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martedì 4 novembre 2014

Tempo


E adesso sono serio, serissimo.


Per andare al sodo, per fare bene il  proprio lavoro ci vuole dedizione e passione in quello che si fa.
Per avere un animale domestico, per fare un corso di fotografia, di ballo, di cucina, di aggiornamento lavorativo (etc., etc.), il requisito non cambia ed è strettamente legato al tempo che gli si dedica.
Non per niente il tempo in fisica, è lo spazio-tempo (Einstain), ed è un concetto inseparabile legato fin dal principio al modello standard dell'universo. Il tempo corre insieme allo spazio e lo spazio prescinde dal tempo.


"Qual è colüi che sognando vede,
che dopo ’l sogno la passione impressa
rimane, e l’altro a la mente non riede, 
cotal son io, ché quasi tutta cessa
mia visïone, e ancor mi distilla
nel core il dolce che nacque da essa"

(Come colui che vede in sogno qualcosa, e dopo il sogno gli rimane impressa (nell’animo) l’emozione provata, ma il contenuto della visione non ritorna alla sua memoria,


in questa condizione mi trovo io, perché è scomparsa dal ricordo quasi tutta la mia visione, ma ancora sopravvive (distilla: fa piovere qualche stilla) nel mio cuore la dolcezza del sentimento che da essa si generò.)
Dante A., Paradiso, canto XXXIII

Che l'amore in tempi in cui Dio è centrale nella vita possa comunque stimolare sensazioni forti, terrene e estreme è chiaro anche in Dante e chi non ricorda il canto V dell'inferno dedicato a Paolo e Francesca?


Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.


Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.


Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».


Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».


Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.


Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».


E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.


Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.


Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.


Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.


Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,


la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».


Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangea; sì che di pietade

io venni men così com'io morisse.

E caddi come corpo morto cade.
L'amore, che subito accende i cuori gentili,
fece innamorare quest'ottima persona,
che mi fu tolta in un modo ch'ancor m'offende.


L'amore, che induce chi viene amato a ricambiare, mi prese così forte per le maniere di costui, che, come vedi, ancor non m'abbandona.

L'amore ci portò a una stessa morte:
Caina in sorte attende l'assassino".
Ecco le parole che ci dissero.


E io, dopo aver ascoltato quelle anime travagliate,
chinai il viso e rimasi così mesto che il poeta
a un certo punto mi chiese: "A che pensi?".


Io gli risposi: "Ahimè,
quanti dolci pensieri, quanto desiderio
condusse costoro al tragico destino!".


Poi mi rivolsi direttamente a loro
e chiesi: "Francesca, le tue pene
mi strappano dolore e pietà.


Ma dimmi: al tempo dei dolci sospiri,
come faceste ad accorgervi
che il desiderio era reciproco?".


E quella a me: "Non c'è maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
nella disgrazia; cosa che sa bene il tuo maestro.


Ma se tanto ti preme
conoscere l'inizio della nostra storia
te lo dirò unendo le parole alle lacrime.


Stavamo leggendo un giorno per diletto
come l'amore vinse Lancillotto;
soli eravamo e in perfetta buona fede.


In più punti di quella lettura
gli sguardi s'incrociarono, con turbamento,
ma solo uno ci vinse completamente.


Quando leggemmo che il sorriso di lei
venne baciato dal suo amante,
costui, che mai sarà da me diviso,


la bocca mi baciò tutto tremante.
Traditore fu il libro e chi lo scrisse:

quel giorno finimmo lì la lettura".

Mentre uno spirito questo diceva,
l'altro piangeva, sicché ne rimasi sconvolto,
al punto che svenni per l'emozione


e caddi come corpo morto cade.
Ricambiare significa dedicare il proprio tempo, le proprie attenzioni, le proprie emozioni. Dove non ci sono, v'è solo falsità e materialità che in questo campo puù pure esserci, perché no ma sarebbe come baciare e non sentirne il sapore, bere e non essere dissetati. La storia di Dracula, condannato a vivere una vita vuota senza sensazioni.

2 commenti:

  1. metterci passione e dedizione, dedicare tempo e attenzioni, credo sia anche una bellissima forma di rispetto per l'altra persona.. purtroppo spesso sottovalutata...

    Rileggere Dante è sempre un piacere!! Grazie per questa chicca!

    luna

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  2. Si e verso se stessi anche. Credo.
    Grazie a te che leggi i miei pensieri.
    Harigato.

    RispondiElimina

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