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martedì 18 gennaio 2011

La paura e l'eccitazione. un momento particolare che + anche non esistere.

C'è di mezzo un altro bar, un agriturismo e un'altra slave. Per chi vuole leggere avverto: è una nota con dettagli espliciti.

Con paola ci vediamo sotto casa sua in un giorno di mezza settimana. sa bene che voglio vestiti pratici. Non voglio vincoli, voglio spogliarla ed usarla dove e come mi pare o per meglio dire, quando occasione opportuna possa essere colta.
Quella sera decide per un maglione nero ed un paio di fusò. Scarpe altrettanto nere con il tacco. Andiamo verso il centro della città e mentre guidiamo mi viene in mente un posto dove si + bere qualcosa e si + anche tentare qualcosa di piccante. Ovviamente mi sono preparato la serata. ho fissato un appartamento, so quanti ospiti ci sono a dormire e dove dormono. So dove + tardi la porterò ma voglio scaldare la serata.
Quindi il locale: sotto vi sono tavoli, il banco in un unica stanza. Sulla sinistra c'è una scala a chiocciola di ghisa che conduce in un corridoio dove ci sono 3 piccoli tavoli da due e poi in fondo a sinistra, in una piccola saletta quadrata con altri 4 tavolini. Sui due lati della stanza, due ampie finestre fanno si che si possa sporgendosi, vedere chi c'è sotto.

Dopo un po' arriva la cameriera. ne sentiamo distintamente il rumore sulla scala. ordiniamo e dopo una decina di minuti arrivano i drinks. Pago. rimaniamo soli. qualche chiacchiera poi le mie mani raggiungono il suo seno. cerco i suoi capezzoli, li uso e non ci mette molto a gemere. Passo la mano sotto al maglione c'è il reggiseno. lo alzo sopra il seno e continuo. so che le piace molto quando gioco con il suo seno ed insisto. alzo il maglione praticamente fino al collo, afferro il reggiseno, lo slaccio da dietro e le dico: toglilo. senza sfilarsi il maglione dal collo, lasciando sempre il seno scoperto, sfila una manica, poi l'altra ed il reggiseno se ne va. Ovviamente reinfila le braccia dentro alle maniche, potrebbe dover ricoprirsi velocemente.
Le accarezzo le cosce risalendo fino alla fica e la massaggio cercando di tirare il tutto il + a lungo possibile. Ansima e farnetica frasi con molto senso. "ci vedranno" dice, ed io rispondo "vedranno che sei una zoccola" e continuo a chiamarla per come si merita sapendo che le parole faranno il suo effetto nel contesto.
Infine le dico: "alzati". Esegue mentre le afferro fusò e mutandine che porto direttamente alle caviglie. seguito a stare seduto davanti a lei mentre uno, due dita le penetrano dentro cercando ancora di + eccitazione e la trovano. Insisto mentre lei mugola. La faccio sedere sul bordo della sedia. Abbiamo una buona intesa. si fida anche se sa che mai le dirò prima cosa ho preparato per lei. le allargo le cosce, voglio che le tenga bene aperte mentre con una mano comincio un deciso ditalino misto a penetrazione e con l'altra le tormento i capezzoli.
Gode, si morde le labbra cercando di non farsi sentire ma gode sempre di + ed è difficile mantenere il controllo e via via che cresce, mi faccio sempre + deciso. Non ricordo il tempo ma credo siano passati buoni 45 min dall'inizio. ovviamente non voglio che venga e mi fermo sempre un attimo prima, cambio ritmo o passo dal dito ai colpi sulla mano sul clito. Non so + quante urla le sono rimaste in gola e già da tempo mi offende chiamandomi bastardo, stronzo ed altri epiteti del genere.
Sentiamo le scale di nuovo, qualcuno in arrivo. Si riveste in fretta ma è tutta sgarruffata. sulla mie mani il suo odore ed i suoi umori tengono alta l'eccitazione.
andiamo le dico. Raggiungiamo l'auto. le faccio di nuovo calare i fusò e alzare il maglione. guido con una mano sola mentre l'altra continua a tormentarla. Mi prega + volte di fermarmi e di sbatterla ed ovviamente non obbedisco. Le sue mani cercano il cazzo e lo trovano ma le impedisco di slacciarmi i pantaloni. Oramai non gode +.. semplicemente soffre godendo.
Arriviamo al luogo. é tranquillo notte fonda. Qualche auto posteggiata. Ho le chiavi in tasca ovviamente. Fa l'atto di rivestirsi ma le dico: "no, leva tutto". Si toglie le scarpe, mi consegna maglione, mutandine viola e fusò. le riconsegno le scarpe che sul ghiaino non è il caso di camminare. esco. apro la porta, controllo che non vi sia nessuno poi la invito a seguirmi.
Cerca di correre ma la stoppo: "vai piano" le dico. "se qualcuno ti vede  non devi nasconderti. chiunque sia o siano, tu dovrai accontentarli perché io ti offrirò". sulla sua pelle che accarezzo i brividi. Sono traquillo perché chi c'è è oramai a letto da un pezzo e non si sogna di uscire. Probabilmente è impegnato come noi. Entriamo. Chiudo la porta mentre lei mi rimane a fianco. Mi chino e di nuovo le ravano la fica furiosamente.. gode, cola come una fontana. Saliamo la prima rampa di scale fino al pianerottolo. lei davanti. La rifermo. Mi chino di nuovo e stavolta la bocca si unisce alle dita e nessun buco viene risparmiato. Dilato l'ano. lecco profondamente mentre non smetto di toccarla. letteralmente implora. Saliamo la seconda rampa... stavolta la faccio chinare a pecorina e lecco deciso.. a quel punto credo non sapesse manco + dov'era. Paura di essere vista, la situazione di tutta la serata e la durata sono state micidiali, l'adrenalina è a mille, gli ormoni pure. a dire il vero non ne posso + manco io e la conduco in stanza. mi spiglia, s'inchina e succhia sussurrando tra l'uno e l'altro una serie di "dammelo".
Certo che glielo do, dico tra me e me. ma non come ti aspetti e lo spingo in gola. Si fida, si lascia fare, vince gli urti di vomito e spingo. Esce un sacco di saliva e scopo quella dolce indimenticabile bocca. La faccio stendere e ricomincio a scoparla nel "buco" sbagliato mentre di nuovo lecco e tocco fintanto che non mi esplode in faccia. Mi giro. non parla +.. mugola e basta ed adesso sono dentro di lei fintanto che non perde il conto.. poi esplodo anche io.

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