吊り縛り
        • Mata nawa shibari (また縄縛り): quello che noi chiamiamo sukaranbo.

        Mata nawa shibari また縄縛り
        また縄縛り
        • Renkou tejou shibari: legatura  a manetta vincolata in cintura
        Renkou tejou shibari 連行手錠縛り
        連行手錠縛り
        Renkou tejou shibari 連行手錠縛り
        連行手錠縛り
        • Ryoute kubi shibari: entrambi i polsi legati
        Ryoute kubi shibari 両手首縛り
        両手首縛り
        • Tachi tsuri shibari: sospensione parziale.
        Tachi tsuri shibari 立ち吊り縛り
        立ち吊り縛り
        • Tanuki: procione, appesa mani e piedi, pancia sopra o sotto.
        Tanuki タヌキ縛り
        タヌキ縛り
        • Tasuki: legatura a cintura di kimono (anche ushiro tasuki: legatura posteriore).
        Tasuki 襷縛り
        襷縛り
        • Tejou shibari: legatura a manetta.
        Tejou shibari 手錠縛り
        手錠縛り
        • Tsuri: sospensione (1, un po' forzata ma...), Gyaku ebi tsuri shibari (2), gamberetto in sospensione.

        Tsuri 逆海老吊り縛り
        逆海老吊り縛り
        Tsuri 逆海老吊り縛り
        逆海老吊り縛り
        • Ushiro takate kote shibari: Mani alte legate dietro la schiena.
        Ushiro takate kote shibari ろ高手小手縛り(簡易型)
        ろ高手小手縛り(簡易型)
        • Ushiro te shibari: legatura delle mani dietro la schiena
        Ushiro te shibari 後ろ手縛り
        後ろ手縛り
          Inoltre:



        • Karada. Parola giapponese che significa corpo. Vestito di corde
        • Kinbaku  (緊縛). Nome, significa, legatura stretta, Kinbaku-bi (緊縛美) letteralmente “la bellezza della legatura stretta (serrata)”
        • Nawa shibari  (縄縛): nome, legatura con le corde. E’un termine coniato ma non esiste in giapponese.
        • Nawajutsu. L'arte di legare con le corde. Considerate i seguenti esempi dove il kanji 縄 sta per "nawa".
        • 責め縄 (semenawa): modo di legare adatto alla tortura.
        • 首斬縄 (kubikirinawa): modo di legare adatto alla decapitazione.
        • 火焙縄 (hiaburinawa): modo di legare adatto per il rogo.
        • 早縄 (hayanawa): modo di legare per un un iniziale arresto (veloce, haya= veloce, nawa=corda), e rapido bloccaggio a "terra".
        • 本縄 (honnawa): l'attuale modo complicato di legare una volta che la persona è stata arrestata.
        • Nawashi  (縄師): nome composto da Nawa, corda, e shi, maestro. Letteralmente "mastro di corde" e per estensione, "colui che lega". Nell'ambiente SM, l’artista delle corde. N.B.: come già vi dicevo il termine “Bondager” non esiste, è una parola del tutto inventata in ambiente italiano. (1 2).
        • Shibari  (縛り): nome, il legare o il legarsi con una corda.
        • Shibaru  (縛る): verbo, legare con una corda.
        • Western Bondage: legare non per costringere ma per stimolare gli organi sessuali, comunque per dare piacere.

        • Per una visione dei termini più ampi, siete pregati di seguire questo link. Vi dico che però è scritto in giapponese-inglese. In conclusione c'è pure da aggiungere che il giapponese è come il cinese. Lo stesso ideogramma può significare cose diverse. Una traduzione letterale è difficile da fare. Il punto è questo: lo shibari che vedete NON è un'arte marziale, non è manco un'arte codificata. E' tutta una storia recente e si può trovare l'esatto contrario nello stesso pezzo. Lo shibari tradizionale, quello da guerra, non prevede alcuna legatura ai bastoni, prevalentemente bamboo, quello attuale, si. Se guardiamo su un dizionario, il risultato kinbaku 
          (緊縛), ci da:/span>
          1. legare stretto,
          2. bondage sessuale (da http://jisho.org/words) E kinbaku-bi, 緊縛美, la bellezza della legatura stretta o la bellezza del bondage sessuale il che ci porta di nuovo ad un diverso aspetto. Si tratta della legatura di per se o la bellezza della situazione che la legatura a scopo sessuale ci conduce? 

          Fonti:
          http://realropebondage.com/about-japanese-rope-bondage-2/
          http://www.lastfm.it/user/jroots/journal/2008/09/01/255k9k_punishment_and_the_beauty_of_japanese_bondage
          http://www.bondageproject.com/public/history_e1.htm
          http://en.wikipedia.org/wiki/Japanese_bondage
          http://www.ropemarks.com/en/workshops/public/level2/index.php
          http://www.ask.com/wiki/Kinbaku http://www.japaneseropeart.com/RopeArt/History.html http://www.keibunsha.com/hst_jt.html
          http://tokyobound.com/blog/?m=201107
          http://www.ds-arts.com/RopeArt/History.html
          http://en.wikipedia.org/wiki/Japanese_bondage
          http://shinseidojo.wordpress.com/2009/10/06/roles-and-techniques-of-the-police-during-the-edo-period-1603-1867-by-dr-kacem-zoughari/
          http://www.e-budo.com/forum/archive/index.php/t-1996.html
          http://en.wikipedia.org/wiki/Hoj%C5%8Djutsu
          ed altre

          mercoledì 13 giugno 2012

          Conoscere il Giappone i 47 rōnin 四十七士 Shi-ju Shichi-shi

          Bon, vi siete letti Shōgun? :)
          Ecco, subito dopo passate ad una storia vera quella dei 47 rōnin e che poi rōnin non erano ma lo diventarono.
          Innanzi tutto chi sono i rōnin? Letteralmente r ō nin (浪人), significa "uomini che imparano a diventare samurai" o più comunemente "uomini alla deriva". State molto attenti alle definizioni linguistiche perché un uomo alla deriva è un "uomo senza padrone" in italiano.
          La storia comincia così. Due uomini molto diversi vennero incaricati dallo Shōgun Tokugawa Tsunayoshi di un compito. Il primo Kira Kozukenosuke Yoshinaka, maestro di protocollo e uomo avido e privo di senso del dovere, avrebbe dovuto insegnare al Daimyo Asano Takumi Naganori il "bon ton" per poi essere inviato presso la corte Imperiale dello Shōgun stesso.
          Assalto al castello di Kira
          Mentre Asano faceva questo per dovere, l'altro pretendeva denaro e ricompense ed in breve tempo tra i due sorsero dei profondi attriti che degenerarono in vere e proprie offese. Asano un giorno scoppiò, sfoderò la spada e ferì Kira. A seguito dell'inchiesta Asano, dichiarò che avrebbe preferito ucciderlo e in virtù della legge che vietava a tutti l'uso delle armi nel palazzo. Così gli venne imposto di fare "seppuku", di suicidarsi insomma e prontamente Asano obbedì. Alla notizia i suoi samurai decisero di non ingaggiare battaglia e difendere il castello e nemmeno di seguire il loro padrone nell'aldilà. Quarantasette di loro presero la decisione di una astuta vendetta che pianificarono nel giro di un anno. Nascosero le loro armi e le loro armature in un luogo segreto. Uno di loro si mise a fare strumenti di legno in un negozio davanti al castello per poterne controllare ingressi, turni di guardia, difese e quant'altro gli servisse. Oishi, l'ideatore del piano. si diede al bere frequentando locali malfamati,. Insomma le studiarono di tutte per far capire di non essere un pericolo, che erano uomini persi e che non avrebbero MAI meditato "vendetta" (giustizia).
          La notte nevosa del 14 dicembre 1702 diedero il via all'azione. I 61 samurai che difendevano il castello di Kira vennero travolti dai 46 rōnin. No, non ho sbagliato numero. In effetti uno di loro per non entrare in conflitto di "interessi" si suicidò ed era con i suoi compagni solamente di spirito. Tutt'oggi è conteggiato tra gli assaltatori.

          Il 14 febbraio successivo e a seguito della relativa inchiesta, venne ordinato anche a loro di uccidersi e Oishi ed i suoi, obbedirono immediatamente. I loro corpi cremati e seppelliti assieme, sono nel Sengaku-ji (泉岳寺) a Tokio, il tempio dei guerrieri e le loro tombe ancora molto rispettate.
          Alcune delle tombe dei ronin
          La storia ci insegna molte cose. Dall'ingiustizia può nascere un risentimento che spinge qualcuno a ripristinare la giustizia che è mancata. Che il costo dell'azione ha un prezzo e può arrivare fino a quello più estremo, quello della vita. Che nonostante tutto sono queste le azioni che in qualche modo cambiano il mondo in meglio e fanno riflettere tutte le generazioni future sul senso del dovere, dell'onore e della giustizia.
          La storia fu disegnata e tramandata da Kuniyoshi Utagawa con delle bellissime stampe del mondo fluttuante. Grazie all'attenzione di alcuni cultori, possono essere visionate qui o leggere la storia in modo più completo, qui e qui.


          domenica 10 giugno 2012

          Il guerriero e lo zen


          Vinci pure mille volte mille uomini in battaglia: solo chi vince se stesso è il guerriero più grande.

          Buddha

          venerdì 8 giugno 2012

          Lo scrigno del tempo

          Piccoli meccanismi lentamente si incastrano scandendo il suono del tempo. Si muovono magici al ritmo del tuo respiro. Finalmente la chiave, quella che apre tutte le porte è nelle mie mani. Tu sei il mio scrigno prezioso, il mio gioiello perfetto. Sintesi, universo, sogno e viaggio. Dove sei?
          MDS

          Mushin non mente


          “Il pensiero ostacola la natura e ostruisce la vera funzione. Non pensare, non agire; segui i movimenti della natura e il sé scomparirà. In assenza di sé non avrai avversari né in cielo né in terra. Non appena si manifesta anche un minimo pensiero cosciente, volontà e progetto ti separano dalla Via naturale. Vedi te stesso e gli altri come entità separate, come avversari. Mi chiedete quale sia la mia tecnica: la risposta è mushin (non mente). Mushin è agire in accordo con la natura, nient’altro.”


          Neko No Myojutsu (Le meravigliose tecniche del Vecchio Gatto)




          da: http://www.youkosoitalia.net/2009/01/23/aforismi-zen-mushin-non-mente/

          giovedì 7 giugno 2012

          Le foto che amo WykD Dave

          Kinbaku-bi
















          Siti di riferimento:
          http://rope dash topia.com
          http://wykd-dave.deviantart.com
          WykD.com
          http://www.modelmayhem.com/1472211

          Follie della vita

          Non è mia abitudine commentare i fatti di cronaca ma siccome quasi ogni settimana capita un "bischero" che abusa della rete, masteroni e mistressone che fanno danni, che "fregano" titoli e materiale, che non citano autori, che insomma ne combinano una dietro all'altra e per cui spesso sembro "incazzato" con il mondo, queste le scrivo.


          Mi sembra davvero che stia diventando tutto una follia. Rispettate la vita, rispettate i bambini, rispettate le persone che se è vero che avete diritto, come tutti di sprecare la vostra, non ne avete di rovinare quella degli altri. Nello stesso giorno leggo che la bomba alla scuola di Brindisi.
          Sembra sia stata messa dall'ennesimo folle per una vendetta contro il tribunale e così è stata rovinata la vita di tante persone incolpevoli tra morti, feriti, famiglie distrutte.


          Infine la folle che bombarda di messaggi il suo uomo con 5000 messaggi.

          Insomma ragazzi, datevi una calmata. 

          mercoledì 6 giugno 2012

          I rapporti, la semina e la raccolta


          Bah, non mi ricordo mica se ho affrontato questo argomento prima e siccome sono leggermente "fuso", non ho manco voglia di andare a vedere nei vecchi posts, quindi ricomincio d'accapo e chi s'è visto, s'è visto.
          L'unicità (ma che pure detto così è riduttivo).
          Negli anni ottanta probabilmente mi sarebbe fregato di poco. Altra età ed altre conoscenze. L'aids non c'era e non si conoscevano malattie tipo l'epatite c. Quelle che circolavano era gonorrea e sifilide, entrambe che davano un bel giramento di scatole ma insomma, non ti ammazzavano più. I rapporti erano molto allegri, andare a letto una cosa molto facile, divertirsi pure in più di due, idem. Insomma spensieratezza e voglia di stare assieme vivendo i momenti in ogni più completa profondità e serenità.
            
          Oggi sta cosa non si può più fare.
          Quello che già avete letto nei post HIV e malattie a trasmissione sessuale ed i modi di fare sesso protetto, ci DEVONO indurre ad usare prudenza. Non importa avere dei rapporti completi, alle volte è sufficiente un incontro BDSM senza le dovute cautele e crepare per amore o rovinarsi la vita per quattro o cinque ore di spensieratezza, passatemi il termine, mi pare davvero poco saggio.
          L'onestà dei rapporti nasce proprio da qui. I vari contagi, cominciano dalla sincerità oggettiva del tipo: "vedi qualcuno?", "No", poi il giorno dopo o qualche ora dopo, la tipa è nel letto di qualcun altro ai quali ha risposto alle stesse domande e lui ha fatto lo stesso con lei. Insomma ti puoi proteggere di sicuro con un preservativo ma contro le bugie imbecilli non c'è proprio modo.
          Il fatto è che il bdsm non piace a nessuno. Ci vogliono, come avevo già scritto tante di quelle protezioni che l'umanità all'interno del rapporto è segregata dentro "scafandri" protettivi. Una bella analisi saltuaria, una politica di prevenzione prima di tutto contro la superficialità strettamente legata ad una immensa dose di imbecillità.
          Dietro a questo, c'è anche un fatto interiore. Il bdsm non è un atto fisico, è un atto morale, coinvolge sentimenti se è "completo". Certo, si può fare sado maso come si può fare sesso senza sentimenti ma ci vuole una buona dose di intesa e di piacere di stare assieme. Per tutto il resto, per la profondità  ci vuole altro. Insomma non tutti sono "buoni" a spogliarsi come se fosse la cosa più naturale del mondo per godere qualche ora così come non a tutti piace l'idea di essere etichettati pubblicamente. C'è chi per queste cose ha perso il lavoro, c'è chi viene costantemente guardato come un marziano. Sai a me piace essere fustigato appeso a testa in giù! Dai, dai, dai, sono cose che riguardano la sfera personale, l'intimità. Fintanto che si parla di tecniche in generale va bene ma quando in quelle tecniche ci sei tu, alla fine non è, in genere molto producente da qualsiasi parte la si veda.
          Oggi le aziende controllano anche quello che tu pubblichi in rete. Se associato al tuo nome e cognome ci sono pure "cose" che vengono giudicate lesive o non appropriate nella loro "presentazione" o serietà verso il pubblico, probabilmente non verrete mai assunti. Manco un colloquio.

          A stretto contatto a tutto questo poi c'è la credibilità del partner. Se qualcuno ti mente su una cosa del genere, poi che cosa è vero e che cosa no?

          Bando alle ciance: ci incontriamo qui per una vera ragione. Soddisfare i propri bisogni "sessuali". Quelli che non possono essere discussi al primo incontro e manco al decimo con una normale conoscenza al bar, in sala da ballo o che ne so, al rave party. Cominciamo a parlarci se troviamo affinità di letto e proseguiamo nel vedere se ci si trova pure con un gelato, con tutte le altre problematiche o felicità della vita di tutti i giorni ma il bisogno principale è poter parlare e vivere assieme di quello che ci piace quando non abbiamo vestiti addosso. Se non stai bene assieme come diceva Radaaria nel post che le ho rilanciato, non importa nulla. Se non ci stai bene, non ti spogli, se ti spogli vai avanti, questa è saggezza e coerenza non altro e anche se è chiaro che ognuno è libero di vederla come meglio crede l'uscire da questo buon senso è come "voler fare un buco per terra e portarselo a casa".

          Infine c'è l'ultimo aspetto: la spettacolarizzazione. Se lo sdoganamento del sado maso ci ha permesso di parlarne è anche vero che qui sono affluiti curiosi di tutti i sessi e le età e gente che con il bdsm non ha niente a che vedere. E' vero che non si può mai sapere dove si trova il partner giusto ma anche vero che difficilmente riuscirai a trovarlo ad una cena o in un gruppo di amici con lo stesso interesse a meno di sorvolare su quello che a me sembra: un vero e proprio mercato di animali. A me piace, questo, a te quest'altro, sei carino/a, parliamo. Dai ragazzi, ci sono stato sopratutto nei primi anni della rete. No! :)
          Non è questo. Non è un mercato delle vacche o delle cagne o dei master. Cagna in privato, troia in privato perché c'è un legame, piacere, condivisione e tutto quanto rende magico un rapporto. Perché siamo prima di tutto un uomo ed una donna a confronto ed in quella situazione siamo liberi di esserci apprezzandoci e rispettandoci l'un l'altra anche nelle situazioni più "degradanti" o estreme.

          Quindi vi dico l'unica certezza che ho alla fine. Che è molto difficile trovare il partner giusto e che questo richiede spesso anni di ricerca e tante delusioni nel mezzo. Dico però che ognuno poi riceve quel che semina ed alla fine potrebbe pure non piacervi. Quindi se volete la differenza, fate la differenza. A lunga corsa, vince.

          martedì 5 giugno 2012

          Haiku

          "Senza fine le onde del mare di Ago
          salgono e scendono la riva rocciosa.
           Senza fine il mio amore. "

          Poeta giapponese sconosciuto.

          giovedì 31 maggio 2012

          comunicazione di servizio

          Non v'aspettate post per lo meno fino a domenica, ho una mostra fotografica e sto preparando le foto a forza ti ritocchi. Sono foto antiche e siccome qui le persone si svegliano (come al solito), all'ultimo minuto che le cose anche se gliele dici prima, entrano da un orecchio ed escono dall'altro, mi arrivano paccate di 40 foto a sera da ripulire e stampare o fare gigantografie
          Quindi, salto da una cosa all'altra, parlo con quella decina di persone con cui posso e a balbettoni.. Abbiate "pietà" (sempre di fantozziana memoria) :P.

          martedì 29 maggio 2012

          Shōgun qualcosa da leggere per capirci di più



          Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.


          Toshiro Mifune e Richard Chamberlain
          Yôko Shimada

          Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno.

          Perciò credete in Dio e nel paradiso.
          La morte non dovrebbe spaventarvi.
          Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
          Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pietà. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morirà, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
          Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenità e dalle sue parole.
          Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
           Contemplò il sole finché esso scomparve.
          "Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
          "Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
          Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
          E anche lei, e appartiene a un altro.
          E bellissima, sì, e molto saggia.
          Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.


          Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.

          "Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
          Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
          Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
          "Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quando lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
          "qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
          "Quali muri?"
           "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabu di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
          "Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
          "No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara, al vostro centro, per ricordarvi la transitorieta della vita, e aiutarvi a conquistare il wa, l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualita piu ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
          aveva riso.
          "Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
           Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
           "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spiegherà quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
          Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.


          Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.

          Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
          Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere.
          Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
          Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
          Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
          Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
          Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
          "Cos'e un kami, Mariko-san?"
          "Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
          "E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
          "Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."


          Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
          "Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
          Mariko senti la propria ira svanire e rise.
          "Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
          "Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
          "Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
          "Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
          "Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

          lunedì 28 maggio 2012

          Taiko 太鼓 i grandi tamburi giapponesi: il battito del cuore

          Taiko in giapponese significa grande tamburo. Questi anticamente erano posti fuori dai templi e venivano suonati per richiamare l'attenzione degli dei. Ancora prima venivano suonati durante le feste militari e durante le feste.
          Dagli anni '50 del secolo scorso, questa musica è diventata spettacolo e attrazione. Intorno nel '71 alcuni gruppi si riunirono nell'isola si Sado (Giappone), per preservare la loro cultura e la loro musica diffondendola attraverso i tamburi.

          I taiko si dividono per forma e dimensione:
          l'o-daiko, appunto il grande tamburo,
          i miyadaikos, quelli di media grandezza,
          lo shime-daiko, quello piccolo e infine,
          il gojinjo-daiko che viene appeso alla cintola.

          E possono essere conici o a forma di botte. Sono tamburi esclusivamente fatti ad ascia con molta, solita pazienza ed il risultato è spettacolare. La pazienza, la determinazione, il volere raggiungere la "perfezione", porta spesso a risultati eccelsi come questo.

          Kodō 鼓童

          significa infatti "il battito del cuore". Il suono di questi tamburi ricorda molto quello del nostro organo con tutte le sue variazioni. Il suono del Kodo non è altro che questo, il suono dell'anima.
          Attualmente vi sono gruppi che fanno diversi tipi di musica. Dal riarrangiamento di quella tradizionale a brani ex novo vanno dal classicismo scenico tradizionale, a rappresentazioni guerriere anche attraverso l'integrazione di più strumenti che non si limitano ai tamburi ed ai flauti.


          Il brano seguente è dedicato alla madre terra eseguito dal gruppo Kodo (Isola di Sado) e che ha fatto un grazi successo a livello mondiale per via della sua emozionante musica.



          Di seguito vi propongo due pezzi del gruppo TAO (non a caso è!), di Kuju Oita (Giappone). ll primo è un video di presentazione molto spettacolare, il secondo più lungo di un concerto live 2011, l'arte marziale del suonare i tamburi.





          Taiko è "come vuole la cultura giapponese, il corpo e il suono sono due cose intimamente connesse come la terra e il cielo." Il posto più bello dove vivere i nostri sentimenti.

          fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Taiko
          http://www.lifegate.it/it/eco/people/viaggi/viaggiare/kodo_l_antica_arte_nipponica_di_suonare_il_tamburo.html
          http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/06/news/kod_il_cuore_grande_della_musica_dei_tamburi-31058016/
          http://www.kodo.or.jp/news/index_en.html

          domenica 27 maggio 2012

          Pubblicazioni così per fare spettacolo

          Stamattina mentre riordinavo il blog e le tags, controllavo qualche galleria fotografica che è andata a farsi friggere e rimesso su le foto, sono imbattuto sull'ennesimo post in un ennesimo blog di un altrettanto ennesimo master di cui si parla principalmente di cultura bdsm, libri, film, scritti e cose del genere. Ovviamente il blog è protetto dal copyright su cui si dichiara che non bisogna scopiazzare ma l'autore da quel poco che ho letto scopiazza di brutto e non cita fonti.
          Oddio, da quel che scrivo alle volte sembra che stia qua a criticare il mondo e che le cose buone le faccia solo io. Naaaaaaaaaaaaaa. La prima cazzata è quando mi sveglio la mattina, la seconda è quando mi guardo allo specchio e la terza è quando decido di scrivere qui sopra e la quarta è quando sopravvivo alla giornata.

          Il vero mio problema se così lo posso dire è che mi guardo intorno è vedo così tanta superficialità e leggerezza e vedo gente che tenta di approfondire argomenti che tanti esperti hanno durato fatica ad approfondire in una vita di studio serio.
          Intanto il bdsm che facciamo noi deriva da una cultura giapponese, lontana nel tempo e la cultura non è solo scritti o immagini o dipinti o oggetti o architettura. La cultura nasce dal valore dei piccoli gesti della quotidianità ricoperti di una gran massa di più o meno grandi contraddizioni anche in serio conflitto tra di loro.
          Per chi vuole approfondire la nascita dello western bondage, suggerisco di nuovo il sito ti Tokyo bound
          dove è assolutamente necessario conoscere l'inglese.
          Pur avendo approfondito la cultura giapponese per anni anche per me è stato difficile capire alcune cose, sentirle dentro e viverle forse nel modo in cui davvero esse stesse si esprimono per loro natura. Alle volte è come leggere più volte lo stesso libro ed ogni volta riuscire ad afferrare qualcosa di nuovo, di vedere mutare quello che si pensava prima ed raggiungere ogni volta il suo cuore profondo. Insomma non si finisce mai di imparare ed imparando si sbaglia.

          D'altra parte n'è mica solo opera sua. L'altro giorno mi arriva una bella segnalazione di un "taccuino"  su cui una sedicente misstress "Cruddy" di soli vent'anni, aveva spudoratamente scopiazzato cosa sia il bdsm da questo blog, senza citarne la fonte ma semplicemente attribuendosene l'affinità intellettuale. M'importa un corno alla fine, lo senti vicino? Mi sta più che bene ma rispetta chi scrive di sana pianta, chi non cita il libro e la frase ad effetto ma secondo le sue esperienze, per quello che ha letto ha scritto qualcosa di unico, bello o brutto che sia.
          A che mi serve di parlare sul blog della recensione del libro x se non per invitare qualcuno a comprarlo e leggerlo e poi discuterne? Ti pagano? O.o. Oppure uno lo fa solo per attrarre persone e scambiare opinioni su questo o quell'altro che alla fine di sostanza non c'è nulla.
          Capire il bdsm significa capire il Giappone, il Giappone è evoluzione del buddismo tradizionale che è diventato shintoista ma che alle volte è un miscuglio del tutto e nessuno su questa terra è in grado si spiegartelo.




          "Il vuoto nella cultura orientale - 1
          Il taoismo, per il quale il vuoto è costitutivo dell’universo quanto il pieno (l’esempio classico è quello del vaso, che non si può pensare se non come cavità vuota circondata da materia utile a trattenere l’acqua), e lo zen, che esperisce il vuoto tramite “pratiche” rituali, mettono in evidenza ciò che è assente ma presiede a quel carattere, quell'essenza, universale che va sotto il nome di “impermanenza”. Il vuoto orientale è reale, concreto; ma in Occidente mancano le parole per configurare il suo operare, la sua luminosa in-essenza produttiva, di cui è possibile avere un’esperienza positiva attraverso le forme d’arte orientali che, invece di “rappresentare” un oggetto, “presentano” il vuoto tra le cose, ciò che le individua e distingue." http://www.meditare.net/vuoto

          Potrei dire che entro quello spazio vuoto ci sta la nostra anima ma sarebbe comunque riduttivo. Potrei dire più spazio e quindi più possibilità di espansione della nostra anima in quello stesso spazio ma sarebbe di nuovo riduttivo. Dove sta l'armonia, e l'essenza di ogni cosa e di ogni vita che la crea e la sensibilità per afferrarla? Non c'è. 

          "Vuoto e meditazione
          Il vuoto non è un'entità negativa, quindi da non confondere con l'inesistenza. Si tratta solo di una semplice assenza, di uno spazio autonomo, affrancato, apparentemente incoerente. E' come una cavità ricolma di nulla, ma pronta e disponibile ad accogliere come ad elargire, a ricevere quanto a donare. Quando i pensieri si diradano o il loro flusso rallenta sopraggiunge una pausa, una discontinuità e un'ordine a cui non siamo abituati e che viene interpretato come vuoto. Possiamo dirlo silenzio? Sarebbe meglio indicarlo come distanza dal consueto frastuono che permette di percepire ... l'armonia dell'inaudibile. Basta predisporsi, essere più attenti, pazientare, ascoltare ... 

          Invece di imparare a vuotarvi la testa, in genere ve la riempite di libri, di commenti, di idee vostre, di opinioni consolidate dove ragione sta spesso dalla vostra parte. Giusto. Ma se si parla di zen, no! Mollate i libri, mollate i preconcetti, mollate le vostre sicurezze, mollate le giuste incertezze piene di dubbi o nessuno riuscirà mai davvero a riempire una tazza già colma. E' più semplice così come fate voi? Di sicuro lo è ma non è zen, non è cultura giapponese e alla fine sono solo corde e sesso sciatto. Invece di sedervi, di pazientare di crescere di imparare perché fuggite se state bene? Non funziona manco nella visione occidentale il tutto ed il subito: "l'erba voglio non esiste manco nel giardino del Re".
          Altra cosa è voglio una sensazione forte, subito emotiva e quel che succede succede. L'ho appena scritto su fb: salite su un aereo, buttate fuori prima il paracadute poi vi lanciate voi. se riuscite ad afferrarlo, indossarlo e ad aprirlo in tempo avrete il vostro rush emotivo. L'effetto sui sentimenti e sulle relazioni è lo stesso, se ti va bene è una volta, per il resto sono solo SPLAT!

          E' la classica domanda da 10.000.000 di euri. Che cercate nella vita, la pura bellezza estasiante in grado di colpirvi immediatamente e stimolare subito le sensazioni o l'essere insignificante e brutto che riesca a farvi star bene a letto e fuori dal letto?

          Ad ogni giusta e personale aspirazione, il suo ovvio percorso. Nella prima ci sono gli orari, sei impegnato o meno,  il peso, il colore dei capelli, quante volte ti radi, che profumo metti, che abbigliamento indossi e via così. Nella seconda c'è solo l' "io e te" senza falsità. Guarda caso il sesso, il bdsm è l'unica cosa che non si può fare nella vita fingendo se non poche rare volte.

          Buona domenica.