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lunedì 23 settembre 2013

Un altro po' di mastro con zen, armonia e spiritualità attraverso Shōgun

Oggi proprio mi viene da riflettere. Mi sto sentendo “the way of life” (un modo di vita), e me ne sto qua, rilassato in pace con i miei pensieri. Quando posso ed è purtroppo raramente, mi siedo e mi rilasso, cercando di rimettere ordine nella mia testa. Mi aiuta e mi rilassa ed è l’unico modo che conosco per ritrovare quell’armonia che cerco da sempre e che lavoro e problemi di vita, costantemente si affannano a distruggere. Mi siedo ricercando zen e mushin che quando c’è, ho ritrovato pace ed oggi è uno di quei giorni.
Avevo pubblicato un bello scritto tratto dal libro Shōgun ma a quanto pare si ritrova pure male visto che c’è quella ō che proprio bisogna metterci per ricercarlo. Così, di nuovo, eccolo qua.


Vi ho parlato molti post fa di un libro importante per riuscire a capire un po' un mondo diverso. Si tratta di " Shōgun"  di James Clavell. E' stato scritto nel 1975 ed ha venduto ben 7 milioni di copie. Oddio, leggerlo è un pacco visto che è composto da sei libri ed a seconda delle edizioni siamo a poco sotto le 900 pagine o sopra le 1000. Traggo ovviamente queste notizie da wikipedia per rinfrescarmi la memoria ma si tratta di una ispirazione verso un personaggio reale, il pilota del Miura ( 三浦按針: "il pilota del Miura" ), la nave sui cui era imbarcato e di nome William Adams. A quei tempi la popolazione normale spesso riceveva nomi riferiti al suo lavoro, quindi  divenne velocemente Anjin-San,  signor pilota. Shōgun è stato anche una miniserie televisiva in cui Toshiro Mifune interpretava Togugawa, quello che poi diventerà lo Shōgun, Richard Chamberlain, nei panni di Blackthorne, e la bellissima e altrettanto brava Yôko Shimada. Bella la serie ma molto diversa dal libro in cui vi sono dei passi intimi molto spinti con descrizioni di oggetti, di situazioni e di modi di vedere. C'è inoltre la solita contraddizione. Per capire la "violenza" del rapporto bdsm devi prima conoscere la dolcezza. Alla fine il Ju-do o il ju-jitsu che sono? La via e l'arte della dolcezza: "Ju", eppure con quella ti possono pure uccidere o imparare a non farlo rispettando la vita.

Toshiro Mifune e Richard Chamberlain


Yôko Shimada


Passo dal capitolo 31, la caducità di ogni momento. Ogni momento è unico, non si ripete, vivi quel momento cosciente che non ce ne sarà uno uguale. Vivilo intensamente, domani, come si dice è un altro giorno. Perciò credete in Dio e nel paradiso.
La morte non dovrebbe spaventarvi.
Quanto al senza ragione, sta a voi giudicare. Potreste avere ragioni sufficienti per morire." "Sono in vostro potere.
Voi lo sapete, e lo so anch'io." Mariko si chinò verso di lui e lo sfiorò con un gesto di pieta. "Anjin-san. dimenticate il villaggio. Possono succedere molte cose prima dello scadere di sei mesi. Una Grande Ondata o un terremoto, o forse avrete la vostra nave e ve ne andrete, o Yabu morira, o moriremo tutti, o chissà? Lasciate a Dio i problemi di Dio e il karma al karma. Oggi siete qui e niente può cambiare la situazione. Oggi siete qui, onorato e vivo e benedetto dalla fortuna propizia. Guardate questo tramonto... e splendido, ne? Questo tramonto esiste. Il domani non esiste. Esiste solo il presente. Guardate, vi prego. E così meraviglioso, e non si ripeterà mai più, mai più nell'infinita del tempo. Non questo tramonto. Perdetevi dentro di lui, fatevi tutt'uno con la natura e non angosciatevi per il karma, il vostro, il mio o quello del villaggio."
Blackthorne cominciò a sentirsi stregato dalla sua serenita e dalle sue parole.
Guardò a occidente: grandi chiazze di porpora e nero striavano il cielo.
 Contemplò il sole finché esso scomparve.
"Vorrei che foste voi la mia concubina," disse.
"Io appartengo a Buntaro-sama, e finche non sarà morto non posso pensare ne dire ciò che potrebbe essere pensato o detto." Karma, pensò Blackthorne.
Lo accetto? Il suo? Il mio? Il loro? La notte e bellissima.
E anche lei, e appartiene a un altro.
E bellissima, sì, e molto saggia.
Lascia a Dio i problemi di Dio e il karma al karma.

Cos’è questo se un cogli l’attimo? “Cogliere o riconoscere la vita in ogni respiro, in ogni foglia di the. Questo è Bushi-do.”
In realtà è qualcosa di più profondo. Non stiamo parlando di una bella pulzella che te la da ed “ogni lasciata è persa”. Non perdetevi quel tramonto o quel gesto o quel singolo respiro perché in esso c’è armonia, c’è la bellezza la profondità della vita.
Oggi è già passato, domani è troppo lontano, c’è solo il presente, l’adesso, l’ora. Accogli quello che ti passa il destino con saggezza e coraggio perché sono il segno indelebile della tua anima, l’unica cosa che è veramente tua.


Passo dal capitolo 35. Le differenze, l'interiorità, la vergogna, la riservatezza, la caducità della vita.
"Non intervenite," aveva detto lei, e lei era piena di saggezza.
Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. "Vi prego di essere cauto, Anjin-san.
Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti." Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.
"Vedete, Anjin-san," gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quandò lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all'erta,
"qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo.  Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo, e ci ammazzeremmo l'un l'altro e poi uccideremmo anche noi stessi."
"Quali muri?"
 "Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabù di ogni genere.  Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere."
"Ma come riuscite a chiudere le orecchie? E impossibile."
"No, e molto facile, con l'addestramento.  Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura... se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano.  Un grande aiuto e offerto dalla contemplazione del tramonto o dall'ascoltare la pioggia... avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce.  Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali.   Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara (), al vostro centro, per ricordarvi la transitorietà della vita, e aiutarvi a conquistare il wa (, armonia, pace, stile giapponese), l'armonia, Anjin-san, l'armonia perfetta, che e la qualità più ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l'arte, tutta..."
aveva riso.
"Ecco, vedete che effetto produce il sakè!"
 Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante.
 "Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure.  Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri.  Perché questo cerchiamo: l'oblio.  Una delle prime poesie scritte da noi--la si legge nel Kojiko, il nostro primo libro di storia, che risale a un migliaio d'anni fa--forse vi spieghera quanto vi dico: Otto nuvole si alzano perché gli amanti vi si nascondano.  Il Recinto a Otto Pareti della provincia di Izumo racchiude quelle nubi a Otto strati...  oh, quale meraviglia quel Recinto a Otto Pareti! "E certo impazziremmo, se non avessimo un Recinto a Otto Pareti!"
Ricordati il Recinto, si ammoni Blackthorne, mentre la furia sibilante di Buntaro esplodeva di nuovo.

Ascoltare le rocce che crescono. Bere the da una tazza vuota. Mi rimbombava nella mente fin da ragazzino. Solo dopo diversi anni ci sono riuscito e quando ci arrivai rimasi stupito. Le rocce parlano, le rocce crescono. Puoi veramente sentire l’armonia ovunque ed essere tutt’uno con tutte le cose. Niente è inanimato e tutto è legato da un’energia armonica  che si può sentire. Ed ecco che quando mi ritrovo il suonatore di flauto o il fabbricante di corde che da lezioni mi viene semplicemente voglia di “tagliargli la testa”. Questa è spiritualità e non si compra e non si vende.
La stanza ad otto pareti dove ci racchiudiamo, dove tutto succede. Il nostro mondo, il nostro segreto. Pudore dei sentimenti, pudore custodito in un luogo che tutti sanno che c’è ma nessuno sa dove se non noi due.
La dualità dell’individuo con cui con dolcezza e gentilezza si può anche tagliare la testa di qualcuno (ovviamente in senso figurato), e rimanere in armonia . Chi, le due forze che si inseguono.


Estratto dal cap 39 - Ascoltare le rocce che crescono, sentire quello che apparentemente non è possibile sentire, i kami.
Cominciò a piovere, ma l'inglese non ci badò.
Sedeva su un sasso, nel giardino che gli aveva dato tanto piacere. Era un mucchio di rovine. il ponticello era distrutto, lo stagno sconvolto e il ruscello scomparso. "Non importa," disse, rivolto al vuoto. "Le pietre non sono morte." Ueki-ya gli aveva spiegato che un giardino deve essere creato intorno alle rocce, perché senza di loro resta spoglio, non e che un terreno coltivato.
Una delle rocce era frastagliata e molto comune, ma Ueki-ya l'aveva collocata in modo che al tramonto, guardandola intensamente e a lungo le Venature, nel bagliore rosso, disegnavano un paesaggio di monti e vallate e laghi, con la notte che si addensava lontano.
Blackthorne sfioro la roccia con la mano. "Ti battezzo Ueki-ya-sama," disse, e ne fu CompiaCiuto, sapendo che se fosse stato vivo anche il vecchio se ne sarebbe vivamente compiaciuto.
Forse lo sa, anche essendo morto, penso Blackthorne, forse il suo kami si trova qui adesso.
Gli scintoisti erano convinti di diventare del kami al momento della morte...
"Cos'e un kami, Mariko-san?"
"Il kami e inspiegabile, Anjin-san. E come uno spirito, senza essere come un'anima, senza essere un'anima. Forse e l'essenza immateriale di una cosa o di una persona... dovete sapere che l'uomo diventa un kami dopo la morte, ma che un albero o una roccia o un dipinto sono pure dei Kami. I kami sono venerati, mai adorati. Vivono fra il cielo e la terra e visitano questo Paese degli Dei o lo lasciano, tutto nel medesimo tempo."
"E lo scintoismo? Cos'e lo scintoismo?"
"Anche questo e inspiegabile, purtroppo. E come una religione, ma non e una religione. In principio non aveva neppure nome... noi lo chiamiamo scintoismo, la Via del Kami, da un migliaio di anni, per distinguerlo dal Butsudo, la Via del Budda. Ma per quanto indefinibile, lo scintoismo e l'essenza del Giappone e dei giapponesi, e per quanto non possieda una teologia ne una fede ne un'etica, e la nostra giustificazione dell'esistenza."

Quando senti le rocce che crescono, capisci anche il kami ()

Passo dal cap. 54 - La passione e l'amore dei due mondi diversi.
"Non mi piace vedere in te tanto fuoco.  Ne veleno, ne rabbia.  Dov'e la tua tranquillità? E la tua buona educazione? Dovresti imparare a guardar crescere le rocce.  Ne?"
Mariko senti la propria ira svanire e rise.
"Hai ragione.  Perdonami." Tornò se stessa.
"Oh, quanto ti amo, e ti rispetto! E stasera sono stata così orgogliosa di te che ti avrei baciato, davanti a loro, secondo le tue usanze."
"Madonna, questo avrebbe dato fuoco alle polveri, ne?"
"Se fossimo soli, ti bacerei fino a farti chiedere pietà."
"Ti ringrazio, amore mio, ma tu sei la, e io sono qui e fra noi c'e il mondo intero." "Non c'e nessun mondo fra noi.  La mia vita e piena grazie a te."

Questo è il mio mondo, una parte del mio essere che non riesco più a separare dal resto. Poi ci sono le corde, solo dopo.

Dove finisce l'apparenza?

Qualsiasi persona è in grado di raccontare una bella storia accattivante se l’ha vissuta. Qualcuno è pure in grado di scriverla ed a forza di scrivere si impara.

Quando arrivò internet in Italia non c’erano molte chat a disposizione a cui iscriversi. Nel cercare ne trovai un paio molto in voga negli states. Non mi ricordo l’indirizzo, solo che erano divise in una blue chat dove si parlava del più e del meno ed una red chat dove si poteva parlare di tutto, dal sesso normale a quello spinto.
Così cominciai a frequentarle prima di tutto per rinfrescarmi un po’ l’inglese e funzionò nonostante gli inizi un po’ difficili. I modi di dire, gli slang di persone che arrivavano e si trovavano li da ogni provenienza statunitense, sulle prime erano difficili da capire. Sfumature se volete.
Comunque e dopo una certa frequenza il mio inglese scritto riacquistò una certa fluidità seppur pieno di abbreviazioni ed acronimi che erano nuovi, del tipo u=you, LOL, LMAO, etc. etc.
Nella red chat c’era un tipo e di cui ovviamente non ricordo il nick che era molto gettonato e pieno di “donne”. Tutte lo seguivano, molto ammirato.
Nello scrivere poi impari, spesso era un sesso virtuale, inteso più a provocare eccitazione mentale piuttosto che poi risolversi in un incontro reale. D’altra parte io in Italia, loro negli states. Però visto che ogni tanto ci capitavo per lavoro e per amici, non era del tutto “fuori regola”; anzi. C’era anche chi è venuto qua e che poi ha messo in pratica quel virtuale.
Per farla breve, a forza di scrivere sembrò che i più gettonati fossimo io e quel tale. In grado di provocare un orgasmo parlando, rendendo mentalmente le cose reali. Alle volte c’era la fila e per un po’ fu pure divertente. Un giorno conobbi una certa Carol, una yankee, con cui approfondimmo in modo serio ed oltre che spingere la cosa verso il sesso, cominciammo a parlare di noi.
Alla  fine, ci chiedemmo pure il senso di questa cosa. Già perché alla fine è facile portare qualcuno nel proprio mondo con le parole giuste. Il punto però è quando le parole poi non corrispondono alla realtà e all’umanità della persona che le esprime.
Un giorno “tranellizzammo” il tipo gettonato e scoprimmo che era li perché la moglie frequentava quella chat. Che faceva sta cosa per parlare con lei e che alla fine, pur avendo persone vicine che poteva incontrare, non lo aveva fatto con nessuno. Parole, solo parole ingannatorie. Mi piaci, ti amo, ti farei questo e quest’altro, come ti piace etc. etc. etc.
Ci rimanemmo letteralmente di merda per come si era comportato, illudendo tizia e caia. Il tutto per una gelosia incontrollata. A cosa serve quindi parlare di situazioni spinte o di notizie che in genere riprendi dalla rete? A poco. La differenza, di nuovo la fanno le persone ed in rete non vi sono persone ma solo la rappresentazione che le singole danno di se. Magari non possono scoprirsi del tutto (e ci includo pure me), magari lo fanno per autodifendere la vita di tutti i giorni o semplicemente i sentimenti.
Con Carol ci siamo risentiti per diverso tempo poi chiaramente le vite vanno per i cazzi propri. Nel frattempo ero pure tornato negli states, dalle sue parti.
Così mi dissi che nonostante questa “abilità” avrei preferito non ingannare o non attrarre in modo superficiale ma efficace pulzelle dalla curiosità innata.

Come vedete adesso sapete la ragione per cui mi comporto così e l’impostazione di questo blog. Preferisco che persone sane, coscienti, sincere ed oneste, si avvicinino mettendo un filtro per riconoscerle. Saranno sicuramente filtri duri, una specie di muro che voi dovete scavalcare ma che se decidete di farlo, troverete qualcuno ad aspettarvi di la che vi sorregga, vi guidi ed allo stesso tempo, impari da voi.
Quindi molliamo la prosopopea e le apparenze. Io non vivo in un piedistallo e impartisco lezioni ma cerco di imparare a mio modo le lezioni che la vita mi ha dato e mi incazzo quando si chiedono attenzioni che non siamo poi disposti a dare.
“Cazzo! Il tuo telefono era occupato” e pianti giù un casino. “Sei un puttaniere, non hai tempo per me” e magari stavo chiacchierando con tizio o caia di gatti e di pc o di lavoro. Poi di rimando quanto ti è stato spiegato e dimostrato che era vero che si trattava solo di mici pelosi, perché xxx ha problemi sul lavoro o in casa, non chiama per dei mesi ripiombandoti addosso quando tutto è sistemato. Seguito a dire che le persone sbagliano, io per primo, magari trattenendomi al tel per troppo tempo, magari imprecando perché una scheda wireless non funziona e ho un pc da montare per qualche amico/a che non riesco a dargli e vivo sommerso di pezzi elettronici in mezzo di stanza.
Seguito a dire che è meglio prima ascoltarsi, pardon, sentirsi per le cose semplici, a cominciare dall’anima delle persone piuttosto per come si leggono o appaiono o ancora, per come ci sembrano o per come ci fa comodo in quel momento.
C’è ovviamente un MDS che leggete ed un MDS che è riservato per la vita reale e cerca di fare tesoro di quello che ha vissuto, nel bene e nel male e che prima di darvi piacere, cerca ancor prima di non farvi e farsi male.

Buona giornata.


domenica 22 settembre 2013

Serenità e coscienza di se


Sono passati oramai più di trent’anni da quel giorno sul divano dove tutto è cominciato. Avevo già deciso di mollare la musica per il judo prima ed il karate-do dopo.

Quella sera prima ed i giorni che seguirono furono uno stravolgimento mentale non indifferente. No, non c’era internet e per approfondire bisognava riuscire a trovare i testi in versione libro, pochi, sulle arti marziali, sui punti di pressione, sulle tecniche più antiche. Si perché il judo era già qualcosa di diverso dal ju-jitsu tradizionale. Oramai era uno sport olimpico e si faceva tutto in funzione delle gare e dei colpi che si potevano tirare. Il problema degli atleti italiani era che mal riuscivano ancora a combattere con una frattura in corso.
Ma quei punti di pressione non mi uscivano dalla testa. Si perché un punto se non porta ad una frattura ed è semplicemente nervoso ha tre effetti principali. Se sei leggero provochi solletico, se colpisci come devi se non uccidi, fai un male cane, se sei “giusto”, quella pressione provoca piacere in punti particolarmente nascosti che solo chi ha approfondito conosce. Non li insegnavano quasi più e dovevi chiedere per sapere. Curiosità, la base di ogni apprendimento.
Così mentre nel dojo colpivamo con in mente sempre quell’ hikken issatsu ( ), per fermarsi un attimo prima di fare seriamente male a qualcuno, poi a casa la mente volava. Certamente non era un De Ashi Barai (出足払), a fare la differenza ma piuttosto qualcos’altro.
Nonostante il controllo spinto al massimo qualcuno si faceva comunque male. Una proiezione non pulita ed una clavicola se ne va. Una parata con una mano aperta e la differenza tra il fermare un calcio è tra una lussazione, una frattura o letteralmente aprirsi la mano. Alle volte una questione di pochi cm, di rapidità di intuire da dove viene il colpo. Alle volte il peso spostato sulla gamba sbagliata ed il successivo movimento ti procurava una storta ad un caviglia o i legamenti del ginocchio che andavano a ramengo. Nessuno voluto, semplicemente capita ed è legato a quello che fai. E’ semplicemente intrinseco nella disciplina.
Ci vogliono anni per cominciare a padroneggiarla ed alle volte gli anni non bastano. Sbagliare significa fallire, fare male al solo scopo di fare male, significa di nuovo fallire. Non insegnerò mai a chiunque passi, non scriverò mai di tecniche del genere perché voglio guardare in faccia a chi insegno. Non mi importa, ma non voglio essere responsabile di qualcuno che poi le usa per far male a qualcun alto e non è detto che sia solo fisico. Non credo ai professionisti fai da te e non credo nei professionisti e lo ribadisco con forza e sincerità.


Dolore, significa ogni volta più dolore ed è come l’eroina. Ad un certo punto non ti fa più niente, ti ci vuole solo l’estremo dell’estremo ed è troppo tardi. Non si torna indietro se non dopo anni di pausa e se ricominci ritorni quasi subito all’estremo dell’estremo. Ne ho abbastanza del dolore. Ne porto i segni con me e li ho visti addosso alla gente. C’è qualcos’altro che da piacere oltre che questo ma prima bisogna trovare serenità. Questo è un “gioco” che è fatto di umiliazioni, di situazioni forti, di sentimenti forti. Mettere in piazza un ricordo significa non avere rispetto per il dono che la donna che hai con te ti fa. Quello della sua interezza come essere umano con tutta la sua complessità e bellezza. Quella è una cosa tra me e lei senza compromessi.

sabato 21 settembre 2013

Forum

Ho provato ad inserire un forum nel blog. Non so come funzioni e se funzioni visto che ancora non ci sono iscritti ma mi sembrava carino poter dare la possibilità a qualcuno di confrontarsi.
Ecco, se volete aprire un tread, l'iscrizione è semplice. Rispettate chi eventualmente si iscrive, non vi offendete, non pubblicate pubblicità né annunci personali o per conto terzi.
Buon divertimento.

FAQ Alt.sex.bondage

Buon giorno gente. Oggi vi baco letteralmente i coglioni, per chi ha voglia di leggere. Una piccola introduzione al post è necessaria. Vi sono dei gruppi internazionali divisi per argomenti che si chiamano gruppi di discussione. Ce n'è uno dedicato al sm, alt.sex.bondage e ci sono delle faq che qualcuno (non ho ben capito chi), si è preso la briga di tradurre in italiano le sopracitate faq. C'è un problema però, i links sulla lista delle faq sono sbagliati, c'è un errore nell'indirizzo pertanto se cliccate sulla pagina origina non fuzionano. Così l'ho rielaborata con un programma di impaginazione web correggendo gli errori, così che sia fruibile a tutti. L'argomento della discussione che mi preme esporvi è questo: basta che il bdsm sia consensuale per fare la differenza tra un abuso ed un piacere reciproco? Se prendiamo l'Italia, se è una persona è in grado di intendere e di volere dovrebbe bastare. Però per la legislazione italiana sapere che giorno è oggi e come ti chiami, è abbastanza per definirlo tale. La mia povera nonna sapeva esattamente come si chiamava e che giorno era ma non capiva letteralmente un cazzo fusa com'era dalla circolazione venerea. Ce ne sono tanti così che ti sanno rispondere in questo modo ma che poi all'atto pratico non vanno oltre ma non mi dilungo sugli esempi. C'è inoltre da considerare che siamo in "Itaglia", lo stupro in alcuni casi è stato pure declassato e il reato di tortura non esiste. Insomma tutto fa acqua da tutte le parti. Se non siete voi che per lo meno non ci buttate l'occhio su quel che succede, pensate forse di essere coperte dalla legge? Sempre che ne usciate indenni mentalmente e fisicamente. Il che non significa che questo mondo è malato ma (credo), sia troppo ricco di superficialità e di pressappochismo.
Questa è la pagina rielaborata con i links che funzionano. In neretto gli argomenti che intendo sottoporvi come approfondimento. Adesso, quel qualcuno che ha dato risposte non si sa chi sia, resta il fatto che tutti le prendono come linee guida e questo per chiarezza, cercando di non volere imporre per forza un mio (isolato), punto di vista, perché tale non è. 

F.A.Q. -Frequently Asked Questions

(Domande Poste Frequentemente)

Su alt.sex.bondage, come su ogni newsgroup giungono spesso domande su argomenti già trattati ampiamente, e piuttosto che riscrivere sempre le stesse cose si rinvia spesso i frequentatori alle famose FAQ, che altro non sono che una lista di domande a cui qualcuno, raccogliendo materiale tra quanto pubblicato, ha cercato di dare risposte.
Ho deciso di imbarcarmi in questa ardua (e lunga) impresa di traduzione nella convinzione che più materiale si legga e meglio è. Non ha la pretesa di essere il Vangelo dell'SM e nemmeno di esaurire tutte le domande possibili. Visto che in questo campo, almeno in Italia e almeno in rete, non è stato pubblicato molto, ho pensato di fare cosa gradita traducendo almeno questo: i riferimenti ai libri e alle organizzazioni li ho tagliati perché inutili se non sapete l'inglese, e se lo sapete altrettanto inutili perché potete attingerli direttamente dall'originale.
A proposito: l'originale lo trovate a http://www.unrealities.com/adult/asb/faq.htmgrazie alla laboriosa stesura di Johnson Grey
Infine se volete scaricarvele e leggervele con calma potete farlo scaricando:
il file asbfaq.zip per l'intera libreria in versione html
il file asbfaqtx.zip per l'intera libreria in versione testo
Alcune premesse necessarie alla lettura della traduzione:
a.s.b.= alt.sex.bondage, newsgroup affollatissimo su cui si discutono ampiamente (in inglese) le tematiche del BDSM. In attesa di avere un a.s.b.i. (alt.sex.bondage.italian) è uno dei pochi luoghi dove possiamo attingere informazioni.
Nel tradurre in italiano avrei dovuto tenere conto dei generi dei sostantivi e degli aggettivi, mentre in inglese non esiste questo problema. All'inizio ci avevo provato ma avere un testo pieno di desinenze "o/a" lo avrebbe reso troppo pesante da leggere oltre che da scrivere.
Per cui senza alcun intento polemico o assolutista ho proceduto secondo l'ispirazione del momento riferendomi al genere del sostantivo in quel momento usato ("persona", "schiavo", "il" Bottom, ecc)
Dando per scontato che ogni situazione può essere riferita a singoli, singole, coppie etero, coppie omo, e chi più ne ha più ne metta, ciascuno completi mentalmente con la desinenza del genere che più gli piace.


Elenco delle FAQ
  1. Cosa significa B&D, S&M, D&S, Top, Bottom?
  2. Che cos'è una "scena" e cosa significa "concordare"?
  3. Cos'è un segnale di sicurezza?
  4. Quando il dolore non è dolore?
  5. Quali sono gli elementi fondamentali per un SM sicuro, sia fisico che psicologico?
  6. Ognuno è necessariamente Top o Bottom?
  7. Come posso imparare ad essere un buon Top?
  8. Come posso imparare ad essere un buon Bottom?
  9. Cosa c'è di divertente nel Bondage?
  10. Cosa c'è di divertente nella fustigazione?
  11. Cos'è il piercing? Cos'è il C&B o "genitortura"?
  12. target="_blank">Cosa sono taglio/bruciatura/marchiatura/giochi elettrici?
  13. Cos'è il "controllo del respiro"? E' sicuro far svenire qualcuno?
  14. Che cosa sono le piogge dorate? E lo "scat"?
  15. E' sicuro il sesso anale? Perchè alcuni lo fanno?
  16. Cos'è il "fisting"?
  17. Quello che pratico è "vero" SM? E che cos'è il "vero" SM?
  18. Cuoio/lattice/tacchi alti/corsetti, e altri feticci: cosa sono?" target="_blank">
  19. Cosa c'è da sapere sulla depilazione e/o il travestitismo?
  20. Perchè difendo l'SM?
  21. L'SM è maltrattamento o degradazione? La gente che lo pratica ha subito degli abusi nella vita?
  22. Perché l'SM è un tabù? È un crimine, è contro natura, immorale o insano?
  23. Non è sempre chi sta sotto ad avere il controllo?
  24. Può qualcuno essere "veramente" lo schiavo di qualcun altro?
  25. Cosa si intende per "codici"?
  26. Le mie fantasie mi spaventano. E se poi non riuscissi più ad uscirne fuori?
  27. Voglio organizzare un Play Party. Cosa devo fare ?
  28. Vorrei partecipare ad un bondage party. Qual'e' il comportamento giusto da tenere ?
  29. Perchè tutto questo anonimato nel mondo dell'SM?
  30. Chi pratica l'SM viene molestato socialmente o politicamente?
  31. Non vi sono troppi argomenti su a.s.b.?
  32. Sono stufo di alcuni argomenti trattati su alt.sex.bondage. Come posso fare per evitarli ?
  33. Non ho accesso ad a.s.b., come posso avere informazioni sulla "scena"?

venerdì 20 settembre 2013

La gru riconoscente 鶴の恩返し

Titolo originale: 鶴の恩返し (Tsuru no Ongaeshi)



C'era una volta, in un certo luogo, una coppia di poveri anziani. Un giorno, in cui nevicava e faceva un gran freddo, il vecchio si stava incamminando verso casa, dopo essere andato in città a vendere della legna, quando d'un tratto s'imbattè in una gru sofferente, poiché era finita in una trappola.
"Oh, santo Cielo! Poverina! Su,su! Ti libererò e mi raccomando fa' attenzione d'ora in poi!"
Così, il vecchio compassionevole liberò la gru e la fece fuggire.
Trascorsero alcuni giorni. Una notte, mentre nevicava, i due anziani sentirono bussare alla porta della loro casa.
TOC TOC...
Quando il vecchio aprì, si trovò di fronte una fanciulla.
"Mi sono smarrita a causa della neve. Vi prego, accoglietemi qui per una notte" disse. E il vecchietto a lei:"Povera figliola. Su, entra e riposati".
Da quel giorno la fanciulla visse in quella casa con i due anziani.
Un giorno la ragazza disse:
"Nonno, nonna. Mi permettete di tessere al telaio? Ma, mi raccomando. Non dovrete mai e poi mai sbirciare dentro la stanza, mentre sto tessendo".
TON TON CLANG...
TON TON CLANG...
Sin da quel giorno, dalla mattina presto fino alla sera tardi, la fanciulla chiusa nella stanza cominciò a tessere.
Dopo alcuni giorni, ne usci portando con sé un pezzo di stoffa. Era davvero della splendida stoffa.
"Nonno, portala con te in città e vendila. Riuscirai a guadagnare molto denaro! Vedrai!"
Il vecchio portò in città con sé il pezzo di stoffa; era talmente bella, che riuscì a venderla a un prezzo molto caro.
I due anziani ne furono davvero felici e chiesero alla fanciulla di tessere dell'altra stoffa.
Alcuni giorni dopo uscì dalla stanza col viso sciupato e stanca.
"Questa è l'ultima volta, basta..."
Disse la fanciulla, ma il vecchio e la vecchia, che tanto avevano ricavato vendendo la stoffa, le chiesero ancora una volta di tesserne.
"Ma questa volta è davvero l'ultima..." rispose lei.
TON TON CLANG...
TON TON CLANG...
Ascoltando il rumore del telaio al quale la fanciulla stava tessendo, i due anziani pensarono:
"Come farà a tessere della stoffa così meravigliosa? Diamo una sbirciatina!"
Dimenticandosi dell'avvertimento della ragazza di non guardare mai, i due provarono a dare un'occhiata.
E così, strano ma vero...una gru staccava le proprie piume e le utilizzava per tessere!
Il vecchio e la vecchia, stupiti, richiusero subito la porta.
Il giorno seguente, la fanciulla uscì dalla stanza portando con sé un pezzo di stoffa.
"Nonno, nonna. Nonostante ve l'avessi detto, alla fine avete visto il mio vero aspetto. Sono la gru che è stata aiutata da te, nonno.
Ma, ormai, sono stata scoperta e non potrò più vivere qui con voi. Devo andare, buona fortuna!"
Così dicendo, la fanciulla si trasformò nuovamente in una gru. Aveva un aspetto miserabile, spennata com'era qua e là.
Dopodiché, emise un grido "Kweeeeen!!" e volò via lontano.




giovedì 19 settembre 2013

Dei professionisti del “mestiere” di nawashi.

Buon giorno gente. C’è in italia un guru del karate-do di cui non faccio nome per evitare grane di qualsiasi tipo. Bon, questo guru in passato è stato accusato di mercificare un’arte marziale, attraverso pubblicazioni ed attività che pur dando risalto alla sua attività d’insegnamento, erano come dire, legate al vil denaro. Tema ricorrente questo perché contrasta in modo forte con il “Do”, la via. Anche su http://laviadelleartimarziali.blogspot.it/2012_03_01_archive.htmlsi trova un accenno importante al denaro e cito testualmente: “Il Maestro Azato era un Tonchi (capo della città per successione) secondo lo Udon (classe nobiliare - equivalente al giapponese Daimyo), il secondo ad Okinawa per importanza di rango. Il suo prestigio era così grande che egli fu trattato dal governatore di Okinawa come un amico di pari grado e non come un vassallo. Egli non dovette insegnare le arti marziali per denaro e non ebbe una scuola, ma accettò solamente allievi privati. Dato che aveva solo pochi allievi (se si eccettua Gichin Funakoshi, suo allievo fu solo Ogusuku Chogo) egli ha oggi un ruolo piuttosto subordinato nella storia delle arti marziali di Okinawa.”

Il denaro non è la via ma la negazione della medesima. Non conosco nessun sensei che abbia fatto i soldi o che stia in un dojo per soldi e non trovo manco risposte in tal senso manco su google. Non le troverete nemmeno voi perché di questo si tratta. Morale non denaro.
C’erano in epoca antica i “ronin”, i samurai senza padrone che si vendevano al miglior offerente. Mercenari, “banditi”, per l’appunto. Disprezzati dai Samurai non per la loro abilità che alle volte li superava ma per la loro “immoralità”.
Quando la morale è legata al denaro, il denaro è la morale, tu non conti niente ed è solo quest’ultimo che ha valore non la persona. Non vi è nessuna via o do che porti all’elevazione spirituale che non parta da se stessi.
Nel contesto giapponese manco la parola Sensei (maestro), ha un senso di autoattribuzione. «“Shi” (sensei,maestro), è un qualcosa che non posso dire di me. Io non posso dire: “io sono uno Shi”.Shi è qualcosa che gli altri possono dire di te. Lo rispetto il mio maestro, lo amo ed ecco che lui è il mio “Shi”. E’ qualcosa di diverso per tante persone. Qualsiasi cosa un maestro faccia, buona o non buona, lui è il mio spirito, il mio “Shi”, il mio maestro.»  cit. Hirokazu Kanazawa Sensei.
Per chi mi legge adesso di sicuro avrà da ridire sul mio “mastro” ma ho già trattato questo argomento. Si tratta di un errore del mio vago latino a cui non potei rimediare per tempo e poi era tardi. Così è rimasto mastro ma è un nome non un aggettivo. Rimango una persona che ha ancora molto da imparare e che quando non sarà più così, vuol dire che sarò passato a miglior vita, non prima.

Per acquisire le basi per cominciare ad imparare il karate, ci sono 6 livelli inferiori che si chiamano Kyū. Per arrivare al Primo dan di cintura nera, occorrono diversi anni. Probabilmente in contrasto con quello che la maggior parte delle persone credono, la cintura nera non è un punto di arrivo ma il punto d’inizio. Adesso qualcuno mi dica come mercenari che vendono corsi, sensazioni e che hanno imparato questa specie di fai da te con le corde cosa cavolo hanno da insegnarmi. Una tecnica loro? Ci sta. Morale? Nessuna. Crescita interiore? Forse quella del conto in banca o del giro di pulzelle che gli gravitano intorno. Corsi per imparare a legare? Si, per non farsi male, tecnica pura, buon senso, suggerimenti. Tutto il resto passa di sotto come l’acqua in un colino. Adesso forse vi viene pure qualche dubbio del perché di questo post che lo vedete in contrapposizione con il workshop pubblicizzato due giorni fa di Hikari Kesho. Quella a mio modesto punto di vista è arte. E’ arte visiva e pure bella. E’ genio, capacità fotografica di saper armonizzare creazioni stupende, con modelle centrate per quella legatura che appagano lo spirito. Nawa shibari, il bel legare. La purezza dell’arte e li c’è molto da imparare. Quindi andateci. Se pensate che il resto dei corsi vi diano qualcosa di vero e di autentico anche nelle sensazioni, scordatevelo. E’ solo l’illusione che volete vedere realizzata. E’ solo aria ma non è respirabile. Imparate di più con una cerimonia del the.