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mercoledì 16 marzo 2011

Romantico o Passionale

Ogni tanto mi capita che se ne esce qualcuna che mi definisce "romantico". Ritonfa dico io:)

Mai stato romantico, anzi, passionale, parecchio passionale. 

Già! Uno scorpionazzo di quelli scorpionissimi come si vede pure dal tema natale. Sole Scorpione, Luna Scorpione, Mercurio Scorpione, Venere Sagittario, Marte Sagittario, Giove Ariete, Saturno Aquario, Urano Vergine, Nettuno Scorpione, Plutone Vergine, Lilith Scorpione, N nodo Cancro, Ascendente Scorpione.


Pardon ma non è lo scorpione il segno più passionale dello zodiaco e non il più romantico? Già, la passione è sofferenza (la passione di Cristo), la passione è istinto e guarda un po', l'istinto animale, è quello ricercato e voluto dal movimento naturalista di cui faceva parte il "mio" avo, Alfonse, Donatien, De Sade. La passione è fatta di cose reali, che si toccano, che si vivono perché ci sono. D'altra parte, passione e lussuria vanno davvero bene assieme, lussuria e romanticismo, mica tanto. Punti di vista? ;)

Passion


Passionale è anche sinonimo di impulsivo ed è vero, quando mi scappano i 5 minuti, spostati perché conviene discutere con un leone affamato piuttosto che con me. Devo infatti recuperare "razionalità" e ricondurre il tutto al ragionamento basato su fatti reali e non ipotetici.
Il sinonimo del romanticismo è sognatore. Il vivere le cose nei sogni mi fa decisamente "ink", mi sembra un'assurdità. Mi piace sognare cose che posso realizzare non lo svolazzamento continuo. Sarà per questo che Scorpione e pesci vanno d'accordo come il cobra con la mangusta? ;)
Ed ecco qua, ricercando pure su google immagini due diverse categorie delle stesse, eccone uscire le differenze sostanziali:


Romantica, due innamoratini che ammirano la luna sul mare

Oddio se andiamo a vedere il signifcato dei fiori, ci sarà pure il solito "ignorante" in materia che ciappa una rosa rossa e la utilizza per dichiarare il suo amore e pertanto diventa un fiore "romantico". Niente di più sbagliato.
Rosa rossa: passione. "Nel linguaggio dei fiori è senza dubbio la messaggera di un amore passionale e travolgente. Il rosso rappresenta il colore dell'amore, della vita, del sangue e del fuoco. Era considerato anche il colore del Dio della Felicità, che dispensava la ricchezza agli uomini." Oddio, regalare un mazzo di fiori è sicuramente un atto romantico a riprova che nella vita come nei sentimenti, le cose non sono mai del tutto disgiunte ma sono il frutto di un'abile cocktail più o meno raffinato e del tutto personale. Chi di noi per astratto vorrebbe solo una passione arida e priva di sentimenti? Credo pochi.
Anche nei fiori il significato si è adattato ai tempi. Mentre qualche anno fa per chiedere un'appuntamento "galante" ad una pulzella avrei regalato una Clidia (da Lady Clyde, a cui fu regalato per il medesimo motivo), oggi è praticamente sparito dalle carte dei significati floreali. Una rossa gialla: amor profano. Della serie: facciamo sesso? Oggi diventato infedeltà. Se fossi un romantico, forse il fiore più adatto da regalare sarebbe una rosa bianca di rosso screziata: amore tenero ed eterno. In due parole: "du' maroni";) !

sabato 12 marzo 2011

Monsieur Plaisir

Monsieur Plaisir, chi è questo signore?


E' il vero padrone assoluto della scena. Colui che unisce e fonde anime, pensieri, desideri, passioni, fantasie e le trasforma in una corruttibile realtà.
Monsier Plaisir è una persona che non esiste eppure è costantemente accanto a noi, è quel signore che da il sapore alla vita e che rende ogni attimo eterno ed irripetibile, quello che scrive nel cuore e nell'anima a fuoco il tuo nome. Il tuo vero nome.
Lo so, è tutto personale, ognuno di noi si raffronta a Monsieur Plaisir in modo diverso ma c'è un filo comune come un percorso principale che ci unisce tutti.



Ci spogliamo di sovrastrutture scavando dentro di noi e a piccoli passi andiamo e passiamo quella porta che separa la vita di società pubblica per entrare in quella "oscura", privata, fatta di paure e di desideri spesso inespressi.
"Cosa penseranno di me se sapessero?"


Quante volte ce lo siamo chiesti, quante volte temiamo il giudizio degli altri che si rifletta negativamente sulla nostra vita lavorativa e sociale? Tante, troppe. Viviamo in una società bigotta dove il piacere è conformismo ma il nostro Monsieur Plaisir è un vero bastardo. Ci strappa l'anima, ci stravolge dentro. Rende eccitanti spesso cose che ad un primo impatto ci fanno schifo. La paura, la sofferenza, il dolore, l'esibizionismo, l'anticonformismo, la voglia di estremo, il sentirsi annullati e non pensare ma solo sentire, sono le azioni reali di Monsiuer Plaisir. 

Noi che "controlliamo", mai abbiamo "quel" controllo sul bottom. Noi possiamo solo cercare di controllare Monsiuer Plaisir e trasformare il sesso in erotismo, una frustata in piacere per chi la riceve, un'asta alla meno di una serata di bsdm-sesso-esibizionismo, in altrettanto erotismo sicuro (SSC-sano sicuro e consensuale, coscienti del RACK e per il quale abbiamo preso tutte le preoccupazioni del caso). Abbiamo "abilmente" nascosto il rischio, l'abbiamo trasformato in timore e poi ancora di nuovo in eccitazione. Noi non controlliamo il bottom, controlliamo la scena per il bottom. In questa sta tutta la nostra abilità. Fintanto che Monsieur Plaisir rimane accanto a noi e ci suggerisce costantemente nuovi giochi e nuove situazioni noi siamo il Dio e la sua ancella, il piacere assoluto e non egoistico, la più bella realizzazione che rapporto possa costruire. Noi siamo uno.

mercoledì 9 marzo 2011

Il mio modo di affrontare le cose. Giusto o sbagliato, lo rimetto sempre in discussione.

Innanzi tutto ho una base tecnico scientifica e ce l'ho perché credevo e credo che nella scienza e nella natura si possano trovare un sacco di risposte alla nostra esistenza. Il metodo scientifico è variato nel corso del tempo. Si pensi che tutt'oggi, circa l'80-90% delle verità sostenute dagli scienziati di oggi, vengono smentite dagli scienziati di domani.
Non esiste pertanto una verità assoluta, ma una sola verità relativa che è valida in questo momento, con queste conoscenze e a questo stato dell'arte. Davanti da un nuova conoscenza, la verità di oggi può di sicuro diventare una non verità domani. La parte più difficile di tutto questo percorso, è l'accettare che quello che si dice o si pensa oggi possa radicalmente cambiare. Insomma che una certezza possa diventarne un'altra in poco tempo. Abbiamo vissuto così per tanto tempo nel corso dell'evoluzione dell'uomo nella storia della civiltà occidentale. I dogmi e le verità assolute della bibbia o di Platone o di Aristotele, erano presti appunto come verità inviolabili. In effetti la terra non è al centro dell'universo, probabilmente vi sono addirittura più universi quindi una mente aperta è fondamentale per conoscere e scoprire cose nuove.
I miei due principi base sono quindi la teoria della relatività di Einstein in cui tutto è relativo e niente è assoluto. Oddio, non sono un genio ma la cosa più strana tra le strane che sono accadute nella mia vita è che sono arrivato ad alcune "verità", scoprendo che qualcun altro prima di me le professava. Una sola immensa differenza: quello aveva scritto 4 lettere prima di me ed in quelle 4 lettere ci sta un' "apocalisse": E=mc2.
Ed ecco i principi in ordine: 

  • E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
  • Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.
  • Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.
  • La fantasia è più importante della conoscenza.
  • Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore.
  • Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?
  • Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei.
Oddio, questi sono aforismi ma aforismi che esprimono il modo di pensare, di vivere e di affrontare le cose di una persona ma hanno un valore, un valore assoluto perché detti così sono dei veri e propri "principi" ed in effetti, io sono il pazzo. Tra tutte le cose questa è quella che si avvicina di più ad una certezza sempre più forte.
Spesso mi vi vedete o sentite controbattere i dogmi affermati da Caio, Tizio o Sempronio alle volte in modo "feroce". Mi disturba il vedere o il sentire qualcuno che si eleva a semidio professando le sue verità come assolute. Non ne esistono in linea di principio ma scusate la contraddizione in termini, questa è una verità assoluta.
Mi spiego meglio: la mela cade dall'albero ad una accelerazione di 9,81ms2 sulla Terra. Su Marte no. Quindi esistono due verità che nell'insieme sono relative ma anche assolute. Se allo stato attuale dico che alle 9:31 di oggi qui a Firenze è una bella giornata, non lo stesso si può dire magari a Vancouver. Entrambi diciamo delle verità assolute ma in effetti sono solo delle verità relative rispetto al luogo, alla nostra sensibilità, al tempo.

I dogmi esistono solo nella fede e non ho fede negli esseri umani ma solo nelle loro idee. Gli esseri umani bruciano sul rogo perché altri sono atei. Gli esseri umani inquisiscono e torturano per difendere la validità dei propri principi perché vi sono altri esseri umani che la pensano in modo diverso. Il rispetto delle pluralità, dei modi di pensare e di vivere altrui dovrebbe essere alla base del vivere "civile", mentre troppo spesso il "civile", è solo imposizione.

D'altra parte il confronto è il vero ed il solo mezzo di crescita e di miglioramento. Confrontiamo i prezzi, confrontiamo le auto, confrontiamo ogni genere di prodotto o d'idea prima di scegliere quello che reputiamo migliore per noi e per chi ci sta vicino. Confrontiamo perfino i metodi sul fare le cose, figuriamoci.

Riferimenti culturali da wikipedia:

martedì 8 marzo 2011

Black Sugar - Mirva: Legare il Corpo per Liberare l'Anima o il contrario?

Eravamo in barca distesi al sole navigando per le isole pontine. Ad un certo punto ci mettiamo a chiacchierare di nodi e dei "cappi ad occhio". Io che non so fare un cacchio pensavo che fosse necessario avere la testa di una cima per fare una gassa ma l'amico prontamente mi riprese. "No", disse, "si può fare una gassa anche a mezza corda". 
"Aspetta," continuò, "che non mi ricordo."
Le sue mani ricercarono nella testa la sequenza dei movimenti ed in 2 minuti venne fuori questa: "la gassa d'amante a cima doppia o gassa alla portoghese".



Quindi no, non "servono due capi di una corda per fare un nodo". Non servono neppure nella gassa spagnola ed in quella tripla. Per continuare, nemmeno sul nodo a doppino ed in quello margherita ed infine ancora ma solo in alcuni casi, nel "nodo parlato", nel "nodo di bozza" e nel nodo "mastro". Beh, questo non lo conoscete e non si trova manco in rete ;)
In altre parole, se "Maometto non va alle montagne, le montagne, di nuovo, vanno a Maometto" :)
Dato che questo post è nato da un altro, di Mirva Blacksugar, in cui titolo è "

"Legare il corpo per liberare l'anima". Però mi seguita  venire in mente i modo insistente quella famosa poesia di Saffo: "Le ragazze sono come le mele sugli alberi"


Le ragazze sono come le mele sugli alberi.
Le migliori sono sulla cima dell’albero.
Gli uomini non vogliono arrivare alle migliori, perché
hanno paura di cadere e ferirsi.
In cambio, prendono le mele marce che sono cadute
a terra, e che, pur non essendo così buone,
sono facili da raggiungere.
Perciò le mele che stanno sulla cima dell’albero, pensano
che qualcosa non vada in loro, mentre in realtà
“Esse sono grandiose”. Semplicemente devono essere
pazienti e aspettare che l’uomo giusto arrivi, colui che sia
cosi coraggioso da arrampicarsi fino alla cima
dell’albero per esse.
Non dobbiamo cadere per essere raggiunte, chi avrà
bisogno di noi e ci ama farà
di tutto per raggiungerci.
La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per
essere calpestata, né dalla testa per essere superiore.
Ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere
protetta e accanto al cuore per essere amata.

Ed ancora il gesto materiale di cogliere quella mela, avvicinarsi all'albero, guardarle tutte appese, valutarne il colore, la consistenza e la bellezza. Una volta scelta, l'afferrarla, il torcerla per coglierla con il picciolo, e rimuovere la polvere del campagna per rivelare tutto il suo splendore. Così poi andrò a riporla nella fruttiera o nella cassetta per gustarla nel momento migliore.
Ecco. Liberare la mela dalla polvere, dai preconcetti, dai pregiudizi e solo poi avvolgerla. Che dalla mela, sorga una farfalla ;).

Vado a finire il post che ho dovuto "mollare". Non vorrei che Mirva pensasse che la sto "snobbando". E' solo una questione di diversi punti d'approccio :)

lunedì 7 marzo 2011

Si possono davvero condividere le emozioni?

Uno sguardo in un desiderio

Vorrei ridere con gli occhi
invece che con la bocca,
ascoltare con il cuore
invece che con le orecchie,
volare con le gambe
invece che con la fantasia,
vivere con tutta me stesso
invece che sognare con la mente,
riuscire ad esprimere ciò che sento
senza riconoscere che invece mento.

Perché è così difficile descrivere un sentimento
quando mi accompagna sempre senza lasciarmi tempo?
Vorrei poter essere al di sopra del giudicabile
e al limite del descrivibile...
Vivere per un attimo fuori dagli schemi
e guardare la realtà con disprezzo
cioè com'è veramente:
ridotta ad un cumulo di niente...

Non voglio giudicare la realtà di oggi,
di superiorità non voglio far sfoggi,
vorrei che tutto si fermasse,
che un senso si acquisisse,
che gli uccelli smettessero di cantare,
la pioggia di cadere,
i pesci di nuotare,
i serpenti di strisciare,
la sofferenza di dilagare,
il buio di opprimere...

Vorrei che il silenzio si facesse più denso,
facendo ascoltare a tutti ciò che penso,
che il cielo cambi posto con il mare
cosicché ognuno sarà costretto a guardare
il mondo in cui vive e che ha creato,
quest'eden imperfetto e sbagliato.
Il mare non viene ascoltato,
il cielo non viene guardato,
quello che si pensa non ha importanza,
lo si chiude tutto in una stanza.

La luna che illumina le nostre notti d'amore,
forse perderà un giorno il suo bagliore,
ma non voglio cambiare il mondo adesso,
voglio solo che lo si guardi più spesso,
così si vedrebbe che niente sarà più lo stesso.
(autore originale non rintracciato)

"È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai"
tratta dal libro "Seta" di Alessandro Baricco

domenica 6 marzo 2011

Il chi ed il che

Eppure sono entrambi pronomi relativi. Eppure si associano a significati diversi.
Colui che, non è di certo Chi.
Chi, è identificativo di qualcosa con un significato intrinseco. Chi è Mastrodesade? Chi è Giacomo Puccini?
In una parola tutta l'esistenza di un uomo, il suo valore è concentrato un una parola: chi.
Poi Giacomo Puccini è anche un musicista ma in effetti chi è, non è quello che fa. Giacomo fa alcune cose con maestria perché semplicemente ha un carattere, delle inclinazioni, dei desideri, dei sogni, delle gioie e delle tristezze. In conseguenza di ciò la sua vita e la sua esistenza si concretizza verso le cose che lo appagano e che gli riescono meglio. In altre parole è l'uomo che fa il musicista non il musicista che fa l'uomo.  Nessun musicante, nessun musicista avrebbe mai potuto scrivere delle arie così belle.



Forse oggi ci facciamo le domande sbagliate. Non chiediamo l'uno all'altra "chi sei", ma solo "che cosa sei". Ne escono fuori dei discorsi vuoti, spesso stereotipati.
"Chi sei?"
"Sono una slave e tu?"
"Sono un master"
e via così.
Il chi sei rimane in un cassetto e le anime si perdono nel dimenticatoio.








Musica di Giacomo Puccini, testo di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.
"Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza far risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina – mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura. – Io con sicura
fede lo aspetto."


sabato 5 marzo 2011

Dominanti e sottomessi: istruzioni per l'uso? Di Althea De' Rossi


Mi capita, sempre più sovente, di leggere sfoghi di dominanti contro sottomessi e viceversa. A mio modesto parere, si è perso un punto molto importante: siamo esseri umani, prima di essere "ruoli".


Non è stato ancora creato un manuale d'istruzione per approcciarsi ad un dom o un sub, cosi come nei rapporti umani, ci sono le incognite.

Può verificarsi che uno dei due si innamori e l'altro corrisponda, cosi come può capitare che si abbia la sfortuna di incontrare chi cerca solo un passatempo sessuale ma questo, non capita anche nella vita di tutti i giorni?

Queste sono le mie considerazioni del tutto personali, molto probabilmente non ho ben compreso certi meccanismi di questo mondo così variegato e complicato. Ultimamente mi imbatto in nuovi e sempre più convinti "GURU" del mondo bdsm, personaggi che sono stati illuminati da chissà quale verità... io non seguo decaloghi o bibbie ricolme di saggezza, ho sempre cercato di seguire quello che è il mio essere, usando, per quel che mi è possibile la testa. A volte mi è andata bene, riuscendo a creare legami che mi hanno permesso di crescere, mentre altre volte, non ha funzionato e questo, non perché le persone siano sbagliate, ma perché non si è creata la giusta alchimia. Non si può costruire un rapporto sulla base di un manuale e questo, avviene anche nei rapporti cosiddetti normali.

La schiavitù è stata abolita da tempo, chi sceglie di donarsi. lo fa con l'anima, con la convinzione di iniziare un percorso a due, condividendo le stesse passioni e chi riceve questo dono dovrebbe cogliere questo regalo come qualcosa di prezioso.

Non voglio cadere nella retorica e neanche dispensare pillole di saggezza, perchè saggia proprio non lo sono, anzi, il mio è solo un voler condividere in mio pensiero su un mondo che spesso provoca un dolore che non porta piacere a nessuno.


Di Lady Althea De' Rossi