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mercoledì 25 ottobre 2017

Essere vivi - Zen

Volevo scrivere di Weinstein e lo farò ma oggi ho letto questo e mi ha colpito profondamente. Ecco:
"Non c’è nessuna formula per definire il rischio. Per ciascuno di noi le aree di rischio, in qualsiasi momento della vita, sono differenti; il rischio di una persona può essere l’assuefazione di un’altra. Ma ci sono tre aree in cui il rischio può cambiare la qualità della nostra vita:

1. La volontà di essere più vulnerabili – di aprirsi, di esplorare i nostri meccanismi di difesa e di protezione, esponendo i nostri lati oscuri e segreti.

2. La volontà di vivere con un livello di onestà più alto – di onorare i nostri impegni e le nostre promesse e di condividere anche quando abbiamo paura.

3. La volontà di essere vivi – di affermare la nostra creatività e attraversare le paure, la vergogna, gli scoraggiamenti e le delusioni che si affacciano inevitabilmente ogni volta che corriamo il rischio di essere vivi e creativi.

In tutte queste aree non sono i risultati a essere importanti ma la volontà di mettere alla prova i nostri limiti, perché è questo che segnala alla nostra coscienza superiore che siamo pronti a entrare in un nuovo livello di consapevolezza. In tutte queste tre aree c’è inevitabilmente la paura[1].

Quando sopprimiamo ciò che conta decidiamo di restare a un livello leggermente diverso dal primitivo e dall’animalesco. Se ne vanno, quindi, la gioia, l’amor proprio, la gratitudine, la solidarietà, il buon senso e quella cosa un po’ fuori moda chiamata felicità." [2] Bello perché leggo ancora che in psicologia si professano valori di buona educazione mentale proprio del buddismo. E' un intreccio che si insegue fino dalla notte dei tempi alla fine. 


"Il miglior rapporto?  Quello in cui ci si ama più di quanto si abbia bisogno l’uno dell’altro». No, non è la teoria di uno psicoanalista. È uno dei 18 precetti per la felicità del Dalai Lama. Che è arrivato – per via spirituale – alle stesse conclusioni di Freud & co.  «Una relazione sana è quella in cui i partner non si compensano a vicenda gli “squilibri”, ma sono entrambi consapevoli delle proprie necessità ed emozioni. Capaci di auto-nutrirsi. Non stanno nella coppia per “prendere” bensì per dare, ..." 

Però bisogna volerlo. Bisogna essere gli artefici del proprio cambiamento. Non è una roba da poco, è prendere coscienza di quello che siamo. CHI siamo e da li crescere. Rimane il fatto che il buon sesso si fa con l'istinto. A letto conta quello ma senza evoluzione interiore tutto si perderà al di fuori delle mura di quella stanza. La candela senza fiamma è solo cera, la fiamma senza candela non può esistere. E' cosi semplice in fondo.

Così richiamo alla mente questa bellissima canzone che sentivo da ragazzino con il primo mangianastri a cassette. E' pura poesia. Chiudete gli occhi e immaginatevela in ambiente SM. Non ci avevo mai fatto troppo caso fino ad oggi ma mi rendo conto che alla fine tutto quello che mi ha spinto a fare e dare è davvero questo. 


E ti prendo piano piano
Fino al punto dove muore
La tua voglia d'impazzire

(tu stasera mia)

E nel buio e nel silenzio
Le radici del tuo mondo
Danno origine al mio mondo

(tu e così sia)

Se adesso tutto mi crollasse addosso
Non me ne accorgerei.
Il gioco impazzito più dolce riprende.

I tuoi occhi mi sorridono stanchi
Luminosi mentre cerco i tuoi fianchi.
Le parole si fan quasi preghiera...

[1]AMANA, Thomas  Trobe. A tu per tu con la paura. Vincere le proprie paure per imparare ad amare. Feltrinelli, 2006, p. 195.
[2] L’accettazione della propria vulnerabilità come rito di passaggio nel superamento dei traumi relazionali. L'arte di salvarsi.

sabato 14 ottobre 2017

Hachiko ハチ公 - Un giorno, una vita

Da dove comincio?
Ecco, si. L'altro giorno su un altro blog parlavamo di imparare dagli animali e dalla natura e oggi l'autrice e per altri versi, porta un esempio della saggezza animale. Oggi vorrei parlare di lealtà, fedeltà e amore che gli animali (tutti), ci danno. Prenderò l'esempio di un cane anche se potrei mettermi qua a raccontarvi storie talmente strane tra gli umani e gli animali selvatici che forse solo adesso la gente comincia a credere come vere. Fino a qualche anno fa, ti prendevano semplicemente per pazzo.

Hachiko (Hachikō ハチ公), il cui nome vero era Hachi ("Otto", numero tradizionalmente fortunato),  e Ko, come vezzeggiativo, era un cane di razza Akita, nato il 10 novembre 1923 in una fattoria del Giappone e venne adottato dal professor Hidesaburō Ueno, titolare della cattedra di agronomia nell'università Imperiale di Tokyo. Nacque così un bel rapporto tra i due ma il destino volle che il professore, due anni dopo, venisse stroncato da un ictus durante una lezione all'università. Il cane che era solito accompagnare il suo "padrone" al treno della stazione di Shibuya la mattina ed aspettarlo al ritorno la sera, non ebbe mai pace e non smise mai di andare ad aspettare Hidesaburō per i successivi dieci anni. Io che non conoscevo questa storia e nemmeno dell'esistenza di un film, mi sono appassionato perché ho vissuto delle similitudini profonde. Una lupa adottata che mi ha accompagnato all'autobus tutti i giorni e tutti i giorni era li ad aspettarmi. Tutti i santi giorni, mai e dico mai mancato un giorno. Mi chiedevo come facesse a sentire il mio ritorno. Era semplice in fondo, andava a controllare a tutti gli autobus fintanto che non conosceva i miei orari che cambiavano di anno in anno. Se n'è andata prima lei, dolcissima, indimenticabile, unica cucciola. Mi manca da morire. darei non so cosa per averla ancora qui, per una carezza, una coccola o uno dei suoi baci. Avevamo molti cani ma questa era davvero speciale ma non sono qui per raccontarvi di me quindi, torno volentieri alla storia.

Dalai Lama e Richard Gere
Di quello che faceva Hachi, se ne erano accorti tutti. La voce si sparse e cominciarono ad arrivare da tutto il Giappone per vedere il cane, per portargli una carezza o una coccola. Hachi, indisturbato, rimase li, tutte le sere fino a tardi ad aspettare, aspettare ed ancora aspettare. Fino a che la sera dell'8 marzo 1935 inevitabilmente si spense in una strada della città ma che consegnò con la sua vita il valore dell'amore più puro all'eternità. Ogni anno, in questa ricorrenza, si celebra una cerimonia presso la loro tomba in ricordo suo amore.

La notizia fece rapidamente il giro di tutto il Giappone. Venne proclamato un giorno di lutto nazionale per ricordarlo. Fu commissionata una statua perché rimanesse a perenne ricordo e posta una statua bronzea a perenne ricordo posta li dove, Hachi aspettava nel 1934. Per le vicende belliche, fu poi fusa ma nel 1948, ne venne realizzata una copia dallo scultore Takeshi Ando e rimessa dove è tutt'ora.  Hachiko è tutt'oggi impagliato e conservato al museo Nazionale delle scienze di Tokyo ma le sue ossa vennero sepolte accanto alla tomba del suo amato. In Giappone questo significa farli stare per sempre assieme.
C'è da noi il Fido italiano a Borgo San Lorenzo che fece qualcosa di simile. Hachiko però sapeva della morte del suo padrone e non era un cane stupido. Seguitò comunque a sognare, a desiderare oltre ogni possibile ragionevole speranza, di poterlo reincontrare comunque. Per questo la sua storia è così importante. Ricordate questa data che è pure la festa della donna, un cane sconosciuto a molti il cui esempio ci fa sperare in un mondo migliore.

Recentemente è stata ritrovata una foto di Hachiko alla stazione di Shibuya che mi sono permesso di ripulire un po' visti i buchi che c'erano. Peccato di non avere una scansione decente e riportare quella foto ad oggi, come se fosse fatta un attimo fa.

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Fonte http://blogs.timeout.jp foto: J. Lam
L'università di Tokio decise di far fondere un'altra statua per gli 80 anni della morte di Hachiko e per i 90 del loro incontro. E' l'augurio che da qualche parte, forse in un'altra vita o in un altro stadio, i due si possano di nuovo incontrare. La statua è visitabile dal pubblico. La posizione è vicino al cancello universitario, che si trova a pochi minuti a piedi dalla stazione Todai-mae sulla metropolitana Nanboku della metropolitana di Tokyo. Qualche anno fa c'è stato un remake del primo film giapponese sulla loro storia ambientato negli U.S.A. con Richard Gere facente il corrispettivo nel professor Ueno, dal titolo: "Hachiko, una storia d'amore"

La scena finale del film.


E la foto del ritrovamento del cane, con persone in preghiera. Voi sapete vero che noi buddisti crediamo nella reincarnazione e nella presenza di un'anima si? Ecco, da questo punto di vista non sappiamo di chi sia quell'anima ma di sicuro è un'anima buona e dolce che ci ha insegnato qualcosa, che ci ha dato qualcosa!


Così se davvero vogliamo imparare dagli animali, impariamo questo. Loro non si sentono stupidi ad andare ad aspettare chi non tornerà. Loro non pensano di essere giudicati perché amano. A loro non importa cosa pensano gli altri del loro amore. Loro semplicemente amano, punto e basta, senza ma, senza perché e senza alcuna condizione. Ci insegnano che stare assieme è una cosa semplice. Loro non hanno niente, non hanno una casa, non hanno un frigo, una dispensa. Non usano cappotti o sciarpe. Non hanno soldi e non possiedono altro che loro stessi e quello che possono dare. La fame punge alle volte, così come il freddo nelle notti fuori ma a loro non importa. Una carezza, vicini-vicini, è semplicemente il tutto.

一日一生  - Ichi nichi isshou

 Un giorno, una vita

E si vede che ancora oggi è un bel posto dove andare a farsi fare una coccola.
Fonte:
http://blythe-photo.blog.so-net.ne.jp

lunedì 2 ottobre 2017

La magia

Qualcuno pensa che la magia non esista? Sbagliato. La magia è ovunque, basta aprire le porte giuste.



Che cos'è la magia? Prima di tutto è stupore per qualcosa che non riusciamo a spiegare facilmente ed è emozione. Il fondo è tutto li. Non c'è altro ma non è poco. Nel tempo ha assunto diversi significati ma mi riallaccio a qualcosa di puro, di semplice e di "giornaliero". a. Capacità di attrarre, di incantare che si sprigiona da una persona o da una cosa: godersi la m. del tramonto; la m. di quello sguardo lo attrasse fortemente. b. Fatto, avvenimento sorprendente e imprevisto: ma questa è una m.!; più spesso, di cosa che si manifesta con tale carattere: mi si presentò improvvisamente davanti, come per magia. (treccani)
In fondo anche in questo non v'è niente di veramente magico ma crea qualcosa che sentiamo dentro che ci stupisce. Ecco. Questa è la magia.
Cosa c'entra? Tutto, è proprio il tutto! Proviamo per un attimo a pensare di poter avere davvero con uno schiocco di dita o con il movimento di una bacchetta magica, tutto quello che desideriamo. Diventerebbe tutto noia, come un bambino che ha troppi balocchi e poi non sa cosa farsene. La magia è unica, è fuori dalla normalità delle cose quotidiane. La magia chiede di uscire dal mondo della routine attraverso la porta giusta.
Che c'entra il SM con la magia, verrà da chiedersi. Beh, è come tutte le cose e le situazioni. Tutti i giorni crea assuefazione dal punto di vista chimico. I salti che tu facevi nel cuore della notte, godendo ed urlando come se io fossi li, la lumachina ebbene, scordatela. Però davvero tu, o tutti noi vogliamo davvero che la magia si spenga? Dai, no, non ci posso credere! Io credo che quei salti, quella roba che una non capisce più un cazzo, e che non è paragonabile a niente, non possa mai finire. E' l'immutabile gioco della vita e della morte. La fine, la trasformazione e la rinascita. La vita stessa così raggiunge l'eternità. C'è un solo modo per rendere eterno qualcosa che eterno non è. Ripetere la cosa all'infinito ma non farla tutti i giorni, solo quando noi vogliamo essere quell'infinito. Sono come i passi, se corri, poi più di tanto non puoi fare, cammina, e girerai tutto il mondo! Per ucciderla è sufficiente renderla "normale", roba di tutti i giorni. 

Però per arrivare a questo in una coppia SM ci vuole qualcosa che superi la bellezza o la situazione torbida. E' e rimane, qualcosa di interiore. cos'è che appaga, nel sm all'apparenza? Il primo botto, così di colpo. Credo sia il poter fare senza condizioni se non la consensualità. E' come dire, la cosa terra-terra. C'è un cazzo, si infila nella fica. ci si muove e si gode come ci pare. Più semplice di così. Ebbene, questo appaga la rabbia, riduce lo stress fino a che resta così e non subentrano sentimenti come l'attaccamento e sopratutto la gelosia. Sei mia, sei mio! No, gli uomini non appartengono a nessuno. Io e te amica mia, ci apparteniamo fintanto che tu senti attaccamento per me. Allora sei "mia" ma non come possesso, come privilegio e scusa (-te, visto che leggete in tanti), se è poco.
Perché questa cosa appaghi i sensi in modo totale e disarmante, ci vuole la fiducia, totale e questa si costruisce nel tempo. Allora la presenza diventa sicurezza. Non importa la distanza o quante volte ci si vede. E' qualità pura, è darsi in purezza. Tradire questa reciproco stato, diventa tradire se stessi. Valori assoluti, non singolari o di coppia. E' così raro e così prezioso che è per questo che il SM non è per tutti. SM è uno stato d'animo. Libertà di esserci ma due condizioni primarie. Assoluta lealtà e sincerità. Non importa in quanti siamo in quel letto o su quel pavimento o dovunque si sia. Nessuno è da meno dell'altra. Nessuno è un gioco a prendere, tutti siamo li per dare. Sono gli altri che rendono, noi no. siamo li per altro. E' come in cucina. Se vuoi pappare qualcosa di buono prima lo devi mettere in forno, sul fuoco o semplicemente affettare e poi ritorna pronto per essere pappato. Se metti in forno del cibo poco buono, non torna niente di buono. Come le persone. Il problema è che le persone non puoi assaggiarle prima.

La cortesia e la gentilezza. Nello Zen il vuoto è tutto. Nello Zen, si comincia da li. Nessuno può riempire alcunché se è già pieno, quindi prima qualcosa che riesca a contenere qualcos'altro senza lasciarla cadere di sotto. E' un concetto molto semplice in fondo in cui sbattiamo quotidianamente e continuamente. Non puoi bere se hai già la bocca piena. Ti va tutto di traverso. Non puoi mettere un boccone in bocca se nella bocca c'è un altro boccone. Non puoi fare una lavatrice se sta già lavando, una lavastoviglie. Non puoi vestirti se sei già vestita e non puoi spogliarti se sei già spogliata. Visto che ci piace(va) a tutti e due, non puoi manco fare pp se stai già facendo pp. Quindi si. prima il vuoto, poi tutto il resto. Adesso siamo sempre in ambito SM. Abbiamo l'assoluta libertà di riempire quel contenitore con quello che più ci garba. Sesso anale, dita, squirting, pissing, frusta, corde, session di gruppo, tutto quello che proprio ci sconquiffera in modo slurposo la testa e poi?
La prima volta, provi. La seconda provi, poi ti accorgi che l'appagamento non è nel sesso o nella situazione ma da con chi lo fai. Da cosa ti da/nno interiormente quella/e persona/e. Perchè in assoluto ci sono delle cose che non possono essere cambiate. Dipende da con chi sei che ti senti per come ti senti. O una merda o in una situazione magica anche se ti trattano come una merda. E' qui che sta l'unicità delle persone. Smesso con me e con te o con chiunque altro, puoi godere altrettanto e forse di più ma da un punto di vista MORALE, INTERIORE, non potrai MAI riprodurre quella situazione. MAI!

La forma nella cultura giapponese è tutto. Lo è anche qui in fondo. Metti un bell'abito da monaco e sarai un monaco. Metti un kimono e sarai un nawashi. Beh, quelli rimangono degli emeriti imbecilli insieme a coloro che li seguono. Non perché lo sono, ma perché fanno di tutto per esserlo. Ebbene, la forma senza sostanza è qualcosa di vuoto. Il vuoto è il vuoto, è inutile che ci giriamo dietro. E' anche questo qualcosa di semplice. Quindi, l'educazione, la gentilezza senza sostanza, è semplicemente il niente. Un giorno, al rientro nel dojo, ci fermammo a parlare un po' sulla "gestione" della stagione. Rientrai insieme ad altri due sensei con 2 minuti di ritardo. Mi guardò in faccia e mi disse: "fai 3 giri a coniglietto". "Ma come risposi? Stavamo parlando di..."
"Non importa. Vai!"
E mi toccò farli. In fondo aveva ragione. Dovevamo finire la discussione dopo e mancammo al saluto. Forma? Si, fatto nella forma ma con il sentimento di rispetto. Senza quello il saluto è vuoto. L'educazione senza sostanza è il niente. La sostanza senza educazione non trova veicolo, l'educazione deve andare di pari passo con la sostanza allora diventa gentilezza e scusa(te)mi se è poco. Chi non è cortese non è attento e chi non è attento è vuoto. Il vuoto non serve da solo. Per riempire una teiera bisogna levargli il tappo ma le persone non sono teiere e quel tappo devono toglierselo da solo. Quindi per la maggior parte: fuori dai coglioni. Prima regola Zen: non rompere le palle. Seconda regola Zen: non rompere le palle. Terza regola Zen: NON ROMPERE LE PALLE!  Cos'è che non è chiaro? Beh, se non lo è e di nuovo, togliete quel tappo dalla teiera!  Così mi stupisco quando dai gentilezza e non ricambiano. Dal mio punto di vista forse pensano che siccome ce la danno, possano fare tutto quello che gli pare e come. Ecco, qui è sbagliato e credo che dovrebbe essere così per tutti, ognuno con i propri limiti ma non si dovrebbe saltare il passaggio. Siccome sei gentile, posso prendere in considerazione l'idea di prenderla e visto che il prenderla significa prima di tutto darti piacere, vedi un po' se te lo meriti. Altrimenti io non la prendo manco se me la sbattono sul muso, manco se lei è la modella più fica che c'è. Anche se è fica e zoccola fino all'inverosimile e con lei posso farci di tutto. Non mi appaga. Lo so come mi sento dopo. Lo so come si sentirà se avverti che invece di attrazione ho repulsione per una roba maialosa ma vuota come. Quindi no, non ero e non sono inarrivabile, mi ha convinto la tua gentilezza e sono stato contento, molto. Sono stato bene e sento ricambiato. 
I narcisisti/borderline che a quanto pare sono ovunque ma si nascondono bene e ci vuole per capire dove sono. Ebbene, loro non sentono niente, fanno le cose per puro interesse e basta. Non puoi fare loro del male sentimentalmente perché loro i sentimenti non ce li hanno ma loro possono farne tanto a e me a te. Tanto più sensibile uno/a è, tanto più faranno danni. Tu ieri sera hai sentito la mia tristezza. Il tempo fa ricordare solo le belle cose ed è vero. Ti guardi in giro e capita qualcosa, così ritorni ad una situazione vissuta. Bellissima, unica, esaltante. Poi ti accorgi che dietro quella situazione c'era solo dolore. Non è mai esistita se non nell'illusione che loro costruiscono per ingannarti. Vorrei tornare indietro alle volte: una per riviverla, una per cancellarla anche nel ricordo. Per una persona normale di oggi, il sentimento è tutto e ci chiediamo come non possano provare niente, come non si rendano conto che provare niente è semplicemente il niente. E' come leccare la fica dai pantaloni, mangiare una caramella senza scartarla, guidare un auto senza benzina e via così. Il cervello è un "muscolo", si allena. Basterebbe che si accorgessero di avere anche quel problema e si sarebbe (davvero credo), risolto come molti altri quasi per magia. Non è difficile e la pillola va giù. Facilmente come tutto il resto che non andava giù prima. Loro non lo fanno, sono talmente sicuri e boriosi di se, che mettersi in discussione mai. Loro non sbagliano, loro sono perfetti. Siamo noi quelli sbagliati. Si, vero, da un punto di vista evoluzionistico il narcisismo è stata la chiave della sopravvivenza. Il soldato perfetto è colui che uccide senza rimorsi e per secoli è stato così. Hitler dal 1933 al 1939, in soli sei anni, riuscì a fare l'impensabile. Tolse l'anima ed il rimorso ad una nazione intera riportando l'orologio ai primi albori della repubblica romana.  I patrizi: i  tedeschi. I plebei: il resto del mondo e gli schiavi: i giudei. E' quindi un processo di disumanizzazione reversibile. Avanti, non so. Oggi siamo ancora figli di quanto è successo. Non vogliamo più gli assoluti senza sentimenti perché sono distruttivi. Mettine uno in cima ad una multinazionale dove i più bravi sono, e vedrai che pur di venderti le bottiglie di pet, inquineranno mezzo mondo tenendolo nascosto e facendoti credere che è meglio del vetro nel vuoto a rendere. Non gliene fotte un cazzo delle isole di plastica perché vivono in un isola dove queste non arrivano ma si scordano che a capo delle multinazionali dei carburanti, ci sono gente come lui e respirano tutti aria piena di benzene e di altre porcherie. Idioti "felici" perché hanno tanti soldi e possono fare quello che gli pare. Oppure non ce li hanno, non importa ma li cercano e credono solo nel bene materiale. L'interesse. L'unico modo in cui puoi far loro del "male", colpirli li. Ebbene che cosa c'entrano loro con il SM che è fatto in primis di emozione? Niente. La loro è una condizione non una giustificazione. Preso atto di questo, possono decidere se cambiare strada che o si crede nel libero arbitrio o no. Si, ci sono persone che l'evoluzione ha reso cretine, altre che fanno di tutto per esserlo e ci godono. Per le prime non c'è assolutamente modo, per le seconde devono metterci del loro.

Quando mi chiedesti di fare una rimpatriata o una cosa "slurpona", glielo dissi è. C'era lei la tipa vuota in mezzo. Solo che dopo posso dire che come per tutto, voleva solo fare il vuoto. Ha accettato chi non vedeva come concorrente. Chi le stava fuori dalle scatole. Chi non rischiava di rompere il suo giocattolo. Io per intenderci. In quel periodo le facevo comodo a quanto pare. A letto e ovunque ci trovasse un "profitto" o un "interesse". No, gli amori quelli veri non si uccidono. Si fanno tacere per un po', se ne parla fino a che il bisogno di essere nuovamente ritorna potente come un uragano. Questi sono gli amori sopiti per cause di forza maggiore. Non quelli con cui poi si scopre che non ci si trova. Alle volte tornano pure quelli ed è bello così.
“La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.” Ha detto Ghandi, "La grande anima" e è vero. Danza, amore mio, danza sotto quella pioggia perché è l'unica che ti fa sentire viva. Ogni goccia è una piccola "frustata". Non importa se hai un marito, due figli o tre, 10 gatti, un cane, o altri dieci amanti. La relazione è unica. Non è di per se la poligamia che è sbagliata è sempre il come, pure qui. Nessuno ci ruba l'un l'altra. Semplicemente dobbiamo accettare i propri limiti. Se una persona è bisex, perché uccidere la sessualità? E' sbagliato. Lo so che come uomo non posso darti quello che ti da una donna così come so, che non posso darti quello che ti da un altro. Accetto i miei limiti, accetto che tu possa avere il massimo senza tradimenti, falsità o obbligo di scelta. Se ti obbligano a scegliere, sbagliano, non è amore, è costrizione. Se tu scegli ti tagli le ali e costringi qualcuno all'infelicità. Un altro forse ad esaltarne l'ego. Non ce n'è bisogno. E' cercare se stessi in una dimostrazione di qualcun altro/a. E' essere deboli, insicuri di se e delle proprie capacità.
Non è una gara a chi è più fico/a, a chi succhia meglio il cazzo e a chi lecca la fica meglio. Non è una gara a chi è più giovane, a chi la gravità ha abbassato il culo e chi no. Non è una gara a chi è più zoccolo/a o chi è più dolce. Ognuno da qualcosa che l'altro/a non può dare e ci si arricchisce. Semmai la gara è proprio li, con se stessi. Qualcuno si sente meno bravo a tirar pompini? Impara così come io imparo a leccare la fica da una donna. Impara. Si cresce per noi stessi, per dare di più, per essere migliori e non perché siamo in competizione. Se oggi qualcuno si incontra e ovviamente ha avuto la sua vita (marito, moglie, figli, lavoro, casa, tutto quello che si vuole), devo tentare di portare via una donna o di obbligarla ad una scelta? Sono pazzo non scemo. Qualsiasi cosa che ti ha reso così, mantienila fintanto che tu vorrai mantenerla. Tuo marito, il tuo ragazzo, la mia compagna, non è in competizione o in rischio di perdere qualcosa. Semmai di arricchirsi. Così è un altro modo di vedere le stesse cose. Uno è distruttivo, uno è costruttivo. Da quale parte state pur fermandomi qui?
Certo, se uno va a letto con il mondo allora è altro, parecchio altro.  Quindi danza nuda, libera e vola senza limiti perché questa è la magia. Irripetibile. Inspiegabile per chi ci è arrivato/a. Queste sono le stelle. 

E infine, tu cercavi quel post che ti condusse a me.

venerdì 22 settembre 2017

Tanabàta matsuri 種播祭り, la festa delle stelle innamorate - Zen

Il settimo giorno del settimo mese si celebra una festa in Giappone chiamata Tanabàta.
Dal sito: http://storia-e-mito.webnode.it

"Nei tempi dei tempi che furono,  Tentei, Imperatore del Cielo e Sovrano di tutti gli Dei, viveva con sua figlia Orihime nell'Ama-no-Gawa, Fiume-Celeste o Via-Lattea. Orihime trascorreva tutto il  tempo lontana dal mondo e  unicamente occupata a tessere stupendi vestiti per il  suo divino padre e per le altre Divinità. Crescendo, però, in così grande solitudine e con la sola compagnia del suo fuso,  la fanciulla fu pian piano assalita da grande malinconia e tristezza, soprattutto  perché le mancava l'amore. Mosso a pietà, Tentei, pensò di procurarle un marito. La scelta cadde sul giovane Hikoboshi  che abitava  dall'altra sponda  del Fiume-Celeste  e che  passava le sue giornate facendo pascolare i buoi; anche Hikoboshi era un gran lavoratore, completamente dedito alla sua occupazione. I due  giovani, che non si conoscevano,  s'innamorarono perdutamente l'uno dell'atra  a prima vista e si giurarono eterno amore ed eterna dedizione. Presi  da questo grande amore, però, i due  finirono per trascurare i loro doveri:  i buoi vagavano  incontrollati attraverso la Volta Celeste  e agli Dei non arrivano più le  preziose vesti confezionate da Orihime.

Il Sovrano degli Dei si adirò molto per questo comportamento e decise  di risolvere la situazione separando gli sposi e  costringendoli a vivere su  sponde  opposte del Fiume-Celeste e non contento di ciò, per impedire che  potessero  attraversarlo,  rese il fiume impetuoso e privo di ponti. Non potendo più incontrarsi, però, i due innamorati piombarono nella tristezza  più  profonda, tale da non permettere loro di occuparsi del  lavoro, cosicché, gli Dei continuarono a non avere  più le loro sontuose venti e i buoi a muoversi indisturbati nel cielo. Tanto amore finì per toccare nel cuore il Sovrano degli Dei  e le altre Divinità   che presero all'unanimità una decisione: permettere ad Orihime e Hikoboshi di incontrarsi una volta l'anno, a patto  che nel resto dell'anno svolgessero diligentemente i rispettivi compiti. I due innamorati si mostrarono assai felici di quella concessione divina e  da allora, ogni anno, al settimo giorno del settimo mese, uno stormo di gazze trasporta la bella e innamorata Orihime dall'amato.  Con una condizione:  nel caso in cui la coppia  durante  il periodo di separazione non si  impegni a sufficienza nelle proprie attività,  gli Dei  manderanno giù dal Cielo tanta  pioggia  da impedire alla giovane di raggiungere lo sposo."


La versione cinese invece al sito https://lauracarpi.wordpress.com/

Per cercare Vega ed Altair nel cielo di notte, dovete guardare verso Est-sudest dall'alto verso il basso (orizzonte), le due stelle in linea più luminose. La prima che incrociate è Vega (Alfa Lyrae), la seconda che incocciate tra altre meno luminose e che in effetti sono pure galassie, trovate Altair (Alfa Aquilae). Se vi può essere di aiuto http://kosmoved.ru. Io in genere mi oriento con programmi simili e faccio riferimento alla Polare o al Drago quando visibile. La costellazione del Drago è poco luminosa di per se.

Tanabata è il festeggiamento di un unione che si rinnova ogni anno nonostante che il Signore degli dei abbia condannato entrambi a stare lontano. Potessimo davvero vedere il cielo, tra le due stelle c'è la Via Lattea, il fiume appunto. L'idea stessa di scendere in strada e festeggiare tutti assieme questa unione che si rinnova per l'eternità, è molto bella. D'altra parte in Giappone si fanno molte feste tutti assieme. In un paese dove la tecnologia è padrona per un giorno si smettono i messaggini e ci si gode la festa. Anzi, tante cose sono fatte a mano o scritte di pugno.




La festa è molto forte. Le decorazioni tipiche richiamano il nr del giorno e del mese, sette appunto.
Fukinagashi: strisce colorati penzolanti da ogni parte.
Kamigoromo: gli abiti di carta.
Kinchaku: borsettine.
Kuzukago: cestini per la carta e bigliettini.
Senbazuru: file di origami soprattutto gru.
Tanzaku: strisce di carta dove scrivere poesie e desideri da appendere agli alberi o ai bambù.
Toami: reti tipo quelle da pesca per decorare.
Le persone chiedono protezione per i loro sentimenti o aiuto per migliorarsi nel lavoro e nello studio. E', come ben si capisce quasi una festa dell'amore e che porta i due amanti a ricongiungersi nonostante le insuperabili difficoltà con rinnovato sentimento (e desiderio).

“Il sentimento d’amore tra i due amanti
che, nello spazio interminabile
di un intero anno,
possono abbracciarsi
soltanto in questa settima notte,
non viene meno,
anzi la notte agognata svanisce in un baleno”

“Gli abiti autunnali
tessuti su innumerevoli telai
dalla Tessitrice celeste
possono forse essere indossati da altri
se non dal suo amato Pastore?”

La festa si conclude con i fuochi artificiali nella notte.



Vi suggerisco di visitare il sito https://studiaregiapponese.com perché al fondo di questa pagina molto dettagliata e piacevole da leggere, vi è una singolare curiosità.

mercoledì 5 luglio 2017

Da qui alle stelle (o si cambia una vocale)


Le persone non hanno sesso. I maschi e le femmine si. Gli uomini e le donne si. Quando nello zen parliamo di rispetto questo non si limita MAI ad un gruppo di cose o di persone. Non fa differenze di nessun tipo perché il rispetto e la cortesia (in cui questo è incluso),
non può esistere a metà.

O c'è o non c'è è semplice. Lo zen, il buddismo è una scienza della mente molto semplice in fondo. Noi occidentali costruiamo su ogni cosa dei grandi castelli in aria che regolarmente crollano mentre qua è tutto drammaticamente semplice.
Ci sei domani sera? Si, ci sentiamo/vediamo domani e poi quel domani uno dei due si è dimenticat@ o ha trovato di meglio da fare. L'importanza è relativa in merito, semmai si scoprirà con il tempo cosa sia più importante, mentre quello che noi consideriamo meglio, è immediato. Giudizio, spesso affettatto ed affrettato.
Così andiamo in giro con i telefoni che star Trek prima serie, gli fanno una semplice. Eppure nessuno o quasi ha tempo per scrivere un messaggio o uno vocale del tipo: "Stasera non ci sono, ci sentiamo domani, poi ti spiego". Così l'alt@ ha tutto il tempo per organizzarsi direttamente. E che ti fotte? :))))
Poi magari passano il tempo a scrivere e riscrivere cazzate sui vari siti della profondità dell'anima, di zen, di armonia... ok, io ci rido ma alle volte è patetico.
E' na roba bella, è come quella tizia che alla stazione dei treni trova la macchinetta che legge il futuro e ci inzuppa dentro un euro. Questa gli risponde dicendogli: "ti chiami Sara Andreoni, sei nata a Milano il 8/07/1974, abiti in via dei Fiori recisi, 47 e sei qua per prendere il treno per firenze, delle ore 10:30 e vai a divertirti".
"Cazzo" dice lei tra se e se, "ma come ha fatto"? e ci infila un altro euro. La macchinetta ricomincia: "Sara Andreoni, i tuoi figli si chiamano Stefano e Sonia perché in casa tua tutto deve cominciare con la esse. Ah, tua figlia sta per incontrare uno stronzo su un sito a tema ma tu devi prendere il treno delle ore 10:30 per firenze!!!"
"Ma porca miseria, ma guarda un po' o come fa questo a rispondere così e poi che deve fare mia figlia ora?" e ci rinfila un altro euro.
"Cara Sara Andreoni. tua figlia è un po' lasciva come te e certo che i siti sono pieni di questi "buffoni", tienila d'occhio. Però di dico che a forza di star dietro alle bischerate che dico, hai perso il treno delle 10:30!!! Vedi tu!..."

Ecco, uguale. Perché a firenze c'è uno che aspetta che arrivi su quel treno e tu ti sei scordata di avvertirlo, di fare quello che dovevi. La macchinetta mica ti ha detto di tornare a casa subito che tua figlia è in pericolo, ma tu ci hai letto esattamente questo. Non va, non può andare. Non è Mastro che ha sempre ragione, è il metodo di approccio che è sbagliato ed è qui che ricomincia il percorso di rieducazione della mente.

Sempre nella stessa bolla di errore, qualcun altr@ ci legge che i Mastri non fanno mai errori, che sono fonte di assoluta verità e che non possono essere contraddetti. Beh all'inizio no, poi si. Ci sta che l'allievo veda qualcosa da un punto di vista nuovo. L'alliev@ un giorno sarà un@ maestr@ e tutti facciamo errori alle volte anche molto grandi. Di sicuro ne abbiamo fatti prima dell'alliev@ in proporzioni esagerate e ne facciamo e continueremo a farli. Non cambia il punto di una virgola però. Se hai scelto qualcun@ che ti da qualcosa anche nel contraddittorio e l'hai scelt@ come maestr@ allora seguil@ o cerca altro. E' semplice, non c'è altro. Non ci sono ma vedi se, ma forse quando e potrebbe darsi che o ancora, in certe condizioni sono d'accordo, in altre come nel caso di... STOP!
Attenzione ai dettagli, vuotare la testa, via questa roba di li.

Una mi ha chiesto se ho mai toccato le stelle. Si due volte. Una era vera, una no. Che cambia? Parliamo di momenti? Oh, si vissuto tanto da tremare. Tanto da fare dire al mondo che questo è amore. Tanto da vedersi guardare negli occhi dalla tipa della SAS e taroccare un volo per rivedersi senza doverla "Comprare". In the name of love come quella canzone degli U2. Solo per quello e non è poco.
Parliamo di stelle vere? E che vi fotte? Ci ho provato in passato a parlare di astronomia della bellezza dell'universo e di come noi tutti siamo piccoli di fronte ad esso. E infatti per molti guardare al cielo di notte quando fa freddo e le stelle sono miliardi ti fa sentire piccolo, ti riporta al granello di sabbia. Voi pensate di essere unici qua, sempre che l'universo sia davvero uno ma cominciamo anche qua a dubitare? Beh, pensateci bene che secondo le ultime scoperte e calcoli, ci sono più pianeti abitabili in grado di ospitare la vita che granelli di sabbia sulla terra. Andate al mare, provate a prenderne una manciata e se non vi sentite umili è tempo perso. Davvero.

Vi avevo fatto un video nello scorso gennaio dedicato un po' a questo, ai pensieri zen, all'approccio della vita cercando musica e titolo. "Le vent, le cri". Il vento, il grido. Il primo è la massima espressione della libertà, il secondo è quello dell'anima che vuole liberarsi dalle catene della mente imposte dalla società e dalla sua filosofia. La ricerca di un'altra dimensione, qualcosa che non sappiamo cosa sarà ma che di sicuro c'è. E' l'intrinseco dell'evoluzione e vale per tutti. Rendersi migliori nell'oggetto però dipende da noi, non dal caso e di nuovo, scusate se è poco. Poi gli insegnamenti: Ghandi, Lao Tzu, Confucio, Dalai Lama ed un paio miei. E' bella roba perdinci. Sarebbe da imparare come una preghiera che quasi lo è. "Bisogna lasciare andare la luna per arrivare alle stelle". Già. Però poi vi ci aggrappate.






Qualcun@ di nuovo dirà che parto prevenuto. Si, forse si ma la vedo bigia che un'altra abbia la costanza di arrivare qua una volta al mese da Torino, Milano, Verbania, Trento, Bolzano, Padova, Venezia e pure Udine va. Mi son scordato di qualcosa mentre si scorda le piccole cose che poi fanno la differenza dell'esserci e non. Del prendere quel treno o perderlo per sempre.
Adesso voglio fatti non chiacchiere. Non me ne frega un cazzo di come qualcun@ si dipinge, voglio vedere i veri colori prima di dire: "Si ecco, ci siamo".
E pertanto se dedico il mio tempo ad ascoltare voi, pretendo che per lo meno dedichiate il vostro tempo a permettermi di scoprire come siete prima di fidarmi. Una parte prima, una parte in corsa. Ed è il quanto.

sabato 18 marzo 2017

Il ciliegio del sedicesimo giorno - Jiu-Roku-Zakura


Nel distretto di Wakegori, che appartiene alla provincia di Iyo, c’è un ciliegio famoso e antichissimo chiamato Jiu-roku-zakura, ovvero «ciliegio del sedicesimo giorno», perché fiorisce tutti gli anni il sedicesimo giorno del primo mese (secondo il vecchio calendario lunare), e quello soltanto. Il tempo della sua fioritura cade quindi nel Periodo del Grande Gelo, sebbene per regola naturale i ciliegi attendano la primavera prima di azzardarsi a fiorire. Il fatto è che nello Jiu-roku-zakura fiorisce una vita che non è − o almeno non lo era in origine − la sua. In quell’albero alberga lo spirito d’un uomo.

Era egli un samurai di Iyo e l’albero cresceva nel suo giardino e fioriva, insieme a tutti gli altri, verso la fine di marzo e i primi di aprile. Aveva giocato sotto quell’albero quando era bambino; i suoi genitori, i suoi nonni e i suoi antenati avevano appeso ai suoi rami in fiore, una stagione dopo l’altra, per più di cento anni, strisce di carta colorata che recavano scritte poesie di lode.

Lui stesso era diventato vecchissimo sopravvivendo ai suoi figli e non gli era rimasta altra creatura da amare che non fosse il ciliegio. Ma, ahimè, durante l’estate di un certo anno, l’albero si avvizzì e morì. Il vecchio se ne dolse oltre ogni dire. Invano cortesi vicini gli trovarono un altro ciliegio, giovane e vigoroso, e lo piantarono in giardino, con la speranza di recargli conforto. Li ringraziò di cuore e dette mostra di aver ritrovato la felicità. Ma in realtà aveva la morte nel cuore, perché così teneramente aveva amato il vecchio albero che nulla avrebbe potuto consolarlo.

Alla fine gli venne in mente una buona idea: si ricordò come si può salvare una albero morente. Era il sedicesimo giorno del primo mese. Si recò da solo in giardino e s’inchinò davanti all’albero avvizzito rivolgendogli le seguenti parole: «Ti scongiuro di fiorire ancora una volta… perché sto per morire al posto tuo». (È convinzione diffusa, infatti, che si possa immolare la propria vita per un’altra persona, o per qualsiasi essere creato, compreso un albero, purché si ottenga l’aiuto degli dèi; e questa trasmigrazione dell’esistenza è espressa dalle parole migawari ni tatsu-pronuncia migauarì ni tatsu: agire per sostituzione. Nota )

Allora il vecchio distese sotto l’albero un telo candido e vi depose alcuni cuscini, quindi vi s’inginocchiò e fece hara-kiri, alla maniera dei samurai. E il suo spirito trasmigrò nell’albero e lo fece fiorire in quel preciso istante.

E tutti gli anni continua a fiorire il sedicesimo giorno del primo mese, nella stagione delle nevi.

Il nirvana ed il sadomasochismo tra le relazioni umane.

Bon, è una vita che chiacchiero di buddismo, di relazioni buddiste, di teste di cazzo, di relazioni tossiche, di roba da buttare, di gente che si fa male, di robe che non ci dovrebbero essere e chi ne ha più ne metta e manca ancora il fine ultimo di tutto ciò che è il nirvana o qualcosa che per lo meno ci si avvicina.

Per conoscere qualcosa in più in merito alla visione classica del nirvana nel buddismo, vi metto un paio di links che potete leggere e che vi daranno una spiegazione "storica" di questo stato di elevazione e di cessazione del dolore. Il primo link è quello più "papabile", il secondo link, quello più complesso.
Rimango però un po' "scettico" su alcune visioni estreme come ho già detto più volte, anche nell'ultimo post. Intanto un concetto di base che dovrebbe essere chiaro a qualsiasi bambino istruito ma che in realtà non lo è per molti adulti immaturi. Ogni cosa, fatta senza una filosofia e quindi uno scopo più alto, è qualcosa di inutile e vuota. L'attrazione per una bella topa o per un  bell'uomo, sono e rimangono semplicemente istinti primordiali e li finiscono.

Intanto il sesso è istinto e tale rimane, quello che ci viene messo dentro è qualcosa che eleva l'uomo sopra ad un semplice meccanismo ormonale/riproduttivo alla ricerca del puro piacere fisico. Crediamo in un anima? Si. Se non lo facciamo anche il nome "animali" dovrebbe essere sbagliato. Premesso che sia realmente impossibile tagliare ogni possibile ragione del dolore o di sofferenza, il nirvana "accettabile" è togliere quanto più possibile di ciò dall'esistenza terrena. Noi non potremmo mai smettere di avere fame, di avere bisogno di sonno, di sentire il caldo ed il freddo, di volere bere o anche toccare in ogni senso possibile. La solitudine non è, dal mio punto di vista una soluzione ma solo una possibile fuga. Noi siamo costruiti geneticamente per stare assieme. Da soli, impazziamo e alle volte ci mettiamo a chiacchierare con cose inanimate tanto per far capire cosa porta. L'isolamento anche nelle prigioni, è una delle cose più truci che si possano fare a qualcuno. Non paga, manco se è volontario.
Il vero, possibile nirvana è quello che ho scritto ieri e che è ben rappresentato dal video. Riuscire a trovare l'armonia e la pace con tutto quello che ci circonda e quello che c'è. Non seminare dolore ma dare amore. Non rifiutare le persone, ma accettale fintanto che ti accettano. Impara dalle diversità e arricchisci la "tua" armonia con punti di vista e pensieri diversi, il confronto è ricchezza non scontro. Cercare soluzioni non creare problemi, se questi si manifestano e lo faranno, fare di tutto per risolverli. Tentare non serve se non a fare esperienza ma è il riuscire che ha uno scopo ed è l'obiettivo.
"Ovunque tu vai, vacci con tutto il cuore" scrisse Confucio e possibilmente tienilo aperto a quanto detto sopra altrimenti sarà un cuore chiuso, impositivo, e non ricettivo. L'empatia è li. Date meno importanza a manifestazioni "pubblice" in cui viene gratificato l'ego e non l'anima se non evitatele quasi totalmente.

C'è un principio buddista anche in questo caso che prendo espresso dal medesimo filosofo e che non funziona: "Rispetta te stesso e gli altri ti rispetteranno." Non è assolutamente vero. Gli altri ti rispetteranno se capiscono il valore e l'importanza del rispetto. Quelli che scelgono di non fare male come primo intento. Poi c'è la reazione al male ricevuto che è un'altra storia. Ribadisco di nuovo il concetto che non è possibile non agire di forza nei confronti di ogni estremista egocentrico che oggi raggruppiamo in psicologia, nelle varie sfumature del narcisismo patologico. Prova a spiegare ad una roccia cosa sia l'amore e se questa ti risponde, avrai trovato una soluzione diversa.
Insomma, il nirvana per il mio modesto modo di vedere c'è se negli altri c'è nirvana, in quelli che accettano e credono che sia possibile un modo di vivere migliore che causare problemi agli altri. Questa è la ragione per cui ne parlo. Non vi aspettate risultati subito. Ogni mente ha bisogno di tempo per assimilare, ragionarci su, capire e reagire. I migliori risultati vengono sempre con il tempo sopratutto nelle relazioni umane.


venerdì 17 marzo 2017

Urami? Naaaaaaaaaaaaa

"Un acquazzone impartisce i suoi insegnamenti. Se la pioggia vi sorprende a metà strada, e camminate più in fretta per trovare un riparo, nel passare sotto alle grondaie o nei punti scoperti vi bagnerete ugualmente. Se invece ammettete sin dall'inizio la possibilità di bagnarvi, non vi darete pena, pur bagnandovi lo stesso. La stessa disposizione d'animo, per analogia, vale in altre occasioni." Yamamoto Tsunetomo

Chiacchieravo stamani con il mio amico e esce fuori un cos'è, 恨み "urami",  rancore? Non siamo ai tempi di Yamamoto Tsunetomo, non siamo fanatici. lo spirito del guerriero è altro che quello descritto nel suo "Hagakure" ed il fanatismo tipico della società giapponese. C'è una ragione per cui non amo Nichiren ed il suo buddismo. Mi tengo fuori il sutra del loto ma tutto il resto o quasi, lo butto via. Il fanatismo è fuori dalla mia portata così come l'odio, il rancore, la gelosia, il bisogno di "possedere" qualcuno o qualcosa per sentirmi più uomo. Il bisogno di esporre trofei, il numero delle pulzelle che non sono cose. La qualità degli oggetti per giocare, il saper legare o l'andare ad una convention. Mi ci hanno invitato, ho sempre detto no.
Così nel mondo alla rovescia dove per ringraziare un tassista per avervi aperto la porta dell'auto, gli dite: "Spiacente" (per averlo fatto alzare a fare quel gesto), o non chiedete informazioni su dove sia un luogo perché si sentiranno in dovere di accompagnarvi infrangendo il loro regolamento, così qui rancore per cosa? Cattiverie subite forse? No. Per le cattiverie come ho più volte scritto, è sufficiente far poco, quasi niente se non ascoltare solo se stessi in quel momento. Per l'amore, quello vero ma nel senso più generalista del termine, bisogna far attenzione e pensare alle conseguenze.

"Nel mondo quelli che sono disposti a impartire un insegnamento sono molti; quelli che lo ricevono con piacere, invece, pochi; ancora meno, poi, quelli che adottano l'insegnamento ricevuto." Yamamoto Tsunetomo. Roba di quattro secoli fà è, e guardate quanto è così attuale.
Quando vi postai la targa dell'alluvione di Firenze chiedendovi cosa fosse, nessuno ha risposto. Cos'è, un ricordo? None, è un insegnamento. Qui è già arrivata. Qui potrà tornare con particolari condizioni. In altre di meno o di più ma qui è già arrivata. E' l'esperienza che si tramanda ma molti non ci pensano. Vedono i cartelli ed esclamano: "Oddio quanto era alta ma li si fermano". Immagazzinare le esperienze e condividerle è questo il messaggio, è questa la ragione di essere qui.

Dieci anni fa circa, ci crediate o no dall' "alto" della mia figura, andai ad una banca famosa a fare accordi per conti correnti e l'e-commerce. L'accordo lo feci eccome ma chi l'ha poi adottato? Nessuno. Anzi molti mi risposero chiedendo cosa fosse l'e-commerce e cosa servisse e molti continuarono con le loro attività senza "ascoltare". Cos'è l'e-commerce oggi chiedo a voi? Tutti lo sanno, molti lo utilizzano per tante cose. Eppure, lettera morta. Ne ho tanti e troppi di questi esempi che fanno esperienza e che dovrebbero far riflettere prima di pagarne il conto. Non c'è rabbia, non c'è niente altro che serenità in quello che scrivo ma anche tutta la forza e la profondità di quello che sento.
Però vorrei che capiste cosa succede. Quando qualcuno "ruba" il tuo tempo o i tuoi sentimenti falsificandoli, fa qualcosa che è difficile da spiegare. E' come il ladro che ti entra in casa e spacca tutto magari per portarti via un ciondolo che ti ha regalato nonna o che addirittura proviene dalla tua famiglia da più di tre generazioni. In quel ciondolo c'è lo "spirito" dei tuoi antenati, la forza di chi l'ha indossato. E' "quasi" un Kami come la Katana, la spada samurai. E' l'anima stessa di te e della e della tua famiglia. Non c'è prezzo che valga il corrispondente valore commerciale. Puoi riparare le porte che ti hanno sfondato, i mobili che ti hanno rotto. L'assicurazione può coprirti il valore commerciale di quello che ti hanno rubato ma NIENTE può renderti indietro il valore affettivo e morale che c'era dentro quel ciondolo.
Ebbene, quando "rubano" il tuo tempo o i tuoi sentimenti, fanno qualcosa di simile. Si fregano la tua essenza più profonda (sempre se ce l'hai è), e nessuno te la rende. Manca un pezzo di te. C'è un buco dentro incolmabile perché veramente non c'è modo di riempirlo. Puoi ignorarlo, puoi far finta di non sentirlo ma li rimane. Ecco, chi lo sente è perché in qualche modo ha la sua integrità che un@ stronz@ di qualsiasi sesso o età, ha volontariamente rotto per proprio comodo o interesse.
Difficile da capire? Questa è la spiegazione più semplice che riesco a dare parlando di zen e di "furti". C'è un bellissimo video che ho già postato sulla pagina e che rimetto qua, spiegandolo però.


L'avete visto si? :) Ecco, noi non siamo monaci "mal" guidati. Lui dovrebbe dare l'esempio e non lo fa. E' come le persone comuni. Arriva il cane, l'imprevisto, il fatto nuovo che ti entra in casa e nella vita e per levarselo dalle scatole lancia la palla fuori dal muro così il cane si spappolerà da qualche parte lungo la montagna. Poi ci ripensa e pure lui ruzzola, sapete, il Karma immediato e pentitosi, recupera il cane che pur apparentemente messo male, riprende la vita e ci dice che se ci pensi bene, c'è il modo per continuare la tua vita ma con la presenza nuova che non solo non fa danni ma da anche amore. Sincero, senza compromessi. Ecco. Questa è la lezione per tutti i superficiali o come si chiamano oggi, i narcisisti. Più spezzate, meno avete. Più non meditate, più perdete. Vi perdete il meglio che il "Tai Chi" da soli vale niente. E' arido e vuoto come mantenete nello stesso modo la vostra anima. E' a voi che spetta la scelta di cosa e CHI volete essere. Se aprire l'anima ed il cuore al mondo o se lasciarlo inutile per le vostre misere, personali cose. Infine e non ultimo: se buttate giù un cane poco male. Magari non torna ma se buttate di sotto la solita tigre, poi vi passa ;) .
"L'avidità, la rabbia e la stupidità vanno sempre insieme. Quando nel mondo accade qualcosa di male, se osserviamo con attenzione, vedremo che è in relazione con queste tre cose. Se guardiamo ciò che vi è di buono, ci accorgeremo che non manca di saggezza, umiltà e coraggio." Yamamoto Tsunetomo 
Riflettete su quanto ho già scritto in questo post. L'avidità di tenersi quello che si ha. La rabbia che distrugge tutto quello che a primo tiro, infastidisce e la stupidità di non fermarsi a capire e trovare una nuova armonia. :)

Namasté

venerdì 24 febbraio 2017

Oggi

E stamattina sono arrivate le scuse.
Prendetevi gli insegnamenti di oggi che è meglio.