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lunedì 24 settembre 2012

sabato 22 settembre 2012

Se il mio cuore potesse parlare

Oggi mi viene così...


"Se il mio cuore potesse parlare,
quante cose avrebbe da dire,
ti narrerebbe di passioni profonde, sentimenti sinceri,
perché tu lo sai, egli non sa cosa vuol dire mentire,
non conosce ragione,
non cerca ricchezza,
a lui basta anche solo una languida carezza.
Quello per cui vive, batte e combatte,
è qualcosa che va ben oltre ogni illusione.
Quello che lui cerca e ricerca con forza incessante,
è un sentimento vero, profondo, vibrante,
per cui ogni cosa è disposto a sacrificare,
per quell'irruenta, incontenibile, voglia d'amare.

Voglia d'amare e di essere amato,
ma quante volte è stato ingannato,
deriso, usato, umiliato,
quanto dolore, furore ha provato,
quante volte è stato spezzato,
molte volte l'ho sentito ferito,
ma non l'ho mai visto sconfitto.
In lui non c'è posto per il disprezzo,
non serba rancore, non brama vendetta,
anche se a volte ciò che gli resta è soltanto tanta amarezza.

Tutto questo però non l'ha cambiato, non l'ha inaridito,
è sempre rimasto lo stesso,
anzi ogni volta il suo pulsare si è fatto più intenso,
ed io ho continuato a sentirlo, a seguirlo,
perché è dal mio piccolo cuore che scaturisce ogni mio sentimento,
senza di esso non esiste emozione.
In ogni cosa che penso, che dico o che faccio,
in ogni mio singolo gesto, c'è sempre del mio cuore il riflesso.
Ah, se lo lasciassi fare, ogni cosa lui saprebbe trasformare,
ed ogni mio sogno diverrebbe realtà,
e la realtà un sogno bellissimo da cui nessuno mi potrebbe svegliare.
Ah, se il mio cuore potesse parlare,
le corde melodiose dei tuoi sentimenti saprebbe far risuonare.
Se potessi farti sentire il suono della sua voce che ti sfiora la pelle,
che ti sussurra dolci parole,
come solo lui sa fare, che lui solo può usare.
Quel suo dolce bisbiglio,
come il tenero canto d'un'usignolo al risveglio del giorno
desterebbe il tuo cuore assopito,
ed il loro battito diverrebbe uno solo,
sommesso, profondo,
eppur così forte da far sembrare silenzio tutto ciò che sta intorno.
Così potente da zittire di colpo,
tutto l'odio, l'invidia, l'arroganza del mondo.
Così penetrante da far risaltare ogni particolare,
tanto che basta un sorriso, uno sguardo per farti sognare.
Ah, se il mio cuore potesse parlare..."

X. Wheel


giovedì 20 settembre 2012

L'uccello riconoscente


L'uccello riconoscente


C'era una volta un povero uomo chi visse in una piccola capanna. Era all'inverno e nevicava. Un giorno, rientrandosi a casa, sentì un rumore strano. Abbastanza sorpreso, egli andò al campo per trovarne la ragione. E lì c'era una gru ferita che piangeva a calde lacrime. L'ala della gru era trafitta con una freccia. Avendone pietà, egli s'avvicinò e cavò la freccia. Una volta liberata, la gru se ne volò via a perdita d'occhio.

Verso la sera egli si rientrò a casa. Nessuno veniva a trovare questo uomo povero e egli visse in solitudine. Quella sera, invece qualcuno bussò alla sua porta. Sorpreso che qualcuno potesse arrivare in quella nottataccia, aprì la porta e lì vide una fanciulla che si era perduta e lo pregava di darle sua ospitalità. La sera successiva lei richiese di nuovo di restare per un altra notte. All'indomani, questa fanciulla ripeteva la stessa preghiera. All'uomo, questa bella figliola piacque tanto e finalmente le chiese di sposarlo e lei gli rispose "Sì".
Erano felici, benché fossero poveri. Inoltre, tutti i vicini gli volevano bene. L'inverno era così lungo e freddo, che essi non avevano soldi neanche per pane. Un giorno, la sposa decise di tessere per guadagnare un po' di soldi. Essa chiese suo marito di portare un telaio alla camera. Prima di mettersi a lavorare, avvertì suo marito: ”Qualsiasi cosa accada, tu non devi né entrare né guardare nella camera prima che la stoffa fosse pronta.”
Egli le lo giurò. Allora, la sposa si chiuse nella camera e cominciò a tessere. Essa lavorò tre giorni e tre notte senza fermarsi. Verso la sera del terzo giorno, il tessuto era già pronto. La sposa era stanca, ma la stoffa era meravigliosa che il prezzo che ne avevano ricavato poterono vivere per un certo tempo. L'inverno, pero era sempre tanto lungo che sembrava che non finisse mai, quindi la sposa decise di tessere un altro pezzo. Anche questa volta non mancò di ricordare a marito che non dovesse né entrare né guardare nella camera prima che la stoffa fosse pronta. Al quarto giorno essa tesse una stoffa ancora più bella di quella prima. Il marito andò alla città e ne ricavò un buon prezzo. Tutti attorno ammirarono la sua sposa ed il suo lavoro e lei tesseva e tesseva senza comprare un singolo filo.
Anche il marito non riusciva a capire come la sua moglie facesse a tessere le stoffe tanto squisite. Egli aveva bisogno di più soldi e chiese a sua moglie di preparare un'altra stoffa. Lei disse di si ma gli ricordò anche la sua promessa: “Mentre sto lavorando tu non devi né entrare né guardare nella camera.”
Entrò nella camera e si mise così di nuovo a tessere. Il marito era molto impaziente di avere il nuovo tessuto. Egli s'avvicinò alla porta in punta di piedi e guardò dentro attentamente. Ma lì la sua moglie non c'era. Invece, vi stette la gru che tesseva una magnifica stoffa, togliendosi le proprie piume. Ora il marito capì come mai il tessuto fosse tanto apprezzato. Appena che la gru se ne accorse della sua presenza si trasformò di nuovo in sua moglie. Gli raccontò che lei era quella gru da lui liberata. Per riconoscenza, lei  era venuta a casa sua ed era diventata sua moglie. Per tessere le sue bellissime stoffe, si doveva strappare le sue piume. Poiché il marito non aveva mantenuto la sua parola lei avrebbe dovuto lasciarlo.

Il marito si arrabbiò molto con se stesso, ma tutto  fu inutile. La sposa si ritrasformò in grù, distese le ali e volò via.