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mercoledì 27 luglio 2016

Oggi sono in vena di risate


Dunque. ieri sera stavo pensando di fare un post sul solito casino isis in Francia. Avevo saltato tutto il resto da quando mi misi a parlare di TDC lo scorso anno e francamente mi pareva che l'ultimo fosse degno di commento. Poi ci ho ripensato. Ma perché cavolo devo commentare qualcosa di incommentabile. Perché diavolo mi devo mettere a parlare di morti e TDC quando ne ho avuti abbastanza in casa. Perché mi devo arrabattare a scrivere di intercettazioni, di privacy, di tutto quello che si dovrebbe fare per ridurre al minimo sta roba e che comunque già  non si faccia. Perché diavolo dovrei mettermi di nuovo ad insegnare al mondo "segreti" che sono quelli di pulcinella e che se sapete usare un normale motore di ricerca dovreste riuscire a capire da soli. Ma ite a fanculo in tanta amicizia, davvero. L'avete capito il quiz sulle cellule di qualche giorno fa? :)
Così ho smesso di pensare e mi son messo a chiacchiera con una pulzella e al surfamento di tumblr e ho beccato questo bellissimo post. Non so chi sia l'autore ma me lo sono salvato. Le cose come dovrebbero essere, come sono quando qualcuno non si imbatte in un* TDC di ogni natura, razza, età e sesso. Tutto è successo così per caso e mi piaceva fotografare la sequenza di esempi. Si sa che sono parecchio fuso nella testa e che poi dimentico ma non solo.



Così, dopo aver fatto un gruppo "scemo" su fb per continuare a ridere dal titolo "Disadattati", se n'esce Shink con sto cavolo di post, anche quello in immagine.

E porco mondo non son riuscito a smettere di ridere.
E per concludere la giornata (forse), se n'esce la "collaboratrice" fantasmatica con questa memorabile citazione:
"Un'erezione è come una promessa: non è difficile farla, il difficile è mantenerla!"
Dario Cassini.

Voi credete davvero che le persone che si incontrano abbiano maggiore intelligenza e comprensione di molti animali. Non è mica vero.

Modifica al dislcaimer.

Siamo in periodo di dichiarazioni redditi. Dopo aver parlato approfonditamente con i miei esperti, ho aggiornato il disclaimer.
Non è una contraddizione in termini, è il quanto risulta dalla legislazione attuale. Pertanto e allo scopo di evitare "rogne" e di regolarizzare chi ha avuto i miei lavori, riceverà la fattura tanto da poterla contabilizzare.
Senza nessun altro scopo che la regolarità, vi auguro buona giornata.

lunedì 25 luglio 2016

Incontri e reincontri pazzi

Stavo ripensando preso dal caldo agli ultimi post sul mio secondo mondo e sugli incontri e reincontri.
Due volte mi son capitati strani e folli.
Puttgarden da wiki e i traghettoni.
Il primo.
Andiamo al ma(i)re e becchiamo due Finniche. Ops, Suomi. Castane ma carine. Si chiacchiera un po', si passa la giornata assieme e poi ciao, ognuno per la sua strada. Quindici giorni dopo partiamo per la Danimarca in treno. Arrivati a Puttgarden in Germania, il treno viene traghettato fino a Rødby per arrivare sull'isola di Sjaelland dove sorge København. Saliamo in coperta a prendere un po' di aria di mare e ci passiamo quasi l'oretta che ci vuole tra imbarco, traghettata ed sbarco.
Per scendere al ponte treno, ci sono due porticine di legno a mo di boccaporto, una per ogni lato del traghetto che è una "bella bestia". Arriviamo alla porta di tribordo (sx), e... toh! Le due finniche.
Rødbyhavn da flickr
O voi che ci fate qui? Ecco. A darsi un appuntamento non c'era modo.

Il secondo:
Altro viaggio, sempre li ma sto giro arriviamo a København e lasciamo il treno per salire in metropolitana. Quelle Danesi non hanno (per lo meno fino a pochi anni fa), intercomunicabilità tra i vagoni. Entriamo dentro e.. ritonfa!
Chi c'è? La ex del mio amico che lo guarda e gli dice: "Ehm.. che caso"!
Oooookkkk non mi dite che la Danimarca è il paese delle favole e che li tutto può succedere. Non ci credo anche se ogni bravo danese che coltiva un campo, lascia un pezzettino di bosco incolto per non disturbare gli gnomi. ;)
da lamiastellina.altervista.org
Già... e visto che oggi è una giornata "simpatica" dopo tanto tempo anche se aspetto ancora notizie di chi è in spedale in attesa che tutto si risolva per il meglio, mi sono tornati alla mente questi due episodi particolari capitati a oltre 1600 km da casa in Italia.


Ecco. Sono solo due ma ce ne son tanti. In genere non reincontri mai le "non-persone" e se lo fai è perché magari un amic* ti dice: "Ti ricordi di tizi*? Ecco, sapessi che gli è successo..."


Ghghghg ... e per dirla in musica: Leonardo Pieraccioni in:



Oh, è in versione maschile, per quella femminile bisogna aspettare, dice! :D

L'Italia è un paese malato di mente...

maial* italian*

L'ha appena postato l'amica Stregatta. 
Così, tanto perché come al solito son grullo e siccome mi son fatto abbastanza sane risate oggi e davvero mi ci voleva, ci associo un'altra foto che alla vista sul TG4 oggi m'ha fatto letteralmente sbellicare. Potrei "aggiornarvelo" con chiari riferimenti al bdsm e le sue non-relazioni ma siccome non ho lauree e rischio veramente che vi riconosciate in questi esempi, ve lo lascio così com'è.


Il professor Vittorino Andreoli: "L'Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti"

Da Huffingtonpost. Di Andrea Purgatori, L'Huffington Post (l'articolo ha il pulsante di condivisione ed il copia ed incolla è l'unico modo per farlo qua).


“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?
“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.
“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.
“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.
“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.
“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.

Cattivo.
“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?
“La recita”.

La recita?
“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto. Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?
“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.
“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale. Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.
“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.
“Proprio così. Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?
“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?
“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?
“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?
“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.
“Prego”.



psss... io invece cerco di andarmene visto che viaggiare e spostare casa per me è assolutamente normale. Casa è dove il cuore risiede ma sopratutto dove si sta bene. Cerco un un posto dove rompermi le @@ è praticamente impossibile e ce ne sono. :)
Vedremo anche questa come va a finire. Ai posters l'ardua scemenza, tanto per far capire il tono. :)

domenica 24 luglio 2016

Qualcuna mi ha fatto un ritratto, senza conoscermi.

"Sensitive people are the most genuine and honest people you will ever meet. There is nothing they won’t tell you about themselves if they trust your kindness. However, the moment you betray them, reject them or devalue them, they become the worse type of person. Unfortunately, they end up hurting themselves in the long run. They don’t want to hurt other people. It is against their very nature. They want to make amends and undo the wrong they did. Their life is a wave of highs and lows. They live with guilt and constant pain over unresolved situations and misunderstandings. They are tortured souls that are not able to live with hatred or being hated. This type of person needs the most love anyone can give them because their soul has been constantly bruised by others. However, despite the tragedy of what they have to go through in life, they remain the most compassionate people worth knowing, and the ones that often become activists for the broken hearted, forgotten and the misunderstood. They are angels with broken wings that only fly when loved". Shannon L. Alder 


Le persone sensibili sono le persone più genuine e oneste che abbia mai incontrato. Non c'è niente che non vi diranno di se stessi se hanno fiducia la vostra gentilezza. Tuttavia, nel momento in cui li tradisci, li rifiuti o gli svalutarli, diventano il tipo peggiore di persona. Purtroppo, finiscono per farsi male nel lungo periodo. Non vogliono fare del male ad altre persone. E 'contro la loro stessa natura. Vogliono fare ammenda e cancellare il male che hanno fatto. La loro vita è un'onda di alti e bassi. Vivono con il senso di colpa e il dolore costante delle situazioni irrisolte e incomprensioni. Sono anime torturate che non sono in grado di vivere con odio o essere odiati. Questo tipo di persona ha bisogno di quanto più amore chiunque possa dar loro, perché la loro anima è stata costantemente ferita dagli altri. Tuttavia, nonostante la tragedia di ciò che devono passare attraverso la vita, rimangono le persone più compassionevoli che vale la pena conoscere e quelli che spesso diventano attivisti per il cuore spezzato, dimenticati incompresi. Sono angeli con le ali spezzate che volano solo quando sono amati.

Come potrebbe esistere un angelo se nessuno gli credesse e senza un briciolo di amore? Mah.

Fetlife quasi quasi chiude ed altre cose.

Dice che adesso si entra solo con invito e per l'invito bisogna essere sostenitori di fetlife.
Il risultato è che chi ha interesse a rimanerci può invitare chi gli pare. Se chiude meglio. Meno porcai in giro. L'intento pare giusto. Evitare che vari disumanizzati, gente che non vale nulla manco se gioca a monopoli si affacci a fare il "Kinkster".
L'altro giorno c'era una tipa che faceva la sub con il suo "daddy". E mi ha fatto questo e quest'altro. Pare che nemmeno le recchie si fossero salvate. Ad un certo punto la "relazione" sparisce e la kitten è diventata mistress. Mica poco è. Fino a che è solo divertimento, passi ma sta roba non si chiama bdsm. Non so come definirla ma è il quanto. Così ci metto sopra una bella canzone di Lucio Dalla.


L'articolo è qua: 
https://fetlife.com/groups/311/group_posts/9479298. Ah già, non ho invitato nessuno quindi se non avete un account già attivo, non lo leggete.

Psss. non dirò più nulla, la domenica è cancellata, si sa a me i calendari corti piacciono parecchio assai. Finiti gli avvertimenti pubblici, niente know how e come difendervi. Niente riferimenti sulla privacy. Niente inutili cambi di provider internet/telefonici per fare chissà cosa. Niente proclami, niente di niente né riferito a persone specifiche né a discorsi generalisti. Semplicemente vi attaccate al cazzo o per più cortesemente dire: "A i' lilli di' Lallo". Di foto e materiale sensibile, ne riparlerò quando ne ho voglia. Adesso no.


Vi farò una bella domanda però:
abbiamo due contenitori di peso, materiale e capacità identica fino al miliardesimo di unità.
Nel primo contenitore c'è una cellula e notoriamente queste si duplicano ogni 20 minuti. Perché il contenitore sia pieno di cellule fino a non poterne contenere più una, occorrono 24h.
Nel secondo contenitore ci sono due cellule. Quanto tempo occorrerà a che questo sia colmo come il primo?

Buona riflessione.

"Se vuoi avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla." Napoleone Bonaparte. Oggi funziona così a quanto pare.

venerdì 22 luglio 2016

Sì parla del diavolo è. ...spuntano le corna

Oh che bello.
Ho scritto due post sui miei due mondi e ieri sera a sopra si presenta Tina con un'allegra compagnia vikinga in visita. Si, si, non vi preoccupate, non sono le solite. Come ho già scritto, i nomi li sono spesso gli stessi.  Raramente ho conosciuto una Helle, un Vipse, una Gitte o Brigitte.... beh dai no, tanto sono poche le variazioni sul tema.
Sorpresone e si che sorpresone!!!
Tipico, ineguagliabile. Ti bussano all'uscio e tu rimani di sasso con un "Come stai?" :)
Semplicemente adorabile.  Mi manca casa. Il maiale al forno con le patate dolci, un Hot dog con le cipolle fritte, la senape dolce e i cetriolini e una Tuborg guld ma di quella fatta li che non ha niente a che vedere con quella prodotta su licenza. M'andrebbe bene pure il pesce col burro sul pane nero. Ecco, il pane nero è qualcosa di tipico e che si trova solo li. A me non è mai piaciuto ma adesso capisco tante cose. Il profumo del legno, le candele accese, un bel tazzone di the o di caffè e a chiacchiera su un comodo divano senza scarpe e perché no, fare sesso dove capita e chi se ne fotte se ti guardano dal palazzo di fronte e anzi, meglio alla finestra così si divertono anche dall'altra parte.
"Torni"? Mi ha chiesto.
Vorrei, tanto. Tanto, tanto, tanto. Chissà. È un po come il 13mo guerriero. Anche se sei di una terra lontana, sei a casa. Hjem og no huse. Come l'inglese.  Home, not house.
Adesso per qualche GG mi rimarranno di nuovo vivi i suoi occhi. Non hanno mai tradito, non loro ed è tanto.