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Fu un giovane monaco a portarli. Ma proprio dinanzi alla stanza del tè i fiori gli caddero dalle mani.
Tutti i petali si staccarono d'un colpo, e rimasero solo gli steli. Il giovane monaco, confuso, si scusò con Rikyu, che rispose:
" Entra nella stanza del tè ".
Davanti alla nicchia, il tokonoma, Rikyu depose semplicemente un vaso da ikebana vuoto. Vi immerse gli steli dei fiori e in terra, sul tatami, dispose armoniosamente i petali.
Tutto era bello, naturale, semplice. Disse allora Rikyu al giovane monaco:
"Quando mi hai portato questi fiori, erano Shiki:
Shiki soku ze shiki, il fenomeno è fenomeno.
Cadendo, sono divenuti Ku, non c'erano più fiori.
Shiki soku ze ku: il fenomeno è Ku, è Nulla.
Secondo il senso comune, avrebbero potuto restare quali erano.
Ku Soku ze ku, Ku è Ku, il Nulla è Nulla.
Ma ora abbelliscono la stanza :
Ku soku ze shiki, Ku. Nulla è il fenomeno ".
Con un nulla, la stanza era divenuta stupenda, ben più di quanto lo sarebbe stata con una profusione di elementi decorativi. Appena qualche petalo sparso sul tatami, intorno a un vaso senza fiori nel tokonoma.
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