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mercoledì 23 maggio 2012

Qualcosa che penso, si chiami civilità

Avevo già scritto qualcosa del genere ma non lo ritrovo. Quindi se non lo faccio io che ho composto ogni pagina di questo blog dubito che riusciate a farlo voi, quindi lo riscrivo come post e lo metto pure dentro ad una pagina così che sia ben visibile.
Sembra pure capitato a proposito che la quasi le stesse cose accadano all'amica Rryl, comunque sia, questo è il quanto.

Quando si entra in un blog individuale, entrate sempre e comunque in "casa" di qualcuno. Adottate lo stesso rispetto che chiedete per voi stessi.


Potete avere discussioni anche accese, non mi offendo sulle opinioni ma m'arrabbio quando si superano i limiti della decenza, quando sento sparlare alle spalle, quando si riportano frasi non vere tanto per attribuirsene la ragione, quando venite qua tanto per chiedere un consiglio, per scoprire una tecnica o per qualche ora di conforto dietro le vostre pene d'amore o di relazione. Non sono uno psicologo e se anche lo fossi probabilmente vi riceverei nel mio studio, non qui. Troppe volte quando sono stato ad ascoltare poi mi ritrovo che finita la crisi manco il buon giorno o il buona sera. Vero, niente è dovuto ma appunto, vale in entrambi i casi.


Non ho MAI rivelato identità personali che voi stessi non abbiate rivelato pubblicamente per vostra scelta magari sui vostri stessi siti o su un social network.

Non sono MAI andato su un sito o su un blog a commentare in modo negativo qualche post. Ho solo messo apprezzamenti su quelli che mi piacevano ed evitato accuratamente di disturbare con opinioni che innegabilmente potrebbero essere diverse a meno che articoli o foto, siano stati inseriti su social networks e quindi "soggette" per loro stessa natura, a critiche o apprezzamenti anche forti.

Non sono qui per cercare, sono qui per conoscere. Un blog è un messaggio in bottiglia, chiunque si riconosca con queste idee in genere lo frequenta, risponde e commenta. Niente è dovuto, magari un caffè, il resto boh, si vedrà.

Non mi impadronisco di idee o di lavori altrui. Citare non è un demerito personale è un merito verso colui o colei che ha scritto o creato. Nonostante questo quando chi ho citato con tanto di link e “merito” relativo non è rimasto del tutto contento e me lo ha fatto notare, ho riscritto il post sottoponendolo alla sua attenzione perché fosse così approvato o soggetto ad ulteriori modifiche. Poi magari mi accorgo che qualcuno che frequenta il blog e che approva in un certo qual modo queste regole, sul suo sito di ufficiale protegge i suoi lavori con le leggi d’autore mentre sul suo blog clandestino (o personale), posta frasi, poesie, fotografie e quant’altro d’altri autori e manco lo virgoletta. Bleah.

Non mi permetto di giudicare le scelte di vita altrui o i fatti e gli eventi che li hanno portati al loro stato attuale. In altre parole non mi frega se hai le tette di silicone per una mastectomia, se hai un’antiestetica cicatrice per via di un incidente o di una operazione, se sei sposata, fidanzata, vedova, se sei sieropositiva che magari uno stronzo te l’ha attaccata senza dirtelo. Non mi frega se hai il culo che risente precocemente della gravità, se sei bassa, tonta, alta o a pallini. Non mi frega come, cosa e chi preghi se lo fai. Quello che mi frega è solo cercare di capire come e perché magari sei arrivata li ma se mi piaci, devo solo rendere merito alle tue esperienze di vita. A quelle scelte, giuste o sbagliate che ti hanno reso CHI SEI adesso e dal caso che ci ha fatto incontrare.

Non scrivo troppo di tecniche. Chi ha letto il blog dall’inizio capirà il perché. Per chi non l’ha fatto, queste sono le ragioni: non voglio offrire tecniche complete ad improvvisati masteroni dell’ultima ora che poi dicono che sia roba loro ed invece hanno solo letto in qua e in la. Capita tutte le settimane ed è meglio evitare. Non voglio che nessuno si faccia male per aver letto una tecnica, averla fatta propria senza le adeguate conoscenze e che poi chi l’ha “subita” si trovi in situazioni a dire poco spiacevoli. Sono della “vecchia scuola” nata in paesi esteri. L’incolumità fisica e mentale di chi “gioca” con me, è il valore assoluto su cui non si deve manco discutere.
Non scrivo molto manco di vita vissuta. In questo caso spesso ci sono i sentimenti. Non è uno spogliare Tizia e Caia e raccontare quello che è stata una serata. Quello che leggete è molto “vagliato”, particolarmente asettico e non destinato manco ad un’eccitazione di un racconto erotico. Non che non mi riesca ma non sono qua per scrivere racconti e i sentimenti in piazza non metto i miei, figuriamoci quelli di chi ha scelto me donandomi i suoi. I gioielli stanno negli scrigni, nelle casseforti e non nelle pubbliche piazze.

Se leggete qualcosa nel blog, anche se è magari indirizzato a qualcuno/a è in genere molto impersonale. Cancello ogni possibile riferimento prima di metterlo in “piazza”. Le cose importanti chi le doveva ricevere le ha avute in posta, in modo diretto, chiaro e argomentato. Il resto, per cortesia, non si senta coinvolto in post che alla lettura possono anche essere facilmente fraintesi. D’altra parte sono anch’essi esperienza di vita, quindi li scrivo per motivo di riflessione non di “attacco” o critica pubblica.

Mi pare il quanto ma ovviamente mi riservo il diritto di modificare questo post in qualsiasi momento e se siete riusciti ad arrivare in fondo, grazie per la vostra pazienza ed interesse.

martedì 22 maggio 2012

Contatti

Ma come è strano.
Inizi una conversazione con qualcuno e ad un certo punto quel qualcuno sparisce. Nessun messaggio, nessuna telefonata, nessuna mail. Semplicemente scompare.

Sulle prime ti chiedi come mai. Che gli sarà successo. Provi tu a chiederti del perché tutto ad un tratto s'è zittito. Che diavolo hai detto di "offensivo" o di "sbagliato"? Ci pensi e ci ripensi e niente ti giunge alla mente. Provi a chiamare per sapere se è successo qualcosa, ma nessuna risposta arriva. Il telefono squilla a vuoto ed il numero si vede e di nuovo nessuno richiama. Provi con una mail ma manco a questa arrivano risposte. Allora o è successo un casino serio oppure e più semplicemente non vuole risponderti mentre tu di nuovo ti chiedi nuovamente che cazzo hai detto di sbagliato o di offensivo ma non trovi giustificazioni a  tale comportamento.

Qualcun altro mi scrive e mi dice che sul blog scrivo delle cose bellissime ma forse anche qui lo sono perché le senti vicino al tuo modo di pensare oppure boh, lo sono davvero come assoluto e non me ne accorgo ma allora mi chiedo di nuovo, se quello che leggete poi lo sentite vicino perché alcuni si comportano così in aperto contrasto a quello che dicono di pensare? Alcuni... riduttivo. Alla fine è la maggioranza.

Ho solo alcune certezze: che se vuoi assaggiare una lumaca prima poi devi metterla in bocca che se anche ti fa schifo l'idea, poi magari ti piacciono e pure tanto. Che non si può, se non veramente raramente prendere due piccioni con una fava sopratutto se la fava è fasulla. Prima o poi anche i piccioni s'incazzano. Che le apparenze sono spesso ingannevoli e per ricordarlo userò una storica novella.

E' sempre una ruota che gira zoppa e la giustificazione rotea intorno al cerchio senza mai toccarlo. Una retta infinita che trapassa solo false illusioni di se.

Ti guardi dentro, guardi fuori e alla fine capisci anche se non ti pare vero. E' così assurdo non dare la stessa coerenza che si chiede per se. Non attacco se non sono attaccato. Se ho da dire qualcosa te lo dico in faccia e non ho MAI fatto commenti dietro alle spalle di qualcuno. Insomma nessuna vigliaccheria, per lo meno il coraggio dei miei pensieri e delle mie azioni ce l'ho. Non pretendo che qualcuno legga questo blog. Non cerco nessuno, non faccio proposte. Non vado su blog altrui a scrivere cazzate. Non cerco protagonismo. Questo qua è quasi un diario dove esprimo i miei pensieri e i miei concetti. Non v'è nessun obbligo, di nessun genere se non quello dell'educazione.
I rapporti sbagliati nascono e si evolvono in modo sbagliato perché vi sono persone SBAGLIATE e che seguitano a nascondersi dietro la loro insulsa superficialità e leggerezza. Sono più che convinto che persone così non potranno trovarne altro e solo paritetiche per ritrovarsi alla fine ad essere ripagati con la stessa moneta. Insomma, non è niente di strano. Quando al pisano noi recitiamo il vecchio detto: "meglio un morto in casa che un pisano all'uscio", in genere questo risponde con un deciso: "che Dio ti accontenti". Ecco, è la stessa cosa. 


"Siediti sulla sponda di un fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." - proverbio cinese.

domenica 20 maggio 2012

Il fuoco e la candela

Quando la scienza non era in grado di spiegare cosa fosse la chimica e cosa davvero alimentasse il fuoco, c'era un bel quesito Zen, una metafora che aiutava a riflettere.

La domanda era questa: "Cos'è più importante il fuoco o la candela?".

Anche oggi chi non approfondisce l'argomento, qualcuno tende a rispondere l'uno o l'altro eppure non sono separabili. Vero, oggi sappiamo che il fuoco si genera seguendo la regola delle 3 c, il triangolo del fuoco. l'ossigeno, il calore (energia), il combustibile. Oddio, non è del tutto vero, ci sono dei fuochi che bruciano anche in assenza di ossigeno ma questa è la regola base.
Ecco, l'amore in una relazione un rapporto di bdsm segue una regola simile:

Ci vuole coerenza altrimenti la fiducia non si svilupperà mai.
Ci vuole fiducia altrimenti non si riuscirebbe a donarsi.
Ci vuole calma e non avere fretta che il giudizio immediato alimenta decisioni affettate.
Ci vuole pace con se stessi altrimenti questo si rifletterà sul partner.
Ci vuole comprensione verso il partner altrimenti tutto si trasformerà in egoismo.
Ci vuole sincerità altrimenti le bugie o le cose non dette si trasformeranno velocemente in incomprensioni.
Ci vogliono pochi limiti perché i limiti spesso diventano dei paletti insormontabili.
Ci vuole rispetto altrimenti ogni gioco diventerà abuso.
Ci vuole intesa che altrimenti tutto quanto detto prima non si incastrerà mai.


Lo faccio on line, adesso, mettendo assieme un po' di geometria e questi "requisiti", giusti o sbagliati che siano. Magari ne manca qualcuno, magari sono troppi. Immaginiamo assieme come se fiducia, calma, pace, comprensione etc. etc., siano i raggi di una ruota e la loro lunghezza sia relativa alla "quantità e all'intensità" che ci ognuno ci mette.
Se il raggio della ruota è troppo corto o troppo lungo, questa non rotolerà in modo corretto. Sarà un'ellisse se troppo lungo con continui sobbalzi o un cerchio con un incavo facile alla rottura. L'assenza totale di una o più raggi indebolirà la ruota che a lungo andare cederà di nuovo. E' stupido paragonare sentimenti e qualità ad una ruota? Forse lo è ma rende bene il concetto così come il fuoco e la candela e anche questo può racchiudersi in una parola sola: armonia.
Mentalmente è un buon allenamento così come il vaso per la meditazione, insomma è solo un modo per riflettere sull'argomento, uno dei tanti possibili. Visualizzare il vaso o la ruota per imparare a meditare ed arrivare alla fase della non-mente non sarà difficile ma ci aiuterà anche a valutare un po' meglio i nostri limiti e confrontarci con gli altri per un rapporto costruttivo, intenso e duraturo.

venerdì 18 maggio 2012

Percorsi evolutivi e relazioni

Le contrapposizioni della visione occidentale e quella orientale della vita e dei rapporti sono mutevoli e contrapposte. Nel corso del tempo vi sono stati diversi movimenti che hanno abbracciato prima il pensiero  teologico, poi scientifico e tra questi grandi gruppi l'umanesimo, il naturalismo e via così in ordine sparso. La verità è che queste sono solo teorie costruiste, influenzate cioè dall'educazione sociale che riceviamo. La verità credo, sia nell'ambiente intorno a noi, nella natura nella sua stessa essenza. L'unico problema è liberare la mente e cercare di capirle in modo distaccato così che le nostre opinioni non possano influenzarlo.
D'altra parte anche Albert Einstein sosteneva che "Ogni cosa che puoi immaginare, la Natura l'ha già inventata", il punto è che spesso non lo capiamo, vorremmo che fosse in altro modo, siamo così presi dal nostro egocentrismo che non riusciamo a vedere quello che c'è.
Nella nostra testa esiste ancora una parte del cervello che è quella di un rettile. Molto simile a quella di un coccodrillo attorno alla quale si è evoluto il nostro cervello sapiens. Questa parte è in grado di annullare ancora ogni nostro ragionamento, ogni riflessione più alta. Ci sono prove che indicano come nelle persone istintive o che perdono l'autocontrollo, che questa parte rettiliana sia così forte da dominare ed annullare qualche milione di anni di evoluzione. 
Spesso ci affidiamo all'istinto, sopratutto in amore. Il colpo di fulmine
"Ida" - il rettile da cui probabilmente discendiamo
, la sensazione forte che magari una persona ci fa e non ci fermiamo mai a cercare di capire i presupposti per cui magari con Tizio o Caia siamo arrivati a quella esplosione di sentimenti perché non è solo istinto ma anche predisposizione.
Spesso ci avviciniamo. Secondo la teoria di McLean e per adesso riconosciuta come molto "valida" (1, 2, 3), dalla nostra parte rettiliana dipendono i comportamenti come quelli del controllo del territorio, l'attrazione sessuale, la parte temporale, e gerarchica fra le altre. Se questo è vero, allora è vero anche che possiamo sviluppare un controllo di questa parte istintiva attraverso la conoscenza di se stessi e l'allenamento. Chi riesce a controllare i flussi adrenalinici ed emotivi, alla fine non fa altro che questo. Impone alla sua stessa testa di far passare in secondo piano l'istinto rispetto al ragionamento. Così che le emozioni sono in gran parte proprie delle cellule fusate (spiacente non c'è in italiano, siamo degli ignorantoni in questo paese :P), ed anche queste le coinvolgi se ti viene insegnato a farlo, se ti imponi di farlo, se non sei superficiale e lasci che le cose vadano per come le senti. In questa frase c'è tutto il ragionamento evolutivo di base. Mi accontento, non mi pongo troppe domande, non faccio intervenire su quell'argomento una parte della mia testa che piano, piano si assopisce.
Di nuovo ha ragione la filosofia zen. Se non conosci te stesso (e come ragioni), non puoi conoscere gli altri. Semplicemente perché non sei in grado di ascoltare gli altri. Non sai chi sei, non ti frega, ti frega solo di quel che senti. Spesso e volentieri le domande o le situazioni a cui "sottopongo" una nuova conoscenza sono proprio atte a cercare di capire il modello di persona che ho davanti. La risposta istintiva in base al bisogno del giorno, mi fa storcere la bocca. Significa non auto controllo. Inutile tentare di dare loro risposte articolate o profonde. Non ci arrivano. Non dipende da me o da te o dalla luna. Dipende dalla natura per come li ha dotati e per come hanno scelto di essere. Il libero arbitrio e che non è quello divino.
Quindi Fucsia mi domandi se è possibile che gli incastri esistano. Si, esistono e li ho vissuti e sono quelli la cui parte istintiva è stata soppressa anzi, armonizzata e bilanciata con tutto il resto. Non vi sono possibilità di incastri perfetti nel solo istinto perché è l'assenza stessa di ragionamento. C'è solo l'illusione d'arrivarci. Un'ora, due. Tre giorni, un anno o dieci ma prima o poi questo porta alla distruzione del rapporto istintivo che in effetti non esiste nessun rapporto. Solo l'illusione del medesimo.

Le persone così cercano solo il fuoco fatuo. La fiamma che brucia un giorno e che gli riempie di ormoni. Tutto e subito, veloce, senza costruzione ma niente dura senza costruzione. La natura è costruzione, le opere dell'uomo sono costruzione, gli uomini stessi cono costruzioni evolutive che hanno "eliminato" quelle altrettante forme evolutive che non servivano o che erano incomplete o non adeguate. Sono scomparsi i Neanderthal, gli Agrestis, gli Erectus e gli Abilis. Costruisci senza fretta. Stai bene con quella persona un'ora, due, tre? stai bene dentro di te per quello che ti da, per come ti relazioni, per come cresci con lui o lei? Vai avanti, cerca di capire se ogni mattone è messo nel modo giusto e correggilo e non avere fretta e questo è il viaggio, di nuovo ha ragione lo zen. Un passo alla volta libera la mente dai pregiudizi, dalle piccole convinzioni, dalle paure, dal volere adesso e con pretesa quello che potrai di sicuro avere domani con una testa ed un cuore diverso, fuso con chi hai intorno.

Così solo hanno un senso gli insegnamenti zen. "Posso indicarti la via ma sta a te percorrerla" e sopratutto devi vuotare la testa che il the in una tazza piena non ci entra. Re impara te tesso. Se non ti conosci non puoi manco decidere cosa davvero ti piace che dipende dal momento rendendoti non solo ingestibile ma anche incontentabile. Non ingannare. L'inganno crea delusioni e le delusioni sfiducia. Posa l'ipocrisia che va tanto di moda desso dell' "io non giudico". Ognuno giudica in ogni momento ed in base al giudizio sceglie ogni singolo passo. Se vuole un caffè, se vuole un the, se si accende una sigaretta, se decide di prendere un caffè con te o se si fa levare le mutande o meno e sopratutto giudica se gli piace quello che ha scelto.

Tu Fucsia che come altre ti affascini dietro a quel "meraviglioso segreto" dei ciliegi innamorati, la bellezza di quella metafora però, racchiude anche qualcos'altro che non è solo passione, amore, sentimento. E' la stessa cosa della vecchia domanda se sia nato prima l'uovo o la gallina. Ti rispondo con sicurezza, la gallina. L'uovo è il modo che la gallina ha scelto per riprodursi. Senza gallina non ci sarebbero uova, così come per i due ciliegi non vi sarebbero né fiori né radici da intrecciare. Percorsi evolutivi e costruttivi lenti ma che portano a meravigliose creazioni e stati d'animo.

Un mix di sana empatia, ragionamento, conoscenza di se, capacità di relazionarsi al compagno, voglia di voler capire ogni singola ora e far funzionare le cose. Non importa andare oltre o affrontare il tutto con un metodo scientifico, l'importante è non fermarsi all'oggi ma in quell'oggi trovare le ragioni per costruire il domani. Vivere quel momento, afferrarne ogni senso, funziona ma capire anche perché funziona per lo meno il metodo non i meccanismi.
Che me ne faccio di una che dice continuamente io sono empatica, sento molto le cose quando solo l'io è l'importante? Parliamo di relazioni e intrinsecamente queste coinvolgono più persone. "Io", funziona solo se è li per "me" in reciprocità. L'esempio fondamentale ce lo ricorda ogni anno Alfred Nobel che inventando la dinamite si accorse che questa veniva usata per uccidere piuttosto che per salvare vite dentro le miniere ed una speciale commissione assegna alle persone meritevole per il loro operato un premio in denaro. Non è cosa sei, non è cosa dai, ma è come "usi" tutto questo che fa la differenza.
Non pretendo che siamo tutti uguali, sai che palle? :P Quindi se tizia se n'esce con un "io sono così o ti sento o non se ne fa di nulla" anche se magari ti sei spogliata ed hai goduto come una matta è un discorso inutile, incostruttivo e sterile. Non arrivi a niente oltre a quello, "hai" le stesse sensazioni e ragionamenti di un'ameba. Ho fame, mangio, ho voglia, scopo. Mi piaci, così a pelle, facciamo di tutto. Poi esci di li con una fregatura colossale e dopo qualche mese si accorgi che la persona che hai conosciuto non era quella che credevi. La colpa è "tua" non sua che pure t'incazzi se te lo dico. Rimane colpa "tua", sei destinata alle delusioni perché costruisci solo delusioni. Gente così è piena, è la maggior parte e si rifiutano di affrontare quello che sono. I due ciliegi, sono qualcos'altro, mi spiace.

Non è un peccato, non è un'offesa, non è niente altro che una costatazione ed una verità che se l'accetti stai bene e magari domani la delusione la metti in conto e sarà meno bruciante ma in genere se glielo dici si offendono e scappano rinchiudendosi nella loro solitudine e nei loro desideri.
Cerchiamo di capirsi che questi non sono MAI attacchi personali ma solo opinioni e momenti di riflessione o constatazioni su avvenimenti successi. Niente di più ma è altrettanto chiaro che una relazione non può essere solo sesso, solo sentimento, solo passione, solo riflessione ma un adeguato e bilanciato mix di tutto questo. Insomma tra una rifugio di canne ed un grattacielo c'è la sua intrinseca differenza e se la prima ventata poi la spazza via non è colpa del rifugio. E' colpa di chi ha scelto pochi rami intrecciati senza la  capacita di distingue e apprezzare le differenze tra quello ed un grattacielo. Il rifugio d'altra parte è semplice da costruire, nel grattacielo ci sarà il giusto mix di ferro, con il giusto carico di resistenza, uno studio nella ricerca delle migliori soluzioni che permettano al grattacielo di alzarsi sempre più in alto e resistere meglio ai venti, ai terremoti o alla piccola vita di tutti i giorni fatta di usura e di buchi nel muro per i quadri o per gli appliques. La nostra compagna è il nostro grattacielo, è perché lei c'è che noi voliamo. Questa coscienza l'ossatura portante di una relazione ed anche questo è zen, si chiama armonia. Le radici sono profonde non amano in genere la superficialità, cercano la profondità e la sostanza ed il nutrimento che ivi trovano per crescere e svilupparsi. Non avere fretta, che la montagna si muova, che il vento si muova, non importa. Piano, piano le radici, PIANO, PIANO, lentamente si uniranno!

Io non sono migliore di nessuno, sbaglio come tutti, forse di più ma alla fine penso che la sola differenza sia quella di avere una coscienza di quel che sono. Magari alla fine vincono loro ma la differenza tra il farsi una frittata ed il riuscire ad andare sulla luna o trovare una soluzione informatica è tutta li. Affrontare le cose, capire le cose, cercare soluzioni, non arrendersi, volere, con desiderio profondo e forte arrivare all'obbiettivo, ostinazione ma apertura mentale a possibili nuove soluzioni. Alla fine anche quella del codice è stato come l'uovo di colombo che ha fatto quadrare il cerchio. Nessun cambio di codice, solo un div scritto in un linguaggio vecchio a cui il sistema ha dato risposta. Aggiungo questo dopo aver pubblicato il post visto che qualcuno m'ha accusato di finire spesso di parlare di me. No, è solo il mio punto di vista. quell' "io" è maledettamente impersonale ma rimane il mio modo di pensare di come vedo le cose. Quell' "io" che non penso di aver fatto niente di che alla fine. Non è "bravura" o auto celebrazione, rimane l'esaltazione di un metodo adottato che porta a giusti risultati alle volte, come questa. Altre volte no, ti fa battere solo musate.

Non stancarsi di cercare, accettarsi ed accettare gli altri che una scopata o una session è solo istinto ed una relazione con l'incastro perfetto è anche ragionamento e non nella "fortuna di avere incontrato la persona giusta".

giovedì 17 maggio 2012

Haiku Yamabe no Akahito

"Spezzarti, per portarti via,
sarebbe troppo doloroso, invero,
o fiore di ciliegio;
ma piuttosto sotto i tuoi petali rosa
starò ad ammirarti fino al tuo appassire."

Haiku di Yamabe no Akahito






mercoledì 16 maggio 2012

Non solo bdsm programmazione html e validazione codice w3c

Risolto un problemino che affliggeva la rete da diverso tempo. Soluzioni più o meno abbordabili ce n'erano in giro ma testate sul campo, alla fine quasi nessuna di queste funzionava o ci obbligava a fare dei salti mortali nella scrittura.
Il problema è nei famosi tasti di facebook mi piace ed invia che sono scritti in html 5 e che non entrano in pagine scritte nei linguaggi precedenti tipo xhtml 1.0 strict o transitional, xhtml 4.1 strict o transitional e via così.
Pensa che ti ripensa, l'altro giorno ho deciso di risolvere il problema e la soluzione è arrivata alla fine della giornata a forza di tentativi e di ragionamenti.
La deduzione finale che è sempre quella che ti fa trovare il modo è che seguendo la logica, il pulcino è sempre figlio della gallina che l'ha fatto quindi il pulsante base.
fb-like è in qualche modo ancora legato al pulsante principale preesistente nella sua pagina php di riferimento. Per ingannare il w3c ovviamente non si può scrivere il codice in modo tradizionale ma inzupparlo in un iframe e inserendo in una stringa unica i pulsanti di formattazione. Questo risultato:



si ottiene con la seguente istruzione:

<iframe src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=miosito.com/&amp;
show_faces=false&amp;layout=button_count&amp;color_scheme=light&amp;width=400&amp;
action=like&amp;colorscheme=light" scrolling="no" frameborder="0"
style="border:none; overflow:hidden; width:400px" class="like_fb"></iframe>

si può modificare anche il color scheme sostituendo il light con il dark ma colora solo il pulsante mi piace ed il numero, non la scritta ampia al posto della finestrella con il nr.

Fino a qua, forse poco anche se "notevole". Il vero problema suvviene però con il bottone invia la pagina a:
<fb:send href="http://example.com"></fb:send> questo qua, rimediabile alla pagina https://developers.facebook.com/docs/reference/plugins/send/ insieme agli altri "pre codici".

Il punto è che href etc. etc.. viene letto come un errore, non esiste pagina di riferimento come con l'altro pulsante .php quindi non può essere inserito in un iframe e manco scritto in java con document.write.

Però si può bypassare il link href togliendolo e semplificando l'istruzione a un semplice <div class="fb-send"></div> che è scritto nelle versioni html precedenti così il pulcino è diventato la gallina rendendo inutili tutti i tentativi di fb di fare adeguare al proprio sistema di scrittura le proprie pagine.

Ovviamente si può inserire il tutto una tabella formattata in caselle sequenziali in questo modo:

<table width="254" border="0">
<tr>
<td width="120"><iframe src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=http://www.mastrodesade.org/&amp;
layout=standard&amp;show_faces=true&amp;color_scheme=dark&amp;width=400&amp;
action=like&amp;colorscheme=light" scrolling="No" frameborder="0"
style="border:none; overflow:hidden; width:120px; height:20px" class="like_fb"></iframe></td>
<td width="118"><div class="fb-send"></div></td>
</tr>
</table>
Ovviamente dopo il tag body della medesima pagina, va scritto un piccolo java:

<div id="fb-root"></div>

<script type="text/javascript">(function(d, s, id) {
  var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0];
  if (d.getElementById(id)) return;
  js = d.createElement(s); js.id = id;
  js.src = "//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1";
  fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);
}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));</script>

Il risultato che vedrete alla fine in una pagina web php o html di qualsiasi versione esattamente quello che vedrete in fondo a questo post solo che sarà validato w3c in modo assolutamente corretto.

Chi capisce un po' di programmazione credo che questo post sia di facile lettura e che il valore di questa semplice soluzione risolva una grossa, pesante parte delle validazioni w3c attuali D'altra parte solo un paio di siti dedicati italiani avevano tentato di risolvere il problema ma aggredendo solo la problematica del tasto  mi piace e non dell'altro. I siti americani ed inglesi, avevano tentato di fare la medesima cosa ma anche qui con soluzioni abbastanza complicate che andavano da una diversa dichiarazione DOCTYPE ad aggiunte di codici suppletivi incasinando di nuovo la stessa validazione.

lunedì 14 maggio 2012

Pensieri



"Voglio affogare nella profondità di una persona piuttosto che nuotare sulla sua superficialità e salvarmi" - Renato Cherchi