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lunedì 23 settembre 2013

Dove finisce l'apparenza?

Qualsiasi persona è in grado di raccontare una bella storia accattivante se l’ha vissuta. Qualcuno è pure in grado di scriverla ed a forza di scrivere si impara.

Quando arrivò internet in Italia non c’erano molte chat a disposizione a cui iscriversi. Nel cercare ne trovai un paio molto in voga negli states. Non mi ricordo l’indirizzo, solo che erano divise in una blue chat dove si parlava del più e del meno ed una red chat dove si poteva parlare di tutto, dal sesso normale a quello spinto.
Così cominciai a frequentarle prima di tutto per rinfrescarmi un po’ l’inglese e funzionò nonostante gli inizi un po’ difficili. I modi di dire, gli slang di persone che arrivavano e si trovavano li da ogni provenienza statunitense, sulle prime erano difficili da capire. Sfumature se volete.
Comunque e dopo una certa frequenza il mio inglese scritto riacquistò una certa fluidità seppur pieno di abbreviazioni ed acronimi che erano nuovi, del tipo u=you, LOL, LMAO, etc. etc.
Nella red chat c’era un tipo e di cui ovviamente non ricordo il nick che era molto gettonato e pieno di “donne”. Tutte lo seguivano, molto ammirato.
Nello scrivere poi impari, spesso era un sesso virtuale, inteso più a provocare eccitazione mentale piuttosto che poi risolversi in un incontro reale. D’altra parte io in Italia, loro negli states. Però visto che ogni tanto ci capitavo per lavoro e per amici, non era del tutto “fuori regola”; anzi. C’era anche chi è venuto qua e che poi ha messo in pratica quel virtuale.
Per farla breve, a forza di scrivere sembrò che i più gettonati fossimo io e quel tale. In grado di provocare un orgasmo parlando, rendendo mentalmente le cose reali. Alle volte c’era la fila e per un po’ fu pure divertente. Un giorno conobbi una certa Carol, una yankee, con cui approfondimmo in modo serio ed oltre che spingere la cosa verso il sesso, cominciammo a parlare di noi.
Alla  fine, ci chiedemmo pure il senso di questa cosa. Già perché alla fine è facile portare qualcuno nel proprio mondo con le parole giuste. Il punto però è quando le parole poi non corrispondono alla realtà e all’umanità della persona che le esprime.
Un giorno “tranellizzammo” il tipo gettonato e scoprimmo che era li perché la moglie frequentava quella chat. Che faceva sta cosa per parlare con lei e che alla fine, pur avendo persone vicine che poteva incontrare, non lo aveva fatto con nessuno. Parole, solo parole ingannatorie. Mi piaci, ti amo, ti farei questo e quest’altro, come ti piace etc. etc. etc.
Ci rimanemmo letteralmente di merda per come si era comportato, illudendo tizia e caia. Il tutto per una gelosia incontrollata. A cosa serve quindi parlare di situazioni spinte o di notizie che in genere riprendi dalla rete? A poco. La differenza, di nuovo la fanno le persone ed in rete non vi sono persone ma solo la rappresentazione che le singole danno di se. Magari non possono scoprirsi del tutto (e ci includo pure me), magari lo fanno per autodifendere la vita di tutti i giorni o semplicemente i sentimenti.
Con Carol ci siamo risentiti per diverso tempo poi chiaramente le vite vanno per i cazzi propri. Nel frattempo ero pure tornato negli states, dalle sue parti.
Così mi dissi che nonostante questa “abilità” avrei preferito non ingannare o non attrarre in modo superficiale ma efficace pulzelle dalla curiosità innata.

Come vedete adesso sapete la ragione per cui mi comporto così e l’impostazione di questo blog. Preferisco che persone sane, coscienti, sincere ed oneste, si avvicinino mettendo un filtro per riconoscerle. Saranno sicuramente filtri duri, una specie di muro che voi dovete scavalcare ma che se decidete di farlo, troverete qualcuno ad aspettarvi di la che vi sorregga, vi guidi ed allo stesso tempo, impari da voi.
Quindi molliamo la prosopopea e le apparenze. Io non vivo in un piedistallo e impartisco lezioni ma cerco di imparare a mio modo le lezioni che la vita mi ha dato e mi incazzo quando si chiedono attenzioni che non siamo poi disposti a dare.
“Cazzo! Il tuo telefono era occupato” e pianti giù un casino. “Sei un puttaniere, non hai tempo per me” e magari stavo chiacchierando con tizio o caia di gatti e di pc o di lavoro. Poi di rimando quanto ti è stato spiegato e dimostrato che era vero che si trattava solo di mici pelosi, perché xxx ha problemi sul lavoro o in casa, non chiama per dei mesi ripiombandoti addosso quando tutto è sistemato. Seguito a dire che le persone sbagliano, io per primo, magari trattenendomi al tel per troppo tempo, magari imprecando perché una scheda wireless non funziona e ho un pc da montare per qualche amico/a che non riesco a dargli e vivo sommerso di pezzi elettronici in mezzo di stanza.
Seguito a dire che è meglio prima ascoltarsi, pardon, sentirsi per le cose semplici, a cominciare dall’anima delle persone piuttosto per come si leggono o appaiono o ancora, per come ci sembrano o per come ci fa comodo in quel momento.
C’è ovviamente un MDS che leggete ed un MDS che è riservato per la vita reale e cerca di fare tesoro di quello che ha vissuto, nel bene e nel male e che prima di darvi piacere, cerca ancor prima di non farvi e farsi male.

Buona giornata.


2 commenti:

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