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sabato 30 gennaio 2016

La lealtà

Mi sono imbattuto in una cosina oggi che mi ha fatto riflettere. Sono diversi giorni che cerco di fare un post particolare sugli animali, la sessualità ed i sentimenti e non riesco a farlo.

Così seguo quello che mi colpisce in giro e tac, ho letto sul frontespizio di un'amica:
"Amo la lealtà".

Così mi son messo a cercare  e cercare perché siccome non mi  ricordo un cazzo, poi chi ha detto cosa sparisce nell'Alzheimer di un drago rimbecillito. Che cosa è la lealtà?
"Gli Hasidim ebrei del II secolo a.E.V. si consideravano veramente leali. Il loro nome viene da chasìdh, il termine ebraico per “leale”. Deriva dal sostantivo chèsedh, spesso tradotto “amorevole benignità”, “amore leale”, “benignità”, “bontà”, “misericordia”. Secondo l’edizione inglese del Grande Lessico dell’Antico Testamento, chèsedh ha una connotazione “attiva, sociale e permanente [e] indica sempre non solo un atteggiamento umano, ma anche l’azione che deriva da tale atteggiamento. È un’azione che preserva o favorisce la vita. È un intervento a favore di chi ha subìto una disgrazia o è in pericolo. È una dimostrazione di amicizia”."

...

"Essendo sinonimo di amorevole benignità, il termine lealtà contiene anche un forte senso di reciprocità. Chi vi mostra amorevole benignità si può aspettare in cambio la stessa cosa. La lealtà viene ripagata con la stessa moneta. Che Davide si rendesse conto delle implicazioni di chèsedh è evidente dalle sue parole: “Mi inchinerò verso il tuo santo tempio, e loderò il tuo nome”. Perché? “A motivo della tua amorevole benignità e a motivo della tua verità”. (Salmo 138:2) Beneficiando dell’amorevole benignità di Geova, Davide si sentiva chiaramente spinto ad adorarlo e lodarlo. Perciò, man mano che osserviamo l’amorevole benignità di Geova nei nostri confronti, proviamo il desiderio di contraccambiarla? Per esempio, se il nome di Geova viene biasimato, non vi sentite spinti a parlare in sua difesa perché ci tenete alla sua reputazione?" [1]


Bene. L'esempio stesso della negazione della lealtà che si creda o no in Gesù di Nazareth, rimane sempre Giuda. Trenta denari per tradire il Maestro (ops, un master!!!), poco vale la vita di una persona in fondo. Sono solo multipli di quello che fu. L'auto di denari ne vale qualcuno in più, la casa idem, il lavoro idem, la valigetta dei giochi idem. Insomma, sempre di denari si tratta.
La lealtà è una brutta bestia.

Attilio dice: "Quando trovo gente leale mi sento un re, capita pochissimo e per me è oro.
Quando provo ad essere leale mi metto in gioco, sono veramente poche le volte in cui il mio interlocutore non se ne approfitta." [2]
La lealtà non è un'utopia. E' un sentimento come tutti. Sono i sentimenti che danno equilibrio alle persone. I loro sentimenti sono, in fondo il loro valore. Ergo, tanto più interlocutori si trovano che se ne approfittano, tanto più persone che valgono poco, si trovano. Semplice matematica.
"Il bambino impara ciò che vive 
Se vive nel rimprovero, diverrà più intransigente. 
Se vive nell'ostilità diverrà più aggressivo.
Se vive nella derisione, diverrà più timido.
Se vive nel rifiuto, diverrà uno sfiduciato.
Se vive nella serenità, diverrà più equilibrato. 
Se vive nell'incoraggiamento, diverrà più intraprendente. 
Se vive nell'apprezzamento, diverrà più comprensivo.
Se vive nella lealtà, diverrà più giusto.
Se vive nella chiarezza, diverrà più fiducioso.
Se vive nella stima, diverrà più sicuro di sé.

Se vive nell'amicizia, diverrà veramente amico per il suo mondo"


Nessuno perde la capacità di imparare anche se nel corso degli anni diverrà sempre più difficile. Il SM dovrebbe far recuperare questi stati d'animo.
Serenità è praticamente felicità. Senza serenità non c'è niente. Puoi fare e vivere tutto quello che vuoi, rimarrai sempre scontento.
Incoraggiamento, significa dare fiducia, credere in quella persona e fa sentire oltremodo apprezzati.
Finito il tempo in cui ti senti buono/a a niente. Tu sei, vali.
Apprezzamento, é dare merito a chi è. E' essere presenti in ogni forma, cattiva o brutta. Apprezzamento per migliorasi assieme sempre e solo nell'Etica della reciprocità o Regola d'oro.
Lealtà morale, principio base dell'affidamento prima, del legame dopo.
Chiarezza di quello che sei, di quello che fai, perché lo fai, portarla a casa, distribuirla a chi è accanto a te.
Stima perché nella degradazione pura, nella "perversione" pura, la stima è la coscienza che una donna è rimane ed anzi diventa donna e non si umilia né di fronte a se stessa, né di fronte a chi glielo fa. L'amicizia che è quella che da valore e rispetto a tutto quanto prima. Se sei amico, non puoi smettere di essere amico a comando, non puoi tradire l'amicizia manco per amore o per comodo. Sei quello che vuoi essere in fondo. Sempre ti viene data l'opportunità di dimostrare chi sei ed il tuo cambiamento. Senza una morale, sta roba non la senti, non la trasmetti, non la condividi. Il sapere e la conoscenza quindi la crescita, si basano proprio sulla condivisione.
L'odio, il basso interesse, il non vedere oltre il proprio naso, il farsi accecare dal male che ci si porta dentro, dal comodo che spesso è la via più facile è quello che ti rende poco e lo sei agli occhi del mondo. "Si può ingannare una persona per un giorno ma non tutto il mondo per sempre", così recita una perla di saggezza. Prima o poi i cartelli vengono fuori veri. Quelli che magari per un po' uno ha levato ma che l'odio ti impone di rimettere. Non ti puoi nascondere. Nessun buco è profondo così tanto da farti sparire perché nessuno può sparire da se stesso.
E poi tutto a un limite e non mi stancherò mai di ripetere che senza un limite ed un equilibrio tutto diventa l'opposto. Per avere serenità in fondo è sufficiente non avere sentimenti. Così che non esista il giusto e lo sbagliato, non esista il bene ed il male. In poche parole, non esista umanità. Alla fine è meglio un gatto o un cane o quello che ti pare perché per lo meno da amore senza condizioni pur non sapendo le stesse cose. L'uomo senza sentimenti ed empatia, il suo equilibrio, è quello che ti tradisce, costantemente, inesorabilmente. Non impari. Non è una lezione di vita è semplicemente l'assenza della vita. E' il perché va tutto a puttane, è l'egocentrismo ed il menefreghismo. E' dove sono passato e non c'è una vera ragione per cui in qualche modo rialzarsi. Si, ogni tanto sorge il desiderio, il rimpianto, la volontà di ricercare quel qualcosa che hai sentito e hai (creduto erroneamente), di aver vissuto in verità ma hai la coscienza che in questo cazzo di paese (culturalmente), il merito, l'amicizia, il rispetto e tutto quanto ci può stare, semplicemente non esiste. Nessuno vuole che lo sia. E' il paese dei furbetti. Si portano via i cavoli ammazzando la capra e distruggendo il famoso orto. Poi che cazzo fai quando hai finito il cavolo? Vai a fregarlo a quello accanto fintanto che quell'accanto non si incazza ed il cavolo te lo infila su per il culo. L'Etica del casino assoluto! Ecco.

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