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lunedì 31 ottobre 2016

Per un'amica

"Lo Shotokan è uno stile non competitivo di Karate-do tradizionale giapponese. Le tecniche dello Shotokan non derivano dalla mera applicazione di forza fisica, sono armoniche e decontratte ma, allo stesso tempo, piene di vitalità ed energia. L'allenamento tende allo sviluppo dell'energia interna (ki in giapponese), al miglioramento delle qualità dell'essere umano e al raggiungimento della coordinazione di corpo e mente.
Lo Shotokan è una forma di Budo, una via di auto-miglioramento, una filosofia di vita; non è semplicemente uno sport né una mera forma di autodifesa. Quale dojo o rappresentante del dojo l'abbia scritto su wiki, non so ma è quel che è ed è quello che sono.

Così ogni relazione non è solo una storia di letto, una storia di amicizia, una storia di simpatia, una storia di intesa ma è un po' come qui, un flusso  , una corrente, un fiume che è composto del tutto. Così amica mia, intanto ti ringrazio delle ore passate assieme ieri dopo così tanto tempo e spiego nel mio modesto, quel che vedo. Non si possono separare le acque del fiume o diventeranno ruscelli se pur belli, incompleti. Così come i raggi della ruota di cui scrissi il post. Ognuno di noi ha la sua storia ed è vero che ognuno la vive in modo diverso anche per il fiume di idee e sentimenti che si porta dentro, sempre che ce li abbia. E' pure vero che ognuno di noi cerca qualcosa di più sempre in meglio, cercare di migliorarsi, qualcosa o qualcuno che in qualche modo ci completi e ci permetta di crescere. Questa è l'acqua in cui viviamo, il flusso del fiume. Se il fiume diventa troppo stretto per noi, non ci resta che cambiare fiume o morire in quello che abbiamo. E' semplicemente la vita non c'è niente da fare. Fermarsi spesso, significa morire. Imparare dal passato: si. Dimenticare: no. Rispettare: sempre.

Il drago ed il diamante, il mio logo.
Si, c'erano e ci sono altre pietre più morbide e ci avevo pensato. Però il diamante è la pietra più preziosa per antonomasia. E' come noi, fatta di tante piccole facce che compongono il tutto e dal suo interno, si sprigiona una luce sfavillante. Così mi venne in mente che in fondo, anche se la riflette e basta, è la luce che conta. Entra bianca e ne escono i colori dell'arcobaleno che è anche il ponte di Ásgarðr (Asgard), il luogo in cui gli gnomi alla cui base hanno nascosto un tesoro. Il diamante è il tesoro, è la pietra preziosa che il drago custodisce e protegge, il suo "tesoro": "tu" e quello che emani.
E' quello che esce che di nuovo è come noi. Se ci danno luce, riflettiamo luce, altrimenti quel che è purtroppo. Sono convinto che noi siamo come la natura che ci circonda. Se mettiamo un animale in gabbia (suggerisco a tutti di leggere questo link sul significato di animale, il più complesso e descrittivo che ho trovato), questo ci rende la rabbia della gabbia magari. Così le pietre e le persone. Ci rendono quello che gli diamo per lo meno quelle intelligenti e sensibili. Quelli che non conoscono sentimenti come la gratitudine e la riconoscenza sono in genere anche quelli che rovinano quelli "sani".

Nikko, Japan: Rinno-ji Temple: dragon fountain (in rain)
Fontana del drago, Giappone
Carrara, festa del
oriente, foto inviatami.
Poi il drago e beh, di questo ne ho già parlato. L'unica cultura che l'accetta per quello che è qua è quella norrena, vichinga. I draghi in oriente sono ovunque. Sono amici e protettori degli uomini. Il fiume dei nove draghi, il delta del Mekong di cui si narra che nove dei (perché così sono considerati), vennero in aiuto degli uomini. "Il Palazzo dei Re dei Draghi (Ryugu) si dice che sia situato in fondo al mare, vicino alle Isole Ryukyu (Okinawa). Esso è abitato da Ryujin (il nome giapponese del Re Dragone). Il Palazzo è anche conosciuto come "La terra sempreverde" nel libro del Professor Chamberlain, egli fa riferimento ad una poesia del Man-yo-shu in cui si legge che le arance vennero portate in Giappone dalla "Terra sempreverde" che si trova a Sud. Ci sono tante storie che riguardano questo mitico palazzo, costruito in corallo rosso e bianco, guardato da draghi e pieno di tesori. I Pesci e le altre creature marine servono Ryujin (link in inglese) come vassalli e le tartarughe marine sono utilizzate come messaggeri. Nella parte Nord del Palazzo c'è la Sala d'inverno dove la neve cade tutto l'anno. Nella parte orientale del palazzo c'è la Sala della primavera dove volano le farfalle e il ciliegio è sempre in fiore. Nella parte Sud del palazzo c'è la Sala dell'Estate, dove i grilli cantano nelle calde sere. Infine nella parte occidentale del palazzo c'è la sala dell'Autunno dove gli aceri sono di colori brillanti. Per un essere umano un giorno in questo palazzo equivale a 100 anni sulla terra." (da http://kanagawatimes.blogspot.it/2014/01/leggende-giapponesi.html)

I draghi sono creature dell'acqua non come si pensa qua. Prendono spesso forma umana ed in genere sono donne bellissime. Sono animali sacri ed i maggiori sono quattro e governano i quattro mari: il Dragone celeste, il Dragone Spirituale, il Dragone della Terra e il Dragone dei tesori nascosti. I dragoni erano considerati una delle otto classi di divinità che veneravano e proteggevano Buddha. Il ruolo dei dragoni nel Buddhismo non è presente solo in Giappone; il Buddhismo più antico insegnava che vi era una classe di serpenti, chiamati Naga, che erano i guardiani della religione. I dragoni del Buddhismo giapponese ebbero origine da essi. Lo Shintoismo, la religione indigena del Giappone, precedente il Buddhismo, possiede anch’esso dei dragoni. Il guardiano dello Shintoismo è Ryu-Jin, un nobile dragone che governa un regno sottomarino.

I dragoni e la famiglia imperiale
Secondo un mito la famiglia imperiale giapponese discende da un dragone. Il “Racconto di Hori” narra la storia del primo imperatore giapponese. Il cacciatore Hori sposò Toyotama, la figlia del re dragone. Essi vissero insieme sul fondo del mare per tre anni, finchè la nostalgia di Hori per il “mondo superiore” lo portò a lasciare la moglie. Toyotama partorì un maschio ed egli ebbe poi a sua volta quattro figli. Il minore dei nipoti di Hori, Jinmu Tenno, divenne il primo imperatore umano del Giappone. L’imperatore Hirohito sosteneva di discendere da Toyotama.
L'articolo prosegue subito dopo (da http://www.notizie.it/i-dragoni-nella-mitologia-giapponese/)


Taiko e si legge Daikò
Bellissimo show ieri. Ho messo 5 spezzoni di video sul canale di youtube. No, non rendono l'idea. Il suono della terra dal vivo è qualcosa da vivere di persona. Così ne ho cercato un altro dove si spiega visivamente il suono.



In Giappone tutto è continua ricerca di perfezione. Nella forma ancorché più che nella sostanza (sbagliato alle volte ma questo è). Sia quando si battono i tamburi con forza o con allegria. Di nuovo: "Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata", in qualsiasi campo il "fiore" si cerchi, anche nella musica. Sotto: Kodo, presso Matsumoto Castle, Giappone. Sul tamburo più alto, il simbolo della trinità Shinto, il Mitsu Tomoe.


Questa cosa dei taiko mi ha fatto venire un'ideuzza ma per ora me la tengo per me è! :) Niente di particolare me a livello mentale e sensoriale credo sia una cosa veramente magica. Non la rivelo perché come al solito qualche genio della lampada, prenderà sta cosa e la farà sua. ノー, Iè, no! :)
I taiko sono il suono degli dei, della terra, non della guerra. Pace, armonia.

Così amica mia, ricerca quello che desideri e ti meriti. Ricercalo con voglia, con passione e con sincerità. Amati perché senza questo, nemmeno gli altri ti ameranno ma tenteranno forse (ma raramente), di aiutarti. L'amore è qualcosa che ognuno di noi si merita e non è un diritto, né un dovere ma un premio per quello che noi distribuiamo intorno a noi. Ricercalo tentando di dare quello che per te stessa desideri e se è destino (Karma né), arriverà. Pensa pure che l'amore non deve fare differenze di razze, religioni e neppure specie, nemmeno tra il più ricco ed il più umile. Ognuno metta quello che può dare e che spesso è tanto ma lo sforzo è far vincere l'amore. Non importa cosa si fa quando ci si incontra. Pensa alla storia di Frederik di Danimarca, ci hanno fatto anche due films e uno: "Un principe tutto mio".

Se si va a letto, a fare una passeggiata o se ci si coccola. Se in un momento di difficoltà o ancora di felicità, si ha voglia e bisogno di vedersi e di sentirsi ed il fondamentale è esserci altrimenti non ha senso manco chiamarla relazione, figuriamoci di letto, SM o meno. Ecco. Namaste.




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