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mercoledì 2 ottobre 2013

Imene verginità e deflorazione. Cosa dovreste sapere prima di...

Bon, come al solito e lo ripeterò fino alla noia, non sono un medico. Quello che leggete è solo frutto di approfondimenti e di esperienze personali. Pertanto, consultate il vostro medico per ulteriori e certamente più importanti approfondimenti. Questo blog e quello che scrivo, non ha nessuna validità scientifica e anche se potessi, non lo farei.
Rifaccio mente locale a quello imparato a scuola in campo di anatomia e fisiologia eoni fa, e quello che rimedio in rete e parliamo di imene e verginità.
Intanto l'idea del dolore e del sangue è una cosa che proprio non ci stà. Non è sempre così ed è più un mito che un luogo comune. Dipendono infatti da tre fatto
ri:
1 L'elasticità di una donna.
2 La forza nel tempo che ci mettete.
3 La tensione che la donna ha nel momento che succede.

Nei particolari. Ognuno nasce in modi diversi, strutturalmente diverso. C'è chi ha tessuti più elastici, chi cartilagini più sottili e via così. "Rompere" l'imene alle volte può essere assolutamente niente. La forza nel tempo. Per farvi un esempio attinente, se prendete un pugno sul naso e vi rompete il setto, colerete sangue come scannati. Premete sul setto con le dita piano, piano ed il setto si romperà con un tic e senza dolore (é solo un esempio, non lo fate, potreste avere altri problemi). Dopo di che, prendeteci lo stesso pugno di prima e non vi sarà sangue. Insomma se ci andate piano e premete in modo continuo e progressivo se senza fretta (in più tempo quindi), avrete più probabilità di deflorare una ragazza senza causarle dolore. Anche lei è li per piacere, è la prima volta, fate in modo che non se la dimentichi per come è stata bene, non per come ha sofferto.
La terza è praticamente il classico caso di autolesioni involontarie. Se lei è tesa, i muscoli si induriscono e avrete voglia di spingere piano, piano. Quindi, prima di fare tutto il resto o di rendervi conto se è elastica e di premere lentamente, accertatevi e fate in modo che la vostra partner sia rilassata. Fate in modo che abbia fiducia in voi e che questa fiducia sia ben riposta. Eh! E' la prima volta che lo dico mi pare. ;) 

L'imene, può rompersi con le dita o durante un ditalino? Eccome no. Magari è pure più facile della penetrazione proprio per il motivo tre. Lei è rilassata, voi ci date dentro. lei gode e si muove e zac. Andato, fatto. Manco se ne accorge. Magari ha delle perdite di sangue per via della sua elasticità ma oramai è andata. Probabilmente e se non avete problemi religiosi di conservarla per il matrimonio, dopo qualche giorno ci farete una risata su del tipo: "Ma chissà che mi aspettavo, è andata" :D


Inutile che mi metta a scrivere qua di cosa è formato e delle forme che può assumere. Il consiglio che vi do rimane esattamente quello che vi ho scritto su e che segue tutta la linea del blog. Usate la testa prima del pisello sempre che ne abbiate una! :D 
Una curiosità, il nome "Imene (o Imeneo; gr. ῾Υμήν o ῾Υμέναιος), proviene dal Dio greco degli sponsali, forse personificazione in origine del canto nuziale (imeneo), durante il quale era invocato. Nel mito è figlio di Apollo e di una Musa (Calliope, Clio o Urania) o di Dioniso (o Magnete) e di Afrodite. Nelle varie versioni della leggenda, è rappresentato come un giovane bellissimo, che dopo aver liberato alcune fanciulle ateniesi rapite dai corsari riesce a sposare l’amata.". Da treccani



voci correlate ed approfondimenti:


martedì 1 ottobre 2013

Equilibrio e BDSM

Come al solito scrivo perché ho le rare opportunità di trovarmi spesso a rispondere alla stessa domanda su più fronti. Pertanto qua posso argomentare senza dimenticarmi di qualcosa su argomenti che possono risultare utili a molti.

Equilibrio della mente, equilibrio interiore. Guardatevi intanto questo kata shintoryu. Non l’ho mai fatto ma loro presentano anche l’applicazione dei kata ed è facile capire cosa fanno.


I kata sono raccolte di mosse presentate in modo formale ma che rappresentano nel loro insieme, un combattimento reale. Se qualcuno di voi pensa che per raggiungere questi livelli basti un fai da te o un paio d'anni di allenamento fisico, è fuori come un anfiteatro. Bello grande insomma. Bene. Quando si applica un kata in un dojo che sono spesso di forma rettangolare (palestre), e che comunque presentano decorazioni diverse su pareti diverse, se sposti l'allievo su un altro lato, questo s'impapera. Semplicemente perché di riflesso, la testa cerca l'equilibrio e punti di riferimento dalla vista. La particolarità di un kata è che inizio e fine devono coincidere: stesso angolo, stessa posizione. Una volta fatto questo e forse dopo aver fatto tutti i tekyoko, i pinan ed i cinque kata di base (mente pacifica, 1-5),  prendi un allievo e gli dici: "adesso fallo ad occhi chiusi". Torna nella stessa posizione.
Impossibile? No. Dopo qualche lezione spesa a fare quest'allenamento l'equilibrio si sposta dalla vista al senso interiore. Non solo, hai una cognizione del baricentro e del peso diversa. La mente si libera e piano, piano riesci a farli tutti sempre con maggior velocità. E' roba mia? Naaaaaaa! E' solo esperienza di un popolo che in 4000 anni ha cercato la perfezione in tutto. Sottovalutate me, non sottovalutate loro.

Equilibrio e teste dure. Lo scorso anno viene un'amica a trovarmi. Andiamo a cala violina e ci arriviamo quasi al tramonto. Un km e mezzo di strada sterrata ed accidentata nel bosco da fare a piedi e siamo li. Non si sa quante volte è inciampata. Non la finiva più. "Cammina, cazzo o ti trascino". Alla fine siamo arrivati e ci siamo gustati il tramonto. Bellissimo. Chiedo: "ne valeva la pena?". "Si", risponde lei. A tornare era buio pesto. Non si vedeva un ragno in culo come si dice qua. Accendo il cel e faccio luce. Poi cammino e mi allontano con il risultato che l'amica nel km e mezzo di ritorno non è mai inciampata. Questa è la differenza tra l'equilibrio apparente e l'equilibrio reale. Inutile star qui a chiacchierare. Dopo un anno di prediche, in un paio d'ore abbiamo risolto. Scegli il tuo maestro, guarda dove ti porta e come e se è lui veramente il tuo maestro, fidati.

Il bdsm non è un rapporto normale. Mi piace paragonarlo ad un viaggio nello spazio. Ci vuole l'abbigliamento giusto ed una preparazione adeguata. Dopo esserti fatto un culo così per poterci arrivare, ci puoi solo stare qualche giorno poi muori. Bdsm è tutto estremo anche nella confidenza. Spesso molto più profonda di una situazione normale. Poi ci sono quelli che credono che mettersi una tuta spaziale ed entrare in piscina a fare allenamento sia come andare nello spazio. No. Non è così. Per questo bdsm lo fanno in pochi. Adesso qualcuno mi dirà che è possibile fare bdsm anche in coppia fissa o in convivenza. None. Se ci si accontenta della piscina, allora sto zitto ma chiamiamolo per quello che è, un'illusione seppur carina. L'equilibrio è una cosa molto difficile da raggiungere quando è sentimentale. E' vero, come ho già scritto nel post: Il fuoco e la candela "Immaginiamo assieme come se fiducia, calma, pace, comprensione etc. etc., siano i raggi di una ruota e la loro lunghezza sia relativa alla "quantità e all'intensità" che ci ognuno ci mette.
Se il raggio della ruota è troppo corto o troppo lungo, questa non rotolerà in modo corretto. Sarà un'ellisse se troppo lungo con continui sobbalzi o un cerchio con un incavo facile alla rottura. L'assenza totale di una o più raggi indebolirà la ruota che a lungo andare cederà di nuovo. E' stupido paragonare sentimenti e qualità ad una ruota? Forse lo è ma rende bene il concetto così come il fuoco e la candela e anche questo può racchiudersi in una parola sola: armonia.
Mentalmente è un buon allenamento così come il vaso per la meditazione, insomma è solo un modo per riflettere sull'argomento, uno dei tanti possibili. Visualizzare il vaso o la ruota per imparare a meditare ed arrivare alla fase della non-mente non sarà difficile ma ci aiuterà anche a valutare un po' meglio i nostri limiti e confrontarci con gli altri per un rapporto costruttivo, intenso e duraturo."

Per chi è stato nello spazio e ha conosciuto le stelle, la rinuncia in un rapporto "Normale", significa spesso pagare il tutto con una esasperata nostalgia. Come se in te mancasse qualcosa che c'è. Vivere un rapporto pseudo (la piscina per intendersi), a lunga corsa rovina. E' come arrivare quasi alle stelle ma non toccarle mai più. Vivere un rapporto solo di BDSM dove le stelle le tocchi tutte le volte, significa lentamente sputtanare il tutto. Chi riesce a discutere dei figli e poi chiamare schiava la propria partner? chi riesce anche solo ad urlare mentre in camera i pulzelli dormono? Ragazzi, ve ne faccio una sfilza infinita. Non funziona.

L'equilibrio qui è accettare le due parti di se, lo Ying e Yang e viverle separatamente. Forse qualcuno la vede sulle prime coi piedi in due staffe ma non è così. E' semplicemente il fatto che siamo fatti con due lati come le monete, il davanti ed il dietro. Il chiaro e lo scuro, il normale e l'estremo. Il piede è in una staffa diversa, dipende solo dove appoggi il peso.

Può capitare di innamorarsi? Eccome no! Cazzo, il guaio è quando l'innamoramento non ti fa più capire un cazzo. Quando vedi la tua partner o il tuo partner non più come il tuo top o la tua bottom ma solo come un amore. Allora devi staccarti. Per un po' forse cercando di recuperare il giusto raggio della ruota ma rinunciare al tutto significa non vivere. PS: "non mi riesce, non sono il tipo", non funziona. Chi ha vissuto sa di che parlo. Basta camminare con il mastro giusto, quello che voi reputate come tale e il non mi riesce diventa subito vita.


lunedì 30 settembre 2013

Obon お盆 i giorni delle lanterne

Un'antica storia buddista narra di un monaco che aveva spesso delle visioni. Un giorno "Moruken", vide sua madre morta che soffriva la fame e gli fece in dono del riso. Era un giorno d'agosto e quel giorno divenne leggenda.
Così ogni anno tra il 13 ed il 16 agosto, si celebra la festa dei morti che viene chiamata お盆 Obon – Festa delle Lanterne.

Il primo giorno (Mukaebi 迎え火), si pulisce la casa in attesa di un ospite, si profumano gli ambienti con incenso, decorando il tutto con frutta e piante sacre. Infine si accendono fiaccole e lanterne. Questo aiuterà le anime a ritrovare la propria casa e si preparano e si mangiano spaghetti.

Il secondo giorno, il 15, chiamato Obon お盆 e che quello vero e proprio, si va nei cimiteri portando offerte di cibo e si prega per i defunti e anche per se stessi. E' pure il giorno in cui si vanno a trovare i propri parenti e si preparano pasti che verranno consumati interamente assieme, viene anche "Ikibon, l'
Obon dei vivi".

Nell'ultimo, il 16, l'Okuribi 送り火, si accendono di nuovo le lanterne e le fiaccole ed i fili di canapa ma sta volta per aiutare le anime a fare il viaggio opposto. Alla fine della giornata viene eseguita una danza tipica, chiamata Bon Odori, intorno ad un fuoco. Le ragazze indossano lo yukata 浴衣, un kimono leggero estivo che viene messo anche quando si sparano i fuochi d'artificio (hanabi), in altre occasioni.




venerdì 27 settembre 2013

Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro.


Ci sono tanti aforismi e citazioni sul passato e sulla memoria storica dei popoli e delle persone. Tantissimi.
Montanelli scrisse: "Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente. "

Mahmud Darwish, poeta palestinese, invece: "Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro."
Questa certezza attraversa il tempo ed i popoli. E' una delle cose più condivise dell'umanità. Certo é che il passato debba essere d'insegnamento positivo, non negativo, altrimenti staremmo ancora a fare le crociate.
Qualche anno fa, mi capitarono delle vecchie foto di famiglia. Ne trovai una degli anni 20 e qualcun'altra ancora più vecchia. Visi ed espressioni che mi ricordavano qualcosa ma sciupati e deteriorati dal tempo. Buchi sulla carta, spazi vuoi, macchie nere, freghi a penna o a matita, schizzi d'acqua che ne rovinavano la visione.
Così già lavorando in vettoriale con un programma professionale, decisi di infilarne una nello scanner e cerca che ti ricerca la soluzione migliore tra dpi e grandezza foto riuscii a tirarne fuori un'immagine elaborabile. Chiusi la porta e mi immersi nell'imparare a ricucire i buchi. Così dopo diversi tentativi per prenderci la mano, fu abbastanza semplice. Uscirono i volti dei miei bisnonni e trisnonni. Nessuno si ricordava più chi erano alle volte. Magari dietro una foto fatta a fine vita, c'era  un nome e dovevi confrontare il viso con l'unica altra fatta da giovane, confidando che all'epoca gli obiettivi erano gli stessi.
Così ti appare qualcosa di sconosciuto e che supera il tempo e lo travalica. Ricordo che ritoccandone una mi scesero dei lacrimoni grandi. Lentamente appariva il viso di una persona conosciuta che da vecchio mi aveva accarezzato da bambino. Ricordo le sue attenzioni e come un flashback, anche la sua voce. Sensazione unica. Indescrivibile.

Così mi viene in mente l'analogia con la spada. "Ricorda chi l'ha impugnata". Un simbolo, un kami. "Ricorda come ha vissuto".
Il lavoro di ricerca del passato ovviamente era cominciato da ragazzo, incaricato di descrivere e di raccontare la cultura giapponese per "gli adepti" e praticanti. Avevo già scoperto che i vari attrezzi di letto per giocare erano già presenti nella terra del sol levante da diversi secoli. Li il sesso non è un tabù quindi era facile.


Adesso, qui come li ci sono persone che sanno cosa sia un vibratore ma non tutti i modi di usarlo per farne un esempio abbastanza "stupido". Ci sono persone che ignorano semplicemente la cultura storica della propria società.
Valori come quelli descritti nel video di ieri, credo siano molto attuali oggi in una società che di valori ne ha pochi. Non bisogna necessariamente credere in un dio ed avere fede nel dogma ma semplicemente far crescere il proprio karma, fino ad avere una coscienza di quello che è giusto e che è sbagliato. L'umanità nel più alto senso del termine. L'impegno totale nelle cose che si fanno, cercando di farle bene. D'altra parte l'anima è l'unica cosa che è veramente nostra e che non è comprabile.

Qualcuno ieri mi ha detto che: "E' inutile che io parli di Giappone, tanto non capiranno". 

"Non importa manco che sia Giappone, non importa che capiscano tutti" rispondo, "basta che capisca uno".
Inutile essere italiani, giapponesi, turchi, islandesi o celti o quel che vi pare. Non è mai l'apparenza quella che conta o le caratteristiche esteriori. E' sempre quello che ti porti dentro che fa la differenza.

giovedì 26 settembre 2013

Video

Ho deciso di metterlo in musica ed in immagini. Spesso parlano meglio di tante parole.
Non è solo Bushido, c'è altro. Mi auguro che riusciate a coglierlo.


lunedì 23 settembre 2013

Shugo Ryu


C'è una nuova scritta più completa sulla destra dell'immagine di home page.

春花の間桜 人々の間 守護竜
Haruka no ma sakura hitobito no ma shugo ryū

Significa: tra i fiori di primavera, i fiori di ciliegio, tra le persone il drago protettore.

Parafrasa un antico verso.

花は桜木人は武士
hana wa sakuragi, hito wa bushi

 che tradotto significa: tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.

Sarà il prossimo tattoo contornato da fiori di ciliegio a rappresentare la caducità e la bellezza della vita.

Un altro po' di mastro con zen, armonia e spiritualità attraverso Shōgun

Oggi proprio mi viene da riflettere. Mi sto sentendo “the way of life” (un modo di vita), e me ne sto qua, rilassato in pace con i miei pensieri. Quando posso ed è purtroppo raramente, mi siedo e mi rilasso, cercando di rimettere ordine nella mia testa. Mi aiuta e mi rilassa ed è l’unico modo che conosco per ritrovare quell’armonia che cerco da sempre e che lavoro e problemi di vita, costantemente si affannano a distruggere. Mi siedo ricercando zen e mushin che quando c’è, ho ritrovato pace ed oggi è uno di quei giorni.
Avevo pubblicato un bello scritto tratto dal libro Shōgun ma a quanto pare si ritrova pure male visto che c’è quella ō che proprio bisogna metterci per ricercarlo. Così, di nuovo, eccolo qua.


Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.

Toshiro Mifune e Richard Chamberlain


Yôko Shimada


Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno. Perciò credete in Dio e nel paradiso.
La morte non dovrebbe spaventarvi.
Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pieta. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morira, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenita e dalle sue parole.
Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
 Contemplò il sole finché esso scomparve.
"Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
"Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
E anche lei, e appartiene a un altro.
E bellissima, sì, e molto saggia.
Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.

Cos’è questo se un cogli l’attimo? “Cogliere o riconoscere la vita in ogni respiro, in ogni foglia di the. Questo è Bushi-do.”
In realtà è qualcosa di più profondo. Non stiamo parlando di una bella pulzella che te la da ed “ogni lasciata è persa”. Non perdetevi quel tramonto o quel gesto o quel singolo respiro perché in esso c’è armonia, c’è la bellezza la profondità della vita.
Oggi è già passato, domani è troppo lontano, c’è solo il presente, l’adesso, l’ora. Accogli quello che ti passa il destino con saggezza e coraggio perché sono il segno indelebile della tua anima, l’unica cosa che è veramente tua.


Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.
"Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
"Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quandò lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
"qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
"Quali muri?"
 "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabù di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
"Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
"No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara (), al vostro centro, per ricordarvi la transitorietà della vita, e aiutarvi a conquistare il wa (, armonia, pace, stile giapponese), l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualità più ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
aveva riso.
"Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
 Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
 "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spieghera quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.

Ascoltare le rocce che crescono. Bere the da una tazza vuota. Mi rimbombava nella mente fin da ragazzino. Solo dopo diversi anni ci sono riuscito e quando ci arrivai rimasi stupito. Le rocce parlano, le rocce crescono. Puoi veramente sentire l’armonia ovunque ed essere tutt’uno con tutte le cose. Niente è inanimato e tutto è legato da un’energia armonica  che si può sentire. Ed ecco che quando mi ritrovo il suonatore di flauto o il fabbricante di corde che da lezioni mi viene semplicemente voglia di “tagliargli la testa”. Questa è spiritualità e non si compra e non si vende.
La stanza ad otto pareti dove ci racchiudiamo, dove tutto succede. Il nostro mondo, il nostro segreto. Pudore dei sentimenti, pudore custodito in un luogo che tutti sanno che c’è ma nessuno sa dove se non noi due.
La dualità dell’individuo con cui con dolcezza e gentilezza si può anche tagliare la testa di qualcuno (ovviamente in senso figurato), e rimanere in armonia . Chi, le due forze che si inseguono.


Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.
Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere. Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
"Cos'e un kami, Mariko-san?"
"Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
"E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
"Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."

Quando senti le rocce che crescono, capisci anche il kami ()

Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
"Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
Mariko senti la propria ira svanire e rise.
"Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
"Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
"Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
"Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
"Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

Questo è il mio mondo, una parte del mio essere che non riesco più a separare dal resto. Poi ci sono le corde, solo dopo.