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lunedì 30 settembre 2013

Obon お盆 i giorni delle lanterne

Un'antica storia buddista narra di un monaco che aveva spesso delle visioni. Un giorno "Moruken", vide sua madre morta che soffriva la fame e gli fece in dono del riso. Era un giorno d'agosto e quel giorno divenne leggenda.
Così ogni anno tra il 13 ed il 16 agosto, si celebra la festa dei morti che viene chiamata お盆 Obon – Festa delle Lanterne.

Il primo giorno (Mukaebi 迎え火), si pulisce la casa in attesa di un ospite, si profumano gli ambienti con incenso, decorando il tutto con frutta e piante sacre. Infine si accendono fiaccole e lanterne. Questo aiuterà le anime a ritrovare la propria casa e si preparano e si mangiano spaghetti.

Il secondo giorno, il 15, chiamato Obon お盆 e che quello vero e proprio, si va nei cimiteri portando offerte di cibo e si prega per i defunti e anche per se stessi. E' pure il giorno in cui si vanno a trovare i propri parenti e si preparano pasti che verranno consumati interamente assieme, viene anche "Ikibon, l'
Obon dei vivi".

Nell'ultimo, il 16, l'Okuribi 送り火, si accendono di nuovo le lanterne e le fiaccole ed i fili di canapa ma sta volta per aiutare le anime a fare il viaggio opposto. Alla fine della giornata viene eseguita una danza tipica, chiamata Bon Odori, intorno ad un fuoco. Le ragazze indossano lo yukata 浴衣, un kimono leggero estivo che viene messo anche quando si sparano i fuochi d'artificio (hanabi), in altre occasioni.




venerdì 27 settembre 2013

Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro.


Ci sono tanti aforismi e citazioni sul passato e sulla memoria storica dei popoli e delle persone. Tantissimi.
Montanelli scrisse: "Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente. "

Mahmud Darwish, poeta palestinese, invece: "Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro."
Questa certezza attraversa il tempo ed i popoli. E' una delle cose più condivise dell'umanità. Certo é che il passato debba essere d'insegnamento positivo, non negativo, altrimenti staremmo ancora a fare le crociate.
Qualche anno fa, mi capitarono delle vecchie foto di famiglia. Ne trovai una degli anni 20 e qualcun'altra ancora più vecchia. Visi ed espressioni che mi ricordavano qualcosa ma sciupati e deteriorati dal tempo. Buchi sulla carta, spazi vuoi, macchie nere, freghi a penna o a matita, schizzi d'acqua che ne rovinavano la visione.
Così già lavorando in vettoriale con un programma professionale, decisi di infilarne una nello scanner e cerca che ti ricerca la soluzione migliore tra dpi e grandezza foto riuscii a tirarne fuori un'immagine elaborabile. Chiusi la porta e mi immersi nell'imparare a ricucire i buchi. Così dopo diversi tentativi per prenderci la mano, fu abbastanza semplice. Uscirono i volti dei miei bisnonni e trisnonni. Nessuno si ricordava più chi erano alle volte. Magari dietro una foto fatta a fine vita, c'era  un nome e dovevi confrontare il viso con l'unica altra fatta da giovane, confidando che all'epoca gli obiettivi erano gli stessi.
Così ti appare qualcosa di sconosciuto e che supera il tempo e lo travalica. Ricordo che ritoccandone una mi scesero dei lacrimoni grandi. Lentamente appariva il viso di una persona conosciuta che da vecchio mi aveva accarezzato da bambino. Ricordo le sue attenzioni e come un flashback, anche la sua voce. Sensazione unica. Indescrivibile.

Così mi viene in mente l'analogia con la spada. "Ricorda chi l'ha impugnata". Un simbolo, un kami. "Ricorda come ha vissuto".
Il lavoro di ricerca del passato ovviamente era cominciato da ragazzo, incaricato di descrivere e di raccontare la cultura giapponese per "gli adepti" e praticanti. Avevo già scoperto che i vari attrezzi di letto per giocare erano già presenti nella terra del sol levante da diversi secoli. Li il sesso non è un tabù quindi era facile.


Adesso, qui come li ci sono persone che sanno cosa sia un vibratore ma non tutti i modi di usarlo per farne un esempio abbastanza "stupido". Ci sono persone che ignorano semplicemente la cultura storica della propria società.
Valori come quelli descritti nel video di ieri, credo siano molto attuali oggi in una società che di valori ne ha pochi. Non bisogna necessariamente credere in un dio ed avere fede nel dogma ma semplicemente far crescere il proprio karma, fino ad avere una coscienza di quello che è giusto e che è sbagliato. L'umanità nel più alto senso del termine. L'impegno totale nelle cose che si fanno, cercando di farle bene. D'altra parte l'anima è l'unica cosa che è veramente nostra e che non è comprabile.

Qualcuno ieri mi ha detto che: "E' inutile che io parli di Giappone, tanto non capiranno". 

"Non importa manco che sia Giappone, non importa che capiscano tutti" rispondo, "basta che capisca uno".
Inutile essere italiani, giapponesi, turchi, islandesi o celti o quel che vi pare. Non è mai l'apparenza quella che conta o le caratteristiche esteriori. E' sempre quello che ti porti dentro che fa la differenza.

giovedì 26 settembre 2013

Video

Ho deciso di metterlo in musica ed in immagini. Spesso parlano meglio di tante parole.
Non è solo Bushido, c'è altro. Mi auguro che riusciate a coglierlo.


lunedì 23 settembre 2013

Shugo Ryu


C'è una nuova scritta più completa sulla destra dell'immagine di home page.

春花の間桜 人々の間 守護竜
Haruka no ma sakura hitobito no ma shugo ryū

Significa: tra i fiori di primavera, i fiori di ciliegio, tra le persone il drago protettore.

Parafrasa un antico verso.

花は桜木人は武士
hana wa sakuragi, hito wa bushi

 che tradotto significa: tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.

Sarà il prossimo tattoo contornato da fiori di ciliegio a rappresentare la caducità e la bellezza della vita.

Un altro po' di mastro con zen, armonia e spiritualità attraverso Shōgun

Oggi proprio mi viene da riflettere. Mi sto sentendo “the way of life” (un modo di vita), e me ne sto qua, rilassato in pace con i miei pensieri. Quando posso ed è purtroppo raramente, mi siedo e mi rilasso, cercando di rimettere ordine nella mia testa. Mi aiuta e mi rilassa ed è l’unico modo che conosco per ritrovare quell’armonia che cerco da sempre e che lavoro e problemi di vita, costantemente si affannano a distruggere. Mi siedo ricercando zen e mushin che quando c’è, ho ritrovato pace ed oggi è uno di quei giorni.
Avevo pubblicato un bello scritto tratto dal libro Shōgun ma a quanto pare si ritrova pure male visto che c’è quella ō che proprio bisogna metterci per ricercarlo. Così, di nuovo, eccolo qua.


Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.

Toshiro Mifune e Richard Chamberlain


Yôko Shimada


Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno. Perciò credete in Dio e nel paradiso.
La morte non dovrebbe spaventarvi.
Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pieta. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morira, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenita e dalle sue parole.
Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
 Contemplò il sole finché esso scomparve.
"Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
"Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
E anche lei, e appartiene a un altro.
E bellissima, sì, e molto saggia.
Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.

Cos’è questo se un cogli l’attimo? “Cogliere o riconoscere la vita in ogni respiro, in ogni foglia di the. Questo è Bushi-do.”
In realtà è qualcosa di più profondo. Non stiamo parlando di una bella pulzella che te la da ed “ogni lasciata è persa”. Non perdetevi quel tramonto o quel gesto o quel singolo respiro perché in esso c’è armonia, c’è la bellezza la profondità della vita.
Oggi è già passato, domani è troppo lontano, c’è solo il presente, l’adesso, l’ora. Accogli quello che ti passa il destino con saggezza e coraggio perché sono il segno indelebile della tua anima, l’unica cosa che è veramente tua.


Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.
"Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
"Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quandò lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
"qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
"Quali muri?"
 "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabù di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
"Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
"No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara (), al vostro centro, per ricordarvi la transitorietà della vita, e aiutarvi a conquistare il wa (, armonia, pace, stile giapponese), l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualità più ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
aveva riso.
"Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
 Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
 "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spieghera quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.

Ascoltare le rocce che crescono. Bere the da una tazza vuota. Mi rimbombava nella mente fin da ragazzino. Solo dopo diversi anni ci sono riuscito e quando ci arrivai rimasi stupito. Le rocce parlano, le rocce crescono. Puoi veramente sentire l’armonia ovunque ed essere tutt’uno con tutte le cose. Niente è inanimato e tutto è legato da un’energia armonica  che si può sentire. Ed ecco che quando mi ritrovo il suonatore di flauto o il fabbricante di corde che da lezioni mi viene semplicemente voglia di “tagliargli la testa”. Questa è spiritualità e non si compra e non si vende.
La stanza ad otto pareti dove ci racchiudiamo, dove tutto succede. Il nostro mondo, il nostro segreto. Pudore dei sentimenti, pudore custodito in un luogo che tutti sanno che c’è ma nessuno sa dove se non noi due.
La dualità dell’individuo con cui con dolcezza e gentilezza si può anche tagliare la testa di qualcuno (ovviamente in senso figurato), e rimanere in armonia . Chi, le due forze che si inseguono.


Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.
Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere. Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
"Cos'e un kami, Mariko-san?"
"Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
"E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
"Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."

Quando senti le rocce che crescono, capisci anche il kami ()

Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
"Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
Mariko senti la propria ira svanire e rise.
"Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
"Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
"Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
"Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
"Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

Questo è il mio mondo, una parte del mio essere che non riesco più a separare dal resto. Poi ci sono le corde, solo dopo.

Dove finisce l'apparenza?

Qualsiasi persona è in grado di raccontare una bella storia accattivante se l’ha vissuta. Qualcuno è pure in grado di scriverla ed a forza di scrivere si impara.

Quando arrivò internet in Italia non c’erano molte chat a disposizione a cui iscriversi. Nel cercare ne trovai un paio molto in voga negli states. Non mi ricordo l’indirizzo, solo che erano divise in una blue chat dove si parlava del più e del meno ed una red chat dove si poteva parlare di tutto, dal sesso normale a quello spinto.
Così cominciai a frequentarle prima di tutto per rinfrescarmi un po’ l’inglese e funzionò nonostante gli inizi un po’ difficili. I modi di dire, gli slang di persone che arrivavano e si trovavano li da ogni provenienza statunitense, sulle prime erano difficili da capire. Sfumature se volete.
Comunque e dopo una certa frequenza il mio inglese scritto riacquistò una certa fluidità seppur pieno di abbreviazioni ed acronimi che erano nuovi, del tipo u=you, LOL, LMAO, etc. etc.
Nella red chat c’era un tipo e di cui ovviamente non ricordo il nick che era molto gettonato e pieno di “donne”. Tutte lo seguivano, molto ammirato.
Nello scrivere poi impari, spesso era un sesso virtuale, inteso più a provocare eccitazione mentale piuttosto che poi risolversi in un incontro reale. D’altra parte io in Italia, loro negli states. Però visto che ogni tanto ci capitavo per lavoro e per amici, non era del tutto “fuori regola”; anzi. C’era anche chi è venuto qua e che poi ha messo in pratica quel virtuale.
Per farla breve, a forza di scrivere sembrò che i più gettonati fossimo io e quel tale. In grado di provocare un orgasmo parlando, rendendo mentalmente le cose reali. Alle volte c’era la fila e per un po’ fu pure divertente. Un giorno conobbi una certa Carol, una yankee, con cui approfondimmo in modo serio ed oltre che spingere la cosa verso il sesso, cominciammo a parlare di noi.
Alla  fine, ci chiedemmo pure il senso di questa cosa. Già perché alla fine è facile portare qualcuno nel proprio mondo con le parole giuste. Il punto però è quando le parole poi non corrispondono alla realtà e all’umanità della persona che le esprime.
Un giorno “tranellizzammo” il tipo gettonato e scoprimmo che era li perché la moglie frequentava quella chat. Che faceva sta cosa per parlare con lei e che alla fine, pur avendo persone vicine che poteva incontrare, non lo aveva fatto con nessuno. Parole, solo parole ingannatorie. Mi piaci, ti amo, ti farei questo e quest’altro, come ti piace etc. etc. etc.
Ci rimanemmo letteralmente di merda per come si era comportato, illudendo tizia e caia. Il tutto per una gelosia incontrollata. A cosa serve quindi parlare di situazioni spinte o di notizie che in genere riprendi dalla rete? A poco. La differenza, di nuovo la fanno le persone ed in rete non vi sono persone ma solo la rappresentazione che le singole danno di se. Magari non possono scoprirsi del tutto (e ci includo pure me), magari lo fanno per autodifendere la vita di tutti i giorni o semplicemente i sentimenti.
Con Carol ci siamo risentiti per diverso tempo poi chiaramente le vite vanno per i cazzi propri. Nel frattempo ero pure tornato negli states, dalle sue parti.
Così mi dissi che nonostante questa “abilità” avrei preferito non ingannare o non attrarre in modo superficiale ma efficace pulzelle dalla curiosità innata.

Come vedete adesso sapete la ragione per cui mi comporto così e l’impostazione di questo blog. Preferisco che persone sane, coscienti, sincere ed oneste, si avvicinino mettendo un filtro per riconoscerle. Saranno sicuramente filtri duri, una specie di muro che voi dovete scavalcare ma che se decidete di farlo, troverete qualcuno ad aspettarvi di la che vi sorregga, vi guidi ed allo stesso tempo, impari da voi.
Quindi molliamo la prosopopea e le apparenze. Io non vivo in un piedistallo e impartisco lezioni ma cerco di imparare a mio modo le lezioni che la vita mi ha dato e mi incazzo quando si chiedono attenzioni che non siamo poi disposti a dare.
“Cazzo! Il tuo telefono era occupato” e pianti giù un casino. “Sei un puttaniere, non hai tempo per me” e magari stavo chiacchierando con tizio o caia di gatti e di pc o di lavoro. Poi di rimando quanto ti è stato spiegato e dimostrato che era vero che si trattava solo di mici pelosi, perché xxx ha problemi sul lavoro o in casa, non chiama per dei mesi ripiombandoti addosso quando tutto è sistemato. Seguito a dire che le persone sbagliano, io per primo, magari trattenendomi al tel per troppo tempo, magari imprecando perché una scheda wireless non funziona e ho un pc da montare per qualche amico/a che non riesco a dargli e vivo sommerso di pezzi elettronici in mezzo di stanza.
Seguito a dire che è meglio prima ascoltarsi, pardon, sentirsi per le cose semplici, a cominciare dall’anima delle persone piuttosto per come si leggono o appaiono o ancora, per come ci sembrano o per come ci fa comodo in quel momento.
C’è ovviamente un MDS che leggete ed un MDS che è riservato per la vita reale e cerca di fare tesoro di quello che ha vissuto, nel bene e nel male e che prima di darvi piacere, cerca ancor prima di non farvi e farsi male.

Buona giornata.


domenica 22 settembre 2013

Serenità e coscienza di se


Sono passati oramai più di trent’anni da quel giorno sul divano dove tutto è cominciato. Avevo già deciso di mollare la musica per il judo prima ed il karate-do dopo.

Quella sera prima ed i giorni che seguirono furono uno stravolgimento mentale non indifferente. No, non c’era internet e per approfondire bisognava riuscire a trovare i testi in versione libro, pochi, sulle arti marziali, sui punti di pressione, sulle tecniche più antiche. Si perché il judo era già qualcosa di diverso dal ju-jitsu tradizionale. Oramai era uno sport olimpico e si faceva tutto in funzione delle gare e dei colpi che si potevano tirare. Il problema degli atleti italiani era che mal riuscivano ancora a combattere con una frattura in corso.
Ma quei punti di pressione non mi uscivano dalla testa. Si perché un punto se non porta ad una frattura ed è semplicemente nervoso ha tre effetti principali. Se sei leggero provochi solletico, se colpisci come devi se non uccidi, fai un male cane, se sei “giusto”, quella pressione provoca piacere in punti particolarmente nascosti che solo chi ha approfondito conosce. Non li insegnavano quasi più e dovevi chiedere per sapere. Curiosità, la base di ogni apprendimento.
Così mentre nel dojo colpivamo con in mente sempre quell’ hikken issatsu ( ), per fermarsi un attimo prima di fare seriamente male a qualcuno, poi a casa la mente volava. Certamente non era un De Ashi Barai (出足払), a fare la differenza ma piuttosto qualcos’altro.
Nonostante il controllo spinto al massimo qualcuno si faceva comunque male. Una proiezione non pulita ed una clavicola se ne va. Una parata con una mano aperta e la differenza tra il fermare un calcio è tra una lussazione, una frattura o letteralmente aprirsi la mano. Alle volte una questione di pochi cm, di rapidità di intuire da dove viene il colpo. Alle volte il peso spostato sulla gamba sbagliata ed il successivo movimento ti procurava una storta ad un caviglia o i legamenti del ginocchio che andavano a ramengo. Nessuno voluto, semplicemente capita ed è legato a quello che fai. E’ semplicemente intrinseco nella disciplina.
Ci vogliono anni per cominciare a padroneggiarla ed alle volte gli anni non bastano. Sbagliare significa fallire, fare male al solo scopo di fare male, significa di nuovo fallire. Non insegnerò mai a chiunque passi, non scriverò mai di tecniche del genere perché voglio guardare in faccia a chi insegno. Non mi importa, ma non voglio essere responsabile di qualcuno che poi le usa per far male a qualcun alto e non è detto che sia solo fisico. Non credo ai professionisti fai da te e non credo nei professionisti e lo ribadisco con forza e sincerità.


Dolore, significa ogni volta più dolore ed è come l’eroina. Ad un certo punto non ti fa più niente, ti ci vuole solo l’estremo dell’estremo ed è troppo tardi. Non si torna indietro se non dopo anni di pausa e se ricominci ritorni quasi subito all’estremo dell’estremo. Ne ho abbastanza del dolore. Ne porto i segni con me e li ho visti addosso alla gente. C’è qualcos’altro che da piacere oltre che questo ma prima bisogna trovare serenità. Questo è un “gioco” che è fatto di umiliazioni, di situazioni forti, di sentimenti forti. Mettere in piazza un ricordo significa non avere rispetto per il dono che la donna che hai con te ti fa. Quello della sua interezza come essere umano con tutta la sua complessità e bellezza. Quella è una cosa tra me e lei senza compromessi.